
Giorni fa, mentre ero sul volo di ritorno da Oslo (stay tuned: domani pubblico il primo post sui miei giorni norvegesi), mi sono addormentata come non succedeva da tempo. Io sono una che dorme alla grande sui mezzi di trasporto, ma non dormivo così profondamente da millenni. Complice, sicuramente, l’ora del mattino (il mio volo era alle 7.30) e complici anche i giorni passati a camminare avanti e indietro per la capitale norvegese uniti a quella sensazione di “dai, è domenica” che non guasta mai. Quel mio dormire mi ha fatto venire in mente che, forse, io mi sentivo al sicuro su quell’aereo e stavo davvero bene. Sentirsi al sicuro è una di quelle sensazioni che dovrebbero essere sancite obbligatoriamente nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. In realtà, l’articolo 3 di tale fondamentale dichiarazione dice “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.” Sul concetto di sicurezza potremmo aprire un convegno capace di durare 3 mesi. Cosa vi fa sentire al sicuro, anche nella vostra quotidianità?
Qual è il significato di sicurezza?

La Treccani (sapete, quella cosa chiamata Enciclopedia…) dice che la sicurezza è “Il fatto di essere sicuro, come condizione che rende e fa sentire di essere esente da pericoli, o che dà la possibilità di prevenire, eliminare o rendere meno gravi danni, rischi, difficoltà, evenienze spiacevoli“. Fin da quando siamo piccoli, viviamo con qualcuno che pensa alla nostra sicurezza umana. E dico “umana” perché la sicurezza alla quale voglio riferirmi con questo post è quella cosa che sembra un abbraccio infinito e ti tiene al caldo quando più ne hai bisogno. È la sicurezza materiale di avere un tetto sulla testa, di poterti comprare un qualcosa che ti piace. È la sicurezza internazionale che ci garantisce il fatto di poter viaggiare, di poter passare una frontiera come se niente fosse. È quella sicurezza che tutti dovremmo avere attorno, come un alone dolce e gentile. È quella sicurezza che ti fa dire che sei sulla strada giusta. Per quel che mi riguarda, da qualche settimana a questa parte, io traballo un po’ a tal proposito e sto cercando di vivere questo momento con un “andrà meglio” grande come una cosa. Ecco perché ieri ho scritto quel “non può piovere per sempre“.
Essere individui

In questi giorni mi sento al sicuro solo quando sono avvolta nella mia coperta color lavanda. Mi faccio su come fossi un baco da seta nel suo bozzolo e chissà mai che prima o poi non diventi una farfalla. Mentre sono avvolta dal calore di quella coperta, ripenso al fatto che è stata mia madre a regalarmela, in uno dei primi Natali che vivevo in Emilia-Romagna. Mia madre sapeva quando amassi le coperte morbide e colorate e, ora che lei non c’è più (mia madre, non la coperta) penso al calore generato da quell’oggetto come fosse il suo di calore. La sapete una cosa che ho compreso in pieno solo da poco? Noi in famiglia siamo sempre stati sentimentalmente molto staccati. O, se preferite, siamo sempre stati parte di una famiglia di razionali cronici e e puri individui. Le ultime feste passate assieme risalgono – e non scherzo – agli anni ’80. Le ultime celebrazioni ufficiali in famiglia risalgono a 13 anni fa. E anche qui non scherzo. Sostenere la nostra individualità è stato ed è anche ora il nostro amarci alla follia. Il nostro capirci l’un l’altro. Il nostro sapere che ognuno di noi sta facendo esattamente le scelte giuste. La prima sicurezza sono io. Questo è ciò che mia madre mi ha insegnato ed è il principio che mi ha sostenuta per tutta la mia vita.
Ma come la mettiamo col contrario di uno?

Giorni fa ho ripreso in mano un libro di Erri de Luca che si intitola “Il contrario di uno“. Ho guardato la copertina per qualche minuto e poi ho deciso di non aprirlo. Solo nel guardare la copertina, mi sono ricordata dell’effetto devastante che quel libro aveva avuto sul mio cervello. E sulla mia anima. Che per me sono la stessa cosa. Essere in coppia non è essere in due ma essere all’interno del concetto del contario di uno. Dove uno è individuo. Sto ragionando molto su questo nell’ultimo periodo e sono sempre più convinta che anche in due occorre restare sempre e per sempre individui. In un modo diverso ma pur sempre individui. E qui torno sul tema di questo post: la sicurezza. Cosa, in una vita a due, dovrebbe farci sentire eternamente al sicuro? L’unica risposta che riesco a darmi è un’immagine che ho in testa e che fa parte di me: il sostegno in una partita di rugby. Giocare a rugby e guardare il più possibile questo sport continua a ricordarmi quanto sia il sostegno la chiave dei rapporti umani. Tenetevi anelli, regali costosi, cioccolatini e fiori. Datemi un corpo da toccare quando allungo la mano dietro di me, senza voltare la testa. Quella è sicurezza e così dovrebbe essere quando si vive un rapporto adulto e destinato a durare. Il sostegno è per sempre. Io ve lo dico col cuore in mano: ora come ora mi sento come un mediano d’apertura che cerca il sostegno ma non lo trova. La domanda è: mi fermo e attendo o corro avanti da sola sapendo che verrò placcata? Ho davvero bisogno di sentirmi al sicuro in questi giorni. Giorni che passeranno, lasciando spazio a giorni che torneranno, prima o poi.
Un suono discende da molto lontano
assenza di tempo e di spazio
nulla si crea, tutto si trasforma
la luce sta nell’essere luminoso
irraggia il cosmo intero
cittadini del mondo cercano una terra senza confine
la vita non finisce
e come il sonno
la nascita è come il risveglio
finché non saremo liberi
torneremo ancora
ancora e ancoraFranco Battiato – Torneremo Ancora
Ciao Giovy, grazie per questo post. Inizio partendo da una citazione che viene attribuita al grande Jim Morrison “Friends can help each other. A true friend is someone who lets you have total freedom to be yourself and especially to feel. Or, not feel. Whatever you happen to be feeling at the moment is fine with them. That’s what real love amounts to – letting a person be what he really is”. Per me qui sta la bellezza di tutti i rapporti e anche la più grande difficoltà. Se non l’amore, cosa può insegnarci a capire e a sostenere sempre ciò che è altro da noi? In una vita a due serve un sottile equilibrio fatto di “grazie”, di “prego” e, talvolta, anche di “scusa”, Ecco perché l’amore è il più meraviglioso e complesso dei viaggi. Ed è in questo viaggio che si cresce e si impara insieme, come individui e come coppia. Ed è proprio questo che dovrebbe farci sentire forse più al sicuro: la certezza che qualsiasi cosa accada l’altro per noi c’è, anche quando questo significa (con tutte le difficoltà del caso) imparare a conoscere, accettare e amare un mondo a lui sconosciuto. Un abbraccio
L’attenzione per me è alla base di tutto: a volte (soprattutto quando manca) basta un “Comve Va”. Un abbraccio grande a te.
Ciao Giovy, splendida farfalla che già sei!
Le persone che bastano a sé stesse spesso trovano poi difficoltà nei rapporti proprio perché l’altro a volte non capisce che sì, ci bastiamo, però il sostegno fa sempre piacere e a volte serve proprio. Vero che ci bastiamo, però se decidiamo di camminare in due la necessità di sostenersi c’è sempre, senza intaccare l’individuo ma aggiungendo ad esso. Una coppia dovrà sempre essere formata da due uno che poi si fondono e non devono diventare un due ma restare uno e poi qualcosa in più di questo uno.
L’equilibrio tra l’uno e la coppia è la cosa più difficile al mondo, anche perché magari a volte si vive momenti diversi con bisogni differenti e non sempre si riesce a capire i bisogni dell’altro.
Rispondere alla tua domanda è complesso, di base si deve sempre lottare per ciò che ci fa stare bene, cercare di far passare il momento no, parlarsi e comprendersi di nuovo, risintonizzarsi sul canale giusto.
Grazie per il tuo commento Elena e per come mi hai definita. Love you so much.
Bisogna star bene con se stessi per sentirsi al sicuro! Io sono una solitaria però mi rendo conto che la compagnia fa bene al cuore..
Io, con me, ci sto benissimo.
Non credo che ci sia una ricetta, a volte si sta da soli perchè non ci si sente al sicuro con gli altri, a volte si cerca rifugio negli altri perchè si è insicuri nello stare con se stessi; e queste cose accadono in diversi momenti nella stessa persona, perchè la vita è un pendolo tra emozioni diverse, e l’equilibrio si raggiunge a tratti e non è una condizione permanente. Per me la sicurezza è aggrapparmi a qualcosa che non muore, all’amore di Dio, e anche a quel riflesso imperfetto ma pur sempre dotato di un qualcosa di divino che è l’amore umano.
Aggrapparsi a qualcosa che non muore… mi piace l’idea. Grazie per il tuo commento.
Io so che tu sai, che il mondo sa.
Vale
Ti voglio bene, Vale!
Parole meravigliose, le tue. È vero l’amore ti da la stessa sicurezza, lo stesso senso di calore materno che ti da una calda coperta colorata. Ma è anche vero che se non si è sicuri di se, a volte ci si perde nall’altro, al punto tale da scomparire. Io ho una personalità molto forte, ma vedo donne sparire completamente al cospetto dell’uomo che hanno a fianco. Ho sempre puntato solo su me stessa, valorizzandomi, e questo mi ha permesso di “amare alla pari” .
Le donne dalla personalità forte (e mi reputo parte di questo gruppo) sono ancora un problema ai giorni nostri. Me ne rendo conto sempre di più.
La sicurezza… L’ho cercata tutta la vita. La cerco ancora, ma cosa c’è di realmente sicuro? Forse l’insicurezza della condizione umana. Ecco perché adoriamo i ricordi, le meravigliose coperte calde, i corpi umani da raggiungere anche solo allungando una mano. Mi hai fatto venire voglia di leggere il libro di Erri de Luca.
Se leggi quel libro, prepara l’armatura perché è pazzesco.
Battiato <3
De Luca <3
Mi ci hai fatto riflettere, e niente, mi sento al sicuro solo in casa mia. Ne ho ancora di strada da fare.
Ps: ma beata te che riesci a dormire sui trasporti pubblici!!
Sentirsi al sicuro a casa è tanto, anzi tantissimo.
Per quanto riguarda i trasporti pubblici, io sono come una bimba di pochi mesi: metto giù la testa e mi sveglio quando sono arrivata.
Sentirsi al sicuro in un rapporto non sempre è così facile, ci vuole tempo e a volte anche lo spazio e l’equilibrio giusto per farlo. La cosa più importante è sentirsi sicuri con sé stessi prima, un po’ come per l’amore. Se non ti ami tu, chi ti amerà mai davvero? Quindi se non ti dai quella sicurezza tu, chi te la darà mai davvero?
La sola certezza siamo noi. Noi in primis.