C’è un luogo a Oslo che può far fare un viaggio in Norvegia in poche ore: si tratta del Norsk Folkemuseum, un museo che racconta la vita rurale, le tradizioni e il modo di vivere del passato di tutte le regioni che compongono lo stato norvegese. Dai territori oltre il circolo polare articolo, ai fiordi di Bergen, per arrivare al sud del paese, il Norsk Folkemuseum è un luogo da visitare passeggiando, con calma e con la mente piena di curiorisità. Le mie ore in quel museo all’aria aperta sono state accompagnate da una grande pioggia che non mi ha fermata: ho camminato, sono entrata nelle case, ho lasciato che la Norvegia mi stupisse. Oggi vi racconto com’è andata.
Dove si trova il Norsk Folkemuseum e come raggiungerlo
Il Norsk Folkemuseum si trova a poca distanza (tipo 5 minuti a piedi al massimo) dal museo delle Navi Vichinghe di Oslo. Entrambi, infatti, sono in quella zona chiamata Bygdøy, raggiungibile dal centro di Oslo con l’autobus. Io sono partita da Tollbugata (a poca distanza dalla stazione centrale) e ho preso l’autobus nr.30. Io avevo l’OsloPass, che comprendeva anche l’uso dei mezzi pubblici. Sappiate che il Norsk Folkemuseum è un museo outdoor, nel mezzo del quale si cammina e si esplora: arrivate con le scarpe giuste e con il giusto equipaggiamento, nel caso di brutto tempo. Il biglietto costa (senza OsloPass), 160 NOK, ovvero circa 16€. Li vale? Certamente.
Cosa aspettarsi dalla visita al Norsk Folkemuseum di Oslo
Cosa aspettarsi da un luogo come il Norsk Folkemuseum? Io immaginavo di trovarci molte spiegazioni sulla vita in Norvegia, molta storia e tanta tradizione. E così è stato. In poche parole, com’è fatto questo museo all’aria aperta?
- Si tratta di un’area a cielo aperto nella quale sono state costruite le abitazioni tipiche di ogni zona della Norvegia.
- Quando si arriva nell’area di una data regione, si trovano delle spiegazioni che raccontano il passato della regione, la tipologia di insediamento ed economia locale ed eventuali eventi o momenti significativi di quella parte di Norvegia.
L’estate è sicuramente il momento in cui un museo così dà il meglio di sé ma anche l’autunno (con tanto di pioggia) è riuscito ad entusiasmarmi. Come sempre, cercherò di raccontarvi alcuni punti del Norsk Folkemuseum, senza cadere troppo nella tentazione dello spoiler. Questo museo si esplora camminando su dei sentieri facili e ben segnati. C’è una piccola collina, sicché non mancherà una lieve salita adatta davvero a tutti. Quello che vi racconterò riguarda:
- Le case della Norvegia rurale
- La vecchia scuola ricostruita all’interno del museo
- Le case moderne del Finnmark
- La Stavkirke
Dimenticavo: sappiate che all’interno del Norsk Folkemuseum c’è una caffetteria (all’entrata) e anche delle zone dove poter andare in bagno. Non mancano le panchine e anche i tavoli per i pic-nic.
Le case della Norvegia rurale
Prima di questo viaggio, sapevo ben poco delle regioni della Norvegia, fatta eccezione per alcune zone davvero celebri, anche nella mia mente. La prima sera in Norvegia – manco farlo apposta – ho guardato un documentario sul “punto centrale della Norvegia“: non saprei dirvi come si chiami esattamente (ma lo scoprirò) ma, nel documentario, vedevo tanta gente che camminava nella natura per raggiungerlo. Lì ho iniziato a buttare l’occhio sulla Norvegia rurale, quella permeata dal profumo del legno e governata dalla vicinanza ai boschi. La mia prima tappa al Norsk Folkemuseum è stata proprio una zona che aveva queste caratteristiche. Le case sono, ovviamente, ricostruite e pensate esattamente come si trovassero nella loro regione di appartenenza.
La vecchia scuola
Ogni museo dedicato alla storie e al folklore di una nazione deve avere una scuola degna di essere chiamata tale. Quella del Norsk Folkemuseum è la ricostruzione di una scuola di poco dopo l’indipendenza della Norvegia. La nazione norvegese, infatti, ha ottenuto l’indipendenza dalla Danimarca nel maggio del 1814, momento in cui ottenne una propria costituzione. La scuola è davvero molto bella e, quel giorno, è stata il mio rifugio per prendere fiato dalla pioggia che non la smetteva di scendere copiosa dal cielo. Lo sapevate che, a quel tempo, molti insegnanti vivevano direttamente nell’edificio dove svolgevano il loro lavoro?
Le case del Finnmark
Il Finnmark è una delle poche regioni norvegesi che conoscevo. Per motivi prettamente storici. Si trova all’estremo nord del paese e “fa da cappello” alla Lapponia. Confina con Svezia, Finlandia e Russia e, proprio per questo motivo territoriale, è stata letteralmente martoriata durante la Seconda Guerra Mondiale. Ecco perché la conoscevo. Siamo in territorio chiaramente Sami e quando si visita il Norsk Folkemuseum e si arriva nella zona del Finnmark si resta un po’ straniti per la modernità delle case. Perché? Perché ciò che ora rappresenta quella zona della Norvegia è la ricostruzione post-bellica. Il Finnmark venne occupato dai nazisti e fu liberato dall’Armata Rossa tra il 1944 e il 1945. Quello è un posto dove, sinceramente, vorrei andare prima o poi. La rappresentazione del Finnmark dentro il Norsk Folkemuseum ben racconta la storia della regione. Mi chiedo davvero come fosse prima della guerra.
La Stavkirke
All’interno del Norsk Folkemuseum è stata ricostruita una Stavkirke. Le Stavkirke sono chiese in legno molto antiche (risalenti al Medioevo, se non poco prima). Ci sono molte Stavkirke sparse in tutta la Norvegia: questi edifici sono molto importanti perché raccontano la transizione religiosa e cultura dalla paganesimo vichingo al cristianesimo. Gli studiosi di civiltà nordiche dicono che la forma delle Stavkirke, la tecnica di costruzione e le decorazioni rimandino direttamente ai templi eretti per celebrare gli dei vichinghi. Come è spesso accaduto nel mondo, la nuova religione si fonde con quella primordiale e ne occupa i luoghi di culto. In un museo dedicato al folklore e alla storia della Norvegia, una Stavkirke non poteva di certo mancare. Per me è stato un incontro di pura meraviglia. La Stavkirke del Norsk Folkemuseum si trova nel punto più alto dell’area dell’esposizione. Vale la pena di arrivare fino a lì. E, mi raccomando, entrate in chiesa.
Il Norsk Folkemuseum, per me
Da uno a dieci, quanto mi è piaciuto il Norsk Folkemuseum? Direi almeno dodici. Perché mi è piaciuto così tanto? Perché mi ha regalato, in un paio d’ore, uno spaccato di tutto quello che potrei (leggete: vorrei) vedere in Norvegia. E la cosa mi è piaciuta da matti. È come se fosse una sorta di trailer di ciò che attende un viaggiatore che voglia visitare la Norvegia in lungo e in largo. Un trailer senza troppo spoiler, fatto davvero come si deve. La mia giornata autunnale al Norsk Folkemuseum era a dir poco speciale, a livello di colori. Pioveva – certo – ma non mi importava molto: ero attrezzata con coprizaino, ombrello e chi più ne ha più ne metta. Uno dei momenti più belli è stato quando sono entrata nella Stavkirke e mi sono lasciata avvolgere dalla penombra che la caratterizzava, riuscendo comunque a scorgere la bellezza delle decorazioni. Ci vorrebbero più musei così, capaci di invogliare alla scoperta ulteriore, abili nel farti andare oltre. Se non altro, iniziando dalla fantasia che, per un viaggiatore, non deve mai essere poca. Non trovate?
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Ho avuto la fortuna di vedere la stavkirke con un primato importante: la più piccola di tutta la Norvegia – o così mi hanno detto gli abitanti di quel villaggio!
Mi piacciono molto questi musei ma una cosa in particolare che hai scritto del Norsk Folkemuseum mi ha colpita molto: il fatto che offra uno spaccato di tutta la Norvegia. E poi vuoi metterei i colori dell’autunno? Davvero bellissimo.
L’autunno era proprio “l’abito perfetto” per quel museo.
Amo gli ecomusei perché, come dici tu, offrono uno spaccato di storia della zona e della vita di un tempo… e soprattutto in poco tempo ci si può già fare un’idea di cosa offre quella regione/nazione. Ne abbiamo visitato uno in Alsazia la scorsa estate e mi ha entusiasmato; non oso immaginare la bellezza di quello da te descritto.
Io ne ho visitati alcuni e questo di Oslo è davvero particolare e ben fatto.
Semplicemente incantevole. Potersi immergere nella cultura locale in questa maniera è una cosa che adoro. Le casette tipiche poi, più di ogni altra cosa, ti portano indietro nel tempo, in una dimensione fatta di pagine di libri di fiabe.
Fiabe e vita vera: per me è questo il bello.
L’idea dub un museo a cielo aperto mi piace molto e soprattutto sbirciare nella vita di un tempo! Bellissima idea e museo!ps consigli dei percorsi guidati per le famiglie con bimbi piccoli?
I percorsi dipendono da quello che vuoi vedere e dal tempo che vuoi impiegare nel visitare il museo.
All’ingresso ti daranno una cartina e lì vedrai segnate tutte le cose più adatte ai bimbi o pronte a coinvolgerli.
Che bello!!! Sono stata ad Oslo nel lontano 2007 e non sapevo dell’esistenza di questo museo. Me lo segno per la prossima visita! Grazie x le tue indicazioni
Questo è un museo che vale il viaggio: torna a Oslo!
Bellissimo, un condensato di Norvegia in poche ore. L’idea del museo all’aperto è molto bella, si può scegliere cosa vedere e cosa approfondire. La zona della Norvegia rurale mi affascina particolarmente
Quel museo merita moltissimo. Io l’ho adorato.