
Pensami, tanto tanto intensamente… ve la ricordate la canzone di Julio Iglesias, vero? Io ogni tanto me la canto, assieme alla sua “collega” che fa la valigia sul letto quella di un lungo viaggio. Non è di canzoni old style di cui vorrei parlare oggi ma di qualcosa di più: il fatto di pensarsi. In un mondo veloce e sempre troppo intenso come il nostro, fermarsi un attimo e lasciare che la mente si riempia di immagini, ricordi, propositi, desideri e fantasie su qualcuno o qualcosa è quasi un atto di pura rivoluzione. A voi capita mai di farlo? A mio avviso, lo si dovrebbe fare di più. A Natale come in tutto l’anno.
Quella paura di dire le cose

Lo sapete quale sia, per me, uno dei grandi problemi del mondo in cui viviamo? La voglia di raccontarsi troppo e la paura di dire le cose che vanno dette, così, personalmente. Mi spiego meglio: non è una novità che l’epoca in cui viviamo sia popolata da gente che racconti la qualunque, anche quando non è richiesto e anche quando sarebbe il caso di tacere. Non raccontare tutto – lo scrissi tempo fa – è un atto dovuto. Da che pulpito… Direte voi: io sono una di quelle che in viaggio si mostra tanto e che, nella vita privata, si racconta il giusto. Mi mostro al mattino con i miei capelli sconvolti e il pigiama di Snoopy ma non vi racconterò di certo i fatti miei per filo e per segno. Mi piace condividere le cose che penso possano avere senso per chi mi legge. Allo stesso modo, amo dire alle persone ciò che penso di loro. Ogni tanto, qui sul blog, ci sono interviste o racconto le storie di altre persone: ecco, quelle sono tutte le persone che hanno la mia più totale stima. Mi piace rendere palese questa stima, mi piace raccontarla a loro in privato. Ultimamente, quasi del tutto, mi è passata la paura di dire le cose. Un male che, secondo me, affligge il mondo moderno molto più del più comune raffreddore. Facciamo un gioco: chiudete gli occhi e pensate a quante volte avreste voluto prendere il telefono e mandare un mesaggio a qualcuno con scritto, semplicemente, “ti penso” e non l’avete fatto per paura di essere fraintesi. Eppure sarebbe così facile, così umano, così bello.
Sii umano: racconta ciò che pensi. Dimmi che mi pensi

Un paio di giorni fa, in Inghilterra, ho rivisto (per la milionesima volta) Love Actually e mi è tornato in mente il post che ho scritto un anno fa e che ho intitolato All I want for Christmas. L’ho riletto questa mattina, prima di scrivere queste parole. Credo di essere sulla stessa lunghezza d’onda, a livello di desideri, anche quest’anno. Ma vorrei aggiungere una cosa, una cosa per me, a costo di sembrare egoista: quello che vorrei per questo Natale è conoscere ciò che si pensa di me. E sapere che ci sono persone che mi pensano. Non importa dove, non importa come e non importa quando. Una delle “attività” che sto iniziando a mettere nella mia quotidianità è dire a qualcuno che lo/la penso, così… senza nessun intento. Ma semplicemente raccontando la verità. Si sottovaluta troppo spesso il valore di un “ti sto pensando” e la sua energia positiva. Basta un attimo, un momento in cui ci si ferma e non ci si concentra più su se stessi ma su chi è vicino o lontano. Pensami, quindi. E dimmelo. Basta questo.
All the thoughts you never see
You are always thinking
Brain is wide, the brain is deep
Oh, are you sinking?
Pearl Jam – Unthought Known
Mi piace molto questo post. Una volta riflettevo proprio sul fatto che io penso molto e penso molto alle persone che hanno fatto parte della mia vita, nel bene e nel male. Anche quelle che non ci sono più. Nel senso che mi capita di rivolgere un pensiero a quando c’erano o mi capita di chiedermi cosa penserebbero di qualcosa o cosa sarebbe successo se… E se mi capita di sognarle, mi rimane dentro la voglia di farglielo sapere. Una volta lo facevo: scrivevo e dicevo: “Ehi, stanotte ti ho sognata/o.” Oppure “ti pensavo e ho deciso di scriverti”. Poi, non so perché, ho smesso. Forse dovrei ricominciare. E lo faccio dicendoti che a volte mi capita di rivolgere un pensiero a te, Giovy, quando penso al mio blog e a dove vorrei farlo arrivare. Si, perché il tuo blog è uno di quelli che preferisco, perché c’è cultura, c’è amore e c’è professionalità. E perché vorrei che un giorno qualcuno pensasse le stesse cose di me.
Ricomincia Raffi: per me è tanto bello sentirsi dire “ti ho pensato”. Ti ringrazio per quello che hai scritto su di me e il mio blog. Per me è davvero un onore sapere che la pensi così. Grazie, davvero.
Sai, lo faccio spesso. Ho molte persone lontane. Dedico loro un pensiero quasi ogni giorno, anche se a volte mi rendo conto che il mio “pensare” è a senso unico. La fretta e lo stress certo, magari fanno dimenticare di rispondere. Ma piacerebbe anche a me essere pensata più spesso.
Fai bene a farlo spesso. E soprattutto a renderli partecipi del tuo pensiero.
Quando scrivi di sentimenti, lo sai, ti adoro.
Questo post è molto importante perché è vero che ultimamente si dice troppo poco quello che si sente per le persone. Siamo bloccati da tante sovrastrutture, pensiamo che esporci non sia una buona idea (perché “tutto quello che dirai potrà essere usato contro di te”) e invece è un’idea ottima.
Avere il coraggio di svelarsi, di mettersi a nudo davanti a un’altra persona facendola capire quello che proviamo e che la pensiamo apre mille porte. E le porte aperte sono sempre una buona idea.
Sopratutto non diamo mai per scontato che l’altra persona sappia quello che sentiamo e che la pensiamo. Un conto è sapere/immaginare e un altro è sentirselo dire!
Hai centrato proprio il punto: un conto è pensare e un conto è sentirselo dire.
Occorre unire le due cose. Grazie per il tuo commento, Elena, e – lo sai – io ti penso spesso.
In questo periodo in cui tutti cercano di raccontare di sè solo quello che li fa apparire belli e felici la tua riflessione è più che mai necessaria. Anche a me capita di pensare a qualcuno e provo una sorta di pudore nel farglielo sapere, ecco devo imparare a vincere questa timidezza che poi a volte è anche pigrizia e dire “ti sto pensando”. In questo momento, Giovy, sto pensando a te! Alla tua sensibilità e alla tua capacità di concretizzare i pensieri.
Grazie mille Antonella. Fai sapere a tutti che sono nel tuo cuore e nella tua mente.
Viviamo in un’epoca dove tutti corriamo e dove mostrare i sentimenti spesso sono sinonimo di debolezza. <spesso mi sono ritrovata a dedicare un pensiero a persone che mai ricambiano e questo, spesso ferisce.
Vale sempre la pena di dedicare quel pensiero. Soprattutto quando non si pensa “al ricambio”
Beh, io oggi ti stavo proprio pensando! Perché sei una persona speciale che dona senza chiedere nulla in cambio! Quindi grazie! Un pensiero per te, cara!
Ti ringrazio molto per queste tue bellissime parole. Sono quello che ci vuole per scaldare questo dicembre!
Per varie vicissitudini ho imparato ad esprimere i miei sentimenti quindi sono una di quelle persone che dicono, nel male e nel bene, quello che pensano. Allo stesso modo dico anche alle persone care quando le penso o se mi vengono in mente per qualche motivo, magari vedo o sento qualcosa e mi viene in mente una persona ed ecco che parte un messaggio. Penso sia apprezzato anche se non è ricambiato 😉
Anch’io la penso come te: penso sia apprezzato anche se non ricambiato direttamente.
Non sono stata abituata ad esprimere sentimenti perché nessuno dei miei genitori lo ha mai fatto quando ero bambina e tuttora faccio fatica.
Qualcosa però lo dico: ti ho pensata, perché un paio di giorni fa mi è capitato di ascoltare una tua intervista sul podcast di turisti per sbaglio e sinceramente l’ho veramente apprezzata, come poche altre, perché condivido i tuoi valori e la tua integrità. Volevo dirtelo ma non l’ho fatto, lo faccio ora.
Grazie mille Sara. Ti ringrazio per i complimenti. Mi fanno davvero bene.
Non lasciar da parte il fatto di raccontare i tuoi sentimenti: le cose che si imparano da adulti sono spesso favolose.
Un pensiero positivo contiene più benzodiazepine degli ansiolitici, sappiatelo!! Sia rivolto ad altri che a sé stessi un pensiero, un piccolissimo attimo di attenzione, è capace di salvarci da una brutta giornata, da un momento di fragilità o da un altro pensiero ricorrente che ci butta a terra. Noi uomini sottovalutiamo di quanto poco ci occorra per essere felici con noi stessi e di noi stessi. Grazie Giovy per avermi pensata, anche inconsapevole, scrivendo questo articolo che viaggia nel web e nel tempo. Che rileggerò quando avrò bisogno di ricordarmi che a Monica pensano tante persone, molto più di quante lei sa vedere. E che anche io stessa posso pensare a Me con amore e gratitudine. Ti penso spesso, non ne dubitare.
Grazie a Te, Monica, per le tue belle parole. Grazie per il fatto di pensarmi e passa di qui tutte le volte che vuoi venirmi a trovare.