
A volte vorrei essere come una camicia profumata, stesa ad asciugare al sole. C’è un verso di una canzone dei Tiromancino che mi ripeto spesso e che starebbe bene proprio come colonna sonora dell’immangine che ho davanti agli occhi ora: il bucato steso al sole che si lascia trasportare dal vento e riportare al punto di partenza. Quella frase dice vorrei imparare dal vento a camminare e dalla pioggia cadere. Questo 2019 è stato un anno davvero impegnativo e bello. Duro e difficile quanto pieno di soddisfazioni. Gli anni così mi piacciono anche se, oggi ultimo giorno dell’anno, io sento solo un filo di energia nelle vene. Per questo motivo, la mia parola d’ordine per il 2020 è lasciar andare, lasciarmi andare. Tutto insieme, come se fosse un’unica azione.
Ho fatto pace con gli anni dispari

La prima cosa che mi viene da dire pensando a questo 2019 è che ho fatto finalmente pace con gli anni dispari. Fino al 2012, anno in cui c’è stato il terremoto qui in Emilia e della morte di mia madre, io amavo solo gli anni pari. Guardavo alle cifre dispari con l’occhio storto e il naso un po’ arricciato ma poi ho capito che nulla aveva a che fare con le cifre e i numeri ma, fondamentalmente, tutto aveva e ha a che fare con me. Solo con me, la mia volontà, la voglia di fare o di non fare. Un anno dispari mi ha portata ad aprire la partita iva e diventare il capo di me stessa. Decisione folle? Forse, soprattutto pensando che, per farlo, ho mollato un gran lavoro a tempo indeterminato con 14 mensilità e malattia pagata. Amen, a 6 anni distanza mi rendo conto che non avrei voluto nulla di diverso dalla mia vita. A prescindere dagli scazzi, dal poco rispetto che spesso clienti e collaboratori possano avere. Al di là del fatto che c’è ancora chi crede che “freelance” sia lo schiavo 4.0.
Whisper words of wisdom, let it be…

Volete sapere una cosa su di me? Io non riesco mai a lasciarmi andare. Mi spiego meglio: sono bravissima nel rilassarmi e vagare con la mente (nella mia mente) per recarmi nei luoghi che più mi fanno stare bene. Sono bravissima a stimolare il mio cervello per produrre endorfine e dopamina ma non riesco a lasciarmi andare quando non sono sola con me stessa. Quando c’è un altro essere umano con me, in generale (che si tratti di vita privata, lavoro, amicizie e così via) io sono sempre quella che tiene le redini del caso. E, sappiatelo, muoio dalla voglia di riuscire a perdere (qualche volta) la presa di quelle redini e lasciarmi andare. Ne parlavo già quest’estate. Questo sarà il mio unico proposito del 2020: imparare a non volere sempre il controllo di tutto. A non avere sempre il controllo di tutto. Ho passato l’ultimo anno a sentirmi quasi sola al mondo e per questo calcolavo ogni cosa: dovevo garantire il fatto di poter andare avanti alla grande sempre e comunque. Dovevo garantirmi di galleggiare anche quando quando più non riuscivo a muovermi. E così ho mantenuto saldo il controllo. Ma non deve sempre andare così.
Quello che mi auguro

Sono una che a capodanno non fa mai nulla. Spesso mi guardo un film e mi addormento prima di mezzanotte. Quando il 31 dicembre lascia spazio al 1 gennaio, mi sveglio per il rumore dei festeggiamenti. Apro mezzo occhio, mi dico “gennaio, finalmente” e poi torno a dormire. Gennaio è il mese del mio compleanno, è il mese in cui passo almeno una settimana a Tenerife. Gennaio è da sempre il mio mese e io sono felice anche solo per il suo arrivo. Quello che mi auguro – e in questo caso, davvero, penso solo a me stessa – è di riuscire a lasciarmi andare davvero. Vorrei riuscire a sentirmi rapita da qualcosa, non importa cosa. Vorrei provare l’ebbrezza dell’oblio, di quello che ti confonde corpo e cervello. Vorrei che tutto questo arrivasse da fuori di me e non da dentro di me. Almeno per una volta.
E ancora…

Vorrei un anno senza dolore fisico, senza parestesie che mi tengono sveglia la notte. Vorrei dimenticarmi che esiste il nervo trigemino. Vorrei improvvisamente svegliarmi alla mattina e capire che l’Operazione Goldfinger (ormai siamo vicini ai 500 giorni di dolore continuo) non è mai esistita e che è stata solo un brutto sogno. Vorrei svegliarmi e guardare fuori dalla finestra e vedere solo Valdagno. O almeno Tenerife. Voglio bene a Carpi, credetemi, ma io non voglio più vivere qui. Vorrei che il trasloco fosse come il teletrasporto: veloce, indolore… e facile da organizzare. Vorrei che le decisioni da prendere non fossero sempre così tante. Vorrei poter avere ancora un giorno da passare con mia madre per chiederle tutto quello che non le ho mai chiesto e che ora vorrei sapere. Vorrei poter dire a chiunque voglio bene che ho sentimenti speciali per lui o lei. Perché ogni sentimento è intenso e speciale, non importa come si chiami. Vorrei che tornassero tante api in primavera. Vorrei trasformare ogni sensazione di dolore in forza.
Una canzone, la mia
L’anno scorso, parlavo del 2019 intento ad arrivare con in testa Whole Lotta Love dei Led Zeppelin. Devo essere sincera: mi ero dimenticata di aver messo quella canzone nel mio post di fine anno e, a modo suo, ci ha pensato lei a ricordarmi che l’avevo scelta. E un senso c’era, anche se io non lo sapevo. La canzone che voglio mettere nel mio 2020 è Let it be dei Beatles, proprio perché parla di quel “lascia che sia” che io ho ancora qualche difficoltà a far entrare in casa. Avete prensente quella sensazione che si prova quando “si fa il morto” in acqua? Ecco, io amo dire “faccio la stella“, non il morto. Quando mi metto in quella posizione e mi lascio trasportare dall’acqua, io mi rendo conto di sentirmi sicura e felice allo stesso tempo. Anche se non ho il controllo. Voglio portare quella sensazione nella mia vita e, davvero, lasciar andare… lasciarmi andare. Ciao 2019, grazie davvero per la tua intensità. Ciao 2020, facciamo amicizia?
…che il fallimento va accettato come la possibilità che ci siamo dati di tentare. Ma tenteremo nuovamente, perché siamo caduti tante volte prima di imparare a camminare, senza vergogna e senza giudizio. Né nostro né altrui.
…che le persone ci deluderanno, almeno tanto quanto noi abbiamo deluso qualcuno, senza nemmeno accorgercene. Ma ameremo ancora, aiuteremo ancora, tenderemo ancora la mano verso chi incontreremo sulla nostra strada. E ci fideremo ancora, soprattutto di noi e del nostro istinto. Perché incrociamo la strada con chi ci insegna qualcosa, anche se doloroso. E chi non ha nulla da insegnarci in realtà diventa monito per non essere così!
…che la perfezione non esiste. Ma non sempre e comunque c’è un problema, non sempre l’ansia che sentiamo arrivare e chiuderci lo stomaco (o la gola!) è generata da pensieri reali. La mente proietta e inganna. Perché il nostro presente è pieno di cose belle per cui dire grazie e di cui godere appieno. Nonostante tutto quello che non va e stai tranquilla, va tutto bene!
…che il dolore è veramente solo l’altro lato della medaglia, ma non per questo smetteremo di correre per le nostre competizioni personali.
…che sia un decennio, questo che arriva, di consapevolezza, di gesti e persone semplici e importanti.
Di gioia vera, di risate cristalline, di sorpresa pura, di prime volte, come a 16 anni.
Perché la vita è meravigliosa anche quando non lo è.
Viva la vida è la mia canzone per oggi, domani e per sempre. La suonerò a tutto volume, nell’autoradio della mia auto mentre il mio piccolo mondo scorre fuori.
Ciao Giovy del web, donna delle isole e presenza preziosa per me.
@mo16anni
Carissima Monica,
il tuo commento è bellissimo e io ti abbraccio davvero forte. Prima o poi ce lo prenderemo un caffé assieme, vero?
Buon 2020 a te. Viva la Vida, sempre.
Il tuo let it be è quello che altri chiamano fiducia nel destino o nella Provvidenza, come vuoi. E’ la capacità di non opporsi agli ostacoli a non voler lottare a tutti i costi, lasciarsi cullare dall’onda che ci porta in alto e poi ci sommerge e alla fine ci culla e ci consola. Lasciati andare al 2020 che arriva, sarà bellissimo e pieno di novità e di cose belle da fare. Un abbraccio
Grazie Antonella, un abbraccio e buon anno a te!
Anch’io ho sempre detestato gli anni dispari e sto cercando di arrivare alla tua stessa conclusione, che non sono gli anni ma siamo noi. Quanto al resto sono sicura che ce la farai. Anche non avere sempre per forza il controllo è una forma di controllo, vediamola così, e tu nel tenere il controllo sei brava, quindi, non ti resta che cambiare incanalamento 😉
Ps: sul pensiero delle api a primavera mi sono commossa.
Cara la mia Lucy, vedrai che anche tu farai pace con gli anni dispari. Ti ringrazio molto per quello che hai scritto.
Ciao Giovy, spero proprio che questo 2020 ti porti quello che desideri. Lasciarsi andare non è semplice però a volte è necessario per vivere con più spensieratezza quindi spero tu riesca a farlo.
Grazie Elisa: che sia un anno splendido anche per te.
Anche io preferisco gli anni pari, ma capitano cose belle anche negli anni dispari. Auguri 🎉
Auguri anche a te.
leggendoti mi sono rivista, come sempre sei molto profonda nei tuoi racconti e pensieri, io sono come te fatico a lasciarmi andare a volte anche solo con me stessa. che dire lo metto anche io nei miei buoni propositi per questo 2020 anche se so non riuscirò a portarlo a termine.
Io con me stessa sono bravissima. È con gli altri il problema.