Passeggiare lungo i fiumi è un qualcosa che mi ha sempre dato grande ispirazione, soprattutto in una città tutta nuova da scoprire. Durante il mio recente viaggio in Norvegia, ho avuto la possibilità di vivere Oslo con calma: un bel sabato mattina ho passeggiato dal Museo di Munch fino a raggiungere una via chiamata Vulkan. Che cosa ho scoperto? Che la mia passeggiata poteva continuare seguendo il fiume Akerselva, il corso del quale mi ha fatto scoprire sia Vulkan che la zona attigua, dove ho trovato tanta, anzi tantissima, street art e creatività.
Passeggiare lungo l’Akerselva: quali vie tenere presente
La zona di Oslo di cui vi sto parlando è compresa tra Olaf Ryes Plass (la vedete in alto nella cartina) e una via che si chiama Brenneriveien (nella cartina è quella in cui si trova il locale che si chiama Blå). Per raggiungerla, se usate i mezzi pubbici dal centro di Olso, tenete presente la fermata del bus lungo Maridalsveien (dove incrocia Møllerveien). Se avete voglia di esplorare questa parte di Oslo vi ritroverete in un pezzo di città dove l’industria del XIX Secolo ha plasmato un quartiere che ora ha grande voglia di futuro e grande capacità di esprimersi attraverso l’arte.
Qualche parola sull’Akerselva e su questa zona di Oslo
L’Akerselva è il fiume che passa per Oslo e che segna, benevolmente, parte del paesaggio cittadino. Durante il XIX Secolo, le zone lungo il fiume vissero una sorta di exploit industriale, trasformandosi a livello di case, posti e attività presenti. A Oslo ci sono ben 8 chilometri dove poter passeggiare lungo il fiume, corso d’acqua che inizia a nord della città e che arriva fino al centro. Recentemente, parte della zona compresa nel perimetro che ho evidenziato nel paragrafo precedente, è stata rimessa a nuovo, diventanto un vero e proprio nuovo punto di riferimento sostenibile per l’urbanistica e per chi se ne occupa. Un’altra parte della zona è diventata una sorta di centro creativo dove ogni espressione culturale trova posto. L’Akerselva è quindi sinonimo sia di bellezza naturare che di potenza dell’arte in tutte le sue forme. Questo vi basta per inserirlo tra le cose da vedere a Oslo?
Cosa vedere a Oslo nella zona tra Vulkan e Brenneriveien
Cosa si può vedere nella zona che vi ho indicato lungo l’Akerselva? In primis, potrete ammirare alcuni edifici, simbolo dell’eredità industriale del ‘900 e testimoni dell’immagine che la capitale della Norvegia poteva avere in quegli anni. Con mia immensa (e felice) sorpresa, ho trovato Oslo una città perfettamente novecentesca e l’ho adorata per questo. Se vi avvicinerete alla zona di cui sto parlando dalla Olaf Ryes Plass, arriverete da un punto più alto. All’altezza di un parco pubblico (la strada finisce lì, non potete sbagliarvi) incontrerete una discesa che porta verso il fiume. Fermatevi lì un attimo e osservate Oslo da quella posizione più alta: capirete subito come la zona dovesse essere un tempo. Una volta scesi a livello del fiume troverete:
- Sulla vostra sinistra la Brenneriveien: quella via è la casa della street art made in Oslo, dei locali alternativi dove musica e teatro si fondono e dove troverete alcuni dei recuperi industriali più belli della città.
- Alla vostra destra si apre il quartiere di Vulkan, dove storia e futuro convivono in una maniera straordinaria.
Brenneriveien e il suo passato industriale
Vi dico la verità: io sapevo poco della via di cui vi sto parlando e trovarla è stata una sorpresa. Stavo camminando alla volta di Vulkan e sono stata attirata dai graffiti colorati lungo la Brenneriveien. Passeggiando, nell’intento di fotografare tutto, mi si sono illuminati gli occhi e uno dei primi pensieri che ho fatto è che non avrei mai immaginato di trovare un posto così a Oslo. Poi mi sono chiesta “perché” da sola e non sono riuscita a darmi una risposta. Brenneriveien è stata sede di attività industriali dalla metà del 1800 fino al 1972. Qui si trovavano alcune fabbriche alimentari e alcuni mulini tessili, nei quali venivano prodotti dei filati. Alcuni edifici della via sono firmati da architetti celebri nel mondo scandinavo e, per dirla tutta, la loro bellezza è evidente. Attualmente Brenneriveien è diventata una via dall’attitudine creativa: molte fabbriche sono state divise in più spazi e alcuni artisti hanno portato lì i loro atelier. Nel quartiere sono sorti locali e anche dei teatri.
Brenneriveien e la creatività
Ci sono stati dei punti in cui Brenneriveien mi è sembrata a tratti Manchester e a tratti Bristol. Il paragone con città del genere non è del tutto sbagliato, visto la crescita industriale nel periodo di metà ‘800. I mattoni rossi mi portavano a Manchester mentre i graffiti mi portavano dritta a Bristol. Vorrei fare una menzione speciale per la creatività che comunica questo quartiere di Oslo perché io l’ho trovato immensamente vivo, benché tranquillo (era sabato mattina, sicuramente si sarà animato di più nel pomeriggio). Trovo sia fantastico che una città riqualifichi così una zona che aveva perso la sua destinazione d’uso facendola diventare un salotto alternativo in cui incontrarsi, stare bene e dare sfogo alla propria mente. 1000 punti a Oslo per questo!
Vulkan: il ponte tra passato e futuro
Vulkan è il dirimpettaio, se così si può dire, di Brenneriveien. Si tratta di un quartiere figlio della stessa epoca che vi ho indicato prima ma completamente rinnovato e trasformato. Ero venuta a conoscenza della sua esistenza – e della sua vocazione – un paio di settimane prima di partire per Oslo e mi sono detta “lì ci devo andare“. L’intuizione mi ha dato ragione. Vulkan era un quartiere tipicamente industriale che aveva perso la sua quotidianità. È stato completamente ristrutturato e ripensato, donando alla città un luogo speciale dove vivere, dove mangiare e dove occuparsi di attività culturali. Vulkan è, infatti, sede della Dansens Hus, ovvero la casa della danza. Un vecchio magazzino è stato, infatti, trasformato in un teatro dove studiare la danza in tutte le sue forme e dove praticarla in tutte le sue forme. Un altro punto per la cultura che recupera uno spazio industriale e lo rende nuovamente fruibile per qualcosa di grande. Nel 2014, inoltre, Vulkan ha dato il benvenuto ai più grandi alveari per api urbane delle Norvegia, giusto per esprimere nel modo giusto la voglia di fare qualcosa per il nostro pianeta. Vi parlerò di Vulkan di nuovo e molto presto, per indicarvi cosa fare e cosa vedere in zona. Promesso.
Oslo e le vie lungo l’Akerselva, per me
Ribadisco: tutta Oslo è stata per me una grande scoperta, un qualcosa che desideravo ardentemente fosse così. Il post di oggi parla di due vie: se metto assieme le distanze, arriverò forse a un chilometro e mezzo di spazio cittadino. Quando forte e valevole è una città che, in uno spazio così contenuto, riesce a dare vita a un luogo dove arte, creatività, convivio, futuro e rispetto per l’ambiente siano di casa? Per me ci vuole molto impegno o meglio – passatemi il termine – tanta voglia di essere felici e di vedere i propri abitanti felici. Ogni città dovrebbe guardare alle sue zone in disuso come un posto sul quale investire e farne qualcosa di grandioso. Dove un tempo si filava, oggi si disegna. Dove un tempo c’era un’industria, ora ci sono le api che provano a salvare il nostro mondo. La cultura è vita e dove c’è vita non ci può non essere, in qualche modo, felicità. I luoghi crescono (e fanno grandi le città che li possiedono) quando fermentano. Perché – lo dico di nuovo – il fermento è vita. Ricorderò sempre con tanta gioia quel sabato mattina passeggiato a scorprie la Oslo lungo l’Akerselva. Per la sua bellezza, per l’ingegno e per avermi insegnato che l’impegno esiste e che, se messo in pratica, porta a qualcosa di grandioso.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Mi hai messo una voglia incredibile di prenotare un volo per Oslo. Anche io seguo i corsi d’acqua nelle città e provo un amore particolare per le città costiere o fluviali con un passato industriale. Dalle tue foto Oslo sembra anche calma e pulitissima, motivo ulteriore per metterla nella lista dei posti da visitare.
Oslo è in fermento, ma è composta.
Non siamo mai stati a Oslo, ma adoriamo la street art. Ogni volta che scegliamo una meta, tra le prime nostre ricerche c’è proprio quella della zona migliore dove vedere murales.
Questi sono davvero belli.
Oslo è una città che mi ha davvero sorpresa!
Sono stata a Oslo parecchi anni fa e probabilmente adesso è cambiata ma ricordo anche io questo senso di felicità nella popolazione. Camminare così senza meta nella città mi aveva dato un senso di pace e tranquillità che non ho trovato spesso in giro per il mondo.
Lo stesso è stato per me: ero andata troppo tempo fa per poterne parlare adeguatamente. Tornare è stato un bel regalo.
Hai immortalato delle zone di Oslo davvero speciali. La ricordo come una città affascinante e tutta da scoprire!
A me è piaciuta molto e spero di riuscire a tornarci.
Io sono un amante della street art in Italia poco compresa e capita, io la ritengo una grande forma di arte che spesso permette di rendere delle città poco belle e degradate delle vere opere di arte degne di nota
Anche secondo me la street art è un qualcosa devvero degno di nota.