Come ho trascorso, un po’ di mesi fa, il mio ultimo giorno a Copenhagen? Avevo il volo verso sera e ho deciso di visitare due luoghi: uno è stato il Rosenborg Slot. Prima di recarmi in questa splendida residenza reale danese, ho pensato bene di visitare un posto un po’ particolare. Si tratta di un cimitero e, più precisamente, l‘Assistens Kirkegård, nella zona di Nørrebro. Questo cimitero è sicuramente uno di quei posti da visitare gratuitamente a Copenhagen. Per me è stata una tappa obbligata. Lì sono sepolti, infatti, tre uomini che avrei voluto conoscere nella mia vita. Visitare l’Assistens Kirkegård è stato il mio modo per redere loro il giusto omaggio. Anche questa è un’esperienza di viaggio da fare.
Dove si trova l’Assistens Kirkegård e come raggiungerlo
Partiamo dalla lingua danese: Kirkegård vuol dire cimitero. O meglio terreno della chiesa. Gård vuol dire anche fattoria, terreno da coltivare. Detto questo, vi dico che l‘Assistens Kirkegård si trova lungo un viale che si chiama Jadgvej. Per raggiungere il cimitero potete usare i mezzi pubblici (compresi nella Copenhagen Card, nel caso l’abbiate), in due differenti opzioni:
- O prendete la metro dalla stazione centrale fino a Nørrebros Runddel Str. La metro è ma M3
- O prendete l’autobus 5C e scendete Sjællandsgade (via che incrocia Nørrebrogade)
Io ho preso come punto di riferimento la stazione centrale di Copenhagen perché dormivo lì vicino e mi era molto comodo potermi spostare da lì. Se scegliete il bus, come ho fatto io, chiedete di indicarvi una delle fermate relative al cimitero. La zona delle sepolture è molto grande e ci sono tantissime fermate utili per trovare un’entrata o un’altra.
Consigli e informazioni per visitare l’Assistens Kirkegård e come raggiungerlo
Avete presente i nostri cimiteri, tutti silenzio, cipressi, acqua per i fiori e così via? Ecco, dimenticatelo. Il viaggio che ho fatto in Danimarca mi è servito anche per entrare in contatto con la spiritualità da controriforma, perfettamente diffusa nel paese. Cambiano le chiese, cambia il modo di riferirsi alla religione e cambia il modo di considerare i cimiteri. L’unico luogo cattolico in cui ho trovato un’atmosfera simile è stato il Zentralfriedhof di Vienna, forse perché immenso e molto visitato. Mi spiego meglio: quando sarete all’interno dell’Assistens Kirkegård vi renderete conto che il cimitero è utilizzato come parco pubblico. C’è un asilo che si confina con esso e i bimbi si fanno sentire; ci sono le mamme che passeggiano con le carrozzine, ci sono i ciclisti che girano tranquilli. Questo mi stranisce piacevolmente ogni volta che entro in contatto con un luogo così. Detto ciò, vi dico che:
- Ovviamente non si paga nulla per entrare all’Assistens Kirkegård.
- Solitamente il cimitero è aperto dalle 7 del mattino fino alle 22. Tutti i giorni
- All’ingresso troverete la mappa del cimitero su di un cartellone e delle mappe più piccole da portare con voi. Prendetele se volete trovare qualcuno.
- Il Cimitero fa parte di un centro culturale dove si fanno anche rappresentazioni teatrali
- Ci sono dei bagni in prossimità dei vari ingressi.
Cosa aspettarsi dalla visita all’Assistens Kirkegård di Copenhagen
Cosa aspettarsi da una mattina passata a passeggiare al cimitero? Sinceramente, molto dipende da voi e solo da voi. Vi spiegherò più avanti ciò che è stato l’Assistens Kirkegård per me. Quello che dovete aspettarvi è un luogo sorto nel XVIII Secolo, come cimitero sia per chi non poteva permettersi un funerale (ecco perché “Assistens”) che per gente abbiente. Il cimitero venne aperto nel 1760 e fu voluto dai sovrani di quel periodo, una sorta di Golden Age per la Danimarca. La prosperità aveva portato Copenhagen a ingrandirsi e fu necessario avere nuovi cimiteri, tra i quali annoveriamo questo. Nel XIX Secolo, era quasi di moda fare i pic-nic lì. L‘Assistens Kirkegård divenne un posto molto quotato. Sarà per quello che è diventato il luogo di sepoltura di molti danesi famosi e abbienti? Come vi dicevo, io sono andata lì per tre uomini: Søren Kierkegaard, il filosofo; Hans Christian Andersen, lo scrittore di favole; Niels Bohr, il fisico. Ora vi racconto un po’ com’è andata.
Søren Kierkegaard, il filosofo che inventò l’esistenzialismo
Per lui sono entrata al Black Diamond, la biblioteca nazionale danese. Per lui sono andata all’Assistens Kirkegård. Fa quasi sorridere (manie da linguista, perdonatemi) che uno che si chiama Kierkegaard sia sepolto al Kirkegård. Le due parole si pronunciano allo stesso modo e sono due modi diversi di scrivere lo stesso termine. Insomma, lui si chiamava Søren Cimitero: nomen omen. Non so se vi ricordate le teorie di Kierkegaard: di solito si studiano a cavallo tra la quarta e la quinta liceo. Spesso le teorie di Kierkegaard vengono messe in parallelo (non per epoca ma per significato) con i quadri di Munch, giusto per restare in Scandinavia. Spesso, e penso volentieri, Kierkegaard viene accostato a Schopenhauer. Sicuramente disperazione, angoscia e mancata risposta sul senso della vita fanno parte del suo pensiero. Ma è riduttivo finirla qui: leggetelo e riflettete. Io a lui devo molto, credo per contrapposizione. Sono una persona positiva e trovo forza nel contrasto con l’apatia morale e amo essere resistente e resiliente. Probabilmente è stato anche il suo modo di vedere le cose (assieme a Schopenhauer) che mi ha spinta a essere sempre più convinta del mio modo di vedere il mondo, del mio non sentirmi mai sconfitta da un qualcosa di più grande. Søren Kierkegaard è stato il mio primo pensiero danese: se vado a Copenhagen, mi dissi, voglio andarlo a salutare. E così ho fatto. Se fosse nato in quest’epoca, Kierkegaard sarebbe stato una rock star. Parola mia.
Hans Christian Andersen e i primi libri che lessi
Alzi la mano chi non ha mai letto una favola di Andersen! Quell’uomo è “colpevole” di molti dei miei voli pindarici ed è stato forse uno dei primi autori che io abbia letto. In casa di mia nonna Cecilia, c’erano alcuni libri stampati negli Anni ’50 (che non sono stati salvati quando mia nonna è morta, mannaggia!): Piccole Donne, Piccole Donne Crescono, Pattini d’Argento e le Favole di Andersen. Io iniziai a leggerli non appena seppi mettere assieme le parole e dare loro un senso. Mi sembrava giusto andarlo a trovare e rendergli omaggio. Lui è un po’ la super star dell’Assistens Kirkegård di Copenhagen. Solitamente la gente va lì per lui e, a testimonianza di ciò, posso dirvi che la sua tomba è indicata con tanto di frecce. Io sono riuscita a vivere un momento solitario al suo cospetto e mi sono sentita bene. Mi è piaciuta una cosa che non si nota dalla foto: sul basamento della tomba, molte persone avevano appogiato delle penne biro, quasi come a voler sottolineare la fama dello scrittore.
Niels Bohr e la meccanica quantitista
Niels Bohr fu il fisico che vinse il Premio Nobel per la fisica nel 1922. Egli fu – se mi è concesso dirlo – un po’ il papà della meccanica quantistica. Veniva da una famiglia non proprio normale, per così dire. Suo padre, per esempio, era un medico e studiò a fondo l’emoglobina e il suo comportamento. Suo fratello Harald, sepolto qui con lui, fu un essere quasi mitologio: matematico e calciatore allo stesso tempo. Tutta la famiglia Bohr è sepolta in una porzione di terreno all’Assistens Kirkegård e c’è da chiedersi di cosa sia infusa ora quella terra. Bohr è uno di quegli uomini che, pur occupandosi di scienza, ha influenzato immensamente il mondo del pensiero e delle letteratura. Parlare di teorie quantistiche apre un universo intero a livello di ragionamenti sulla vita e Bohr seppe influenzare il mondo. Altro che gli influencer di ora. Fu amico di Einstein e la sua figura è così forte anche ai giorni nostri da essersi guadagnato un posto in produzioni teatrali e addirittura graphic novel. Un cratere lunare porta il suo nome, così come una delle valli del nostro satellite. Mica pizza e fichi: un uomo così meritava più di un saluto. O no? Ah, un’ultima cosa: li vedete i dadi sul basamento della sua tomba? Bene, stanno a Bohr come le penne biro che vi raccontavo prima stanno ad Andersen. Sono il simbolo delle teorie quantistiche e qualcuno ha salutato Bohr così. Che spettacolo!
La visita all’Assistens Kirkegård di Copenhagen, per me
Ieri ho toccato, con le mie parole, il tema dell’eternità. O ci sono andata vicino. Amo visitare i cimiteri perché sono vittima di Edgar Lee Masters e della sua Spoon River. Mi viene naturale girare per viali e vialetti e leggere i nomi delle lapidi, le date di nascita e morte e chiedermi chissà com’è andata la vita di quella persona. Che voce avesse, cosa le piacesse, se abbia sofferto o no. Mi piacciono i cimiteri dove sono sepolte le persone per le quali provo della grande ammirazione: non avendo potuto frequentarle in vita, rendo loro omaggio nell’eternità. So long lives this, so long live thee scriveva Shakespeare e ci saranno persone consegnate all’eternità per ciò che le loro menti hanno prodotto. Io andrò sempre in cerca di queste persone. Davanti a loro, io mi sento piccola e questo mi aiuta a volere di più da quella che sono. Ecco perché ero lì.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata
Sono stata a Copenaghen e mi è piaciuta tantissimo! Non ho però visto l’assistens Kirkergard dovrò tornare e recuperare. Non è un grande sacrificio, sono partita con l’idea di tornare presto.
Anch’io voglio tornare presto perché vorrei dare alla città una nuova lettura.
Proprio poco tempo fa sotto consiglio di un amico sono andata a visitare il cimitero di Vienna, ho subito compreso cosa intendevi quando hai descritto quello di Copenaghen, per me è stato stranissimo vedere addirittura persone correrci come se fosse un vero e proprio parco pubblico
Il Cimitero di Vienna è l’unico, in un paese cattolico (benché il cimiterio sia multireligioso) con quelle caratteristiche. Almeno l’unico che ho visto io finora.
Sono stata a Copenhagen, ma non ho avuto modo di visitare questo luogo. Mi ha colpito molto del tuo racconto il concetto diverso che hanno i danesi sul cimitero: non come luogo triste dove si fa silenzio e si resta composti, ma come un parco dove portare anche la famiglia. Che strano! Anch’io ho amato Andersene hai fatto bene a visitare la sua tomba.
In generale, i cimiteri dei paesi protestanti sono più “easy”, non so come dire…