Se sei nato alla fine degli anni ’70 e ti sei ritrovato a essere adolescente negli anni ’90, probabilmente avrai una mecca da visitare prima o poi nella vita: il MoPop di Seattle, ovvero il Museum of Pop Culture. Molti italiani lo chiamano il Museo della Musica e il nome non è poi così sbagliato. Il MoPop di Seattle è stato voluto dal socio di Bill Gates – ovvero Paul Allen, co-fondatore di Microsoft – nel 2000 per celebrare molta di quella cultura made in Seattle. Spesso (soprattutto io) parliamo di Grunge ma Seattle fu un centro di grande rilevanza anche per la fantascienza e il fantasy. Vale la pena di visitare il MoPop a Seattle? Vi dico solo che non sarei più uscita, fate voi.
Dove si trova il MoPop a Seattle
Raggiungere il MoPop a Seattle è molto facile: questo museo si trova proprio di fianco allo Space Needle, in quell’area nata nei primi anni ’60 (nel 1962, per la precisione) che consegnò Seattle all’immaginario collettivo fantascientifico: questa parte di città fu, in quegli anni, il simbolo di un mondo futurista e futuribile. Per questo il museo, sorto nel 2000, si trova lì e ha una vasta collezione di oggetti legati alla fantascienza. Il museo è aperto tutti i giorni dalle 10 del mattino alle 17. Un paio di parole sull’edificio che contiene il museo: la struttura è stata disegnata niente di meno che da Frank Gehry, ovvero l’architetto che ha creato il Guggenheim Bilbao. Tra le altre cose. A me è sembrato una sorta di nuvola solida, non so spiegarmi diversamente. Un contenitore pazzesco, capace di dar vita a un sogno. Fermatevi a guardarlo prima di entrare.
Consigli e informazioni per visitare il MoPop di Seattle
Il Museum of Pop Culture di Seattle è molto frequentato: l’ideale sarebbe riuscire a prenotare il proprio ingresso online. I biglietti costano 30$ e si possono acquistare dal sito ufficiale del museo. All’ingresso troverete varie file: se avete comprato i biglietti online, sarete nella fila più veloce. Idem se siete in possesso del Seattle City Pass: questo pass costa 99$ e comprende 5 attrazioni cittadine, tra le quali lo Space Needle e il MoPop. Il museo, soprattutto se siete appassionati di ciò che mostra come me, vi richiederà almeno 3 ore di permanenza. Più una mezz’ora qua e là per piangere dall’emozione, come è successo a me. Consiglio che mi viene dal cuore: non prendetelo sotto gamba. Dategli tempo. Il luogo è caotico e con la musica spesso alta: se lo visitate con dei bimbi, fate attenzione. Al suo interno c’è una caffetteria e troverete molti distributori d’acqua. Arrivate provvisti di borraccia.
Cosa vedere al MoPop di Seattle
Cosa si può vedere al MoPop di Seattle? Come vi dicevo, questo museo così belli si concentra principalmente su tre filoni, tipici della cultura pop:
- La musica: soprattutto Made in Seattle, con mostre fisse e temporanee
- La fantascienza: con cimeli di ogni tipo
- Il fantasy: altra sezione piena di cimeli, pronta a diventare sempre più grande
Il luogo è speciale, pieno di gente appassionata, nerd di ogni genere e fan pronti a piangere alla prima nota della loro canzone preferita. Io facevo parte di quest’ultimo gruppo di persone. Vi racconto subito come vi accoglierà il MoPop di Seattle, prima di inoltrarci nelle varie sale. L’ingresso sembra un grande auditorium dove uno schermo concavo vi mostrerà le immagini dei video musicali o dei concerti dal vivo di tanta, tantissima gente. Ci sono anche dei momenti in cui vengono passate le immagini di un’orchestra sinfonica che suona la Marcia Imperiale di Star Wars. Su questo schermo appariranno anche le parole e i volti di chi ha lasciato qualcosa in quel museo. Fermatevi un secondo: ascoltate, guardate, lasciatevi prendere. Quello che sto per raccontarvi, come sempre, non è tutto. Non voglio togliervi la sorpresa.
MoPop di Seattle: la sala dei Pearl Jam
L’interno del MoPop di Seattle è un labirinto di corridoi, luci e stanze da scoprire. Il mio interesse primario era rivolto ai Pearl Jam, gruppo che io amo dai tempi della mia adolescenza. L’esposizione è un insieme di cimeli e musica, una sorta di mappa che porta dritti dentro al mondo di Eddie Vedder e soci. La mostra dedicata a questo gruppo di Seattle è davvero fatta molto bene: le vetrine sono ben disposte e ci sono cose che mandano giù di testa. Io ho cominciato a piangere non appena ho visto i quaderni sui quali Eddie scrisse le canzoni. Ogni stanza dedicata a un gruppo possiede alcune salette interne con un impianto audio fenomenale: sedersi lì è come essere a un concerto di quel gruppo. Il destino ha voluto che io arrivassi nella prima saletta dedicata ai Pearl Jam mentre veniva trasmessa I am mine, una canzone che io adoro.
MoPop di Seattle: la sala dei Nirvana
Seattle per me fa rima, essenzialmente, con Pearl Jam, Nirvana e Soundgarden. L’esposizione dedicata ai Nirvana era affollata come non so cosa. La cosa bella? Quella folla era composta, attenta ai filmati, scrutava le bacheche e le descrizioni come se stesse consultanto un testo sacro. In quel momento, mi sono sentita parte di un gruppo con la stessa voglia di nostalgia e la stessa riconoscenza verso Kurt Cobain e tutto il gruppo. L’esposizione è ricca di oggetti che, per me, valgono milioni come la chitarra usata da Cobain nel famoso Unplugged di MTV. Una meraviglia da far venire le lacrime agli occhi.
MoPop di Seattle: la sala della fantascienza edel fantasy
Mi spiego subito: sono, giustamente, due sale diverse. Fantascienza e Fantasy si parlano ma non si mischiano. Ve le racconto entrambe in questo paragrafo perché, nella sala del Fantasy, ho trovato cose interessanti ma in numero esiguo rispetto all’altra. Fantascienza e Fantasy sono di casa in questo museo. La sala dedicata alla Fantascienza è increbibile (ah, dimenticavo… c’è anche una folta sezione Horror) perché mette in mostra cose mitiche come il costume di Robin Williams, usato per Mork e Mindy. C’è anche la maglia del Signor Spok, della serie classica di Star Trek. C’è il vestito di Caprica 6 di Battlestar Galactica… ma non finisce lì. Nella zona Fantasy potete trovare alcune cose legate a Harry Potter, come il cappello della Professoressa McGranit. Preparatevi a farvi spazio tra la folla.
MoPop di Seattle: la statua di Chris Cornell
Lo sentite il rumore del mio cuore che va in pezzi? Ecco, è andato in pezzi anche quando ho visitato il MoPop e ho deciso di tenere per ultima la visione della statua dedicata a Chris Cornell, leader dei Soundgarden. Il mio cuore è andato in pezzi anche il 18 maggio del 2017, quando Chris è morto e io mi sono messa a piangere come fosse morto un amico carissimo. Perché, in fondo, lui lo era per me. Fuori dal MoPop di Seattle, dal 2018, c’è la statua che lo ricorda. Io ho posato dei fiori ai suoi piedi e piangevo di nuovo come non so cosa. Quando gli dei cadono, fa sempre male.
Visitare il MoPop di Seattle, per me
Quanto tempo ho? Quanto posso scrivere? Quanto siete disposti a leggere? Scherzi a parte, credo sia difficile per me fare una sorta di classifica dei luoghi che volevo vedere a Seattle, una sorta di scala della loro importanza. La mia giornata a Twin Peaks resterà per sempre dentro me, così come la vista dallo Space Needle o quella dal ferry per Bremerton. Non c’è cosa che io non ricorderò di quella città ma la visita al MoPop ha segnato un punto davvero bello forte. Quando mi sono ritrovata davanti agli abiti dei Pearl Jam, ho visto una delle varie camicie a quadri di Eddie Vedder e mi sono ricordata delle mie personali camicie a quadri, una delle quali è dentro un baule dal quale non mi separerò mai. Al MoPop di Seattle ho finito i fazzoletti di carta da quanto ho pianto. Restano le mie stories di Instagram a testimoniarlo: cercate la raccolta “Seattle”. Sono dovuta correre ai ripari e andare in bagno per prendere qualche salviettina per asciugare le mani, da usare a mo’ di fazzoletto. Visitare quel museo mi ha ricordato un qualcosa che chi era un ragazzino negli anni ’90 deve sempre ricordare: devi odorare come uno spirito giovane, ovvero usando un po’ di libertà poetica smells like a teen spirit, proprio come cantava Cobain [Il titolo della canzone non si riferisce a Teen Spirit come “spirito giovane” ma si rifà al nome di un deodorante scadente]. Non si dovrebbe mai perdere l’essenza della propria gioventù: la si dovrebbe trasformare in un qualcosa di meraviglioso nell’età adulta. Ecco perché è sempre importante credere ai propri sogni. Perché ci fanno odorare di gioventù, anche a 41 anni o magari a 75. Questo mi ha insegnato, o meglio ricordato, il MoPop di Seattle. Ecco perché ho pianto tanto. Questo e, per dirla alla Marquez, le trappole caritatevoli della nostalgia mi ha preso il cuore per stritolarlo.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Eccomi. Classe ‘79. Ho letto tutto d’un fiato e l’occhio si è fermato su Mork e Mindy. Attimo di commozione ed angoscia per un mondo ormai lontano, sovrastato da telefilm senza trama e senza cuore, diretti agli adolescenti di oggi. Ma che ne sanno i millenials della musica stupenda con cui siamo cresciuti. Mica il trap!! Mi hai fatto venire una gran nostalgia della bella infanzia che fu ..
Io mi sono immaginata una persona nata nel 2000 dentro a quel museo: metterebbe i Pearl Jam nella sezione “vintage”. Io dico sempre W gli anni ’90.
Sai che io non ne avevo proprio mai sentito parlare? Questo mi fa capire quanto sia ancora sottovalutato a mio avviso. Invece l’ho trovato subito interessante e credo che come te mi perderei a commuovermi un po’ qui e un po’ li’! Se dovessi andare a Seattle non mancherei di andarci tenendo conto del tuo consiglio, di dargli tempo di farsi capire e di non spaventarmi per la confusione e la musica alta!
Per me è stato un museo eccezionale: la cultura Pop a Seattle fa scuola e lì lo si vede alla grande.
In effetti mi ci vedrei benissimo a visitare questo museo! Mi piacerebbe molto visitare Seattle e se riusciremo ad andarci non mancherò!
Una città sulla quale le mie aspettative sono state superate di molto.
Mi ispira troppo questo museo, soprattutto la parte dedicata alla fantascienza, sembra bellissima! Pensa che non lo conoscevo, ma conosco proprio poco la città di Seattle. Mi ha proprio ispirato però, sembra uno di quei posti dove ti perdi a girare per mezza giornata o più!
Di Seattle non si sa moltissimo ma è una città che merita mille viaggi.
Questo museo deve essere una figata pazzesca! Ero troppo piccola negli anni ’90 per ricordare molte cose ma il vintage mi affascina da sempre!
Ecco, non dovevi proprio usare la parola vintage. Rido, ovviamente. Così mi sento vecchia! 🙂
Io sono molto più piccola rispetto agli anni 70 ma amo i musei della musica e del fantasy. Purtroppo questo lo sto conoscendo solo ora grazie a te. Seattle immagino si bellissima e il mopop sicuramente aggiunge un motivo in più per far un bel viaggio.
Seattle è meravigliosa e quel museo la rappresenta alla grande.