Come spesso accade, non ci accorgiamo delle bellezze che abbiamo vicino a casa. O meglio, dedichiamo a queste bellezze casalinghe troppo poco tempo. Io mi sono ripromessa di dare loro il giusto spazio. Ecco perché ho scoperto la meraviglia dell’Abbazia di Nonantola o del Castello di Montecchio Emilia. Tra le meraviglie da visitare in un weekend in giro per l’Emilia-Romagna c’è il Castello di Montegibbio, sulle colline sopra Sassuolo. Come organizzarsi per visitarlo e perché farlo?
Dove si trova il Castello di Montegibbio e come visitarlo
Sembra che il toponimo Montegibbio derivi dal latino Mons Gibus, ovvero monte con la gobba. Il nome veniva probabilmente usato in antichità per indicare le colline che anticipano i rilievi dell’Appennino Tosco-Emiliano. I primi documenti che attestano la presenza di un castello in questa zona sono del X Secolo e, stando ai registri, le terre su cui posa il castello erano della famiglia di Matilde di Canossa. Il castello cambiò proprietario con lo scorrere dei Secoli e cambiò anche aspetto, fino ad arrivare a quello attuale che lo mostra come una corte raccolta con degli edifici signorili, con tanto di chiesa privata. Dal 1972 è proprietà del Comune di Sassuolo, con quote anche della Provincia di Modena. Come si può visitare il Castello di Montegibbio? Semplice. Attualmente, l’interno del castello è chiuso al pubblico ma il parco e il cortile sono aperti al pubblico. Visitarli è molto bello, benché non si abbia accesso alle stanze. Il Castello di Montegibbio si raggiunge seguendo la SP20, strada che parte appena superato il centro di Sassuolo.
Cosa aspettarsi dalla visita al Castello di Montegibbio
Cosa aspettarsi da un castello con le porte chiuse? In primis, una visita in totale tranquillità e totalmente immersa nel verde. Il Castello di Montegibbio, infatti, è attaccato a un grande parco chiamato Parco Giuseppe Medici. Proprio vicino all’ingresso del castello ci sono dei cartelli che indicano anche i sentieri presenti nel parco. Si tratta di un luogo perfettamente verde dal quale godersi la bellezza dell’Appennino Tosco-Emiliano e guardare dall’alto una parte della provincia di Modena. Aspettatevi quindi una grande corte tutta da scoprire, porte antiche da osservare, piante da fotografare e tante storie da immaginare. Iniziamo la visita a questo castello con le porte chiuse?
Prima Tappa: il panorama
Quando fate un giro sull’Appennino Tosco-Emiliano, i parcheggi non sono mai solo dei parcheggi. Sono delle vere e proprie piattaforme panoramiche dalle quali ammirare la pianura. Personalmente non amo la pianura ma amo i punti in cui osservare la pianura che diventa collina. Non appena la strada sale da Sassuolo verso l’Appennino, si raggiungono dei punti veramente panoramici e il parcheggio del Castello di Montegibbio non fa eccezione. Tenetelo presente. Il parcheggio è grande ed è gratuito.
Il cortile del Castello di Montegibbio
Il cortile del Castello di Montegibbio racconta varie epoche di crescita e formazione del nucleo stesso del castello. Ci sono la casa nobiliare, così come l’edificio che ora è utilizzato come un’acetaia. Il nucleo del castello possiede anche una propria chiesa che, stando a quanto si dice, è davvero un piccolo capolavoro. Il cortile è ben tenuto e viene spesso utilizzato per eventi tipo rappresentazioni teatrali e concerti. Consiglio: mentre passeggiate per la corte, osservate bene gli eventuali stemmi che troverete sui vari edifici: essi sono come una sorta di “firma” che attesta la proprietà del castello attraverso i secoli.
La chiesa di San Pietro
La Chiesa di San Pietro attuale risale al XVIII Secolo, in quanto a interventi architettonici. Ci sono stati importanti interventi anche nel XIX Secolo. Sembra, però, che una chiesa lì ci sia sempre stata, fin da quando è sorto il nucleo originario del castello. Non è dato di sapere come fosse questa chiesa ma sicuramente possiamo lavorare di fantasia. La chiesa è ancora debitamente consacrata e utilizzata in momenti particolari dell’anno. Al suo fianco c’è ancora la canonica che, a quanto sembra, è sempre stata usata fino a poco prima della Seconda Guerra Mondiale. Altra notizia storica: la Seconda Guerra Mondiale si è fatta pesantemente sentire da quelle parti. Ci sono dei pannelli informativi che vi racconteranno tutto.
L’Acetaia comunale del Castello di Montegibbio
Uno degli edifici che si affaccia sul cortile del Castello di Montegibbio è, dal 2003, l’Acetaia Comunale di Sassuolo. Ci sono molti edifici storici, tra le Pronvince di Reggio Emilia e Modena, che vengono utilizzati come acetaie comunali. Alcuni comuni, infatti, producono da molti anni il proprio Aceto Balsamico Tradizionale, per omaggiare eventuali ospiti o personalità in visita. Il Comune di Sassuolo non fa eccezione e ha scelto il Castello di Montegibbio per la produzione del proprio aceto. Perché un posto così? La sua posizione a circa 300 metri lo rende speciale per la ventilazione. L’acetaia sicuramente si troverà nel sottotetto, dove è garantito del gran calore durante l’estate e del buon freddo (e umido) nella stagione invernale. È questa alternanza, oltre alla qualità delle botti e la qualità del mosto, che innesca quella speciale magia che dà vita all’aceto balsamico tradizionale.
Il Castello di Montegibbio, per me
Si parla spesso di dare una possibilità al territorio nel quale viviamo e troppo spesso lo diamo per scontato. “Tanto vivo qua e faccio presto ad andare a vedere quel castello”. Facciamo con i luoghi quello che spesso facciamo con le persone: più le abbiamo vicino, più le consideriamo sempre lì a nostra disposizione. Alzi la mano chi non ha mai fatto un qualcosa di simile con un posto a poca distanza da casa. È proprio perché non accada più, almeno per quel che mi riguarda, che, ogni tanto, apro la mappa della mia zona e cerco, cerco con insistenza qualcosa che possa essere visitato, ammirato e poi raccontato. Il problema? Che tanti luoghi sono chiusi per impossibilità di gestirli degnamente. Questo mi rende triste ma, invece di darmi per vinta, mi spinge ancora di più a cercare e trovare. Ecco perché ho visitato il Castello di Montegibbio e sono stata felice di quella scoperta malgrado non abbia messo piede dentro agli edifici che formano la corte. Ecco perché il consiglio che vi do, al di là di visitare il Castello di Montegibbio, è di cercare, cercare e raccontare la vostra terra.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Sono bolognese e non avevo mai sentito nominare il Castello di Montegibbio… e questo dimostra come tu abbia ragione. Il mio spirito da esploratrice tende a risvegliarsi solo quando mi allontano da casa! Ma cosí si rischia di non vedere piccole gemme come questa. Una cosa che ho notato da quando vivo in Inghilterra è come qui ci sia un grande amore per i monumenti e luoghi storici. E tutti contribuiscono attivamente al loro mantenimento, non solo con donazioni ma soprattutto con moltissimo volontariato. In pratica non si delega tutto alle autorità (che ovviamente hanno un ruolo fondamentale) ma ci si tira su le maniche in prima persona per fare qualcosa… forse mi sbaglio, ma lo vedo un pò più raramente in Italia…
Sai quante cose attorno alla tua città devo ancora vedere?
Questi sono i luoghi che amo io, certo mi piace visitare le grandi città o conoscere nuove nazioni, ma sono I luoghi come questo ad avere il mio amore incondizionato. Non so se perché nelle grandi città rimane sempre qualcosa che non hai visto oppure perché vivo in una realtà piccola o forse è perché sono fatta strana. 🤔☺️
Anch’io amo molto i luoghi piccoli. Nelle città mi sento persa.