Ci sono quei castelli che speri di vedere da tutta la vita e poi ci sono quei castelli di cui non sai nulla ma che scopri, con molto piacere, un giorno di Maggio, quasi per caso. Il luogo a cui mi riferisco è il Castello di Montecchio Emilia, in provincia di Reggio Emilia, quasi al confine con la provincia di Parma. Montecchio Emilia è un paese carino, che sembra adagiato vicino al corso del fiume Enza. Il suo castello, proprio per questioni territoriali ne ha viste di ogni (quasi come quello di Malmö, che vi ho raccontato qualche giorno fa). Visitarlo mi ha permesso si aggiungere un tassello prezioso nella mia personale conoscenza dell’Emilia-Romagna, regione che mi ha adottata.
Dove si trova il Castello di Montecchio Emilia e le informazioni per visitarlo
Il castello di Montecchio Emilia si trova nel pieno centro del paese. Non potete non notarlo, raggiungendo la piazza principale. Noi abbiamo parcheggiato nella piazza del mercato, dove c’è un’area di sosta molto grande e gratuita. Da lì, in meno di cinque minuti a piedi, raggiungerete la piazza del paese e, di conseguenza, il castello. La struttura accoglie anche la biblioteca comunale e, nei giorni feriali, è visitabile proprio passando dalla biblioteca. Nei giorni festivi, ci accede dal portone del castello e sono disponibili anche delle visite guidate. Il biglietto costa 2€ senza guida e 4€ con la guida. Il mio consiglio è quello di scegliere questa seconda opzione: la visita guidata per me è stata davvero interessante e, senza di essa, avrei capito metà di quel luogo.
La visita al Castello di Montecchio Emilia
La visita guidata al Castello di Montecchio Emilia vi prenderà circa un paio d’ore e vi porterà attraverso le varie stanze che compongono il complesso attuale. Il Castello di Montecchio Emilia vanta una storia molto lunga e non sempre è stato un castello così come lo vediamo. Pensate che ha avuto un ruolo molto forte anche durante il Risorgimento e nel XX Secolo. Quello che vi racconterò è:
- Il Sepolcreto Carolingio
- Gli Affreschi riportati alla luce
- Le prigioni dense di storia e storie
- Il torrione e la vista a 360° sulla campagna emiliana
Il Sepolcreto Carolingio
Quando parliamo di periodo carolingio, la nostra mente deve fare un bel salto indietro fino al VIII Secolo. Sicuramente vi viene in mente Carlo Magno ma qui stiamo parlando proprio del periodo in cui il grande imperatore iniziò a dettare legge nelle sorti dell’Europa. Sotto il Castello di Montecchio Emilia c’è una vasta zona di sepoltura, le cui prime tombe risalgono proprio a quel periodo e arrivano fino al XIII Secolo. Ho trovato questa parte della visita particolarmente interessante perché le tombe sono state trattate (per impedire che si deteriorino) e sono state lasciate aperte così come gli archeologi le hanno trovate. Gli uomini lì sepolti erano probabilmente nordici, data anche la lunghezza dei femori. Non erano di certo piccolini! Per me è stata una vera sorpresa.
Gli affreschi dell’antico piano nobile
Quello che era il piano nobile del Castello di Montecchio Emilia ora è la biblioteca. Ovviamente vi si può transitare, sia che in orario di apertura che di domenica, quando la biblioteca è chiusa. Tenete bene gli occhi aperti quando arriverete nella zona della biblioteca dedicata ai ragazzi e a i bimbi: alzate gli occhi e vedrete gli affreschi (probabilmente XV Secolo) ritrovati durante il restauro. Essi sono la testimonianza del fatto che, quella zona del palazzo, fosse il piano nobile. Gli affreschi sono ancora materia di studio sicché, speriamo a breve, se ne saprà di più.
Le prigioni: tra storia e storie
Anche il Castello di Montecchio Emilia è stato, per molti anni, una prigione. Ci sono delle scritte sui suoi muri a testimoniare tutto questo. Risalgono, per lo più (almeno quelle ben visibili) al periodo che va dal Risorgimento alla Prima Guerra Mondiale. La Grande Guerra è il momento in cui sono state fatte le scritte che vedete qui sopra: una da un italiano e una da un bosniaco che, con tutta probabilità, combatteva per l’Impero Austro-Ungarico. Trovare scritte così sui muri (come al Gevangenpoort dell’Aia) mi regala sempre delle sensazioni davvero forti perché ogni parola è sempre testimonianza di una vita passata di lì.
Il Torrione e la vista sulla città
Una delle cose che ho amato di più della visita al Castello di Montecchio Emilia è stato l’arrivo sul torrione. Non tutti i castelli permettono di arrivare nel punto più alto e, quello di questo castello, si raggiunge con un percorso graduale, a più tappe. Vi dico, però, che la visita è adatta solo se avete delle buone gambe. Il percorso è fatto di un sacco di sali-scendi, spesso su scale un po’ antiche e quindi un po’ irregolari. Ma è tutto iper-sicuro. L’arrivo sul torrione regala una vista meravigliosa che va dalla pianura più profonda all’Appennino, che si mostra verso sud in tutta la sua dolce bellezza. Vale la pena di arrivare lassù!
Il Castello di Montecchio Emilia, per me
Amo i castelli per tutto ciò che rappresentano: sono un libro di storia attraverso il quale camminare. E camminare è come leggere, come studiare. Il Castello di Montecchio Emilia mi ha sorpresa, e non poco. Il primo motivo è facile da comprendere: come per molte attrazioni e momumenti fuori dalle rotte comuni, se ne parla poco. Io non mi aspettavo minimamente di trovare un luogo con così tante storie da raccontare. Non me l’aspettavo e – ve lo ripeto – fino al giorno prima di andarci non sapevo nemmeno che esistesse. Il secondo motivo che ha portato, in me, la sorpresa, è stata la completezza della visita guidata: bella, bene organizzata, puntuale nelle informazioni e davvero interessante. Se vi andasse di scorprire un piccolo-grande pezzo di Emilia (con tanto di storia al seguito), una visita al Castello di Montecchio Emilia è quello che ci vuole. Parola mia.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Una tappa che farò!
Grazie Giovy: per queste pillole di cultura.
Grazie a te Max per essere sempre felice di quel che scrivo.