Uno dei regali che mi sono fatta durante il mio viaggio in Norvegia è stata l’occasione di esplorare il fiordo di Oslo in barca. Amo osservare le città dall’acqua, dove possibile, e l’oro blu è senza dubbio un elemento molto importante per la Norvegia. I fiordi che, di norma, si immaginano, sono quelli fatti da alte pareti montuose e strette lingue di acqua che incontano la terra. In realtà, ci sono anche molti “fiordi bassi” (come il fiordo di Roskilde in Danimarca, per esempio), quelli i cui contorni sono fatti da lievi colline e profili bassi. Il fiordo di Oslo, per esempio, è proprio così. In un bellissimo pomeriggio d’autunno, io sono salita sulla barca e mi sono lasciata trasportare alla scoperta dell’Oslofjord, realtà che si estente per ben 100 km.
Informazioni per esplorare il fiordo di Oslo in barca
Come organizzare un pomeriggio di navigazione nell’OsloFiord? Tutto molto semplice. Quello che vi posso dire, in primis, è di controllare bene il periodo del vostro viaggio: io ero in Norvegia in autunno e le uscite in barca erano solo un paio al giorno, nel weekend. Ovviamente, in estate, sono molte di più. Le cose da sapere sono le seguenti:
- Le barche per navigare il fiordo di Oslo partono dal molo 3 nella zona di Aker Brygge.
- Il costo di un’uscita in barca, per persona, è di circa 33€. Non sono pochi ma ne vale la pena.
- Il giro dura circa due ore.
- Le barche sono comode e provviste anche di coperte, nel caso navigaste in un giorno freddo.
- A bordo è possibile chiedere da bere, ovviamente a pagamento.
- A bordo c’è anche il bagno.
- La barca che ho preso io non è adatta ai disabili ma, consultando il sito ufficiale della compagnia, è possibile chiedere nel caso si abbiano esigenze particolari.
Durante la navigazione, ci sarà un commento in inglese che spiegherà i luoghi che si possono ammirare dalla barca. Consiglio mio: vestitevi adeguatamente per affrontare il vento. Qualsiasi sia la stagione.
Cosa aspettarsi dall’esplorazione in barca del fiordo di Oslo
Cosa aspettarsi da un paio d’ore di navigazione per esplorare il fiordo di Oslo? Molto, moltissimo, soprattutto se amate osservare il mondo intorno a voi. Come vi dicevo all’inizio del post, il fiordo di Oslo è lungo circa 100 chilometri e si snoda tra terraferma, isole e isolette… tutte con qualcosa di bello da regalare ai vostri occhi. Quello che dovete aspettarvi da un’esperienza così è di ritrovare davanti alla vostra vista qualcosa di davvero bello. Personalmente ho apprezzato molto il commento del capitano della nave: mi ha permesso di scoprire cose che davvero non sapevo. Una di quelle che sapevo bene, invece, è che il Fiordo di Oslo è sempre stato un qualcosa di imporante per la storia di questa parte di Scandinavia: su una delle isole del fiordo, per esempio, venne fondata una comunità monastica molto importante. Quello che sto per raccontarvi è, come sempre, solo una parte della mia esplorazione dell’Oslofjord. Quando si parla di cose belle da fare in Norvegia o nel mondo, spoilerare è proprio un peccato immenso.
La vista su Oslo: passato e presente
Quando la barca esce dal porto, si ha la possibilità di vedere il panorama di Oslo e ammirare la sua bellezza. Io, personalmente, ho adorato il contrasto tra il Municipio della Capitale norvegese e il castello di Akershus: passato e presente a confronto come non mai. In attesa di girare l’angolo e trovarsi di fronte al futuro (prossimo paragrafo… ma aspettate). Amo guardare le città dall’acqua proprio per questo motivo: riesco a osservarle nella loro completezza. È come se mi sentissi più grande, non so se mi spiego.
Oslo Opera House: un edificio che racconta il futuro
Non so per voi, ma per me l’Opera House di Oslo è uno degli edifici più belli che ci siano al mondo, non solo in Europa. Adoro i colori di cui è composta: quel bianco unito al colore del vetro è come se fosse un inno al nord del mondo, al ghiaccio che ci sta piano piano abbandonando. Ho iniziato ad amare quell’edificio grazie alla visione di una serie tv molto bella, che trovate su Netflix. Si tratta di Occupied (in norvegese Okkupert), un thriller politico scritto da Jo Nesbø. Vi consiglio caldamente di vederla e di innamorarvene, come ho fatto io. L’Opera House si vede spesso nelle riprese e, per me, ha simboleggiato proprio Oslo nella sua interezza, prima di questo viaggio. Vederla dall’acqua è davvero una grande cosa. Il cambio di prospettiva, rispetto al trovarsi a camminare sul tetto dell’edificio, è tanta roba.
L’OsloFjord, le sue case, la sua gente
Ogni luogo è speciale perché fatto di storie. E le storie sono fatte dalle persone, dalle loro case, da quel profumo che si sente appena si varca una porta e ci fa dire “cavolo, qui c’è vita“. La parte che più ho amato della mia scoperta del fiordo di Oslo in barca è stata quando abbiamo iniziato ad avvicinarci alle tante case estive presenti lungo le rive del fiordo. Si può dire riva di un fiordo? Confido di sì. Anyway, Mentre ero in barca, osservavo le case attorno a me e mi immaginavo le storie che avevano custodito. Vedete queste piccole casette di legno? Sono delle “casette da bagno“: a inizio ‘900 era sconveniente per chiunque farsi vedere in costume da bagno, per quanto castigato. Queste casette erano usate come spogliatoio e avevano un ingresso in acqua per fare il bagno in estate. C’è stato un periodo in cui sono state utilizzate come distillerie clandestine. Ora sono tornate al loro antico utilizzo, non tanto perché la gente si vergogni a farsi vedere in costume, quanto come spettacolari piccoli rifugi in cui trascorrere una giornata lontani dalla città, respirando il profumo del mare. Ah, che bellezza!
Esplorare l’Oslofjord, per me
Quel giorno, avevo preso l’acqua non so per quante ore e i capelli mi si erano asciugati nel peggiore dei modi. Avevo le guance rosse per l’aria fredda, il berretto pronto a proteggermi dal freddo e tanta felicità per essere riuscita a incastrare tutti i miei giri e arrivare in tempo al porto per prendere la barca. Al mattino ero stata a vedere il Museo delle Navi Vichinghe e avevo proprio bisogno di mare per completare la mia giornata. La vista del fiordo di Oslo mi è sembrata un film con tema autunnale pronto a scaldare il cuore. Ve l’ho già scritto ma mi ripeto: mi avevano detto che l’autunno fosse la migliore stagione per vedere la Norvegia e ho dato ragione a chi mi aveva suggerito una tale cose. Ho amato ogni singola foglia d’albero, ogni singola onda, ogni singolo gabbiano pronto ad affiancare la barca. Ho immaginato storie, ho trovato la storia, ho trovato quella grande porzione di natura che speravo di incrociare sul mio cammino. Le due ore e passa trascorse sulla barca sono state un piccolo grande regalo per me. Grazie a questa esperienza in barca, il mio viaggio in Norvegia è stato più completo. Fatevi questo regalo e poi ditemi l’effetto che fa.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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