Manchester è una città fatta di edifici di mattoni rossi, di Rivoluzione Industriale, musica e di tanta gente capace di muovere, se così si può dire, una città così operosa da essere simboleggiata da un’ape. Sabato mattina giravo per il centro della città e mi sono resa conto, fermandomi in un luogo che sto per raccontarvi, di quanto Manchester sia una città fatta davvero di persone, di vite umani, di destini che hanno segnato il mondo molto di più di quello che si pensa. Quali luoghi vedere in compagnia dei Mancunian – di nascita o adozione – famosi? Escludo volontariamente la musica da questo post perché altrimenti scriverei da qui all’eternità. Oggi ci facciamo portare in giro da scrittori, matematici e pittori. Perché la cultura, gente mia, è il motore che muove il mondo. Almeno il mio.
Manchester e la sua gente
Vi ricordate quando ho scritto di Oakland, ripensando alla città alla maniera di Jack London? Ecco, quando penso a Manchester, almeno dagli ultimi giorni, è così. Ho cercanto davvero, nell’ultimo viaggio in città, di leggere quella parte del nord dell’Inghilterra pensando molto di più al “chi” che al “dove”. E la città mi ha ripagata: mai come qualche giorno fa mi sono resa conto di quanta gente abbia popolato il destino di Manchester. Dalla Rivoluzione Industriale in poi (che, ricordo, è nata proprio lì) Manchester è stata davvero un crocevia di destini pazzesco. Di chi parleremo?
- Della prima suffragetta della storia
- Di un filosofo che ha segnato la storia politica d’Europa
- Di colui che costruì il primo computer della storia. Nel 1823
- Di uno scrittore spesso dimenticato a causa di un film molto celebre
- Di una scrittrice pazzesca che andrebbe letta di più
- Di un matematico che ha liberato l’Europa e che è simbolo ora di inclusione e anti-discriminazione
- Di un pittore, il cui lavoro non è mai stato catalogato ma che Pure Manchester in ogni pennellata
Come vi dicevo, ho tralasciato la Manchester musicale. Ce ne sarebbe fin troppa da raccontare e quella tematica merita un post a sé. Vi racconterò ogni personaggio dandovi il riferimento del quartiere da visitare per ritrovare la sua vita e, magari, anche una statua o un’opera d’arte che lo ricordi.
Emmeline Pankhurst
Chi è questa donna in piedi su una sedia? E cosa ci fa messa lì così? Lei è Emmeline Pankhurst, nata Emmeline Goulden. Vide la luce in un villaggio appena fuori Manchester, zona che ora è parte della Greater Manchester Area. Nel 1999 venne proclamata “una delle persone più importanti del XX Secolo” e questo lo si deve a ciò che ha fatto: ha dato vita al movimento delle Suffragette, ovvero quel gruppo politico che portò alla concessione del voto alle donne. Se oggi noi possiamo (e dobbiamo) esprimere la nostra opinione, lo dobbiamo proprio a donne come lei. Emmeline, nel 1903, fondò proprio a Manchester la Women Social Political Union, movimento per il quale la cara Emmeline arrivava in piazza con la sua sedia, ci saliva e parlava di parità di genere. Questa signora della borghesia mancunian venne arrestata più volte. Emmeline Pankhurst è giustamente celebrata in quel di Manchester in quella che fu la sua posa più celebre.
- Luogo da vedere: St. Peter’s Square
- Film da vedere: Suffraggette del 2015 (è girato a Londra, ma aiuta a entrare nel mood)
Friedrich Engels
Friedrich Engels era tedesco ma visse a Manchester per 22 anni. Le leggende sulla scrittura del Manifesto del Partito Comunista da parte di Engels e Marx sono tante: sembra che si siano incontrati nei ristoranti di mezza Europa per parlarne ma ciò che è vero è che Engels sposò una donna inglese e che proprio a Manchester studiò a fondo le condizioni della classe operaia, traendo le conclusioni necessarie per scrivere il famoso Manifesto. Manchester lo omaggia e ricorda la sua presenza con una statua che arriva proprio dall’ex Unione Sovietica, tanto che Engels è scritto in cirillico sul basamento della statua.
- Il luogo da vedere: Tony Wilson Place, dove troverete anche il Manchester Home Theatre.
- Libro da leggere: Il Manifesto, ovviamente.
Charles Babbage

Charles Babbage fu un matematico londinese che ebbe molto a che fare con l’Università di Manchester per la sua invenzione più famosa: il primo calcolatore elettronico della storia, altresì conosciuto come il primo computer mai costruito. Si trova ora, in parte a Manchester e in parte al museo della Scienza di Londra ed è un vero e proprio capolavoro dell’ingegno umano. Manchester, negli anni in cui Babbage studiò, garantiva molti finanziamenti a studi di questo genere. Il suo macchinario pazzesco incontrò il destino di un’altra donna pazzesca: Ada Byron Lovelace, figlia di Lord Byron (sì, il poeta). Ada fu la prima programmatrice della storia. Fu lei a inventare il linguaggio di programmazione che faceva muovere il computer di Babbage.
- Il luogo da vedere: il MOSI, ovvero il Museum of Science and Industry. Fino al 21/7/19, presso il MOSI, si possono ammirare le installazioni di Rafael Lozano-Hemmer nate proprio pensando a Babbage.
- Una serie da vedere: The Frankenstein Chronicle. Nella seconda serie si parla proprio di Ada e del suo lavoro, facendo riferimento a Babbage.
Anthony Burgess
Avete presente la domanda “è meglio il libro o il film?“. Ecco. Solitamente è meglio il libro ma ci sono dei film che sono capaci di offuscare i libri da cui sono tratti. Sto parlando de L’Arancia Meccanica di Anthony Burgess che, come tutti sicuramente saprete, è stato trasformato in un capolavoro del grande schermo. La meraviglia creata da Kubrick è sicuramente indiscutibile ma anche il libro è capace di tanta bellezza. Anthony Burgess era di Manchester e non era solo uno scrittore: componeva musica (ha scritto delle sinfonie) e scriveva libretti d’opera. Per quanto riguarda la letteratura inglese, viene ricordato come uno dei più grandi autori del secolo scorso. Avete visto il film? Ora è il tempo giusto per leggere il libro e ricordarvi di Anthony Burgess.
- Il luogo da vedere: il Northern Quarter di Manchester, dove è ricordato in questo bellissimo murales
- Il libro da leggere: ça va sans dire… Arancia Meccanica o Clockwork Orange, se lo volete affrontare in inglese.
Elizabeth Gaskell

Vi ho già parlato di lei, raccontandovi i luoghi (fictional e non) dove ritrovare uno dei suoi romanzi più famosi: North & South. Elizabeth Gaskell fu una scrittrice di età vittoriana, amica delle sorelle Brontë e biografa di Charlotte, arrivò alla scrittura in quella che, al tempo, era considerata quasi un’età avanzata. Aveva 35 anni quando Charles Dickens le pubblicò il primo romanzo. Elizabeth è la voce della Manchester vittoriana, quella fatta di zone della città dove il cotone volava nell’aria e dove si lavorava per 14 ore al giorno. Lei è la persona giusta per raccontare il rumore dei telai e una città più operosa che mai. A Manchester è stata recentemente riaperta la sua casa. Io non ci sono ancora stata per via degli strani orari d’apertura: non sono mai riuscita a farli coincidere con i miei viaggi. Ma ci andrò.
- Il luogo da visitare: la casa di Elizabeth Gaskell al nr.84 di Plymouth Grove
- Il libro da leggere: North & South (se volete, c’è anche la mini-serie della BBC che racconta il libro)
Alan Turing
Alan Turing se ne sta lì, nei Sackville Gardens, con la sua mela in mano. Questa è l’immagine che Manchester racconta di quell’uomo che seppe decifrare Enigma, capendo così i piani di invasione tedeschi e permettendo agli Inglesi e agli Americani di smantellarli. Alan Turing è colui che ci ha regalato, a modo suo, il mondo in cui vivamo. Dico a “modo suo” perché lui non è andato al fronte ma ci ha messo la testa, la sua testa di matematico fuor di misura. Alan Turing, dopo la guerra, visse a Manchester dove lavorò a un progeto di nome MADAM, ovvero Manchester Automatica Digital Machine. In poche parole: un computer. Nel 1954 si avvelenò: non riusciva a reggere il mobbing e i sopprusi a cui veniva sottoposto perché omosessuale. Si avvelenò proprio come Biancaneve: avvelenò una mela e la mangiò. Nel 2017 il Regno Unito approvò una legge anti-discriminazione che venne dedicata proprio a lui. Alan Turing è oggi il simbolo del Gay Village di Manchester, luogo che si trova proprio a pochi passi dalla sua statua. Se passare da Manchester, andatelo a salutare e ringraziatelo per ciò che ha fatto.
- Il luogo da vedere: i Sackville Gardens di Manchester e gli edifici che fanno dai contorno alla zona.
- Il film da vedere: The Imitation Game, con Benedict Cumberbatch nel ruolo di Turing.
Laurence Stephen Lowry
Laurence Stephen Lowry è un pittore vissuto tra la fine del 1800 e il 1976. Nacque nel nord dell’Inghilterra, nel Lancashire, e visse a Manchester per un buon tempo della sua vita. Se le parole di Elizabeth Gaskell sono l’espressione letteraria di Manchester, i quadri di Lowry ne sono l’immagine visiva. I suoi dipinti sono spettacolari perché raccontano la quotidianità di una città operosa e in piena attività industriale. Guardandoli si capisce molto della Manchester del XX Secolo. Una particolarità della produzione di Lowry? Non è mai stato compilato un catalogo di tutte le sue opere. Ce ne potrebbero essere decine e decine in giro per la Gran Bretagna e non potremmo non saperlo mai.
- Il luogo da vedere: la Manchester Art Gallery (gratuita) e il Lowry di Salford: quest’ultimo è un teatro ma anche centro espositivo per le opere di LS Lowry.
- Il video da vedere: The Masterplan degli Oasis è stato pensato come omaggio allo stile di Lowry e al suo modo di raccontare Manchester.
La gente di Manchester, per me
Viviamo in un’epoca in cui l’umanità o si sopravvaluta o si sottovaluta. Spesso leggiamo frasi come “restiamo umani” e io lo griderei in tutti i continenti. Per restare umani siamo noi stessi, in primis, a doverci imporre di badare di più all’umanità. E – permettetemi di dirlo – non dovrebbero essere necessarie imposizioni così ma la nostra epoca ci vuole vuoti e svuotati, cloni di un qualcosa dettato dalla società. Il primo modo per ribellarsi a questo è badare all’umanità, guardarla nel suo insieme così come nei suoi dettagli. Questo è ciò che cerco di fare ogni giorno nella mia vita e che metto sempre nei miei viaggi. Manchester è una città fatta dei colori delle persone che la popolano: si parlando 200 lingue diverse in città e io trovo che questa sia una ricchezza infinita. È ciò che rende Manchester unica ai miei occhi e la sua bellezza va proprio cercata anche nelle persone che l’hanno popolata in passato. La prossima volta che girate per una città, provate a buttare un occhio sulle targhe delle pareti esterne delle case, così come alle statue sparse in giro. Manchester ha mille di queste suggestioni da raccontare: prendetevi il tempo e incontratela.
Tutte le foto senza credit sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Gran bel articolo, non conoscevamo la storia delle 200 lingue e nemmeno tutti questi personaggi.
Blery&Ily
https://thesprintsisters.com
Manchester è un piccolo mondo.
Mi piace il modo in cui racconti di Manchester, i luoghi simbolo della città ma anche chi ci vive. È una città che mi ha sempre incuriosito dai tempi della scuola ora che ho letto il tuo post ancora di più.
Grazie mille Rosy!
Mi incuriosisce da sempre Manchester, ma non ci sono mai stata. Non ero a conoscenza di questa sua storia e di questi personaggi famosi,a tu mi fai sempre scoprire cose nuove.
La città è magnifica: vai e conoscila.
Ho scoperto degli aspetti di Manchester che non conoscevo assolutamente, grazie! Non e’ di solito la prima citta’ che si pensa di visitare quando si va in Inghilterra, ma anche altri amici me l’hanno consigliata.
Io la consiglio sempre perché mostra davvero l’Inghilterra.
Ho sempre pensato a Manchester come a una città industriale, piena di fumo e carbone. VEdo che era solo un ignorante pregiudizio, grazie delle storie che mi hai fatto conoscere.
Fumo e Carbone hanno smesso di essere lì dagli anni ’50 ma la realtà industriale di Manchester è un capolavoro patrimonio Unesco.
In attesa di salire su un treno e andare in quella direzione, mi regalerò i libri consigliati.
Grazie per donare spunti sempre interessanti. Cercherò di guardare la mia città di adozione con occhi diversi
Vedrai che bello iniziare a guardare la città come a un campionario umano!
Sono sincera, Manchester non mi ha mai ispirato. Ci sono stata di sfuggita una volta sola, nel 2003 a vedere la finale di Champion League Milan-Juve .. e devo dire che sono rimasta felicissima del risultato, ma la città non l’ho proprio vista. Ora leggo il tuo post e mi sembra una città tutt’altro che noiosa. Potrebbe essere un’idea per un week end diverso! Grazie del post e delle dritte
Manchester è una città speciale capace di dare molto. Calcio compreso. Ma c’è molto più di questo.
Condivido pienamente le tue riflessioni finali, oltre al fatto che hai risvegliato in me la voglia di visitare Manchester (200 lingue, wow!)
È fondamentale ritrovare la nostra umanità e ridare valore alle differenze che tanto spaventano. Sono proprio le differenze ad arricchirci. Grazie per il messaggio, di questi tempi è fondamentale.
Grazie a te per il tuo commento!
Di Alan Turing conosco la storia perché ho visto il film Enigma. Manchester è una città che ho intenzione di visitare, così finalmente potrò andare a trovare mio cugino che ci vive da 29 anni, ha sposato una donna del luogo.
Fammi sapere che impressioni ti avrà fatto!
Bellissimo questo taglio “personaggi famosi” soprattutto per una città che sinceramente mai avrei pensato di visitare. E invece mi hai incuriosita!
Sono tante le persone che – chissà perché – non considerano mai Manchester.
Manchester è una città magica, ha qualcosa di particolare che ti colpisce subito, almeno per me è stato così. Già quando sono stata a Liverpool e sono atterrata a Manchester e preso il treno per Liverpool da Piccadilly, già lì avendola solo annusata per il tempo dell’attesa tra un treno e l’altro, avevo sentito qualcosa di unico.
Quando l’anno scorso ci ho passato qualche giorno (troppo pochi) ne ho avuto la certezza.
Le persone che hanno fatto grande una città, perché ci sono nati o perché l’hanno scelta (o sono stati scelti da lei), raccontano molto di quella città. E i personaggi che popolano Manchester raccontano proprio del suo essere unica e multiforme.
Io ci vado sempre tanto volentieri e vorrei restarci sempre di più per viverla “normalmente”.
Sono piú che d’accordo con te nel dire che dobbiamo riappropriarci di un po’ di quell’umanitá che negli anni sembra essere svanita. Spesso dimentichiamo anche quanta gente e quali vite hanno vissuto grandi artisti; abbiamo incrociato i loro cammini senza accorgercene. Io mi sono ritrovata a guardare le targhette a Londra, spesso e volentieri. A Manchester non sono mai stata ma faró attenzione la prima volta che andró.
Vedrai che città: Manchester è piena di storia e storie.
Ciao Giovy!
I tuoi consigli mi sono stati utilissimi per visitare Manchester e il Lake District la scorsa estate. Probabilmente torneremo a Manchester per visitarla meglio e da lì spostarci nei dintorni. Anche io immaginavo una città grigia e industriale e invece ho scoperto una città interessante e a misura d’uomo con tante cose da vedere e da fare. La consiglio agli amanti dell’arte e della storia ma anche alle famiglie con figli al seguito, soprattutto se appassionati di calcio.
Grazie mille per il tuo commento Barbara! Sono felice che i miei consigli ti siano stati utili.