“Certe isole col sole al posto giusto“, canta Silvestri in una sua canzone che continuava a farsi sentire finché, nei giorni, scorsi ero in viaggio in Olanda. Potrei stare qui tre giorni a raccontarvi che cosa sia per me il concetto di isola, di quanto si leghi la mio modo di viaggiare e di quanto, col tempo, si sia intrecciato col mio modo di concepire la mia vita e il modo in cui vorrei viverla. Ma non è di questo di cui vi vorrei parlare oggi. Le parole che state per leggere vi porteranno in viaggio in alcune delle isole alle quali non rinuncerei mai: ci sono stata (anche più di una volta, in alcune), le ho adorate, mi sono entrate nel cuore e hanno iniziato a farlo germogliare. In alcune ci torno, in altre no, forse per preservare il ricordo perfetto che ho di loro. Ora la domanda sorge spontanea: tornare o non in un posto legato a dei ricordi perfetti?
Vi piacciono le isole? Ecco i libri da leggere a riguardo

Mettiamo un pizzico di “giovytudine” in questo post sulle isole. Già, perché ci sono miliardi di libri che parlano di isole, a partire da quelli di geografia fino ad arrivare ad almeno un romanzo per ogni epoca storica. Se le isole vi toccano il cuore per quello che sono – ovvero dei mondi in mezzo al mare -, ci sono dei libri che non possono mancare dentro la vostra mente.
- Atlante delle isole remote di Judith Schalansky
Si tratta di un vero e proprio atlante (nella sua versione cartacea) che racconta delle isole così distante, soprattutto come concetto legato alla vita, da essere quasi impossibili da raggiungere. Quasi, per l’appunto. Io sono riuscita a toccarne alcune. Poche, ma ce l’ho fatta. - Isola con fantasmi di John Banville
Una storia che tocca l’Irlanda e il suo aspetto più remoto e solitario. - Isole, Incontri, Pub di Ian Marchant
Un viaggio on the road dall’estremo sud delle isole britanniche (in questo caso le Isole Scilly) fino ad arrivare all’estremo nord (in questo caso le isole Shetland). Non un romanzo ma un diario davvero intenso e poco mieloso. - Utopia di Tommaso Moro
Ovvero Thomas More, amico, consigliere e maestro di Enrico VIII. Uomo legato al cattolicesimo e per questo fatto uccidere in seguito. Tommaso Moro è stata una delle menti più forti e capaci del XVI Secolo. Fu amico anche di Erasmo da Rotterdam e, da quanto si evince dai suoi scritti, questo romanzo così particolare (che è più un trattato di filosofia, in realtà) nasce proprio dai dialoghi con Erasmo. Forse il libro che, millenni fa, fece nascere in me il concetto di isola.
Questi sono solo 4 suggerimenti che mi vengono dal cuore. Ne avete altri? Lasciateli nei commenti. Sarei felicissima di scoprire nuovi libri sulle isole. Ho trasciato i classicissimi come L’Isola del Tesoro, Robinson Crusoe e il Conte di Montecristo, così come gli scritti del Capitano Cook. Non mi basterebbe una vita per elencarli tutti.
Le isole che non voglio dimenticare

Veniamo a me, a quelle isole che non voglio dimenticare. Una volta lessi che i ricordi non si possono imporre. È la nostra mente che decide cosa fissare, come farlo, quando farlo e per quanto tempo. Ammetto che la cosa non mi piaccia più di tanto. Se c’è una cosa che ho capito di me è che ho sempre la tendenza a tenere il controllo di me stessa e sapere che una funzione così fondamentale non possa essere comandata da me (ma che io la subisca) mi fa girare un po’ ma, prima o poi, accetterò anche questo. Le isole che non voglio dimenticare sono quelle in cui una parte della mia vita ha davvero gettato i semi. Sono isole che ho iniziato a conoscere una ventina di anni fa e dove, senza saperlo, ho lanciato dei semi di me. Si è formato una specie di legame che non si spezza. Un legame che mi fa forza. Pronti a conoscerle?
Isola di Palmaria, Liguria

“Palmaria 97” c’è scritto su alcune foto che custodisco in un album. Correva, per l’appunto, l’anno 1997 e io mi ero appena diplomata. Prima degli esami di maturità ero andata a studiare da mio fratello più grande, che vive e viveva già a La Spezia. In quell’anno lui si occupava della Palmaria e dei militari che dovevano tenere aperto lo stabilimento balneare della Marina Militare. Fu così che approdai in Palmaria anch’io, con i miei libri di letteratura, pronta a preparare la maturità e anche a fare qualche bagno. Finiti gli esami partii dritta come un fuso per tornare lì, senza pensare al fatto che dovessero uscire i voti. Restai lì non so quanto e quell’isola divenne il mio regno e quello della gente che, quell’anno, lavorava lì. Lì ho vissuto alcuni dei giorni più belli della mia vita. E non solo perché avevo 19 anni. È stato bello. Punto. Ah, per la cronaca… non ci sono più tornata ma se lo facessi sarebbe una scena cena alla Sapore di Sale, proprio come nel finale.
Cuba, la Isla Grande

L’isola grande, l’Isla Juana… come la chiamò Colombo. Juana, come me. Mi piace pensare che, ogni tanto, ci siano questi strani giochi del destino a regolare i miei incontri con le isole. Conobbi Cuba nel lontano 1999 e poi tornai e tornai e tornai. Mi innamorai di lei e della sua storia, così tanto da studiarla come argomento di tesi all’Università. Cuba per me è tantissimo ed è uno di quei posti per i quali porto nel cuore una sorta di gelosia buona. Sono felice quando qualcuno ha voglia di conoscerla, mi arrabbio quando la gente la sottovaluta. E per far sì che questo non accada troppo spesso, ho scritto una piccola guida di viaggio per chi vuole conoscere Cuba nel modo giusto. E chissà mai che non torni di nuovo da quelle parti.
Isola di Man

Quanto tempo ho per parlarvene? Potrei stare qui di nuovo fino all’anno 10’000 perché quest’isola è uno di quei posti da vedere prima o poi nella vita. Se vi state chiedendo dove si trovi e non riuscite a collocarla sulla mappa, beh… Siete in buona compagnia. Spesso, quando racconto di essere stata sull’Isola di Man, la gente mi dice “isola di che?“e poi nomina inesorabilmente il TT, la gara motociclistica per cui è famosa. Io sono stata su quell’isola per il suo territorio, la sua storia e le sue tradizioni. La si può visitare anche dal di fuori della competizione sportiva. Vi dico solo una cosa: questa è l’isola in cui vichinghi e celti ci sono fusi in un’unica popolazione. Un qualcosa di magico che si nota esplorando il suo territorio così speciale. Da provare, fidatevi.
Bardsey Island, Galles

A qualche chilometro dalla costa della Llyn Peninsula (altro gran posto) nel nord del Galles, troverete Bardsey Island, uno di quei posti nei quali bisogna proprio voler andare per metterci piede. C’è un barca che, alcune volte al giorno, porta la gente sull’isola. Bardsey Island è un territorio iperprotetto e possono sbarcare solo un tot di persone al giorno. Il prezzo che si paga per il passaggio in barca comprende anche una donazione per mantenere l’isola così com’è. Nel Medioevo, tre pellegrinaggi a Bardsey e alla sua abbazia (ora in rovina) valevano l’indulgenza plenaria e c’è chi dice che Merlino sia sepolto lì da qualche parte in una bara di vetro. Leggenda o no, Bardsey resta un luogo speciale, pieno di energia naturale, pieno di bellezza da commuoversi.
Isola di Anglesey, Galles

Anglesey è un’isola legata alla “mainland” del Galles dal ponte sul Menai Strait opera di Thomas Telford. Anglesey è un’isola piena di forza e, un tempo, si dice fosse sede di molti druidi e che, per questo, quando i Romani vollero conquistarla, si mossero in sua difesa molte delle popolazioni celtiche della Gran Bretagna. Anglesey è un’isola che va girata a piedi, tappa per tappa, un pezzo tutti i giorni. Solo così si può conoscere la bellezza di luoghi come Red Wharf Bay o il faro di South Stack. Al di là di questi due luoghi, ce ne sono un’infinità da vedere, di quelli che ti fanno stringere il cuore quando vai via.
Tenerife, Canarie
C’è il colore della roccia a farmi del bene, c’è il blu dell’oceano… un qualcosa di una tonalità a dir poco speciale, per me. E poi c’è il cielo: mai uguale e sempre immenso. Mi sembra sempre più grande di qualsiasi altra parte del mondo. C’è la forza del vulcano, c’è la natura al suo meglio anche dove non dovrebbe crescere nulla. Mio padre non poteva farmi un regalo più grande di quello di trasferirsi lì e darmi l’occasione per dire “torniamo sull’isola, va…“. Già, perché da un bel po’ di tempo a questa parte, Tenerife è per me “l’isola” e basta. Come fosse un’isola per antonomasia, l’unica a poter portare quel nome. O almeno così è per me. Credo di non aver mai tratto tanta forza da un luogo come da quello. Spero, almeno, di lasciare un po’ di me a quella terra che mi accoglie spesso, qualcosa che ricambi il bene che mi fa.
Le foto, salvo diversamente indicato, sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Come sai anche io porto la bellissima isola di Cuba nel cuore. Non credevo potesse farmi crollare così e invece giorno dopo giorno e città dopo città si è lentamente manifestata in tutto il suo splendore. Spero tanto di tornare e tornare e tornare proprio come hai fatto tu Giovy!
Cuba è capace di far innamorare in eterno.
Il tuo post mi ha fatto subito pensare alle mie isole preferite: le isole Aran. Le visitai 15 anni fa e rimasi incantata dal loro fascino incredibile e, davvero, ci tornerei in un baleno! Mi sono segnata i tuoi consigli di lettura, perché dei libri che hai citato conosco solo Tommaso Moro… quello di Banville mi sembra proprio uno di quei libri da iniziare quanto prima!
Belle le isole Aran: a me piace molto Inis Oirr.
Che bell’articolo complimenti! Anche io vivo alle Canarie e hai ragione il cielo sembra sempre più grande!
Davvero? Dove vivi?
L’Isola di Palmaria è meravigliosa. Un anno ho preso una casa per le vacanze che guardava proprio verso l’isola. Passavo le ore a guardarla dalla finestra. Quando ho dovuto tornare a Bergamo ci ho lasciato il cuore.
Io, invece, dall’isola tanti anni fa guardavo il mondo ed era magnifico.
Hai citato dei luoghi fantastici… che voglia di partire subito!! E poi Cuba, forse la mia preferita… e l’Isola di Man, che vorrei tanto vedere…
L’Isola di Palmaria, con le giornate limpide come oggi, la vedo all’orizzonte andando al lavoro… la giornata inizia decisamente meglio così!
Un’isola mette sempre di buonumore
Ciao Giovy, anche io e il mio compagno siamo molto appassionati di isole 🙂 casualmente per diversi anni dopo aver scelto la destinazione per il nostro viaggio successivo… era anche quello su un’isola! 😀
Le prossime sulla nostra lista sarebbero le Azzorre, speriamo di poterci andare molto presto!
Grazie anche per gli spunti di lettura, mi sa che un paio finiranno nella mia wishlist (già infinita!)
Anche a me le Azzorre ispirano molto!