Immaginate la scena: sono in auto in un mattino di fine estate. Fine estate per modo di dire perché il luogo in cui ambientare questa scena è la costa sud di Tenerife. Sono dentro una piccola auto bianca, la radio è accesa e viaggio verso nord alla volta di Santa Cruz. Alla mia sinistra c’è il Teide, con tutta la sua immensità. Alla mia destra c’è l’Oceano Atlantico con tutto il suo blu incredibile. L’autostrada TF-1 si snoda, a volte, come un serpente seguendo la linea della costa. Poco prima di Las Eras – luogo che io amo molto – la strada curva un po’ e, alla fine di quella curva, la costa si apre davanti ai miei occhi come fosse un quadro. Tutte le volte mi dico che lì ci vorrebbe un posto per fermarsi e fare una foto perché tutta quella bellezza merita di essere immortalata. Tornando alla nostra scena, immaginate tutto questo e mettete in sottofondo “senza fine, tu sei un attimo senza fine…” che esce dalla radio quasi fosse un magia. Ecco, l’amore assume molte forme. Quella scena era immenso amore. Il mio post sull’ennesimo ritorno (d)a Tenerife inizia così. Con quella scena.
Un respiro e la scorta di endorfine
Un respiro. Un altro respiro. Un respiro fondo. Occhi che si riempiono di emozione. Una lacrima che mi solca la guancia destra. Chissà perché, quando inizio a piangere di felicità ed emozione, piango sempre per prima dall’occhio destro. Dicono che le lacrime felici non siano mai salate ma io non assaggio mai le mie. Quell’immagine che vi ho raccontato, quella sorta di scena da film diventerà un qualcosa di fisso nella mia mente. Devo ammettere di essere una persona molto fortunata: conservo dentro me alcune immagini che fanno parte del mio palazzo mentale che mi aiuta a stare bene e, durante quest’ultimo viaggio, ho fatto scorta di almeno 4 “immagini” (che equivalgono a momenti) da tenere nella mia personale raccolta. Quella scena sottolineata dalle parole di Gino Paoli è una di queste 4. E le altre? Non so se ve le racconterò perché sono come un piccolo grande tesoro al quale la mia mente ricorre quando ho bisogno assoluto di endorfine e dopamina come se non ci fosse un domani. Quando ne ho bisogno, la mia mente viaggia da sola e torna dentro quelle scene, facendole proseguire nei modi più disparati. Sono fortunata perché ho un emporio di situazioni belle che mi tengono su giorno per giorno, momento per momento. Ecco perché nei giorni scorsi è successa una cosa che, fino a quel momento, non era mai successa. Cosa?
Ho capito che…
Solitamente, i due giorni pre-ritorno in Italia, sono per me i giorni del magone. Non ne ho mai fatto mistero. L’altro giorno – martedì – il magone c’è stato. Non sarei io altrimenti. Il fatto è che non è arrivata la disperazione totale che solitamente mi prende mentre vado in aeroporto, costantemente con gli occhiali scuri addosso per celare gli occhi in “stile cartone animato“, gonfi di lacrime o tutti lucidi. Mi tolgo gli occhiali da sole solamente dentro l’aeroporto, così mi asciugo il viso e provo a far passare tutto. Ieri sono arrivata con un sorriso particolare stampato addosso, un sorriso sereno, pieno di vita e luce. Un sorriso che, dopo un po’ ha preso a bracceto gli occhi lucidi ma che non mi ha permesso di cedere alle montagne russe del pianto a dirotto (detto tra noi: ho pianto un po’ prima di atterrare in Italia, circa un’ora prma). Perché? Perché mi sono accorta di essere innamorata di Tenerife e ho capito che lei, a modo suo, mi ricambia. Come l’ho capito?
A modo mio…
“A modo mio” dovrebbe essere un suffisso obbligatorio da allegare a parole che riguardano i sentimenti e a dichiarazioni importanti, come quando si dice ti amo o ti voglio bene. Io ho preso la bella abitudine di esternare la mia stima e l’affetto che provo per le persone che fanno parte della mia vita ogni volta io ne abbia la possibilità. Il mondo ha davvero bisogno di questo, io ho bisogno di dire ciò che provo. A volte è una chiacchierata, a volte è una cena, a volte un solo sorriso, a volte una pacca sulla spalla, a volte è un bagno nel mare, a volte è leggere un libro, a volte una torta, a volte un piatto di spaghetti. Ogni cosa che si fa per qualcuno che ci sta attorno è un gesto che rende la vita pù bella e le dà un po’ più di senso. Tornando a quel “a modo mio“, andrebbe sempre aggiunto alla nostra espressione di sentimento perché è sempre a modo nostro: non c’è un modo universale. Non c’è un’espressione universale dell’animo umano: ciò che può essere amore (in tutte le sue forme. Ricordo: anche l’amicizia è amore per me) esiste nel modo in cui noi lo mettiamo al mondo. Siamo noi a viverlo e noi a esprimerlo. Tenerife mi ricambia a modo suo e me l’ha fatto capire con la musica. Ribadisco un concetto che mi è uscito di bocca proprio martedì mattina: io non sono fatalista. O meglio, non lo sono più da molto. Sono concreta, amo la concretezza condita della mia fantasia. Faccio un gioco, però. Un gioco che prendo sul ridere ma che, spesso mi sorprende. Curiosi di sapere quale sia?
Il mio gioco
Il mio gioco si chiama “che la musica risponda“. Si tratta di un qualcosa che assomiglia un po’ a quel momento in cui Sheldon Cooper – sto parlando di The Big Bang Theory – faceva decidere tutta la sua vita dai dadi (un tempo scrissi anche qualcosa che parlava proprio di lasciar scegliere direttamente la vita). Sheldon passa la sua giornata a tirare dei dadi da gioco di ruolo per capire cosa ordinare al ristorante, che maglietta mettersi e così via. Io faccio una cosa simile con la musica quando ho dei dubbi che si mettono a dormire come un gatto rannicchiato tra il mio stomaco e il mio cuore. Praticamente provo a vedere se, dentro una canzone, c’è la risposta a una domanda che ho in testa. Giorni fa, esclamando un mio personale Eureka! ho trovato la risposta a quella sensazione di gatto sullo stomaco: merda – mi sono detta molto educatamente – io sono proprio innamorata di quest’isola. Ma lei che cosa ne pensa di me? In mio soccorso, proprio mentre mi stavo trasformando in una bionda isterica in preda a una crisi d’amore, è arrivata la radio: cieli immensi e immenso amore, e poi ancora amore amore amor per te. La radio italiana intercettata per caso mi aveva risposto con Battisti. Cambiando stazione poi, per ben 3 volte in 3 momenti diversi, Somewhere there’s a love in flames, Turning and returning To some secret place inside. Take my breath away dei Berlin (colonna sonora di Top Gun) di nuovo mi rispondeva. Martedì mattina, intorno alle 11, stavo per approdare a Punta Prieta per fare il bagno (non ero riuscita a parcheggiare, per l’ennesima volta, vicino alla spiaggia di Radazul ma chi la dura la vince. Prima o poi il bagno lì lo farò) quando dalla radio è uscita in modo deciso la voce di Alex Ubago pronta a dirmi Me muero por suplicarte que no te vayas mi vida. Punto. Avevo tutte le mie risposte. E ora?
Accorgersi di amare
Accorgersi di amare (un luogo, una persona, mille persone, un libro, una canzone… non importa) è vita pura. Sconvolge e avvolge. Ti butta a terra e ti porta in cielo e la vita dovrebbe essere sempre così, un momento così. Nella vita ci capita di innamorarci e poi dimenticare. Ecco: io sono quella da amore eterno. Se mi innamoro è per sempre e non è detto che sia un qualcosa di monogamo. Non lo è per nulla perché l’amore è così bello che non si può amare solamente una cosa. L’amore è un essere che evolve dentro di noi e prende mille forme nel corso dei giorni, dei mesi e degli anni. Guardatevi dentro e scoprirete almeno una decina di amori ancora in essere. Anzi, ve lo auguro proprio perché ciò testimonierebbe la vostra esistenza in vita. Io sono in vita totalmente e lo sarò sempre finché amerò così tanto. Cieli immensi e immenso amore: questa è la definizione del mio ultimo viaggio a Tenerife. Arriveranno i post pieni di consigli e di luoghi da vedere. Arriveranno davvero e anche presto. Ma oggi, per cortesia, lasciatemi solo parlare di Amore. E ci metto anche la A maiuscola.
Senza fine
Tu sei un attimo senza fine
Non hai ieri
Non hai domani
Tutto è ormai
Nelle tue mani, mani grandi
Mani senza fine
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Meraviglioso post che sprizza amore da ogni poro. E poi, volendo o non volendo hai citato una delle canzoni che più mi fanno stare bene quando sono un po’ giù (A modo mio, dei Negrita).
Io, come te, ho la fortuna di essere innamorata di alcuni luoghi e quando riesco a tornarci ogni volta è come ritrovare un amore puro e profondo. E questo fa bene al cuore, allo spirito e permette di affrontare meglio l’esistenza anche quando ci pare che ci sommerga.
Provare amore è la spinta più bella per riuscire a sentire serenità. Riuscire ad esprimerlo bene come te, un dono.
Cavolo, è vero che quella è una tua canzone. Sai che l’ho aggiunta a una delle mie playlist?!
Grazie per le tue parole, Elena!
Cara Giovy, ti ringrazio perché solo una persona che ama in modo così immenso poteva farne uscire un post così bello (e non pensare che sia cosa da tutti avere il coraggio di amare così e di esternarlo in questo modo). Mi ricollego al tuo post sull’importanza delle parole, quando mi chiedono cosa ami fare nella vita o qual è la tua passione più grande mi viene sempre un gran mal di pancia. E sai perché? Perché penso sia riduttivo dire di amare solo una cosa e farsi in qualche modo definire da essa, quando il mondo è colmo di amore e di cose da amare. Quanto bello è darsi la possibilità di aprire il cuore a un nuovo paesaggio, a una nuova amica, a un nuovo libro, a una nuova musica? L’amore arricchisce il mondo, e nell’atto d’amare…diventiamo persone più ricche anche noi. Di una ricchezza che non si può comprare! E allora tessiamo legami, con le persone e i luoghi, ampliamo le nostre vedute, mettiamoci sempre alla prova che l’amore ci porta a conoscere, e rispettare, anche ciò che non siamo, ma che possiamo diventare. Continua così, spread the love Giovy!
Che bel commento mi hai lasciato, Anna!
Ti ringrazio davvero per quello che mi hai scritto e sono convinta che tu mi capisca in pieno.
Bellissimo articolo. L’ho letto tutto d’un fiato, ritrovandomi perfettamente nelle tue parole. E’ vero, ci sono tanti amori, non solo uno ed esclusivo, e prende mille forme dentro di noi, si evolve, si plasma, Come le nuvole nei cieli immensi, così gli amori.
Mi fa piacere che tu ti ci ritrovi Annalisa: vuol dire che hai tanto amore da dare.
Il tuo articolo è poesia. Non è una descrizione di un luogo, un’emozione, è semplicemente poesia scritta dal profondo. E si sente tutto il profondo che ci hai messo nello scriverlo. Mi viene da dire solo grazie.
Ti ringrazio Anna. Io dico grazie a te per il tuo commento.
È un amore di post!
Monica.
Grazie Monica!
Ogni volta che apro uno degli articoli dove ti metti a nudo, non faccio altro che emozionarmi. Hai un dono, un modo di scrivere e trasportare il lettore e fargli sentire le tue stese emozione. Bellissimo il riuscire a trovare le risposte dentro le canzoni.
Grazie mille Veronica. Mi hai fatto davvero un gran complimento.