Da dove posso iniziare a raccontarvi dei giorni trascorsi a Seattle? Dalla fine. Se ben ricordate, si sarebbe (e si è) realizzato uno dei sogni della mia vita. Non so dirvi quanto ho pianto (di felicità ed emozione) durante il viaggio a Seattle. Non so dirvi quanto io mi sia sentita in totale orbita intorno al mondo. Inizio dalla fine perché mi sono resa conto che è da un po’ che non vi parlo di cibo. Sia Vancouver che Seattle sono state generose da questo punto di vista. Per quanto riguarda proprio Seattle, è stata la cucina asiatica a farla da padrona nei miei giorni americani. Con una grande eccezione che non poteva mancare nel mio viaggio: Ivar’s Fish Bar e anche il relativo ristorante. Perché – udite udite – il fish & chips è cosa seria anche a Seattle. E la sottoscritta, ovviamente, non poteva che esserne felice.
Dove mangiare a Seattle: i luoghi di Ivar
Il nome di Ivar Haglund – nato a Seattle da genitori ovviamente scandinavi – iniziò a farsi sentire in quel di Seattle alla fine degli Anni ’30. Il nostro caro Ivar aprì un acquario: pensò bene di guadagnare sulla curiorità delle persone verso la vita marina del nord del Pacifico e, proprio in quel frangente, gli venne in mente che tutta quella gente che arrivava a Seattle per andare in Alaska (per piacere o per tentare di nuovo la fortuna con l’oro) dovesse anche mangiare. Fu così che aprì, proprio lungo il waterfront di Seattle, il suo Fish Bar. Che poi divenne anche un ristorante. Ivar’s Fish Bar fa bella mostra di sé ancora dove aprì i battenti alla fine degli Anni ’30. Sotto questo brand, ora, ci sono anche altri locali (non troppi, però). Per cosa è famoso Ivar? Per il suo Fish & Chips.
Fish bar o ristorante?
La domanda ora sorge spontanea: vado a ristorante o mi fermo al Fish bar? A livello di posizione sono uno accanto all’altro e – vi dirò di più – utilizzano le stesse materie prime e anche la stessa cucina, in alcuni casi. A livello di budget, le cose non sono poi iper-diverse: tra in fish & chips del Fish Bar e quello del ristorante non c’è differenza di porzione e il costo cambia di 3$. Quello del Fish Bar, ovviamente, costa meno. Sappiate fin da ora che, accanto al Fish Bar, ci sono dei tavolini all’aperto dove sedersi e consumare la vostra ordinazione. Io, quel giorno, ho scelto il ristorante. Ero andata al Fish Bar qualche giorno prima e mi sono detta “perché non fare entrambe le esperienze?“. Il ristorante è molto bello, non troppo formale.
Acres of Clams Ivar’s Restaurant a Seattle
Il ristorante si chiama Acres of Clams e si trova nell’edificio storico in cui Ivar aveva iniziato le sue attività. L’interno è perfettamente in linea con la vocazione marittima di questa parte di Seattle. Ci sono tavoli per ogni numero di ospite. Io mangiavo da sola e avevo un bellissimo tavolino con vista mare. Come vi dicevo, non mi è stata richiesto nessun dress code particolare: io ero in t-shirt, pantaloni al ginocchio, sandali e zaino. Se decidete di mangiare qui, entrate e rivolgetevi alla direttrice di sala. Vi farà accomodare lei: non andate direttamente al primo tavolo che più vi aggrada. Il ristorante è aperto dalle 11 fino alle 15 circa per il pranzo. Per la cena riaprono alle 16 fino alle 21 circa. Per quanto riguarda il prezzo dei piatti, a me è sembrato ottimo (vista anche la qualità del pesce e quella del servizio). Tenete sempre conto di aggiungere una “Tip” (ovvero la mancia) che negli USA è sempre dovuta. Di norma è almeno il 15% dell’importo totale del conto. Potete lasciarla in contanti (anche sul tavolo) oppure aggiungerla al pagamento che farete con carta di credito.
Il Fish & Chips di Ivar’s a Seattle
Il Fish & Chips è una delle mie grandi passioni e non mi aspettavo di incontrarlo così spesso in questo viaggio. Invece mi sono dovuta ricredere: l’area del continente Americano (USA+Canada) che va proprio dallo Stato di Washington alla British Columbia pullula di luoghi che producono del gran fish & chips. Complice, ovviamente, l’ottimo merluzzo o il meraviglioso halibut pescati proprio nelle acque antistanti quelle zone. Ecco la differenza principale con la Gran Bretagna: qui si usa sempre il merluzzo e, a volte, l’halibut anziché l’haddock. Io, personalmente, amo molto l’halibut e il fish & chips mangiato da Ivar’s a Seattle era proprio fatto con questo pesce. Provatelo se non l’avete mai assaggiato. Certi ristoranti (anche Ivar’s) usano il black cod (il merluzzo nero), quando pescato e disponibile. Il black cod è una scelta molto sostenibile perché ce n’è una gran quantità (anche nell’Oceano Atlantico) rispetto al merluzzo normale. Provate anche questo: ottimo gusto garantito. Disquisizioni sulla pesca a parte, il fish & chips di Ivar’s era ben fatto e fritto alla perfezione. Da Ivar’s non si usa la pastella tipica della Gran Bretagna bensì una panatura davvero croccante. Il fritto risultava molto pulito, patatine comprese. Il tutto si accompagnava con una salsa tartara fatta appositamente dal ristorante. Il ketchup che mi hanno portato per le patatine era, anch’esso, di produzione del ristorante.
La birra che ha accompagnato il mio fish & chips da Ivar’s
Non ci poteva essere che una gran buona birra per accompagnare il mio fish & chips a Seattle. In città ci sono un sacco di birrifici degni di nota ma quello che più ha attirato la mia attenzione (e i miei assaggi) è stato Georgetown Brewery. La birra che si è posata sul mio tavolo quel giorno è la Bodizhafa IPA (circa 5$ per la pinta), un qualcosa di deciso e con un gusto di luppolo ben marcato. È una birra insospettabile: fa quasi 7 gradi ma non sembra. Le IPA sono perfette per accompagnare il fish & chips.
Quel pranzo da Ivar’s, per me
Quando sono in viaggio, mi capita spesso (per non dire quasi sempre) di mangiare da sola. Per farlo, cerco spesso dei luoghi che mi sappiano avvolgere e mi piace da matti entrare in questi posti e vedere come mi sento. Erano giorni che puntavo la porta di Ivar’s. Ogni volta che passavo da quelle parti mi dicevo “che sia oggi il giorno giusto?“. Quel giorno, al ristorante c’era pochissima gente e io amavo stare lì ad aspettare il mio piatto e guardare il mare. Prima di uscire ho fatto una cosa: ho curiosato in giro per il ristorante e ho scoperto un sacco di ricordi pronti a raccontarmi la storia di tutti i posti targati Ivar’s. In primis, quello in cui mi trovavo. Quel pranzo, da quel momento, ha trovato un senso più grande.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata
Che meraviglia! Leggendo i tuoi post comincio ad amare il fish&chips, piatto che non ho mai amato particolarmente. Ma dalle tue foto sembrano così croccanti, così perfettamente dorati, che non si può fare a meno di farsi venire l’acquolina in bocca… e di cercare di raggiungerli al più presto con in primo volo!
Il segreto del fish & chips (oltre alla gran qualità del pesce) è il fatto di saperlo friggere alla grande. Questo era perfetto.
Io sono una di quelle italiane che adoro il fish & chips se fatto bene e poi Seattle ha quel fascino delle band musicali degli anni 90 che mi hanno letteralmente cresciuta.
Seattle per me era proprio quello: la mia ispirazione, fin da quando ero adolescente.
Ah ci sono stata da Ivar! Nella parte del bar, e in particolare ricordo le ostriche. Che nostalgia mi hai fatto venire di Seattle, della sua atmosfera, dei fish & chips, del suo chowder… Di tutto in realtà. Sono molto curiosa di leggere i tuoi prossimi post sulla città.
Avrò da scrivere da qui all’eternità. Preparati.
Non hai idea di quanto sognassi andare a Seattle da adolescente, i miei gruppi preferiti venivano da lì. Infatti prima o poi ci devo andare, perché alcuni amori non si dimenticano. Un periodo mi collegavo alla web cam dello Space Needle per vedere che tempo facesse, ero proprio fusa.
Lo stesso sogno che mi ha portata lì. E comunque, eravamo due a essere fuse: anch’io ho sempre guardato la webcam dello Space Needle.
Io se penso a Seattle penso sempre ai telefilm americani non ci posso fare nulla. Mi chiedo infatti perché non abbiano mai parlato di quanto buono il fish and chips fosse! Io ne vado matta e sono felicissima che anche a Seattle ce ne sia in abbondanza, un motivo in più per andare!
La bontà della cucina di Seattle (e non solo del suo fish&chips, presto parlerò anche del resto) avrebbe nascosto le vicende del telefilm. Ecco perché! 🙂
Non so se mi abbiano parlato benissimo di Seattle o se la bella idea che ho di questa citta’ sia farina del mio sacco ma e’ una citta’ che mi ispira molto, se poi dici che anche il cibo non delude, devo aggiungerla tra le mete da visitare al piu’ presto!!!
Per me è stato un incontro quasi con una vecchia amica. Non l’avevo mai vista ma la conoscevo alla grande.