Perché ho fatto un viaggio a Oslo di recente? Perché volevo vedere il Museo delle Navi Vichinghe, quel museo che contiene tre drakkar belle come non mai. Oslo, dal canto suo, è riuscita a conquistarmi anche per tutto ciò che non è vichingo e avrò ben modo di raccontarvelo ma ora voglio partire proprio dall’origine. Vale la pena di fare un viaggio nella capitale della Norvegia per vedere tre barche con poco più di mille anni di storia? Certamente. Il Museo delle Navi Vichinghe di Oslo (che si chiama Vikingskipshuset,Viovvero casa delle navi vichinghe) vale il viaggio a Oslo. Dopo l’omonimo museo di Roskilde, in Danimarca, ho trovato un altro luogo capace di parlare all’invasata storica che sono io.
Dove si trova il Museo delle Navi Vichinghe a Oslo e come raggiungerlo
Oslo è una città dalla disposizione molto particolare: la geografia del suo fiordo le impone di espandersi in un modo tutto suo. A ovest del centro (ovvero a un quarto d’ora di autobus) c’è una penisola chiamata Bygdøy, sulla quale sono concentrati alcuni musei. Il Museo delle Navi Vichinghe si trova proprio lì. La linea di bus da prendere è la nr.30. Una delle fermate più comode è quella del Nationaltheater oppure la fermata di Tollbugata, proprio davanti alla borsa valori della città. I mezzi pubblici e gli ingressi ai musei sono compresi nell’Oslo Pass e avremo modo di parlarne. All’interno dell’autobus c’è un monitor che indica la fermata e quella del museo è chiaramente individuabile dalla parola “viking“.
Consigli e informazioni per visitare la Vikingskipshuset a Oslo
Qualche informazione generale per organizzare la vostra visita al museo delle Navi Vichinghe di Oslo. In primis, se viaggiate con uno zaino (anche non troppo grande, il classico zainetto) vi verrà chiesto di lasciarlo negli armadietti fuori dal museo. Gli armadietti sono gratuiti e funzionano a combinazione: sarete voi a impostare la vostra. Seconda notizia molto importante: il museo è totalmente accessibile, fatta eccezione per le sole piattaforme sulle quali si sale per osservare le navi dall’alto. Oltre a questo vi dico che:
- L’ingresso costa circa 12€ ma se avete l’Oslo Pass non pagherete nulla
- Il museo apre alle 10 e chiude alle 16. Il estate resta aperto fino alle 18.
Io sono arrivata lì prima dell’apertura e conviene sfruttare almeno la prima ora perché c’è meno gente. - Quanto rimanere nel museo? Dipende da voi: io sono rimasta quasi due ore e ancora non ne avevo abbastanza.
Cosa aspettarsi dalla visita al Museo delle Navi Vichinghe di Oslo.
Cosa aspettarsi da un museo così? Il museo attuale è semplice e ben disposto. È già attivo un programma per ampliarlo e io, di sicuro, tornerò a vederlo una volta rinnovato. Il Museo è nato per contenere i tre scafi millenari. Al suo interno, la luce è molto soffusa e la temperatura tende al freddo (almeno ora). Il riscaldamente c’è ma viene tenuto basso proprio per non danneggiare il legno delle barche. Sicché, vedete voi se tenere la giacca. Una cosa che vi devo dire assolutamente è che le spiegazioni sulle navi non sono moltissime e sono scritte in Norvegese e Inglese. Sono, però, esaustive per capire di fronte a cosa vi trovererete. Nel raccontarvi la mia visita vi parlerò di:
- La nave di Oseberg
- La nave di Tune
- La nave di Gokstad
- I tesori delle navi
Quello che ho amato molto del museo è la linearità e la semplicità dell’ambiente: le navi sono proprio protagoniste nella loro cruda e immensa bellezza.
La nave di Oseberg
Ecco il casus belli della mia visita al Museo delle Navi Vichinghe: la Nave di Oseberg. La vidi, un sacco di anni fa, in un documentario molto bello sul Medioevo, programma durante il quale questa nave veniva presa come esempio della raffinatezza dell’arte vichinga. Questa drakkar di oltre 20 metri venne ritrovata all’inizio del ‘900 a Tønsberg, nella Norvegia orientale. La nave era stata sicuramente utilizzata per navigare ma, al momento del suo ritrovamento, era stata utilizzata come nave funeraria per due donne, la cui vita rimane ancora un mistero. La nave di Oseberg è la più antica nave vichinga mai ritrovata. La datazione scientifica dice che la sua data di nascita si aggira attorno al 834 d.C. Oltre a essere molto antica, questa nave vichinga è bellissima. Quello che sorprende, in primis, è la sua grandezza ma spicca subito la cura e il senso estetico che il costruttore ha messo nel darle vita. I fregi della prua e della poppa sono un qualcosa di speciale. L’importanza della nave di Oseberg sta anche nel corredo funerario ritrovato al suo interno, di cui vi parlo più avanti.
La nave di Tune
Della Nave di Tune, ritrovata quasi al confine con la Svezia nel 1867, resta praticamente quasi solo lo scafo. Questa drakka era lunga oltre 20 metri e venne utilizzata sia per la navigazione che come nave funeraria. All’interno dell’ala del museo che la ospita viene proiettato un filmato molto suggestivo (vengono usate tutte le pareti della sala per proiettarlo) che racconta i vichinghi nelle loro tradizione e mostra come le navi commerciali diventassero poi navi funerarie. Sedetevi e aspettate che inizi il filmato: poi guarderete quelle tre navi in modo diverso. Nella stessa stanza è stata ricostruita anche la capanna funeraria che, con tutta probabilità, era stata posta sulla barca prime che venisse interrata. Vi siete mai chiesti come fossero i funerali dei Vichinghi? Essi cambiarono nel tempo e questa parte del Museo delle Navi Vichinghe di Oslo saprà spiegarvelo.
La Nave di Gokstad
L’ultima drakka esposta è la nave di Gokstad, che qui vedete solo nel dettaglio. Posso mica mostrarvi tutto, no? Anche questa nave supera i 20 metri ed è stata ritrovata alla fine del 1800. La datazione la fa risalire a circa 890 d.C. Questa nave fece da modello per una costruita in tempi moderni e uguale a essa. Sapete cosa ne hanno fatto? La nave è stata fatta navigare, con tanto di equipaggio, da Bergen agli USA. Non a caso: sono molti gli storici convinti che i vichinghi abbiano attraversato senza problemi l’atlantico e che si siano spinti oltre la Groenlandia. La nave di Gokstad conteneva il corpo di un guerriero, con relativo corredo funerario.
I tesori delle navi vichinghe
La parte finale dell’edificio della Vikingskipshuset di Oslo custodisce un tesoro senza pari: si tratta di due stanze dove sono disposti i manufatti ritrovati all’interno delle navi. Come accadeva per molto popolazioni del passato (ma succede anche oggi), si era soliti preparare i morti per il loro viaggio verso l’aldilà – in questo caso il Valhalla – adornandoli di tutto ciò di cui potevano avere bisogno o quello che li avrebbe resi ricchi o benestanti anche nel mondo delle anime. La nave di Oseberg, da questo punto di vista, ha fatto scuola: le donne sepolte al suo interno erano adornate di gioielli i ogni tipo. Le donne erano disposte su una sorta di carro in legno completamente intarsiato con dei disegni spettacolari. I manufatti ritrovati sulla nave di Oseberg hanno permesso anche di capire come tessevano i vichinghi e cosa disegnassero sui vestiti. La nave era piena di tessuti: nel museo ne sono esposti alcuni in un’ulteriore stanza, super protetti. Lì, per esempio, non si può fotografare. Guardando gli oggetti ritrovati sulle navi vichinghe di Oslo la domanda nasce spontanea: siamo sicuri che chiamarli barbari fosse giusto?
Le navi vichinghe di Oslo, per me
Non sono mai stata una revisionista storica, ci mancherebbe, ma certi appellativi legati ai secoli passati andrebbero un po’ riconsiderati. I Secoli del Medioevo, soprattutto il primo Medioevo nel quale prima i Goti e poi i Vichinghi (chiedetevi, intanto, da dove venivano i Goti e poi ne parliamo) manifestarono la loro presenza sul mondo allora conosciuto, vengono comunemente chiamati Secoli Bui. A totale torto e non solo per me. I Goti ci hanno lasciato alcuni dei capolavori più belli di Ravenna, per esempio, e i vichinghi erano capaci di grande senso estetico. La Nave di Oseberg ne è la prova tangibile. La foto che vedete qui sopra mostra in parte il fregio della drakka e, ve lo assicuro, dal vivo è n qualcosa che sembra prenderti a sberle da quanto bello è. Io sono rimasta lì a guardarla per ore e, quando tornerò a Oslo prima o poi, sarò di nuovo lì davanti a lei a emozionarmi e a chiedermi “quante cose sbagliate ci hanno fatto credere nel corso dei secoli?!“. Cosa dirvi, visitare il Museo delle Navi Vichinghe di Oslo per me è stato un altro sogno diventato realtà e la cosa mi riempie il cuore di gioia. La Storia è tutto, almeno per me.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Quando sono stata a Oslo anni fa con il mio ex boss, nelle poche ore libere ci era stato consigliato di vedere proprio questo museo, invece la mia collega ha preferito la passeggiata fino al Palazzo Reale (e fin qua tutto bene) seguita da una tappa da H&M. Lasciamo perdere. Mi mangio le mani per non aver insistito.
La nave di Oseberg ha un’eleganza! Rimarrei per ore a guardare la fotografia che hai fatto, immagino dal vivo.
Pensa che io ho visto il Palazzo Reale da 200 metri ma, almeno per questa volta, non l’ho considerato. So che tornerò in città perché ho ancora mille cose da vedere.
Che bel resonto Giovy! Amo molto le storie dei Vichinghi e con Mattia, mio figlio, quando le studiava a scuola li abbiamo approfonditi molto.
Ultimamente hanno fatto un sacco un sacco di film e cartoni e forse ci siamo accorti che la storia non era proprio come ce l’hanno raccontata….
Grazie mille Cri!
Purtroppo i film prodotti ultimamente sono più fantasia che storia ma c’è chi, invece, ha reso bene la vita dei Vichinghi (Michael Hirst, produttore di Vikings, giusto per citarne uno).
Mi affascina la storia dei Vichinghi (complici recenti serie TV, tra l’altro) e visiterei con piacere il museo. Quando riuscirò ad andare ad Oslo sarà sicuramente una tappa fissa!
Merita davvero!
Ogni articolo che contenga le parole ‘viaggio in Norvegia’… È mio! E questo è proprio il mio genere di museo. Ne ho visti un paio “simili”, il museo Vasa a Stoccolma e un museo sulle navi vichinghe a Goteborg. È un tema che mi affascina proprio. Quando riuscirò ad andare anche io ad Oslo, lo inserirò l’itinerario. Grazie per il consiglio!
Sai che non sono riuscita a trovare un nuseo con navi vichinghe a Goteborg. Come si chiama?