
È notte alta e sono sveglia, sei sempre tu il mio chiodo fisso. Questa è quell’ora della giornata in cui due date di stanno per incontrare, quasi come fossero i protagonisti di Lady Hawke. Questa è quell’ora della giornata in cui solitamente sei avvolta dal piumone e da quei pigiami improbabili che ogni mattina mostri fieramente nelle tue Instagram Stories. Quelli con le maglie sporche di dentifricio. Questa è quell’ora della sera in cui ti rivolgi a te come se fossi una tua amica, una di quelle che ti piace che ti siedano di fronte mentre parlate. E, in quest’ora della sera, l’unico pensiero è “ho fatto di tutto oggi. Fatemi fare una cosa che amo”. Guardi la porta che va verso le camere e stendi la testa all’indietro quasi a voler cedere. Ma resti. Guardi il divano con la testa piegata verso al spalla sinistra, ma resti. Resisti. Nella tua testa da qualche giorno c’è una parola nuova, una di quelle che non pensavi esistessero e invece è lì che ti guarda da dentro il tuo cervello. Ti osserva quasi a chiederti perché non scrivi di lei. Ecco, sono qua, sì, adesso scrivo di te. Penso sia il momento giusto.
Avete mai sentito la parola Sapiosexual?
Ci pensavo l’altro giorno: c’era una scena in Sex & The City in cui Samantha affermava che nel 2000 e qualcosa saremmo stati tutti pansessuali. Non ci sarebbero state più divisioni di gusti, di genere. Ci sarebbe stata solo la voglia di amare. A prescindere da tutto. Che poi – detto tra noi – l’amore dovrebbe essere sempre a prescindere da tutto. L’amore prescinde, anzi trascende. Ma non sempre così. Più volte, interrogandomi sui miei gusti (sì, mi interrogo anche da sola perché mi fa un gran bene) in termini di umanità non sono mai riuscita a definire “il mio tipo“, quello per cui ti giri per strada, quello che diti “ah fossero tutti così“. La definizione totale è una cosa che mi disturba e, con gli anni, ho imparato davvero ad amare le linee di confine che si intersecano, anche se non si definiscono mai. La cosa importante è che non siano mai due rette parallele. La canzone che sto ascoltando ora mentre scrivo penso sia perfetta per questo: I put a spell on you di Nina Simone I put a spell on you di Nina Simone, notturna come poche, avvolgente come il più caldo degli abbracci. Ecco, tornando alla definizione di chi mi ruba lo sguardo, il cuore e l’anima, non avevo mai cercado di definire questo essere, questa entità finché non ho sentito la parola Sapiosessuale o Sapiosexual che dir si voglia. Possibile che esista una definizione tanto perfetta e che, a pensarla, non sia stata modestamente io?
L’Intelligenza è il nuovo ormone
Parliamone un attimo apertamente. Sapiosexual è una parola composta e inventata che fa di sapio il suo elemento principale. Ripetiamo tutti in coro, che un po’ di latino non guasta mai: sapio, is, sapĭi, ĕre. Questo verbo latino significa sia avere odore che avere gusto che essere saggi. Nulla di più appropriato nel definire qualcosa che faccia perdere la testa ad almeno una fetta degli esseri umani sulla terra. E nulla di più bello. In fondo, il cervello è un organo sensoriale a modo suo. È il centro di tutti i sensi. Sono convinta che passiamo tutti dall’età in cui è il profumo di qualcuno a farti perdere la testa, o il suo modo di vestirsi. Sono altresì convinta che poi arrivi quel momento – facciamo verso i 40 anni? Siamo tutti d’accordo? – in cui hai più voglia di coinvolgimento che di chissà che sensazione sulla pelle. Può essere così come no. Sto solo facendo supposizioni. Sicuramente si arriva a un punto della propria vita in cui non ci sia accontenta più. Si vuole di più da qualsiasi cosa e questo di più, almeno per me, è nascosto da qualche parte nel cervello e nell’intelligenza delle persone che incontro. La sintonia arriva dalla testa. L’intelligenza è il nuovo ormone che fa partire per chissà quanti voli pindarici, film o viaggi mentali. Immaginare è salutare. Non trovate?
Chi mi è veramente piaciuto

Se c’è una cosa che ho imparato di me, o meglio una delle varie che ogni tanto vi racconto, è che davvero ho bisogno di connessione più che di chissà quali altre cose al mondo. Mentre scrivo questo post e rileggo le parole che ho scritto a me stessa nell’introduzione, ho ripercorso con la mente la mia vita amorosa, se così la vogliamo definire. Quella vita che, da adolescente in poi, mi ha sempre messo in relazione con qualcuno che non fossi io, dal punto di vista umano, morale, intimo e così via. Ho cercato di tracciare dei punti comuni e mi sono resa conto che ci sono state alcune persone che mi hanno presa per il loro essere esteriore. E lo dico quasi con voce sommessa. Chi resta nella mia testa e si è guadagnato un posto nel cassettino dei ricordi, un posto con tanto di targhetta col proprio nome come in uno schedario di altri tempi, è senza dubbio chi ha saputo parlare alla mia testa. Non lo ricordo per il colore degli occhi o chissà per quale sensazione fisica. Era più sintonia totale. E di questo sono grata. Sono grata del fatto di aver trovato le definizione perfetta di ciò che sono io nel rapporto intimo con l’altro. Non avrei saputo dirlo meglio.
Avete mai provato a dire a voce alta ciò che ti piace?

Già, perché si è spesso riflessivi… e non c’è nulla di male a esserlo. A volte, però, occorre essere plateali, almeno con se stessi. In un momento di solitudine, provate a dire a volte alta ciò che amate, le attenzioni che vorreste vi fossero rivolte, le cose che vi conquistano, quelle che vi fanno ribollire l’anima nel senso positivo, pieno di energia. Provate a raccontare a voi stessi ciò che fa perdere la testa, ciò che vi lancia l’ormone che dorme dentro di voi, ciò che vi fa realmente sangue: sia essa un’azione fisica che sperate di ricevere o un’attenzione più velata. Non importa cosa sia. Ve lo raccontavo la settimana scorsa: bisogna raccontarsi poche balle nella vita perché già il tempo che abbiamo su questa terra è limitato; se lo sprechiamo ad agire diversamente da quello che faremmo in verità… Che senso ha? Vi lascio solo qualche punto del mio essere plateale con me stessa, solo alcune cose che – da quanto ho capito – fanno parte del mio essere sapiosexual.
- Mi piace quando qualcuno capisce la musica che voglio ascoltare, a prescindere dal genere. Da Mozart ai Pearl Jam è tutta arte per me. E fa ribollire nei momenti giusti.
- Mi piace quando mi sento osservata, me ne accorgo e faccio finta che non sia così.
- Mi piace mi immagino romanzi e cose da scrivere da qui all’eternità e mi si chiede di parlarne.
- Mi piace quando, dopo aver visto un film, discuto di quanto visto. Se poi arrivo a parlare di piani sequenza, vuol dire che sono proprio già nella rete.
- Mi piacciono le carezze lievi, fatte mentre si parla.
- Mi piacciono gli “a presto“, senza che ci sia una data fissata.
- Mi piace quando qualcuno mi parla di libri letti. Di ogni genere.
Tutto questo, per me, vale mille sfoghi di chissà che ormone. La mente, gente, è il nuovo porno. Per tutta la vita.
In realtà, cara Giovy, avresti voluto scrivere di tutte quelle cose che realmente di fanno sentire viva, sempre più viva. Ma è notte alta e sei ancora sveglia. Vai a dormire, dai…
Colonna sonora del post, oltre a Nina Simone, The Cure con Lullaly</>
Bellissimo!
Grazie Max!
Questo tuo pensiero notturno me lo stampo e lo metto sul comodino tra un libro e la bottiglietta dell’acqua che da buona vecchietta ho sempre con me. E lo tengo fermo li pronto per farlo leggere all’amica che si lamenta di come sta invecchiando il suo fisico e che non capisce invece che a una certa età, è la mente a dover diventare il protagonista. Comunque Sapiosexual è un termine che un pochino mi fa strano!
Come mai ti fa strano? Per me è proprio come una delle immagini che ho messo nel post: una che lecca il cervello. Meraviglioso!
Bello e originale questo tuo articolo Giovy!! Così si due piedi mi ha fatto pensare alle “Affinità elettive” di Goethe.
Grazie Roberta. Anch’io penso spesso a quel libro quando immagino l’affinità tra due persone.
Perchè quando a scuola insegnavano latino io ero al bagno! A parte gli scherzi! Non saprei sinceramente il motivo per cui mi faccia strano . Sono quelle sensazioni che avranno un fondamento da qualche parte nel cervello, bisogna capire solo scovarle.
Io sono felice di ricordarmi ancora bene il latino.
Ti leggo sempre con piacere, in questo post, in particolare, sembri leggere dentro. Concordo su tutto! E sì, nel mio cuore è rimasto solo chi ha saputo prendermi con la testa.
Grazie mille Francesca. Ho idea che il gruppo dei sapiosexual sia ben fornito.
16 anni fa quando conobbi il mio compagno uno dei fattori che mi hanno fatto innamorare di lui è stato sicuramente il suo cervello brillante
Mi fa molto piacere!
Questa storia dei pensieri che diventano musica e poi ricordi… Questa storia del prendere tempo per se… Questa storia di scrivere di sé e riportare a sé antiche emozioni… È proprio una gran bella storia.
Grazie mille Simona!
Wow, da brividi questa tua riflessione. Alla fine sì, con il passare del tempo dimenticheremo i bellissimi occhi o il fisico statuario di qualche ex fidanzato o presunto tal, quello che rimarrà sempre, indipendentemente dal proseguire o meno di una storia, è la mente di una persona, i suoi pensieri, la voglia di condividere e di confrontarsi. Questo rimane il vero porno, la vera fonte di piacere
Grazie mille Martina!
Cavolo che post ! A me piace dire ciò che penso, in generale, a discapito poi dell’immagine che ne deriva, che può sembrare da rompiballe, sul lavoro intendo,,, la vita è limitata e bisognerebbe avere il coraggio di realizzare ciò che è nella nostra mente!
Bisogna sempre avere il coraggio di dire ciò che ci piace.
Ah, che belle le persone intelligenti! Quelle con cui affrontare una conversazione senza cadere subito in luoghi comuni e small-talk.. non conoscevo il termine sapiosexual ma, ora che ho letto queste tue righe, devo ammettere che mi ci riconosco proprio un pochino.! Grazie per averlo condiviso con noi!
Grazie a te per essere passata di qui.
Bello questo post. Un’idea bellissima quella di dichiarare le cose che ci fanno stare bene. Eh si la mente è potente. Molto potente.
Grazie Sofia.
Eppure neppure questo mi soddisfa completamente. Sarà perchè ci sono cascata un tempo, nella trappola della superiorità dell’intelletto: io e lui che ci intendiamo immediatamente su un livello superiore e il resto del mondo fuori perchè non vibra sufficientemente di neuroni, Però presto ho capito l’inganno dell’intelletto che è ancora più subdolo di quello degli ormoni. Un uomo con tanto cervello e poco cuore non mi interessa più. Mi interessa un uomo che sa provare empatia per gli altri, che sa godere con serenità della bellezza del mondo, che è animato di profonda passione per ciò che fa, che sa di non sapere e per questo ha l’umiltà di mettersi in ascolto e in cammino.
Leggevo l’altro giorno qualcosa sull’inganno dell’Intelletto.
Sono come te! Infatti la persona con cui sto parla talmente bene alla mia testa che mi dico sempre che se non stessi con lui non potrei stare con nessun altro, proprio per questa caratteristica. Oggi siamo nomi a tutto, questa definizione non poteva mancare! 🙂
Sapiosexual del mondo, uniamoci!