Lunedì per me inizia a essere sinonimo di interviste e mi piace molto. Mi piace raccontarvi la gente che stimo, proprio come è successo con Anna e la sua Islanda la settimana scorsa. Oggi vi porto a visitare l’Engadina, una mitica parte di Svizzera che fa parte di uno dei cantoni che più amo: il Canton Grigioni. I Grigioni sono patria di un grande parco nazionale, sono il luogo dove nasce il Reno e dove ci sono le terme di Andeer, un piccolo pezzo del mio cuore. Quando vivevo in Svizzera ci andavo spesso. Sono stati proprio i post che ho scritto sui miei anni svizzeri che mi hanno fatto incontrare Giada. C’è già un’intervista, su questo blog, dedicata a lei e al suo viaggio in Nepal. Da quell’intervista, Giada ha cambiato vita: è diventata un’artista e si è trasferita proprio in Engadina. Oggi è qui per raccontarsi sotto questa nuova forma e per dirci perché visitare l’Engadina, durante un viaggio in Svizzera.
Ciao Giada, raccontaci chi sei.
Ciao :-), sono un’artista ticinese (Svizzera) che circa 3 anni fa ha deciso di trasferirsi in Engadina, tappa all’interno di una serie di cambiamenti che mi hanno portato a lasciare prima il lavoro fisso e in seguito tutto il resto, compresa la terra d’origine. Un giorno mi son detta “e se provassi a trasferirmi là?”, e così ho fatto, senza conoscere nessuno e nemmeno la lingua del posto. Però sapevo come mi faceva stare in quanto ci andavo in vacanza, e questo mi è bastato, così sono partita.
Eri già stata protagonista di un’intervista anni fa, per parlare del tuo viaggio in Nepal. Cosa è cambiato da allora?
Ormai son passati più di vent’anni da quel viaggio, ma se ripenso a quei luoghi, a quella luce, a quel senso di vastità che ti pervade, ti cattura e ti porta con sé sollevandoti mi vien da dire tutto e niente. Tutto perché effettivamente ho cambiato completamente la parte “pratica” della mia vita, dal lavoro alla casa alla maggior parte delle relazioni, mentre nulla se penso che in fin dei conti questi anni mi sono serviti per tornare a quella sensazione, a quello stato d’origine, a quella verità.
Tu sei un’artista: come mai hai scelto l’Engadina come base?
L’Engadina è un vasto altipiano situato a 1’800 msm, ricoperto di larici, pini cembri e laghi, attorno al quale si stagliano le Alpi con i suoi ghiacciai tra i quali spicca il massiccio del Bernina, la cui cima supera i 4’000 msm; le condizioni ideali affinché luce, meraviglia e ispirazione possano apparire e moltiplicarsi. Quando prima dicevo che ho scelto l’Engadina per come mi faceva stare intendevo proprio questo: non tanto stare bene o male, ma stare e basta, qui, presente, sull’attenti. In pratica l’ho scelta perché qui mi sento sveglia, condizione indispensabile per un lavoro basato sullo sviluppo personale da cui far nascere germogli attraverso l’espressione artistica.
Vivi in Engadina da un po’: tutti conoscono St.Moritz per questioni di bellezza e jetset. Quali sono i tuoi luoghi in Engadina e perché?
Diciamo che St. Moritz e l’Engadina negli ultimi anni hanno lavorato molto per offrire un’immagine più ampia di sé, oltre la moda e il jet set. Oggi la concorrenza non è più limitata alle altre location esclusive europee, ma si ha a che fare con il mondo intero, raggiungibile in un giro d’aereo. E così si sono reinventati, sviluppando servizi sempre all’altezza della loro fama ma per un mercato globale e con offerte più variegate come l’arte (sta diventando il nuovo salotto d’Europa di Fondazioni e e Gallerie), la tecnologia (si stanno effettuando investimenti per farla diventare una seconda Silicon Valley) lo sport d’élite (arrivano nomi e squadre da tutto il mondo), il benessere per ogni fascia d’età e l’organizzazione di grandi e spettacolari eventi.
Ad esempio l’anno scorso si è svolto l’addio al celibato di un indiano durato 4 giorni, con 850 ospiti e costato più di 100 milioni (il suo patrimonio è stimato 44mia di dollari, quindi poca roba per lui ;-)), con giochi di elefanti nelle hall degli hotel, un parco dei divertimenti gigante costruito in mezzo alla neve e carrozze illuminate che giravano per una città blindata. Si dice che alla festa la musica di “intrattenimento” sia stata data in mano a Beyoncé e ai Coldplay, ma di voci ne sono girate molte, non so quanto attendibili. A me diverte molto vedere tutto ciò ma sinceramente preferisco la pace e la tranquillità dei boschi e, considerando che l’Engadina offre più di 700 km di sentieri, è sufficiente togliersi da quel paio di percorsi piantonati dai turisti et voilà, anche in alta stagione si può vivere la montagna nella sua esclusività.
Tre consigli di viaggio: un must-see, un luogo quasi segreto e un consiglio su cosa mangiare da quelle parti.
Qui le cose da vedere sono soprattutto legate al come le si vuole raggiungere e in quale periodo dell’anno. L’autunno, con i larici color oro e i laghi a specchio, è secondo me uno spettacolo incredibile da non perdere, come però anche l’inverno, dove i laghi ghiacciati diventano le nuove piazze su cui è possibile non solo camminare o fermarsi a bere un caffè ma anche assistere a giochi coi cavalli come lo Snow-polo o il White-turf, senza dimenticare le numerose piste da sci dove la neve non manca mai. L’estate è terra di mountainbiker, kitesurfer, escursionisti, corridori, amanti dei cavalli e degli sport estremi, ma anche come semplice fuga da città sempre più roventi. Inoltre sono sicura che un viaggio con il treno rosso del Bernina, patrimonio Unesco, non potrebbe lasciare nessuno indifferente.
Un luogo che consiglio sempre è la Val di Fex. La si può raggiungere a piedi o in bicicletta o, per i più pigri, in carrozza. Si parte da Sils-Maria, altro gioiellino Engadinese, paese in cui hanno soggiornato Nietzsche, Alberto Giacometti, Giovanni Segantini ma anche Claudio Abbado, Ludovico Einaudi e tanti altri artisti. È una valle di una bellezza indescrivibile, laddove la perfezione si propaga nell’atmosfera donando una serenità che va oltre il semplice relax; torni e sei in pace con il mondo, ogni cosa si ridimensiona e il disegno si può mostrare nella sua interezza.
La cucina di qui è simile a quella valtellinese con influenze svizzero tedesche, quindi si va dai pizzoccheri ai capuns, da ogni tipo di salsiccia ai numerosi e squisiti formaggi a pasta molle o dura, da gustare accompagnati da diverse tipologie di pane (nelle panetterie se ne possono trovare fino a 40 tipi diversi). Dolci ce ne sono molti e di deliziosi, anche se i più conosciuti sono il pane alle pere, la torta di noci e la torta engadinese Kochendörfer con pasta frolla, crema al burro e vaniglia e coperchio di mandorle. Ma ovviamente, per i più esigenti, la presenza costante di chef stellati e festival gourmet offre alternative di sicuro valore culinario, senza dimenticare una delle più rinomate whiskerie al mondo presso l’hotel Waldhaus am See, con una selezione di più di 2’500 etichette tra cui un Macallan del 1878.
Dove possiamo ammirare le tue opere?
A inizio agosto ho traslocato in un nuovo atelier a St. Moritz, il quale vorrei diventi non solo un luogo di lavoro ma anche uno spazio espositivo e di incontro. La maggior parte delle mie opere si possono quindi visionare direttamente in Via Aruons 17, mentre il dipinto #fenice sarà esposto da ottobre a febbraio presso la Galleria Spazio 1b di Lugano.
Per le persone più distanti invece sul mio sito www.giada.ch o sulla mia pagina Facebook parlo sovente delle creazioni e dei progetti in corso, in quanto i miei dipinti nascono da racconti di persone raccolti tramite appelli lanciati nella rete quindi insomma, seguirmi permette non solo di vedere un’opera durante il suo sviluppo pittorico ma anche partecipare in prima persona alla creazione di un quadro. Per farlo è sufficiente inviare un messaggio vocale via Whatsapp, dal cui ascolto mi lascio in seguito ispirare nella creazione. Con il mio concetto cerco di sensibilizzare sull’importanza dell’esperienza, sulla condivisione e sull’apparire, condizione necessaria da cui partire per poter tornare a vedere e finalmente accorgersi di ciò che sta accadendo, ovunque.
[Riprendo la parola io, la Giovy]
Se c’è una cosa che ho sempre adorato di Giada – e che per me la identifica nella mia mente – è il suo sorriso davvero aperto verso il mondo come fosse un abbraccio. Leggendo la sua intervista, l’ho immaginata così: sorridente come sempre, positiva come non mai. Per me è bello inziare il lunedì con una carica così. Grazie Giada per averci portato in Engadina con le tue parole.
Tutte le foto sono © Giada Bianchi – riproduzione vietata.
Trovare e vivere in un luogo “ispirante” è una delle più grandi fortune della vita. Io lo so bene.
Ma la fortuna vera è poterci vivere.
Sono completamente d’accordo.
Sono stata in queste zone solo una volta a bordo del Trenino Rosso del Bernina, un’esperienza bellissima che mi ha lasciato senza parole. Ricordo di essermi commossa alla vista dei ghiacciai a pochi metri dalla linea ferroviaria! Mi piacerebbe tornarci, magari, come avete suggerito, in autunno perché amo i colori della natura in questa stagione.
Devi provare la statale che segue in Reno: per me è speciale.