Liegi è una città molteplice: ha molte anime, pur essendo di dimensione raccolta. Ho fatto un breve viaggio in Belgio (in Vallonia per la precisione) una decina di giorni fa e ho visitato Liegi per la terza volta nella mia vita. La prima volta avevo vent’anni e tanta voglia di stare con i miei amici, a prescindere dai luoghi. La seconda volta era estate e avevo davanti a me un bel po’ di Vallonia da scoprire. Io e Liegi ci eravamo parlate e ci eravamo promesse di rivederci. E il momento è stato questo: febbraio 2019, io e Liegi (e la mia cara amica Paolina) per un weekend intero. Da dove iniziare a ritrovare il dialogo con questa città così pazzesca (vi è nato Carlo Magno, tanto per dire) e piena di storia? Sicuramente dalla visita a uno dei quartieri più forti, popolari e colorati di Liegi: l’Oltre Mosa, o Outre-Meuse, come si dice in francese. E in vallone come si dirà?
Dove si trova l’Oltre Mosa di Liegi e come raggiungerlo
La Mosa, proprio davanti il centro di Liegi, disegna una vera e propria isola. L’Oltre Mosa è questo e il quartiere è diventato parte integrante della città di Liegi alla fine del XVIII Secolo. Prima di quell’epoca era un comune a sé, con una propria giurisdizione e un proprio governo cittadino. L’Oltre Mosa si raggiunge facilmente utilizzando i ponti che collegano il centro di Liegi con quest’isola. Io sono entrata nel quartiere camminando sul Pont des Arches e sono uscita per tornare verso il centro di Liegi utilizzando il ponte pedonale chiamato Passerrelle Saucy. Ho visitato il quartiere in un normalissimo sabato mattina.
Cosa aspettarsi da un quartiere come l’Oltre Mosa
L’Oltre Mosa è come alcuni altri “oltre” che ho visto nel mondo: popolare, multietnico, colorato, pieno di vita comune e di dettagli da cogliere. In lingua vallone si chiama Dju d’la Mouse o semplicemente Djud’la. Di là. Sono tante le terre, i paesi, i quartieri o i comuni interi al di là della città comunemente conosciuta. Quel sabato mattina ho voluto esplorare l’Oltre Mosa proprio perché mi incuriosiva vedere quella Liegi che ha visto crescere George Simenon e che tanto ha ispirato alcuni pezzi di Francia che il grande George ha reso davvero simili alla sua Liegi. Da un quartiere così aspettatevi la vita vera, gli elementi del folklore che sono propri della gente e non dei visitatori. E, come visitatori, sarete accolti con un bonjour e un sorriso. Sempre.
Il mio piccolo itinerario nell’Oltre Mosa di Liegi
Il mio itinerario a piedi per esplorare l’Outre-Meuse è nato un po’ a caso. Non avevo trovato online molte informazioni a riguardo e ho fatto la cosa più bella che si possa fare in viaggio: girare senza una meta ben precisa. Io ho attraversato la Mosa dal Pont des Arches e mi sono poi diretta, prendendo la strada alla mia destra, lungo la Chaussée des Près, fino ad arrivare alla rotonda che costuituisce il centro del quartiere. Da lì’, ogni strada è buona. Girate come più vi aggrada. Tenete presente Rue Henri de Dinant, rue George Simenon (what else?!), rue Fosse aux raines e Rue Puit-en-Sock. Non andate via senza essere passati davanti alla chiesa di St.Pholien, buttando l’occhio alla libreria che le fa da dirimpettaia. Last but not least, passate dal fornaio. Ora vi racconto tutto per bene.
Le vie e le case dell’Oltre Mosa
La prima cosa che si nota nell’Oltre Mosa sono le case: piccole, a volte strette, basse, sicuramente piene di storia. Fatte di mattoni, con le facciate a colori caldi, mi hanno sorpreso per la frequente accordanza degli infissi e porte: questi due elementi erano spesso dello stesso colore (tra loro, non tra case), regalando una sorta di senso di cura davvero speciale. L’Oltre Mosa nasce come quartiere popolare: è sempre stato la patria della gente comune, dei lavoratori, di chi emigrava a Liegi (anche tantissimi italiani) in cerca di un lavoro che regalasse un po’ senso del futuro. Tutto ciò ha reso l’Oltre Mosa uno splendido puzzle di genti e destini. Di sapori, profumi, di cultura, di lingue diverse. Le sue case sembrano quasi dei compagni di viaggio: sono loro a prenderti per mano mentre si passeggia a caso tra le vie; non sei tu a infilarti nella loro quotidianità. Osservate ogni casa: ci troverete dentro mille storie.
La street art dell’Oltre Mosa
L’Oltre Mosa non è un quartiere apparecchiato per i turisti. È reale, in tutte le sue parti. Anche nei murales che si trovano sparsi su tutto il territorio di questa parte di Liegi. La Street Art non è organizzata: è lì, pronta a mostrarsi agli occhi curiosi di chi la trova. Per me si è trattato di una scoperta interessante, fatta quasi sorprendendomi per ciò che trovavo lungo le mura delle strade dell’Oltre Mosa di Liegi. Girate, perdetevi, osservate.
La devozione e la multiculturalità
Liegi è una città cattolica, profondamente cattolica in un Belgio che, in molte sue parti, ha abbracciato la riforma protestante. Non so se lo sapete, ma fino alla fine del XVIII Secolo, Liegi fu una sorta di città-stato nelle mani di un vescovo-principe. Liegi è una città ancora molto devota, soprattutto nell’intimo di alcuni quartiere. L’Oltre Mosa è perfetto per riconoscere questo lato del carattere di Liegi. Spesso, in questo post, vi dico di osservare mentre passeggiate. L’Oltre Mosa è un quartiere pieno di “potales“, ovvero di piccole edicole votive, solitamente dedicate alla Madonna. Il giorno di maggiore festa nel quartiere è proprio il 15 di Agosto. E non a caso. Ciò che mi ha sorpreso dell’Oltre Mosa – sorpreso in positivo – è la perfetta unione tra un quartiere storicamente cattolico e la grande presenza di immigrati musulmani residenti proprio lì. È bellissimo vedere come la somma di tutto questo dia vita a una città dalla quale si potrebbe imparare molto.
L’Oltre Mosa e i suoi Tshantchès
Il 15 Agosto, nell’Oltre Mosa, non è solo festa grande per questioni religiose. Quel giorno, nel 1927, il quartiere si auto-proclamò “Libera Repubblica dell’Oltre Mosa”. Ogni anno, per tre giorni a cavallo del 15 Agosto, si tiengono grandi festeggiamenti, momenti allegri che vedono la comparsa anche dei Tchantchès, una figura folkloristica creata alla fine degli Anni ’30 per rappresentare proprio gli abitanti dell’Oltre Mosa. In mezzo al quartiere c’è anche una casa trasformata nel Museo degli Tchantchès. Tenetene conto.
La bontà delle Gaufres di Liegi
Fate in modo di visitare l’Outre-Meuse di Liegi in un giorno feriale, come il sabato che mi ha vista da quelle parti. All’inizio di Rue Puits-en-Sock troverete un fornaio (non è il formaio che si trova affacciato sulla rotonda principale del quartiere… Fate qualche passo giù per quella vita). Io lì ho acquistato la Gaufre di Liegi più buona del mondo e, ve lo dico senza ritegno, avrei acquistato mezzo negozio, tante erano le bontà proposte in quel momento. Io e la mia amica Paolina siano state attirate da quel fornaio per la gran quantità di gente locale che vi entrava. La scelta non è stata sbagliata e la Gaufre era un qualcosa di indimenticabile. Grande come due mani messe assieme (nella foto ne vedete solo un pezzo. Il resto era già nel mio stomaco) al modico costo di 2€ a pezzo. Fidatevi.
Simenon, la libreria e Saint Pholien
Prima di salutare l’Oltre Mosa, camminate lentamente e guardatevi intorno pensando che quello era il quartiere che ha formato uno scrittore come George Simenon. Io ci vedo tanta Liegi nelle sue parole, anche se Maigret vive e lavora a Parigi ma molto, di ciò che descrive Simenon, è dato proprio dal ricordo di Liegi. Una volta lì capirete perché e ritroverete come vera questa mia affermazione. Vicino alla chiesa di St. Pholein c’è una libreria, l’insegna della quale richiama subito i libri di George Simenon. Vende molti tipi di libri e, per me, vale la pena di dare un’occhiata, soprattutto se amate quei luoghi che sanno proprio di libri e vita vissuta. Non andatevene senza osservare, anche da fuori, la chiesa di Saint Pholien. L’edificio che ora vedete è frutto di vari rimaneggiamenti. La chiesa venne fondata nel XII Secolo ma, probabilmente, c’era già un edificio risalente al VII Secolo d.C., momento in cui St. Pholien arrivò dall’Irlanda per cristianizzare le popolazioni del Belgio (stiamo parlando dei Gallo-romani mescoltati già ai Franchi). Questa chiesa, così come il quartiere, è protagonista di un romanzo di George Simenon (sempre del ciclo di Maigret) chiamato Le pendu de Saint-Pholien. Questo libro è un ottimo alleato per un viaggio in Europa, non solo per visitare Liegi. Mi sa che scriverò presto.
La visita all’Oltre Mosa, per me
I miei viaggi a Liegi, precedenti a questo fatto recentemente, mi avevano regalato la visione d’insieme di una città che volevo conoscere più nell’intimità, un po’ di più nella scoperta del suo carattere che delle classiche, e pur sempre lecite, cose da vedere o da fare la prima o la seconda volta che si va da qualche parte. Io sono molto affezionata agli scritti di George Simenon e avevo proprio bisogno dell’Oltre Mosa per entrare ancora più in contatto con uno scrittore che, secondo me, è sempre molto sottovalutato, così poso approfondito che la gente pensa sempre sia francese. Cosa che non è mai stato. Dentro le parole di Simenon si ritrova l’Oltre Mosa, anche se l’autore sta parlando di un quartiere popolare di Parigi. George Simenon è emigrato in Francia ma non ha mai scordato la sua Liegi. Conoscere l’Oltre Mosa mi ha dato questa certezza, così come ha rafforzato in men l’idea che Liegi sia davvero un luogo da raccontare di più. Nel mio piccolo, cercherò di fare del mio meglio. E chissà che Simenon, nel paradiso degli scrittori, apprezzi. Voglio bene a lui come lo voglio alla sua Liegi. Ne sono fermamente convinta.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
I tuoi post ci fanno sempre scoprire luoghi insoliti, poco conosciuti, ma autentici gioielli. Anche questa volta grazie per aver aperto i nostri orizzonti
Grazie mille Virginia. Mi hai scritto un commento bellissimo.
il Belgio è molto particolare e questa città che non ho mai visitato mi ispira molto
Il Belgio merita un sacco di viaggi.
Non sono mai stata in Belgio. Adoro i gaufres e il paese che hai descritto ha un’atmosfera rarefatta quasi al limite del surreale. Mi ha affascinato molto.
Più che un paese, è parte di una grande città. Ma sembra davvero una realtà a sé.
Sarebbe bastato citare Simenon per convincermi, ma col racconto della tua passeggiata senza meta (modalità di esplorazione dei luoghi che adoro), dell’area ancora poco turistica, della Street art, del fornaio mi hai conquistata e finita! Già amo molto quelle zone, bisognerà che ci torni per fare un salto a Liegi, che non ho ancora visitato!
Se ami i libri di Simenon, questo pezzo di Liegi è un must!
Non avevo mai preso in considerazione Liegi ma a leggere il tuo articolo sembra proprio una cittadina molto bella e piena di sorprese! La devo tenere a mente se mai dovessi capitare di nuovo in Belgio!
Liegi non è una destinazione così celebre tra gli italiani. Forse proprio per questo merita tantissimo.
io sono sta a Bruxelles ed è stato bellissimo, la street art per me è bellissima
Liegi è una città molto diversa ma altrettanto bella.
Dopo aver fatto l’Austria on the road, quest’anno ho in programma di fare il Belgio on the road e sto raccogliendo tutte le info per organizzare al meglio il giro. Questo è sicuramente un post che terrò da conto nella cartellina per il mio itinerario. Grazie. Sei una sicurezza.
Grande Raffi, la Mosa è una compagna di viaggio speciale e il Belgio è un luogo che va davvero scoperto per bene.
Come avevo predetto eccomi a Liegi. Sto seguendo tutti i tuoi suggerimenti. Oggi pomeriggio Oltre Mosa con un libro di Simenon in mano. Un abbraccio, Raff
Mi fa molto piacere Raffi. Mangia una gaufre per me!
Andrei a Liegi anche solo per mangiare la Gaufre fatta con la ricetta originale ! Un viaggio originale 🙂
Ne vale proprio la pena!
Che bellissimo posto, non ci sono mai stata ma l’ho inserita nei posto da vedere nel giro del mondo.. ci andrò e mi porterò i tuoi consigli 🙂
Poi fammi sapere, ok?
Che bella, Liegi! Multiculturale, colorata e allo stesso tempo sobria, piena di storia e di angoli da scoprire… e la gauffres? Ecco, partirei con una valigia vuota solo per farne una bella scorta..!
A Liegi si potrebbe fare scorta di mille bontà.