Mentre sto scrivendo questo post fuori la pioggia si fa sentire e il profumo del caffé appena fatto cerca di avvolgermi. Voi lo leggerete di lunedì ma per me è un’altra delle mie molte domeniche lavorarive. Di domenica amo scrivere proprio perché tutto il resto del mondo lavorativo è silente. E io sto bene. Quando sto bene penso sempre molto alle cose che mi piacciono e così la mia mente ha creato una rete per sostenere un volo pindarico che parte da ciò che mi piace e arriva a visitare Arquà Petrarca. Ci sono miliardi di scrittori e poeti che sanno toccare il mio cuore ma ce n’è solo uno che reputo eterno e che sopravvivrà a tutti noi: Francesco Petrarca. Non sono i pochi i luoghi del mondo a lui legati e uno di essi è stato meta di una mia gita estiva.
Dove si trova Arquà Petrarca e come raggiungerla
Arquà Petrarca si trova in Veneto, in provincia di Padova. Più precisamente la troverete nel Parco Regionale dei Colli Euganei, una zona di incomparabile bellezza e interesse in quel della mia regione d’origine. Ovviamente, il paese si chiamerebbe solo Arquà ma gli è stato aggiunto “Petrarca” proprio per via della presenza del grande poeta. Raggiungere Arquà è facile: una dei modi iù veloci è raggiungere Monselice attraverso la A13 e da lì seguire le indicazioni per circa 7 chilometri. Una volta arrivati ad Arquà, dovrete parcheggiare: il paese è piccolo e si gira obblicatoriamente a piedi. Ai piedi della collina dove si trova il centro storico c’è un parcheggio molto grande. Dovrete poi, però, superare la salita che – ve lo dico – non è niente male. Se arrivate presto al mattino, troverete posto anche in un parcheggio già situato nel centro storico. Salita doverosa anche qui (quando tornerete a riprendere l’auto) ma già meno impegnativa. Nei weekend e nei giorni di grande affluenza al paese, spesso ci sono delle persone che vi indicheranno se il parcheggio in alto è già pieno. Consiglio: se potete, visitate Arquà Petrarca fuori dai fine settimana.
Arquà e Francesco Petrarca: perché viveva lì?
Francesco Petrarca nacque nel 1304 ad Arezzo. Veniva da una famiglia di Guelfi Bianchi (come Dante) e, per questo motivo politico, la sua famiglia venne esiliata dalla Toscana proprio poco dopo la nascita di Francesco. Quando era un bimbo incontrò addirittura Dante e se ne ricordò sempre. Fu lui stesso a raccontarlo a Boccaccio in una lettera della seconda metà del XIV Secolo. La famiglia Petrarca si trasferì presto ad Avignone, in Francia, luogo che sappiamo benissimo essere stato fondamentale per Francesco. Petrarca studiò nell’ambiente provenzale e, a poco più di vent’anni, iniziò a girare per l’Europa per studiare: lo poteva fare perché aveva il sostegno di famiglie facoltose e veniva accolto in corti o case importanti. Per poter continuare la sua vita di studio, Petrarca prese gli ordini minori (ovvero entrò in convento, pronunciò alcuni voti ma non si dedicò mai alla vita di frate. La cosa non era poco comune al tempo). Il nostro caro Francesco continuava a spostarsi di corte in corte, di università in università (frequentò anche la Sorbonne, tanto per dire) finché, nel 1349 dopo la Peste Nera, approdò a Padova ma non si fermò lì. Dobbiamo arrivare fino al 1367 per vederlo tornare in Veneto su invito di Francesco I Carrara: prima abitò nei pressi del Duomo di Padova e si recava spesso e volentieri all’Università della Città. Successivamente, Francesco I gli donò la casa di Arquà: lì il poeta andò a vivere intorno negli ultimi tre anni della sua vita. L’edizione definitiva del Canzoniere venne redatta lì. Ecco perché la sua casa è lì.
Cosa vedere ad Arquà Petrarca nel nome di Francesco Petrarca
Cosa possiamo vedere ad Arquà nel nome di Francesco Petrarca? Premessa: i luoghi che sto per raccontarvi meritano una visita anche se non siete Petrarca addicted come lo sono io. Il paese di Arquà è interessante, per una passeggiata di un giorno o di mezza giornata. Come vi dicevo un paio di paragrafi fa, il dislivello si fa sentire quindi siate preparati. I luoghi legati a Petrarca che sto per raccontarvi sono:
- La casa del Petrarca
- La tomba del Petrarca
- Il paesaggio
Lo so: il paesaggio non è un luogo in sé ma racchiude tutti i luoghi e, soprattutto, quello che possiamo vedere ora è molto (ma davvero molto) simile a ciò che il grande Francesco vedeva con i suoi occhi.
La casa del Petrarca ad Arquà
La casa del Petrarca ad Arquà si trova in via Valleselle nr.4. Praticamente nella parte alta del paese. Il mio consiglio è quello di parcheggiare in alto e poi iniziare a scendere, tenendo la casa del Petrarca come la prima cosa da vedere ad Arquà. Cosa occorre sapere per organizzare la vostra visita alla casa di Petrarca?
- L’ingresso costa 4€ (2€ ridotto)
- La casa è aperta tutti i giorni (tranne le eccezioni indicate qui sotto, nel prossimo unto) dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. In estate chiude alle 19.
- La casa del Petrarca è chiusa tutti i lunedì non festivi, Natale, Capodanno, Santo Stefano e 1 Maggio.
La casa del Petrarca visibile ora è la “ristrutturazione” Cinquecentesca della casa abitata dal grande Francesco. Si tratta di un ottimo esempio di casa signorile di quell’epoca ed è davvero bella. Vi devo dire che non è adatta a chi è in carrozzina o ha problemi di deambulazione. Le scale per arrivare al primo piano sono antiche e occorre fare un po’ di attenzione. Il piano terra è comunque dotato di scalini qua e là. Al suo interno possiamo vedere ora molte cose dedicate a Petrarca e anche quella che si dice essere la sedia del poeta. All’interno della casa ritroverete senza dubbio l’atmosfera vissuta proprio da Francesco. Io l’ho adorata per questo.
La tomba del Petrarca ad Arquà
La Tomba del Petrarca si trova davanti alla chiesa principale di Arquà. Per raggiungerla, una volta usciti dalla casa, vi basterà seguire la discesa che porta alla parte bassa del paese. La tomba del poeta è in marmo rosa di Verona ed è stata commissionata direttamente dalla famiglia Carrara quando Francesco Petrarca morì. E qui si apre il mistero. Le ossa contenute nella tomba sono state analizzate e si è stabilito che appartengano a una donna. Quello che è stato ipotizzato (e che non è proprio fuori dal mondo) è che, nel corso dei Secoli, le ossa vere di Petrarca siano state trafugate. A me è importato ben poco perché, per me, lui è li dentro e davanti a quella tomba io mi sono affezionata.
Il paesaggio di Arquà Petrarca
La poesia è opera dell’ingegno umano ma è anche parte di una suggestione ambientale. Lo diceva bene Wordsworth nella prima metà del 1800 ma, già dal 1300, Petrarca ce ne dava un’idea. La scala che porta al primo piano della casa di Petrarca ad Arquà regala la possibilità di guardare verso i colli Euganei da una bellissima prospettiva. Salitela, arrivate in cima e poi giratevi e guardate cosa c’è dietro di voi. Ci sono delle case in mezzo ma quei due colli così particolari erano lì anche ai tempi di Petrarca e, sicuramente, hanno segnato l’anima dei suoi occhi e sono arriva a quell’intersezione cuore-cervello che permette all’essere umano di muovere le mani e scrivere cose meravigliose. Io, prima di visitare la casa in sé, sono rimasta ferma lì un quarto d’ora, per poi ritrovare lo stesso paesaggio guardando fuori dalle finestre della casa stessa. Lui si svegliava alla mattina e vedeva questo. Pensateci quando siete lì.
Cosa vedere ad Arquà oltre Petrarca
Se parlassi per luoghi comuni, vi direi che Arquà Petrarca è davvero uno splendido borgo o un grazioso paesino. Ogni volta che si usano queste due locuzioni, qualcosa muore in quel luogo perché sono definizioni che non rendono onore né alla nostra lingua né al luogo che ci cerca di descrivere. Arquà è molto più che questo perché racchiude storia, letteratura, arte, bontà e chissà quante altre cose. Ecco perché quello che vi consiglio di fare ad Arquà, al di là di dire ciao a Francesco Petrarca, è camminare lentamente e guardarvi attorno. La bellezza si nasconde ovunque e vuole essere trovata. Passeggiano tra la parte alta e quella bassa del paese noterete vecchie case e case ancora più più storiche, entrambe curate e vissute come il migliore dei vestiti che non smetteresti mai di portare. Camminando respirerete i profumi della cucina locale che, chissà mai, magari erano gli stessi dei tempi di Petrarca. Camminando percepirete il rumore dei vostri passi sulla strada e vi chiederete come fosse ai tempi del Petrarca.
Arquà Petrarca e la street art
Arquà Petrarca è uno dei luoghi da visitare per ritrovare e ammirare la Street Art di Alessio B. Lo conoscete? Io l’ho scoperto proprio lì e poi mi sono informata sui suoi lavori. Ad Arquà ne troverete alcuni, sicché camminate tenendo gli occhi aperti. A me sono piaciuti moltissimo e non vedo l’ora di scovarne altri in giro per l’Italia e il mondo. Secondo me sarebbero piaciuti anche a Petrarca.
Francesco Petrarca, per me
Sono passati 645 anni dalla morte di Francesco Petrarca. 645 anni dai suoi ultimi scritti perché, leggenda vuole (e documenti storici lo attestano) sembra che il nostro Francesco abbia inviato l’ultima lettera datata della sua vita il giorno prima di morire. 645 anni e lui è ancora qui. Ne volete una prova? Avete presente la canzone di Jovanotti Tanto Tanto Tanto? Bene: è costruita su una sorta di dialogo che, guarda caso, è ripreso da uno scritto di Petrarca. Alcuni versi come “Qual è il tuo aspetto? Meno sereno di un tempo, ma non per questo stanco” sono proprio una citazione dal Secretum di Petrarca, testo scritto in latino che io ho avuto la fortuna di studiare, innamorandomene perdutamente. Petrarca, in quei versi, immagina di ritrovarsi a dialogare con Sant’Agostino (altro uomo mitico, al di là della religione) per parlare della sua vita. Sempre in quella canzone c’è un verso che dice “rido di me, di te, di tutto ciò che di mortale c’è“. La citazione è erroneamente attribuita al buon Lorenzo Cherubini ma in realtà è di Petrarca, direttamente dal XIV Secolo. Francesco dice “rido di me e di quanto c’è di mortale in questo mondo“. Lo trovate nelle Epistolae, lettera II. Altra prova della totale permanenza di Petrarca nei nostri giorni: avete mai letto “Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno“? Si tratta del poema CXXVIII ed è un testo di contenuto politico molto interessante. È stato scritto intorno al 1344 quando gli Este e i Gonzaga erano in guerra. Lui dice chiaramente “le mie parole sono inutili a sanare le tue piaghe” e termina affermando il ruolo della parola nello spronare le coscienze ma, nel contempo, l’impontenza verso il mondo di chi governa. In un momento così politicamente convulso come il nostro, per me Petrarca è pace pura. Innamoratevi di lui, leggete il Canzoniere e pensatelo non come un’opera sulla quale vi hanno interrogato a scuola. Poi andate ad Arquà: giocate a “unisci i puntini” con le vostre emozioni. Vi farà solo bene.
“…et del mio vaneggiar vergogna ‘l frutto
e ‘l pentersi e ‘l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.”
Francesco Petrarca
Canzoniere, I,
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Sono una fan sfegatata di Jovanotti ma evidentemente non conosco così bene Petrarca perchè non mi ero mai accorta di queste “citazioni”. Anche se un po’ avrei dovuto sospettarlo, visto che i poeti sono la sua passione. Di qualunque epoca siano.
Sai in quanto non lo sanno? Petrarca is everywhere.
Un luogo che, faccio mea culpa pubblico, non conoscevo. Davvero però suggestivo. E mi ha colpito molto l’unione fra storia e modernità attraverso la street art…
Arquà è davvero un gran posto.
Petrarca che incontra Dante e che lo racconta a Boccaccio è una di quelle immagini così potenti che mi vengono i brividi 🙂 Faccio parte della generazione che ancora imparava a memoria alcune poesie, non so se lo si faccia ancora ma so che quello che mi ricordo dei sonetti che avevo studiato è sempre con me, mi rende migliore e più leggera.
Anch’io ho pensato molto a quell’immagine. Dev’essere stata così bella da far paura.
Ancora una volta grazie Giovy per queste tue chicche di cultura che fanno un gran bene all’anima. Io Petrarca l’ho un pò snobbato, mi sembrava sdolcinato.. pensa che preferivo l’Aretino. Evidentemente non avevo capito nulla e trovo bellissima la tua descrizione di “pace pura”. Tornerò ad Arquà per guardarla con altri occhi
Petrarca sdolcinato!? No di certo. Laura (se mai fosse esistita) s’è vista scrivere delle grandi parole ma gli interessi del buon Francesco erano davvero altri.
Sono stata diverse volte nel Veneto, ma non ho mai avuto il piacere di visitare questo borgo. Farò tesoro dei tuoi consigli. Chi l’avrebbe mai detto che c’è un legame tra Jovanotti e il Petrarca?! Sei troppo colta!!
Petrarca ispira tutti da oltre 700 anni. Per me si parla sempre troppo poco della sua grandezza.