
Ultimamente mi sono messa a rileggere alcuni romanzi di George Simenon. In primis, perché li adoro e lo adoro. In secondo luogo perché ho imparato a conoscere un po’ di più la Liegi che ha dato forma a quel grande scrittore. Per quanto il suo commissario Maigret sia francese e viva in Francia, in lui c’è tutto il Belgio e, soprattutto, tutta la Vallonia che è sostanza stessa della vita di Simenon. Uno dei libri che ho riletto è L’impiccato di Saint Pholien, conosciuto in italiano anche con il titolo di Il viaggiatore di terza classe. Rileggendolo mi sono resa conto di quanto quel libro possa disegnare un itinerario di viaggio perfetto da fare in treno in Europa. Proprio come nel romanzo, ma senza morto e inchiesta di polizia. Partiamo?
L’Impiccato di Saint Pholien di George Simenon
Saint Pholien è un qualcosa che George Simenon conosceva benissimo: si tratta della chiesa principale della zona dell’Oltre Mosa di Liegi, zona in cui lui è cresciuto. Nei suoi romanzi c’è tanto di quel quartiere: lui l’ha sempre avuto nel cuore e l’ha sempre raccontato, mascherandolo da Parigi o altri luoghi del nord della Francia. Il libro inizia con un viaggio in treno che vede protagonista proprio Maigret. Il Commissario sta viaggiando da Brema a Parigi, passando per Liegi, per motivi di lavoro. Negli anni in cui Simenon scrisse i suoi vari Maigret (questo romanzo è del 1931), questi convogli che collegavano i vari bacini minerari d’Europa erano una realtà consolidata: trasportavano lavoratori di ogni estrazione sociale e nazionalità verso le zone in cui si scavava in miniera. Che cosa succede nel libro? Ovviamente qualcuno muore (non vi dico come) e Maigret si sente in dovere di indagare. La sua inchiesta lo porterà a viaggiare per mezza Europa, sempre in treno e sempre con la voglia di risolvere il caso. Non vi racconto nulla di più.
Le città de L’impiccato di Saint-Pholien
Il romanzo è tutto un via-vai di persone e luoghi: occorre restare concentrati per seguire il filo e non perdersi nei ragionamenti di Maigret che, in questo libro, fa la sua quarta comparsa. L’impiccato di Saint-Pholien è, infatti, il quarto libro della serie ed è molto bello – secondo me – proprio perché Simenon ancora si dilunga molto sui dettagli della vita del suo commissario. Ne racconta le abitudini, le sfaccettature del carattere, gli autobus che prende, ciò che ordina al ristorante e ciò che ama mangiare a casa. Tenete conto che George Simenon ha scritto ben 75 romanzi della serie delle Inchieste di Maigret. Il libro è stato scritto – se volete aggiungere un altro luogo al giro – a Concarneau, in Bretagna. I luoghi che vi racconterò non sono in ordine cronologico, così come appaiono nel romanzo, ma in ordine logico per un eventuale itinerario di viaggio in treno. Si può partire da Reims e tenere Brema come ultima tappa. Io vi indicherò i costi medi dei biglietti: sappiate, però, che esistono pass e formule per risparmiare. Come l’Interrail, per esempio. Lo sapete che si può fare a tutte le età, vero?
Reims, tra gotico e Champagne

La nostra prima tappa è Reims, città francese che dall’Italia potete raggiungere anche in treno: basta avere un po’ di pazienza e voglia di cambiare mezzo ogni tanto. Se partite da Milano, per esempio, potete andare fino Basilea. Da lì a Strasburgo e da qui a Reims. Si spendono circa 200€ per un viaggio così. Reims compare più di una volta all’interno del romanzo e voi, sicuramente, la troverete più accogliente e interessante rispetto ai protagonisti. Io la amo molto per via della sua immensa cattedrale gotica, così legata alla storia dei Franchi di ogni stirpe, ma non solo. Reims è stato un luogo-chiave sia per la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Inoltre, la città è perfetta per partire per un tour alla scoperta della Champagne. Da qui potete prendere il treno per Parigi: ci metterete circa 40 minuti o poco più per arrivare nella capitale francese. Il treno è un TGV è costa intorno ai 30€.
Parigi: la città di Maigret

Parigi è una città che vale mille viaggi e, come vi ho già raccontato parlando dei luoghi parigini per me irrinunciabili, lui lavorava al 36 di Quai des Orfèvres, luogo in cui a tutti gli effetti c’è la sede della polizia della città. In questo libro, George Simenon entra un po’ nel personale del Commissario, proprio perché ce lo sta facendo conoscere. Uno dei luoghi maggiormente descritti è il 132 di Boulevard Richard Lenoir, viale ovviamente esistente e che si trova a metà strada tra il centro e il Père Lachaise, giusto per farvi un’indicazione. Da Parigi, prendete il treno ad alta velocità fino a Bruxelles. Il tragitto è di circa un’ora e venti minuti e il biglietto si aggira sui 90€. I prezzi che vi do sono indicativi e sono una media: prima prenotate, meno pagherete.
Bruxelles, la spartiacque d’Europa

Non so come la consideriate voi ma, per me, Bruxelles è una città-spartiacque tra la cultura latina e quella germanica. Non a caso è stata scelta come sede del Parlamento Europeo. La capitale del Belgio (e delle Fiandre) è un luogo da vedere a più riprese e, sempre secondo mia modesta opinione, sempre a piccole dosi e ben circoscritte in quanto a tematica. Io ho adorato perdermi tra le strade de Les Marolles, un quartiere che assomiglia molto alle zone popolari dove è cresciuto Simenon a Liegi e che ha davvero tanto da dire. Altra cosa che adoro di Bruxelles e che ha molto a che fare col libro: mi piace andare nelle sue stazioni e guardare il tabellone delle partenze. Io impazzirei (in senso buono) a vivere in una città dove, ogni ora, ho un treno per Parigi, per Londra, per Amsterdam o per la Germania. Sarebbe proprio casa mia. Da Bruxelles prendete il treno per Liegi: se partite dalla stazione centrale, potete fare il viaggio senza cambi. Per arrivare a Liegi spenderete circa 10€ e ci metterete un’oretta circa.
Liegi, dove Simenon si sentiva a casa
Vi racconto una cosa: sapete che tantissime persone pensano che George Simenon sia francese? Lo stesso vale per il pittore Magritte. Loro sono entrambi belgi e fieri di esserlo. O di esserlo stati. C’è tantissima Liegi ne L’Impiccato di Saint-Pholien e non potrebbe essere altrimenti. Come vi dicevo, il primo riferimento va alla chiesa principale dell’Oltre Mosa, luogo davvero storicamente interessante per questa città vallone. Chi era Saint Pholein? Era un monaco irlandese, giunto a Liegi nel VII Secolo d.C. Egli diede una forte spinta alla cristianità in quella parte d’Europa. La chiesa che fondò si trovava proprio dove ora c’è l’attuale chiesa a lui dedicata. Perché Simenon ambienta parte della storia lì? Non ve lo dico… ma voi andate a vedere. Se prendete la stessa mia edizione del libro (la foto è qui nel post, più in alto), vi invito a leggere bene pagina 90, dove vengono elencati molti dei luoghi raccontati. Liegi è iper-presente, anche con il posto che vedete nella foto di questo paragrafo. Si tratta della Scalinata del Bueren, una di quelle cose che vale il viaggio a Liegi. Anche per Maigret che passerà proprio nei pressi di quelle famose scale e in rue du Pot d’or, una via pedonale del centro della città. Da Liegi potete raggiungere in treno Brema, cambiando a Colonia. Il viaggio dura circa 4 ore e qualcosa (una per arrivare a Colonia e tre da lì a Brema). Il costo si aggira sui 150€.
Brema: le favole e la realtà

La tappa finale del viaggio ci porta dritti a Brema. Sono stata tante volte in questa città tedesca e tutte le volte mi sorprendo di quanto sia nel nord della Germania. Io me la figuro sempre al centro… E sbaglio. Anyway, geografia a parte, Brema è per me la città dei Musicanti – aka Musikanten – una delle favole dei Fratelli Grimm. Se volete farvi un bel regalo, leggete la versione originale delle favole dei Grimm. Divagazioni a parte, Brema è una città che merita e che, nel romanzo di Simenon, ha davvero un ruolo centrale. Cosa sarà successo? Da Brema, potete tornare in Italia, potete volare su Linate. Avete ancora voglia di treno? Vi ci vorranno 12 ore per tornare a casa. Ma ne vale la pena.
George Simenon (e Maigret), per me
Sono stata a Liegi 4 volte nella mia vita e il mio leitmotiv, in ogni viaggio, è stato “devo andare a salutare Simenon“. In città c’è una panchina con la sua statua. Io mi siedo lì con lui, gli parlo, lo ringrazio per quello che ha scritto e per il personaggio al quale ha dato vita. Il Commissario Maigret era fisicamente diverso da lui e per me è costantemente impresso nella mente con la fisicità di uno degli attori che l’ha impersonato: Bruno Cremer. Per me Maigret è lui e me lo immagino spesso, seduto al bancone di una birreria dell’Oltre Mosa, pronto a dire “Une bière“, per ordinare qualcosa da bere da gustare chiacchierando con il suo creatore. Ci sono geni in ogni epoca e George Simenon è uno di essi, sicuramente. Il suo modo di scrivere è già quasi cinematografico e televisivo, ante litteram. Da lui c’è solo da imparare e dai suoi libri c’è solo di trarre ispirazione per mille viaggi da fare in Europa. Parola mia.
Le foto senza indicazione d’autore sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Non ho mai letto libri del commissario Maigret perché in generale non amo i gialli, ma mai mi sarebbe venuto in me fe di leggerne uno a mo’ di guida turistica per un itinerario do viaggio! E i piú, del viaggio proposto mi manca Liegi. Due buoni propositi grazie al tuo articolo. Grazie!
Simenon ha un modo tutto suo di scrivere, molto diverso da altri giallisti celebri. Prova, non te ne pentirai.
Poco fa mio marito mi ha scattato una foto sulla famosa panchina con Simenon e ho riletto questo post. 😉
Che spettacolo. Devi postarla: ti voglio troppo vedere con Simenon.
Appena torno a casa. Mi ha fatto la foto con la reflex e devo scaricare le foto.
Grazie Raffi.
Ma che bello!! Mi piacciono un sacco questi tuoi post di itinerari, se poi ci metti il treno (un mezzo che mi affascina) ed un libro giallo (sono appassionata di questo genere) beh, il connubio è perfetto.
Quel libro, poi, è spettacolare.