L’Isola di Lewis è la più grande delle Ebridi Esterne, ovvero uno l’arcipelago di isole britanniche a nord-ovest della Scozia. Le Ebridi Esterne sono un arcipelago “fratello” delle Ebridi Interne, le isole dove si trova Skye, per intenderci. A differenza delle Interne, le Esterne sono più distanti e vanno raggiunge con il traghetto. A livello geologico, sono appartengono alla placca americana e non a quella europea. Sono delle vere e proprie terre estreme per molti motivi, in primis per la loro bellezza davvero selvaggia e a tratti indescrivibile. Visitare le Ebridi Esterne è fattibile anche con un viaggio di un paio di settimane e con un percorso che comprenda la parte settentrionale della Scozia e le Highlands in genere. Cosa fare una volta sull’Isola di Lewis e cosa vedere? Ve lo racconto oggi.
Dove si trovano le Ebridi Esterne e come si chiamano le isole

Come vi dicevo, l’arcipelago delle Ebridi Esterne è “fratello” delle Ebridi Interne, benché le isole siano diverse tra di loro. Le Isole Ebridi Esterne si raggiungolo solo in traghetto o in aereo. Si può fare un perfetto viaggio on the road nella maggior parte del territorio delle Ebridi Esterne, fatta eccezione per l’isola più occidentale. L’isola principale, dove si trova la vera e propria “capitale” delle Outer Hebrides è Lewis-Harris, un’isola doppia dove è disponibile anche un buon trasporto pubblico. Quali sono i nome delle Ebridi Esterne?
- Lewis-Harris, l’isola più grande di tutte le isole scozzesi (qualsiasi arcipelago)
- North Uist, la più vicina all’isola di Skye e unita a essa da un traghetto
- South Uist, un’isola dal grande interesse archeologico (ricordatevi la parola “mummia”)
- Benbecula, ha un piccolo aeroporto ed è sede di una base della RAF
- Barra, l’isola dove gli aerei atterrano in spiaggia con la bassa marea
- St.Kilda, la più lontana, disabitata e con una storia molto misteriosa. St. Kilda non si raggiunge direttamente. Occorre fermarsi sull’Isola di Lewis e cambiare traghetto.
Ovviamente, le Ebridi Esterne non finiscono qui: si sono molte isole minori e territori a essa collegati. Su queste isole la lingua principale è il gaelico: sentirete spesso e volentieri le persone parlare in questa lingua così particolare e lontana nel tempo.
Come raggiungere l’Isola di Lewis e le altre Ebridi Esterne
Quelle che vedere, lì nella foto e all’orizzonte, sono le sagome delle Ebridi Esterne viste dal traghetto. Come si raggiungono queste isole dalla Gran Bretagna? Faccio un breve riepilogo per elencarvi ciò che mi ha portata sull’isola di Lewis, poi entrerò nel dettaglio.
- Ho preso un aereo fino a Edimburgo (2 ore e mezza)
- Ho preso il treno (4 ore) fino a Inverness
- Da Inverness ho preso la corriera fino a Ullapool (1 ora e mezza)
- Da Ullapool ho preso il traghetto fino a Stornoway (3 ore circa)
A conti fatti, dall’Italia all’Isola di Lewis ci vogliono 11 ore circa. Ovviamente non ho fatto tutto in una volta. Ho approfittato della distanza tra casa e le Ebridi Esterne per fermarmi un po’ in Scozia e fare tutto a tappe, sia all’andata che al ritorno. Iniziare il vostro viaggio di scoperta delle Ebridi Esterne dall’Isola di Lewis è forse la soluzione più facile, sia per collegamenti che per costruizione di un itinerario. Potete partire da lì e scendere per poi rientrare sulla “mainland” della Gran Bretagna dall’Isola di Skye. C’è uno speciale biglietto del traghetto per un intinerario così. Il mio consiglio è di avere almeno 2 settimane piene, nel caso facciate il viaggio come l’ho indicato io qui sopra, ovvero via strada e mare. C’è la possibilità, sia da Inverness che da Edimburgo, di prendere un aereo per raggiungere l’Isola di Lewis, Altra cosa: ragionate bene (soprattutto in base ai tempi che avete) su come spostarvi sulle isole. Come vi dicevo, Lewis-Harris ha un buon servizio di trasporti pubblici ma le altre isole un po’ meno. In generale, le Ebridi Esterne sono isole in cui non bisogna avere mai fretta. Un biglietto A/R per un adulto sul traghetto Ullapool-Stornoway costa intorno alle 20£.
Cosa vedere alle Ebridi Esterne: consigli e informazioni
Prima di passare nel dettaglio a raccontarvi cosa fare e cosa vedere sull’Isola di Lewis, la principale delle Ebridi Esterne, vi devo doverosamente raccontare qualcosa dal punto di vista della cultura di queste isole. Le Ebridi Esterne sono un territorio davvero distante dalla Scozia: sono terre ospitali ma molto abituate alle loro tradizioni e, tra di esse, possiamo annoverare un certo senso di solitudine dovuto alla lontananza geografica. Troverete gente pronta ad accogliervi con un sorriso ma non stranitevi se vi sentirete, a tratti, proprio degli “stranieri” in una terra che non si riesce a comprendere. Dovete tener presente un paio di cose, proprio per non farvi un’idea sbagliata su queste isole.
- La Domenica è un giorno sacro: per la Church of Scotland (leggetevi qualcosa su John Knox) la domenica è il giorno in cui si deve solo pregare e stare in famiglia. Il lavoro è totalmente bandito, così come attività come il gioco per i bimbi o chissà quale altra attività ricreativa. Sull’Isola di Lewis è tutto chiuso di domenica, con due rare eccezioni: il negozio di un distributore di benzina (tutti ve lo sapranno indicare) dove poter prendere dei panini o cose simili e un ristorante indiano a Stornoway, che apre nel pomeriggio. Non ci sono autobus e anche i pub sono chiusi. Per questo motivo, la mia attività della domenica a Stornoway è stato del trekking su un sentiero che parte proprio dal paese.
- Preparatevi all’incertezza e alla casualità, soprattutto se viaggiare con i mezzi pubblici: le risposte del tipo “la fermata del bus è dove ti metti basta che fai un cenno” e “l’autobus dovrebbe passare alle 18 ma forse arriva prima o dopo” sono all’ordine del giorno. È come se sull’isola tutti si conoscessero e sapessero cosa fare e come farsi trovare. Per un viaggiatore è un po’ diverso. Un giorno, l’incertezza sul passaggio dell’autobus mi ha fatto immaginare mille modi per tornare a Stornoway (ero dall’altra parte dell’isola). Poi l’autobus è arrivato e io ho tirato un sospiro di sollievo.
Un’ultima cosa: se volete avere un’idea di come sia socialmente vivere alle Ebridi Esterne, guardate il film di Lars von Trier “Le Onde del Destino“ (in inglese Breaking the waves). È ambientato nelle Highlands ma la sostanza sociale non cambia. Questo vi aiuterà a capire quando sia forte l’impatto della Church of Scotland sulla società delle Ebridi e vi aiuterà a rispondere a domande come “come mai ci sono così pochi pub qui?“. Detto questo, ora vi racconto cosa vedere e cosa fare sull’Isola di Lewis.
Cosa fare sull’isola di Lewis: visitare Stornoway
Stornoway è una piccola cittadina o un paese di medie dimensioni. Fate voi. Statisticamente parlando ha circa 9000 abitanti ed è il secondo agglomerato urbano “insulare” più grande delle isole scozzesi. Il primo è Kirkwall, nelle Orcadi. A livello storico, la città è stata fondata dai Vichinghi nel IX Secolo e fu un porto importante fino alla fine del XVI Secolo. Non ci sono tracce visibili di quel periodo ma proprio ma fu proprio sull’Isola di Lewis che venne ritrovata un’antica scacchiera vichinga, in mostra ora al British Museum. La scacchiera fu una scoperta così importante per la cultura vichinga che una copia è addirittura conservata nel museo delle navi vichinghe di Roskilde, in Danimarca. Con tutta probabilità, quegli scacchi vennero portati lì dalla Norvegia nel XIII Secolo. Stornoway e l’Isola di Lewis sono, inoltre, protagonisti di un romanzo intitolato “L’Uomo di Lewis” e scritto da Peter May. Cosa aspettarsi da Stornoway? Un bel porto, alcune vie davvero carine, tanti luoghi dove passeggiare anche a lungo e i black pudding più celebri del Regno Unito. Sopra la città vedrete un piccolo castello: è privato ed è stato costruito nel XIX Secolo. Proprio attorno al castello si sviluppa una rete di sentieri (il territorio si chiama proprio Castle Grounds) che potrebbe occupare la domenica, proprio come ho fatto io.
Cosa fare sull’isola di Lewis: Le standing stone di Callanish
Avete visto il film “Brave” della Disney o avete dei bimbi o bimbe che l’hanno visto? Allora non vi sarà difficile riconoscere uno dei cerchi di pietra presenti nella zona di Callanish. Le Callanish Standing Stone si divivono in 3 diversi raggruppamenti, uniti tra di loro da un facile sentiero circolare di poco più di un chilometro. Vicino al cerchio principale si trova un centro visite con una piccola caffetteria, i bagni e tante informazioni sul luogo. Ammirare i cerchi di pietra di Callanish è un qualcosa che vale il viaggio sull’Isola di Lewis. Visitare le standing stone è gratuito e si può fare a qualsiasi ora, tra l’alba e il tramonto. Queste pietre si trovano nella parte occidentale dell’isola di Lewis, dove il terreno fatto di torba lascia spazio al mare in una sorta di fiordo dai contorni bassi e irregolari. Visitando Callanish, vi renderete conto di quanto belli e speciali possano essere i cerchi di pietra diversi da Stonehenge. Lì – a Callanish – non vi sarà difficile restare soli con le pietre ed entrare in perfetto contatto con loro. Io sono rimasta seduta quasi un’ora dentro al cerchio principale ed è stato bellissimo. Il cerchio più grande (quello che vedete in foto) è anche protagonista di uno strano allineamento lunare che avviene ogni 18 anni e mezzo circa. L’ultimo è stato nel giugno del 2006. L’autobus da Stornoway arriva proprio a pochi passi dal centro visite.
Cosa fare sull’isola di Lewis: ammirare le Blackhouse di Gearrannan
A circa 14 chilometri da Callanish, troverete il villaggio delle Blackhouse di Gearrannan. Nel caso siate dei buoni camminatori. Potete vedere Callanish di primo mattino, arrivando lì in autobus, e poi proseguire a piedi (circa 2 ore mezza o poco più) fino a Carloway, luogo in cui si trovano le Black House. Eventualmente, da Callanish potete prendere il bus e scendere proprio alla fermata vicina alle Blackhouse. Dalla fermata del bus dovrete camminare, comunque, poco più di un quarto d’ora e vi consiglio di farlo. Perché? Perché scoprirete un qualcosa che rende speciale l’isola di Lewis e Harris. Si tratta del Tweed, il cui nome ufficiale è Harris Tweed. Uno dei più famosi tessuti scozzesi, nasce proprio su quest’isola. Molte case vicine alla strada che vi condurrà alle Blackhouse sono una sorta di laboratorio e non mancherete di notare pezze e pezze di tessuto. Una volta giunti alle Blackhouse, sarete immersi nella meraviglia della storia di queste isole dove la vita non è mai stata facile. Le Blackhouse sono ora un museo ma anche un ostello dove poter soggiornare. Consiglio: portate sempre con voi da mangiare perché, malgrado molti posti siano visitati da turisti (come questo), non ci sono punti di ristoro ma solo dei tavoli dove poter fare un picnic. Partite organizzati.
Cosa fare sull’isola di Lewis: lasciarsi stupire da Eoropie Beach
Se c’è una cosa per cui le Ebridi Esterne sono famose, beh… quella sono le spiagge. Ce ne sono da far invidia addirittura ai Caraibi, se non fosse per il clima. Una delle più belle spiagge dell’isola di Lewis è Eoropie Beach. È bella, vasta, ventosa, selvaggia. Per me è stato un piacere raggiungerla e restare lì un po’ di tempo. Vicino a Eoropie Beach si trova una tea room che potete tenere sia come punto di riferimento per l’autobus, sia per bere un buon tè e mangiare degli ottim dolci. È stato lì che ho scoperto il senso delle Ebridi Esterne per l’improvvisazione, riguardo i mezzi pubblici. Ho chiesto alla persona dietro il bancone “dove lo aspetto il bus?” e lei “mettiti lì fuori dove vuoi. Non appena lo vedi fai un cenno“. Dalla tea room, potete camminare pochi minuti per raggiungere Eoropie Beach. Una volta vista la spiaggia, sempre da lì, potete proseguire fino al faro di Butt of Lewis. Ve lo racconto nel prossimo paragrafo.
Cosa fare sull’isola di Lewis: raggiungere il Faro di Butt of Lewis
Butt of Lewis è considerato il punto più ventoso di tutte le isole britanniche. Non appena arriverete lì, ve ne renderete conto senza nessun problema. Vi basti sapere che io, per riuscire a mangiare, mi sono infilata il poncho antipioggia e lo tenevo fermo con i piedi per poter creare un ambiente senza vento nel quale scartare il mio panino e provare a mangiarlo. La zona di Butt of Lewis è resa preziosa da un faro davvero bello e da un ambiente naturale che non si può descrivere… va visto. Dall’alto della scogliera del faro potrete osservare un’infinità di uccelli marini e, non appena guarderete giù (senza cadere) noterete non so quante foche pronte a giocare e rincorrersi. Ho un’immagine in mente legata a quel faro e a quelle scogliere: ho osservato a lungo un gabbiano planare grazie al vento e, a mio avviso, lui si stava divertendo. In qualche modo, stava giocando. Consiglio anche per quanto riguarda questa zona: l’ultimo avamposto dove recuperare un sandwich è la tea room che vi dicevo prima. Arrivate pronti. A Stornoway, vicino al porto, trovate un supermercato (Tesco) molto grande e superfornito di sandwich e cose da portare con voi. Io facevo rifornimento lì prima di iniziare la mia giornata.
Le Ebridi Esterne, per me
Cosa posso dirvi di un luogo dove wilderness e perditudine sono di casa? Anni fa, mi feci una promessa: prima o poi avrei visitato tutte le isole britanniche. E, ve lo assicuro, non sono di certo poche. Le Ebridi Esterne sono il perfetto esempio di quanto le isole attorno alla Gran Bretagna possano essere diverse tra loro e tutte molto interessanti. Interessanti sì, ma difficili a modo loro. Il primo pensiero da fare quando si visita un luogo come l’isola di Lewis è che si è totalmente ospite. E, come ospite, si cammina in punta di piedi, come se non si volesse disturbare. Ve l’ho detto: sarete accolti col sorriso ma la gente – da quelle parti – è abituata al “non-casino” e tale deve restare l’atmosfera delle Ebridi Esterne. Io, in quei posti, ho trovato davvero quel senso di perditudine che tanto cerco quando sono su di un’isola. L’odore della torba misto a quello della terra; il sentore di sale addosso perché il mare, lì, è davvero sovrano. L’aria fredda del mattino e quella tiepida del resto giorno mi hanno avvolta a ogni passo. Se desiderare un viaggio tutto cozyness e comodità, queste isole non fanno per voi. Se, invece, avete voglia di camminare e di diventare un tutt’uno con l’ambiente che vi circonda, allora le Ebridi Esterne sono il posto che fa per voi. Io ci ho aggiunto tanta gioia, respiri infiniti e quel pizzico di curiosità che non guasta mai. Ecco la ricetta per gustarsi un posto come l’isola di Lewis. Parola mia.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Sogno anche io di visitarle un giorno e grazie per le tantissime informazioni che ci hai dato. Adoro l’atmosfera delle isole e ne ho avuto solo un assaggio a Skye, vorrei replicare ❤️
Come dicevo nel post, Skye è tutta un’altra cosa: tra Ebridi interne ed esterne c’è davvero tanta differenza ed è magnifico che sia così.