I miei motivi per fare un viaggio a Oslo erano principalmente due: visitare il Museo delle Navi Vichinghe e visitare il Munch Museet, ovvero il Museo di Munch. Chi non conosce il celebre Urlo? Quel quadro mi impressionò moltissimo quando lo studiai al liceo e, proprio in quei giorni, mi dissi che avrei voluto trovarmelo davanti un giorno o l’altro. Non solo per questo: col tempo ho imparato a conoscere altre opere di Edvard Munch e ho sviluppato un reverenziale timore misto ad un grande amore. Cosa bisogna sapere per visitare il Munch Museet a Oslo?
Dove si trova il Museo di Munch e come raggiungerlo
Le informazioni che sto per darvi su dove trovare il Munch Museet a Oslo varranno finché il museo non verrà spostato. È in programma il fatto di portare il museo più in centro, in un edificio che sappia dare il giusto risalto alle opere del grande pittore norvegese. Attualmente il museo di Munch si trova nel quartiere di Tøyen, a qualche fermata di metropolitana dal centro di Oslo. Io ci sono arrivata proprio prendendo la metro e scendendo a Tøyen. Il museo si trova a pochissimi minuti a piedi dalla fermata. Il percorso vi porterà a fare una breve passeggiata in un parco.
Consigli e informazioni per visitare il Munch Museet a Oslo
Cos’altro c’è bisogno di sapere per visitare il Museo di Munch a Oslo?
- Il museo è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 16.
- Il biglietto d’entrata costa 120 NOK, ovvero circa 12€.
- Se avete l’Oslo Pass, l’entrata al Museo di Munch è compresa nel pass.
- Eventualmente, si possono comprare i biglietti online.
- Nel museo non si può entrare con borse e zaini grandi: gli armadietti sono al piano interrato, rispetto all’entrata, e sono gratuiti.
- All’ingresso dovrete passare sotto un metal detector.
Il mio consiglio più grande è quelleo di arrivare, come ho fatto io, proprio all’apertura. C’è meno gente e potrete ammirare le opere di Munch con un po’ più di calma. Se vi state chiedendo come mai tanti controlli di sicurezza all’entrata, fate mente locale e pensate a quante volte hanno rubato l’Urlo nel corso della sua vita. Proprio a proposito di opere e collezioni, quella contenuta nel museo di Munch di Oslo è composta da tutto ciò che è rimasto del lavoro di Edvard Munch. La collezione, infatti, si chiama “Everything we own“, ovvero “tutto ciò che possediamo“.
Cosa aspettarsi dalla visita al Museo di Munch di Oslo: i quadri di Edvar Munch
Il museo di Munch a Olso è composto da 4 sale: la prima, quella con le pareti rosse, è dedicata proprio a Edvard Munch e ha ciò che, grazie al suo genio e alla sua sensibilità, ha lasciato al nostro mondo. Personalmente, non mi aspettavo che la visita iniziasse così di colpo con i capolavori che volevo proprio vedere ma, ve lo dico, è stato bellissimo e quasi violento. La sala ben racconta l’evoluzione della pittura di Munch e sono presenti alcuni capolavori che fanno addirittura male all’anima da quanto sono belli. Ci sono pochi posti per sedersi ma, per fortuna, c’è una bella panca davanti a quei quadri capaci di farti male. Come “The Vampire” che, per me, è la definizione dell’amore per Edvard Munch. Ma non solo. Io sono rimasta lì seduta per almeno mezz’ora a guardarlo.
Osservare l’Urlo al Museo di Munch a Oslo
Menzione a parte per l’Urlo di Munch, uno dei quadri più famosi al mondo. Nella sala rossa di cui vi stavo parlando nel paragrafo precendete c’è una sorta di parete di cartongesso che crea uno spazio più intimo e molto buio dove è appeso ed esposto il famoso Urlo. Per me è stato come una sorta di riguardo del museo come a dire “preparati”. Un quadro così non può essere “sbattuto” in faccia alle persone. Devi coscientemente scegliere di presentarti al suo cospetto e vedere l’effeto che fa. C’era ancora poca gente quando mi sono trovata lì davanti all’Urlo e mi sono commossa. Per dirla tutta, è un po’ come se mi avesse preso a sberle. Non saprei come altro spiegare l’emozione che ho provato. Nelle mie stories in evidenza, su Instagram, trovate ancora la visita al Museo di Munch: scegliete la story di Oslo.
Cosa aspettarsi dalla visita al Museo di Munch di Oslo: le sale della pittura norvegese
Le restanti sale del Munch Museet di Oslo sono dedicate a diversi periodi della pittura norvegese. La sala dalle pareti gialle, per esempio, raccoglie molte opere del XIX Secolo, tutte legate a una corrente paesaggista di cui ha fatto parte Munch stesso. Il piccolo quadro che vedete nella foto qui sopra è proprio suo. Io ho particolarmente amato questa sala paesaggista perché mi ha permesso di cogliere come fosse la Norvegia vista con occhi di altri. Non camminate frettolosamente quando siete lì: date del tempo a quei dipinti. Vi sorprenderanno anche se sono stati creati da persone che non avete mai sentito nominare. Successivamente alla sala gialla, ce ne saranno una verde e una blu con quadri più moderni e sempre molto interessanti.
La caffetteria del Museo di Munch a Oslo
Piccolo spazio per raccontarvi la bellezza della Caffetteria del Munch Museet di Oslo. Quando ho finito il mio giro di tutte le sale, ero un po’ provata dalla forza dei dipinti che avevo avuto davanti agli occhi. Sicché mi sono fermata alla caffetteria, ho ordinato un tè alla frutta e sono rimasta lì una mezz’oretta a ripensare a ciò che avevo visto. Io vi consiglio di regalarvi qualche minuto di pausa prima di uscire di lì. Ne avrete bisogno non tanto per la grandezza del museo (che è piccolino) ma per la sua energia che vi investirà.
Il Museo di Munch di Oslo, per me
La foto che vedete qui sopra racconta la mia entrata al Museo di Munch di Oslo. Rispetto alla stessa foto, scattata un’oretta dopo, c’ero io e la guardia che teneva d’occhio l’Urlo. Il grande quadro si trova proprio dietro quella parete, protetta dal buio e da chissà quanti allarmi. Il museo Munch vuoto è qualcosa di devastante. Io, poco dopo aver scattato questa foto, mi sono seduta di fronte a The Vampire e sono rimasta lì a guardare il quadro come se volessi fondermi con esso. Poi ho superato quella parete in cartongesso e ho visto l’urlo. Mi è scesa subito una lacrima, quasi in modo istantaneo. Davanti all’Urlo c’è una panchina e mi sono seduta anche lì, conquistando il centro quasi volessi trovarmi di fronte a quel volto sfatto dal terrore di chissà che cosa. Terrore, già. Mi sono detta, quel giorno ancora di più, che l’Urlo per me è la realizzazione grafica del concetto di terrore. Nel guardarlo, mi sono resa conto di una cosa: quel quadro urla nel silenzio. È un qualcuno che cerca aiuto e che non sa comunicarlo. Averlo compreso in questo modo mi ha fatto quasi male.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Andrei a Oslo sono per vedere questo museo. Non sono particolarmente interessata alle navi vichinghe, quanto all’arte contemporanea e Munch è troppo importante per non guardare le sue opere almeno una volta nella vita dal vivo.
Le Navi sono un qualcosa che toglie il fiato, Raffi! Munch poi aggiunge una dose immensa di inquitudine e il gioco è fatto!
Mi piace tanto come racconti le emozioni che provi davanti ai quadri. Munch a me suscita un certo timore reverenziale, i suoi dipinti mi colpiscono come un pugno, tira fuori le mie paure. Sono certa che mi emozionerei tantissimo nel “suo” museo
A me è successo proprio così.
Quando sono stata in questo museo, conoscevo praticamente solo L’Urlo – che mi ha fatto un effetto simile a quello che ha fatto a te. Invece ho scoperto un artista meraviglioso e tantissime opere che sono state in grado di parlarmi (o meglio, io sono stata in grado di ascoltarle). Mi piaceva molto anche la sezione con i tavoli per bambini per disegnare con i pastelli, anche se faceva impressione vedere le fotocopie con L’Urlo fatto solo di contorni, da colorare. Non ricordo bene ma credo di averne colorata una versione anch’io 😀
Io conoscevo molte opere di Munch ma vederle dal vivo è stato davvero forte. Io ci tornerei di corsa.
La mia tesina delle scuole medie ( un saaaacco di tempo fa’!), aveva come tema la paura. Per il capitolo di storia dell’arte scelsi proprio di portare l’Urlo di Munch. Sarebbe bello andare a vederlo da vivo, sono certa che mi emozionerebbe ancora di più. Due sberle, come le chiami tu, da lui me le farei dare volentieri!
Dal vivo è così forte da fare male.
Oslo è un ricordo di fanciullezza, il primo vero viaggio fuori Italia con i genitori. Non ricordo di questo museo, a essere sincera, forse non l’ho visto o è offuscato nella memoria ma mi piacerebbe sedermi li sula panchina in solitudine davanti al quadro
Questo è un museo che lascia il segno. Magari sei stata a Oslo in uno degli anni in cui rubarono L’Urlo.
Il Museo di Munch è da diversi anni nella lista dei musei che prima o poi devo assolutamente visitare nella vita! Le sue opere mi sono sempre piaciute tantissimo e per me sarebbe un sogno vederle dal vivo! Grazie per tutte queste informazioni utili!
Quello è un museo che vale il viaggio a Oslo.
Io ho avuto una reazione simile davanti al Guernica di Picasso, ma anche di fronte ai Girasoli di Van Gogh e Il Bacio di Klimt. Quel genere di dipinto talmente visto (e talvolta mistificato purtroppo) che quando ti ritrovi al suo cospetto non capisci se lo stai guardando davvero oppure no. Capisco la tua emozione!
I quadri che hai citato tu mi hanno provacato reazioni davvero forti e Munch è stata l’apoteosi.
Ho visitato questo museo qualche anno fa e ancora ricordo l’effetto che l’Urlo ha avuto su di me, più di qualsiasi altra opera che ho potuto ammirare quel giorno. Mi ha davvero scossa. Dici bene quando parli di terrore. È la personificazione del terrore.
Quel quadro è sconvolgente.