Alzi la mano chi non ha mai pensato di fare un viaggio in Iran!? Io mi sono immaginata in quella terra molte volte e, sinceramente, vorrei andare in Iran per fare un viaggio di conoscenza profonda del territorio e un qualcosa di totalmente consapevole. Shirin Persia è un progetto nato da poco per mano di Ala e Davide, compagni di vita. Conosco Davide da un bel po’ di anni, anche se è molto che non ci vediamo. La musica ci ha fatto incontrare anni fa. Il bello del web è che spesso ci aiuta a tenere un piede nella vita di chi apprezziamo, anche senza frequentarsi per anni. Ho scoperto così il loro progetto e ho pensato di intervistarli per farvelo raccontare in prima persona. E chissà mai che non partiamo assieme a loro per la Persia!
Ciao a entrambi: qualche parola per raccontarvi?
Ala: Ciao, sono Ala e dal 2014 vivo in Italia. Mi sono trasferita a Parma dove mi sono laureata in ingegneria gestionale, ma la vera passione che mi ha portata qui è la montagna e l’arrampicata. Proprio arrampicando ho incontrato un bravissimo ragazzo di nome Davide, che poi è diventato mio marito. Con lui ho vissuto diverse esperienze in montagna come cordata e successivamente abbiamo portato questo spirito di squadra in un progetto che contiene i valori in cui crediamo.
Davide: Ciao, sono Davide, ho sempre amato viaggiare, conoscere nuove culture e vivere la montagna da tanti punti di vista. Un giorno in cui stavo arrampicando ho conosciuto una bellissima e interessantissima ragazza iraniana, la quale mi raccontò come era arrivata in Italia per inseguire i suoi sogni e la sua libertà. Da quel giorno ho imparato sempre di più a lasciare andare le mie paure e inseguire a mia volta nuovi sogni e a guardare più in alto.
Che cos’è il progetto Shirin Persia e com’è nato?
Ala: Come ho detto, mi sono laureata nel 2019 in ingegneria gestionale con una tesi che tratta l’argomento del commercio internazionale dello zafferano. Questa tesi mi ha fatto conoscere da vicino la situazione del commercio dello zafferano, uno dei più fraudolenti al mondo, e le storie di chi lo coltiva in Iran con fatica e sacrificio, percependo un compenso non adeguato. Da lì è nata l’idea di trasformare la tesi in un progetto di lavoro e realizzare un canale commerciale fra i produttori del migliore zafferano iraniano (e quindi del mondo, visto che in Iran si produce circa il 90% dello zafferano mondiale) e consumatori consapevoli alla ricerca della qualità e di un mercato equo.
Oltre al commercio di zafferano purissimo, Shirin Persia si propone di promuovere e incentivare la realizzazione e il commercio di prodotti artigianali locali ispirati al mondo dello zafferano. Questi prodotti sono realizzati da cooperative di donne che con metodi tradizionali come la tessitura e il ricamo riescono ad ottenere prodotti artistici molto originali. L’obiettivo è quello di rendere ancora più sostenibile dal punto di vista economico ed ambientale la vita nei paesini dove ci riforniamo. Infatti promuovendo il lavoro delle donne e l’utilizzo di materiali che andrebbero scartati, come i bellissimi petali del fiore di zafferano, si riesce a diminuire lo sfruttamento dei terreni agricoli e della risorsa idrica già piuttosto scarsa.
Davide: Shirin Persia non è solo un progetto commerciale. Uno degli obiettivi più importanti che abbiamo è quello di creare una reciproca conoscenza e fiducia fra produttori e consumatori. Motivare i produttori a mantenere standard qualitativi elevati rendendoli consapevoli del reale valore del loro prodotto, vendendolo col nome del loro paese e mantenendo un filo diretto costante con loro. A questo proposito Ala ha progettato un viaggio in collaborazione con l’agenzia “Viaggi e Miraggi” di Altromercato e quest’anno per la prima volta abbiamo accompagnato un gruppo di viaggiatori italiani in quelle terre per andare a raccogliere insieme ai contadini lo zafferano. Questa esperienza è stata molto importante per mostrare ai produttori quale interesse c’è da parte dei turisti e consumatori italiani verso i loro prodotti e le loro terre.
Ho l’impressione che vogliate far conoscere l’Iran in un modo più intimo, più fatto di cuore: è così?
Ala: Parto dal primo motivo elencato dalla Lonely Planet per visitare l’Iran: “Qualunque gara avesse in palio il titolo di popolo più simpatico del mondo, vedrebbe gli iraniani tra i finalisti. Durante il viaggio in Iran saranno proprio le persone a colpirvi maggiormente, il loro calore e la loro ospitalità, la loro prontezza a mettere da parte le ostilità fra le singole nazioni per accogliervi a braccia aperte. Dappertutto vi chiederanno cosa pensate dell’Iran e vi offriranno the e cibo Lasciandovi intendere che siete loro ospiti. Il popolo iraniano è semplicemente la parte migliore di un viaggio in Iran.” Queste parole sono verissime e lo sono ancora di più nelle zone dove la vita è rimasta semplice e autentica come la zona della regione del sud Khorasan, Qa’en dove si coltiva l’oro rosso.
Davide: Proprio così, quest’anno è la quarta volta che sono andato in Iran e ho già visto molto di questo paese. Ogni volta che vado mi sento a casa, la grandissima ospitalità degli iraniani e in qualche modo la loro somiglianza con gli italiani mi ha sempre stare molto bene laggiù. Capisco pochissime parole in Persiano anche se lo sto studiando, ma riesco a sentire le persone, i loro cuori e a comunicare con loro quasi senza linguaggio, ma attraverso sguardi e sorrisi.
Fare un viaggio in Iran è una cosa che ancora intimorisce molti. A livello generale, cosa occorre sapere per organizzarsi e partire?
Ala: Innanzitutto per rassicurare chi ha voglia di avventurarsi in Iran è bene sapere che tanti ragazzi da tutto il mondo viaggiano anche da soli e riportano le loro esperienze molto positive in blog, video, social, è possibile trovare queste testimonianza facilmente. Io stessa ho incontrato in Iran diversi viaggiatori solitari, anche ragazze, stupiti di quanto sia sicuro e ospitale il paese. Una cosa utile da sapere è che in Iran gli ospiti sono sacri, ovunque se ci sono problemi o contrattempi è molto facile trovare persone disposte ad ospitare e ad aiutare un turista. Questo anche non sapendo la lingua, in qualche modo ci si riesce sempre a capire.
Davide: Confermo quello che dice Ala, tutto verissimo. Ci sono per i viaggiatori stranieri anche alcune informazioni fondamentali da sapere: in Iran non è possibile prelevare soldi quindi è necessario portarsi cash e cambiarlo con la valuta locale. Altra cosa non è ancora possibile organizzare un viaggio utilizzando internet per chi non conosce la lingua, quindi a meno che non ci si appoggi ad una agenzia o una guida locale, è necessaria una certa capacità di improvvisazione, che, come ha detto Ala, non è difficile da mettere in campo grazie alla disponibilità delle persone.
I vostri viaggi sono strettamente legati allo zafferano: perché proprio questo tema?
Ala: L’idea è nata dalla mia tesi e dal progetto Shirin Persia, esiste un paradosso molto forte: in Iran si produce più del 90% dello zafferano mondiale ma la maggior parte delle persone non lo sa. Lo zafferano è la spezia più preziosa al mondo e chi lo coltiva vive in condizioni di povertà. Per questi motivi riteniamo importante fare conoscere le storie e i luoghi di produzione per rendere più consapevoli i consumatori.
Davide: Aggiungo che in Iran le rotte turistiche solcano quasi sempre gli stessi itinerari classici, sicuramente belli e interessanti, ma ci sono zone come quelle in cui Ala ha organizzato il viaggio dello zafferano meravigliose, ricche di bellezze naturali e storiche che meritano di essere viste dai viaggiatori più curiosi e avventurosi. Il turismo responsabile in quelle aree può aiutare molto le persone locali a rimanere nelle loro terre, avere condizioni di vita migliori e a diminuire lo sfruttamento delle risorse idriche e agricole. Questo soprattutto perché nella regione del Khorasan vi è una grave crisi idrica.
Vorrei sapere da voi 2 luoghi iraniani che vi sono rimasti nel cuore. E perché, ovviamente.
Ala: Prima di tutto i paesini Baraz e Koro nella provincia di Qa’en, dove abbiamo raccolto lo zafferano insieme ai viaggiatori italiani: là vi è una natura bellissima, paesaggi ricamati dai tappeti viola dello zafferano, e anche perché le persone, nonostante i problemi economici che li gravano, sono molto allegri e ridono tantissimo. Laggiù portiamo avanti insieme ad una ONG chiamata “Sepehr” l’obiettivo del turismo sostenibile. Ho visto che lavorando insieme col cuore per un obiettivo pulito, si possono raggiungere buonissimi risultati. Poi anche il paese di Esfahk: una piccola città crollata a causa di un terremoto 40 anni fa e in fase di ricostruzione con tecniche tradizionali in terra cruda e paglia. Lì ho visto la forza dell’unione della gente che ha dato di nuovo respiro a un paesino morto.
Davide: Per me sicuramente c’è il monte Damavand, dove salii durante il mio primo viaggio in Iran, un luogo a dir poco magico. Il Damavand è un vulcano ancora in parte attivo alto 5700 metri. Bellissimo il ricordo dell’avvicinamento e della salita e il ricordo della cima. Lassù sembra di essere in un altro mondo, la vista è sull’immensità del deserto iraniano e le esalazioni di zolfo che colorano di giallo la roccia rendono l’ambiente ancora più surreale. Un secondo luogo che voglio citare è il paese di Esfahk di cui ha parlato Ala. Soggiornando in quelle bellissime case costruite con arte in terra cruda sembra veramente di tornare indietro nell’antica persia. Lì ho capito come l’architettura tradizionale rispecchia l’animo e la filosofia di un popolo.
E sei io avessi voglia di un viaggio in Iran, cosa dovrei fare per contattarvi e partire con voi?
Ala: Innanzitutto ti consiglierei di tenere monitorato il sito di Viaggi e Miraggi in cui vengono pubblicati i viaggi da noi organizzati che verranno pubblicizzati anche nel nostro sito e nei nostri canali social. Una novità è che al termine del primo viaggio effettuato in ottobre di quest’anno, visti l’entusiasmo e la soddisfazione dei viaggiatori, l’agenzia ha deciso di riproporlo con una frequenza superiore ad una sola volta all’anno, anche in periodi al di fuori della raccolta dello zafferano. Quindi le possibilità di partire e di vedere questi luoghi crescono.
Davide: Noi quest’anno abbiamo partecipato alle parte del viaggio organizzato (solo 5 giorni) dedicata ai paesini dello zafferano. Torneremo anche i prossimi anni, ma la nostra attività si dedica solo in parte all’accompagnamento turistico. Quindi non sappiamo quando e quanto saremo presenti personalmente. In ogni caso i viaggi saranno organizzati periodicamente e curati nell’organizzazione personalmente da Ala, la quale ci tiene a valorizzare al massimo tutti gli aspetti più belli di quei territori.
[Riprendo la parola io, la Giovy]
Mi piace un sacco il progetto Shirin Persia proprio per l’intento di consapevolezza che ha, molto prima di quello di viaggio o di commercio dello zafferano. Nel mondo ci sono molte cose che funzionano nel modo sbagliato solo perché non si conoscono le dinamiche economiche dietro un prodotto o la vendita di un qualcosa. Viaggiare dovrebbe servire anche ad aprire la mente per lasciare entrare qualcosa di fenomenale. Ringrazio Ala e Davide per la loro voglia di cambiare il mondo. Le rivoluzioni si fanno con piccoli gesti, costanti e quotidiani.
Tutte le foto sono © Shirin Persia – riproduzione vietata.
Non avevo idea che il 90% dello zafferano venisse dall’Iran! Stupendo questo breve viaggio in un paese che da sempre vorrei visitare. Purtroppo mi bloccano questioni prettamente burocratiche, come la necessità di dover poi fare costosi e macchinosi visti consolari per gli USA, un paese da cui transito spesso verso altri paesi. Sarebbe una scocciatura rispetto al comodo ESTA. Speriamo che prima o poi gli USA allentino la presa con questi paesi “bannati”. L’Iran rimane in cima alla mia bucket list!
Anch’io sono bloccata dallo stesso pensiero e spero davvero che la morsa verso l’Iran venga allentata. Se non altro per chi viaggia per motivi di famiglia e turismo.
Che bell’articolo Giovy, ho trovato molto interessante questa intervista! Ormai da qualche mese sogno un viaggio in Iran e spero tanto di riuscire ad esaudire presto questo mio desiderio. Ho già dato un’occhiata alla pagina web Viaggi e Miraggi, quindi la terrò a mente qualora mi decidessi a pianificare una vacanza in questo affascinante Paese.
Amo lo zafferano e ho scoperto che il principale produttore è proprio l’Iran quando due anni fa, a novembre, ho assistito a una conferenza proprio su questa spezia, ammirando la fioritura del fiore. Ovviamente il campo (poco distante da casa mia, precisamente a Castelvetro, in provincia di Modena) non era ricco come quelli che si trovano in Iran, ma è stato comunque interessante scoprire qualche chicca su questa pianta
Grazie mille Valentina!
Ho la guida turistica dell’Iran da anni in libreria e aspetto solo l’occasione giusta per partire (più che altro la mia luuunga lista di destinazioni da vedere richiede sempre più tempo libero e soldi di quelli che ho a disposizione!) però posso confermare la simpatia degli iraniani grazie a un amico che aveva studiato a Torino, davvero una persona splendida.
Anche a me piacerebbe da matti andarci!
Mi sembra una progetto davvero bellissimo! Se penso che da una tesi di laurea è nato tutto questo credo sia davvero stimolante per altre persone che desiderano realizzare i loro sogni ma non trovano il coraggio per farlo. Inoltre, andare in Iran è uno dei miei grandi sogni nel cassetto.
A me piacciono molto i sogni che riescono a concretizzarsi.
Io sono una di quelle intimorite da un viaggio in Iran!
Questo progetto però è davvero fantastico, inoltre io adoro lo zafferano e resto sempre affascinata dai suoi splendidi fiori.
La mia unica paura è burocratica: il visto dell’Iran può creare qualche problema (purtroppo) con altre nazioni.
Un bellissimo progetto. Mi piacerebbe saperne di più su questo Paese e popolo meraviglioso… ne sento parlare molto bene anche dalle persone che lo hanno visitato quindi visitarlo personalmente sarebbe una bella esperienza…
Un bellissimo progetto, pieno di amore per la propria terra.
Un post che dovrei far leggere a mio marito… nel 2015 ha seminato circa 50 patate di Zafferano riuscendo nel 2016 a raccogliere abbastanza fiori per fare spezia a sufficiente oer casa.. poi purtoppo a lasciato perdere
Magari può fare due chiacchiere con Ala e Davide.
Non sapevo proprio che l’Iran fosse produttore per il 90% dello zafferano Commercializzato. È molto bella la storia di questi due ragazzi e di come è nato questo progetto Lavorativo dallo studio
Nemmeno io lo sapevo prima delle spiegazioni di Ala e Davide.