Se si vuole capire davvero una città, almeno per come la penso io, occorre fare un proprio salto all’interno del “campionario umano” che forma il posto in cui ci troviamo. I musei di Antropologia aiutano molto in questo senso. Una delle cose che volevo assolutamente fare durante il mio viaggio in Canada era visitare il museo di Antropologia di Vancouver, chiamato da tutti MOA. Si trova a Kitsilano, nel Campus dell’Università della British Columbia ed è uno di quei musei per cui vale la pena di volare in Canada: grande, ben spiegato e ben allestito, in un luogo speciale. Queste sono solo tre delle caratteristiche di quel museo. Oggi vi racconto come organizzarvi per visitarlo.
Dove si trova il MOA e come raggiungerlo
Il Museo di Antropologia di Vancouver si trova all’interno del Campus della British Columbia University. Per raggiungerlo potete prendere il taxi o usare i mezzi pubblici. Il taxi, dalla zona centrale di Vancouver, vi costerà circa 25 CAD. In autobus è un po’ più complicato ma fattibile: dalla zona di Granville Island Market troverete l’autobus nr.4 che punta dritto al Campus. Dovete però arrivare a Granville. Il biglietto di sola andata è di circa 5 CAD. Il MOA apre alle 10 e il biglietto di entrata costa 18 CAD (circa 12€) e li vale tutti. Io ci ho messo tre ore a visitarlo tutto ma, ve lo dico, mi sono molto dilungata in alcune zone del museo. All’interno della struttura c’è anche una caffetteria. Avrete bisogno di 25 centesimi di CAD per lasciare lo zaino negli armadietti prima dell’entrata. All’interno del museo c’è il wifi gratuito.
Cosa si può vedere al museo di Antropologia di Vancouver?
Il MOA è il luogo giusto da visitare se volete entrare in contatto con quella che in Canada chiamano First Nation, ovvero la nazione dei nativi. La città di Vancouver è relativamente giovane: ebbe il suo pieno sviluppo nell’Epoca Vittoriana (quindi dalla seconda metà del 1800 ai primo del 1900) e, nel 1860 circa, la popolazione nativa viveva ancora vicino a Stanley Park. Il museo raccoglie molti dei manufatti provenienti proprio dai villaggi della First Nation. A quel tempo, si era soliti avere un totem davanti alla casa di ogni famiglia. La popolazione della First Nation viveva già in case di legno e manteneva la forte passione per la propria arte e per il proprio artigianato. Ciò che vedrete al MOA risale proprio a quell’epoca ed è di una bellezza spettacolare. Come sempre, non voglio fare troppo spoiler… Sicché vi racconterò giusto quel che basta.
La sala dei Totem
La prima sala che si visita entrando al Museo di Antropologia di Vancouver è quella dei Totem. Si tratta di un grande ambiente molto alto dove ci sono dei totem risalenti proprio alla seconda metà del XIX Secolo. Qui l’effetto wow è totalmente assicurato. Consiglio: prendetevi il vostro tempo e osservate ogni dettaglio dei totem perché sarà difficile trovarne altri a cui stare così vicino. Io li ho semplicemente adorati perché sono stati capaci di dirmi moltissimo.
Le canoe a forma di animale
Si sa: le comunità native sono sempre state fortemente legate alla natura e agli animali presenti nella loro zona di vita. Questo è splendidamente chiaro già guardando i totem che rappresentano lontre e orsi come non ci fosse un domani. Le canoe, invece, rappresentano spesso le foche. Io le ho trovate bellissime. Ce ne sono alcune monoposto che sono fatte da un pezzo unico di legno e che sono state intagliate alla grande.
L’arte e i manufatti da tutto il mondo
Una parte del museo di antropologia di Vancouver è dedicato – come molti musei simili – alla raccolta di manufatti da tutto il mondo. Io mi sono concentrata, anche in questa parte del museo, nella cultura nativa, sia del Canada che degli Stati Uniti. Una teca che mi ha particolarmente rapita è stata quella relativa ai manufatti Inuit. La cultura Inuit è alla base della cultura canadese così come lo è quella della First Nation.
Il MOA di Vancouver, per me
Io amo l’Antropologia. Penso che, se avessi potuto passare la mia vita studiando, avrei sicuramente scelto di studiare (anche) Antropologia. Mi piace comprendere l’essere umano attraverso i suoi gesti, la cultura, la lingua. Un paio di giorno fa, mentre ero a Londra, mi hanno chiesto cosa fosse la cultura per me e io ho risposto che la cultura è il motore che muove i miei giorni e che mi porta in giro per il mondo. Per questo ho amato in modo molto intenso il MOA di Vancouver: ci ho visto dentro il combustibile dei miei giorni, della mia vita, dei miei respiri. Di quella che sono. Vi lascio un ultimo consiglio: non vi ho raccontato nel dettaglio la sala del Corvo, quella in cui viene raccontata la leggenda sulla nascita della nazione nativa. La cosmogonia è spesso simile, anche in popolazioni distanti tra loro e io trovo che questo sia speciale. Non ve l’ho raccontata perché si tratta di una stanza interattiva: vale la pena che la scopriate voi stessi.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Ho avuto modo visitare il Musée de la Civilization di Quebec City, dove c’è una bellissima sezione sui premières Nacion. Effettivamente c’è tantissimo da imparare e anche io sono rimasta molto colpita dalla arte inuit. Peccato per i prezzi proibitivi nei negozi…
L’arte è arte: probabilmente le gallerie hanno pezzi unici e costano molto per quello.
mai stata in Canada purtroppo. Che bello questo museo, la sala dei totem poi dev’essere spettacolare. Adoro la cultura dei popoli nativi e indigeni del mondo.
Si tratta davvero di un museo molto interessante.