Avete mai pensato a quanto sia faticoso pedalare in tandem? Non tanto per la fatica stessa di mandare avanti la bici ma per il fatto di dover spingere e dare forza in totale armonia. Una decina di giorni fa mi hanno scritto Francesco e Valentino, pronti a intraprendere il loro ennesimo viaggio in tandem, questa volta da Perugia a Sorrento. Questa cosa mi ha incuriosito e ho chiesto di poterli intervistare, per raccontarvi i loro progetti e come seguirli in questa bella avventura su due ruote e con la forza di 4 gambe.
Giovy: Qualche parola per presentarvi
Francesco + Valentino: Ciao! Siamo gli Once upon a tandem, ovvero Francesco, Valentino e Orione, due amici genovesi e un tandem modello Graziella. Viviamo sparsi per l’Europa (rispettivamente a Lione, Barcellona e Genova) ma, appena abbiamo l’occasione, ci riuniamo e partiamo alla scoperta di nuove terre. Il nostro obiettivo primario, ormai assimilato a filosofia di viaggio, è dimostrare che si può viaggiare in maniera autentica anche solo armati dell’essenziale, osservando il mondo che ci circonda e non quello che ci portiamo dietro. Negli anni passati abbiamo attraversato diversi paesi, tra cui il Messico, la Grecia, la Svezia e lo Sri Lanka, sempre rispettando una ferrea regola personale: affidarci alle persone del posto per dormire la notte. Chiedendo per strada o bussando alle porte delle case, lasciamo che siano un po’ il caso e un po’ la nostra faccia tosta a decidere dove pernotteremo; in questo modo entriamo in contatto con la gente e le sue tradizioni in maniera diretta, senza filtri. Quando invece non troviamo nessuno disposto ad ospitarci, ripieghiamo sulla nostra tenda rattoppata.
G: Com’è nata l’idea di questo viaggio
F+V : L’idea di viaggiare in tandem è nata totalmente per caso, esattamente dieci anni fa. Navigando su eBay durante un ozioso pomeriggio estivo, trovammo un annuncio per un tandem scassato in vendita a Modena a 90 euro. Un po’ per sfida, un po’ per scherzo, lo comprammo e decidemmo di andare a recuperarlo in treno, per poi tornare indietro pedalando fino a Genova (250 km). Quella prima avventura è stata così assurda e divertente che non abbiamo più smesso, e anno dopo anno abbiamo compiuto giri sempre più lunghi ed impegnativi. Sono tanti i motivi per cui non abbiamo mai tradito Orione, il nostro vecchio trabiccolo pesantissimo, per un mezzo più moderno. Uno, però, è il più importante di tutti: viaggiare su di esso è particolarmente faticoso, ma la soddisfazione che proviamo alla fine di una giornata di pedalata è direttamente proporzionale allo sforzo che abbiamo fatto. Alla sera, stanchi, ripensando ai chilometri fatti, ci rendiamo conto che siamo appagati, ed è un appagamento fisico che non proviamo spesso durante le nostre vite in città, dato che nessuno di noi svolge un lavoro manuale. Prendere una pausa da una routine esageratamente comoda e tecnologica, per concentrarci su bisogni pratici e primordiali, come trovare una doccia calda o una fonte d’acqua potabile, ci aiuta a ridimensionare i problemi della vita di tutti i giorni e ad apprezzare i lussi che abbiamo a disposizione in città.
G: Da Perugia a Sorrento: come mai avete deciso di fare proprio questo itinerario?
F+V: Come dicevamo prima, quest’anno è il compleanno di Orione: dieci anni in famiglia. È un anniversario importante, e abbiamo deciso di ritornare a fare un viaggio in Italia, come il primo. Qualche tempo fa, abbiamo pedalato da Pisa a Perugia, quindi ci sembrava bello ripartire da dove ci siamo fermati. E poi, abitando entrambi all’estero, siamo in astinenza da pizza e caffè fatti bene! Ah, a proposito di cibo fatto bene: quando arriveremo a Sorrento (se tutto va bene sarà sabato 4 maggio), il Ristorante Tasso ci ha promesso una cena offerta da loro come premio per la nostra sfacchinata. Non vediamo l’ora!
G: Vi affiderete all’ospitalità delle persone che incontrerete lungo la strada: la gente come vi potrà seguire tappa per tappa?
F+V: Di solito, quando facciamo viaggi lunghi, ci portiamo dietro un piccolo aggeggio geniale, chiamato BTrack, che ci permette di fare due cose: quando il tandem è parcheggiato, funge da antifurto GPS; quando invece siamo in movimento, tiene traccia della nostra posizione e la registra su una mappa sul nostro blog. In questo modo i nostri fan possono vedere in tempo reale dove ci troviamo. Per questo giro, invece, abbiamo pensato ad una modalità diversa, che sperimentiamo per la prima volta. Ci metteremo in collegamento ogni sera con Radio Francigena, un’emittente online che si dedica a racconti di viaggio, per fare una sorta di “carnet de voyage radiofonico”. Per chi vorrà seguirci, dunque, basterà andare sul loro sito verso le 20:00, a partire da sabato 27 aprile (giorno in cui partiremo da Perugia), e potrà ascoltarci parlare delle disavventure vissute in sella ad Orione giorno per giorno. Ogni tanto postiamo anche qualche foto e pensiero sulla nostra pagina facebook, ma con regolarità assolutamente variabile.
G: Pedalare in tandem indica una grande unione e la perfetta capacità di viaggiare assieme: quale consiglio vorreste dare a chi desidera intraprendere un viaggio come il vostro?
F+V: Prima di tutto, un incoraggiamento spassionato a tutti gli aspiranti esploratori a pedali: se vi sta frullando per la testa di fare un viaggio all’avventura in bicicletta, non esitate, FATELO! La bicicletta è un mezzo di trasporto sano ed ecologico, e soprattutto permette di andare alla velocità “giusta”. Siamo convinti che viaggiare lentamente non sia una cosa negativa: perché correre forsennatamente per vedere più cose possibili, quando si può vedere “meno” ma meglio? Il ritmo della bici dà la possibilità di coprire distanze interessanti in un tempo ragionevole, ma permettendo di assaporare dettagli che altrimenti andrebbero persi. Se poi state pensando di andare in tandem, ancora meglio! Il tandem è unico, perché quando si pedala su di esso è un po’ come stare sul divano (un divano maledettamente scomodo…), nel senso che la vicinanza dei due sellini permette di parlare come se si stesse in salotto. Quando noi viaggiamo, discutiamo di qualunque cosa: da che strada prendere al prossimo bivio a progetti di vita futuri, da cosa cucinare la sera ai problemi con le ragazze. Questo rende il viaggio un’esperienza terapeutica per la mente oltre che per il corpo.
Detto questo, sì, è necessaria una grande capacità di viaggiare assieme e di sopportarsi. Ma sono virtù che si imparano insieme, poco a poco. Ogni tanto capiterà che situazioni di difficoltà vi portino a litigare, ma dato che il tempo è limitato dovrete abituarvi a risolvere le divergenze in fretta, per il bene del viaggio. Imparare a convivere con un’altra persona 24 ore su 24 su una bicicletta lunga due metri è un’impresa ardua tanto quanto l’arrivare alla meta, ma, se ci riuscirete, costruirete un rapporto di amicizia unico, inossidabile. Ah, e un ultimo consiglio: portate tanti copertoni di riserva.
[Qui torno a scrivere io, la Giovy] Io ringrazio Francesco e Valentino (e ringrazio anche Orione per accompagnarli nelle loro avventure). Ricordatevi di sintonizzarvi su Radio Francigena e di seguire la loro pagina di Facebook per tenere traccia delle loro avventure in tandem!
Tutte le foto sono © Francesco e Valentino – riproduzione vietata.
Ragazzi che figata!! Adoro il vostro stile di viaggio, così vintage e così libero! Leggendo le vostre avventure vien voglia a chiunque di mettersi in sella! Io sono troppo pigra mi limiterò a seguirvi sui social 😂 buona pizza a Sorrento e buona vita!
Anche a me questa intervista ha messo addosso una gran forza e voglia di viaggiare il mondo!
Che bellissima idea, unisce il viaggio allo sport! Faticosa, ma indubbiamente raggiungere la meta in tandem deve essere una grandissima soddisfazione! Complimenti a questi due ragazzi!
Anch’io la trovo una bellissima idea!
No vabbè ma che bello!! Due cose che io amo messe insieme: viaggiare e fare sport. Il tandem poi fighissimo, anche se non è semplice fare tanti km soprattutto quando il tuo compagno è super carico e tu inizi a stancarti 🙂 bellissima intervista e grandi ragazzi 🙂
Felice che la loro storia ti piaccia!
E io ringrazio te di avermi permesso di scoprire questi due personaggi straordinari: due veri viaggiatori. A partire dal 27 mi sintonizzerò su Radio Francigena, promesso.
Mi fa piacere che la loro storia ti interessi! Magari prima o poi passeranno anche da Bergamo!
Come sempre, Giovy, i tuoi posti sono originali e interessanti. Bellissima questa intervista soprattutto la parte che parla della capacità di stare insieme e di imparare a sopportarsi e conoscersi
Grazie Antonella.
Il nome, once upon a tandem, è geniale e la filosofia di viaggio di Francesco e Valentino è davvero vincente. Noi ci limitiamo a fare dei grandi trekking durante i nostri viaggi e una delle cose che ci piace è proprio questa fatica fisica di fine giornata che ti fa sentire però appagato: i piedi ci hanno portati a vedere panorami pazzeschi, quanto è bello! Grazie per avermeli fatti conoscere.
Grazie a Te Virginia!
Ma che forti! Un po’ li invidio per il coraggio di girare il mondo in tandem e per molti versi condivido la loro filosofia di viaggi. Viaggi lenti, viaggi in cui prevale la fatica e lo sforzo. Hanno ragione, alla sera, dopo uno sforzo enorme, la felicità è più che proporzionale. Bene, seguirò questi due ragazzi sperando che non abbandonino mai il loro amico del cuore!
Io amo moltissimo il viaggio lento e il mio mezzo sono i piedi.
Il tandem l’ho provato una volta sola, oh, è vero che è faticoso, ma ti senti anche importante! 😀
Penso sempre che se fossi maschio farei come loro. Da donna, mi fido meno. Però il viaggio in bicicletta è da tempo che voglio farlo. La guida della Berlino-Copenhagen l’ho comprata, vedremo…
Grande Lucy, se vai da quelle parti chiamami che ti raggiungo.