
Sono molti i motivi per cui si fa un viaggio. Per me, ai primi posti, ci sono sempre la Storia, la Letteratura e spesso la Bellezza della Natura. Ovviamente ci metto dentro anche un po’ di Gastronomia, che non fa mai male. A volte mi capita di organizzare un viaggio per avvicinarmi, anche fisicamente, ai luoghi di alcune persone che, per me, sono ispirazione pura. Al mondo ci sono state molte donne forti, donne capaci di lasciare il segno. Quella che sto per raccontarvi oggi è una lista di luoghi dove sento la presenza delle MIE personali donne forti. Partiamo!?
I luoghi delle mie donne forti, delle mie principesse combattenti

Vi spiego com’è nato questo post. Ho iniziato a pensare alle mie donne forti sotto le feste di Natale. Il 26 Dicembre ricorreva l’anniversario della morte di una delle mie ispirazioni femminili. O meglio: era l’anniversario della morte di Carrie Fisher, interprete della principessa Leia Organa. In Italiano sempre comparsa come Leila. Non vi parlerò ora di Leia, per me, ma vi dirò che quello è sempre stato l’ideale di principessa alla quale io, fin da bimba, puntavo. Lasciavo alle altre le fantasie su Sissi. Io mi tenevo le combattenti. Pur amando Sissi e i vestiti vaporosi. Fin dall’asilo giocavo a fare la principessa che riconquistava il suo castello. Non quella che aspettava il principe. Le mie donne forti sono tutte grandi ispirazioni che mi hanno condotto sempre sulla strada del combattimento (per sempre morale) anziché su quella del ruolo rappresentativo. Quello che state per leggere è un elenco di luoghi in cui mi sento connessa con alcune persone realmente esistite. Luoghi dai quali io amo attingere un po’ della loro vita e della loro personalità per rafforzare ciò che sono. Ovviamente sono solo alcuni. Per scriverli tutti non basterebbe un romanzo di 500 pagine.
Mantova, Matilde di Canossa e le sue terre
Quello che vedete sul fondo di questa foto è il Palazzo della Ragione di Mantova, luogo che appartenne alla famiglia Canossa e dove probabilmente lei è nata. La Gran Duchessa Matilde di Canossa è, per me, una di quelle donne che dovrebbero reincarnarsi almeno ogni 50 anni per far sì che il mondo vada per il verso giusto. I luoghi da visitare per ritrovare Matilde di Canossa sono davvero molti e vanno dal Po agli Appennini. Le Terre Matildiche sono ricche di storia, palazzi, vecchi monasteri e chi più ne ha più ne metta. Chi era Matilde di Canossa? Era una grande, una donna con gli attributi, una che in un periodo fatto di soli uomini al potere, ebbe la capacità di far incontrare il Papa e l’Imperatore in un momento storico davvero delicato. Molti la chiamano “la prima diplomatica europea” e non vanno molto distanti dalla sua vera essenza. Nel XII Secolo regnare da donna, parlare la maggior parte delle lingue conosciute e gestire una delle corti più culturalmente importanti del mondo non era cosa da poco. Se vi capita di aver tempo, leggete La Grancontessa. Vita, avventure e misteri di Matilde di Canossa di Edgarda Ferri. Così, per farvi un’idea. Piccolo post scriptum: vi piace la birra belga? Sappiate che la nostra Matilde si dice abbia fondato l’Abbazia di Orval in Vallonia. Così, per dire. Altro luogo da vedere, nel nome di Matilde, è il Complesso Monastico di San Benedetto Po. Lei venne sepolta lì per molto tempo. E ora dov’é? Matilde fu così forte e potente anche da morta che il Papa reclamò il suo corpo per tenerlo in Vaticano.
Parigi ed Eloisa

Qual è uno dei miei principali motivi per andare a Parigi? Sicuramente per salutare Eloisa in quel del Père Lachaise. Quel cimitero parigino mi piace molto (ma non è quello che amo di più. Continuate a leggere e capirete) e il mio motivo per visitarlo è la Tomba di Abelardo ed Eloisa, amanti del XI Secolo, persone pazzesche e dal destino davvero difficile. Praticamente lei era la nipote di un uomo importante. Lui un filosofo-monaco, il top nel momento in cui visse. Lui divenne l’istitutore di lei, si amarono e lei restò incinta. Lui venne evirato e rispedito in convento. Lei venne chiusa in un monastero e il figlio dato in adozione. Si scrissero tutta la vita, Eloisa e Abelardo. Si scrissero come persone di scienza e conoscenza. Si scrissero come genitori di un figlio che non videro crescere. Si scrissero come amanti. Si salutavano sempre scrivendo “Atque te vale” come ben fece Catullo in alcune delle sue poesie. Divennero entrambi due menti pensanti a cui fare riferimento. Morirono distanti e vennero riuniti secoli dopo nel cimitero di Père Lachaise, quasi come fossero dei testimonial romantici per spingere la gente a comprare il terreno per farsi seppellire lì. La cosa funzionò e il cimitero si riempì. Loro ora sono lì assieme. Io saluto sempre lei, un po’ meno lui. La adoro perché 900 e passa anni fa era una donna forte, sapeva molte lingue, discuteva con gli uomini (cosa non proprio così scontata) e divenne filosofa. Pagando un prezzo altissimo. Se volete leggere qualcosa che la racconti alla grande, scegliete Lettere di Abelardo ed Eloisa. È un volume col testo latino a fronte. Non aspettatevi “amore mio senza te non vivo” ma l’unione di due menti capaci di passare dall’amore per un essere umano a quello per l’universo nel giro di due frasi. È un libro che distrugge, ricostruisce, apre la testa.
Marradi e Sibilla Aleramo (e Dino Campana)

Marradi è un piccolo paesino della dorsale appeninica sul confine tra Toscana e Romagna. Si tratta di uno di quei paesi di montagna dove la storia è presente in ogni centimetro. Di lì passarono gli Etruschi e poi i Galli. Lì arrivarono i Romani e, nel Medioevo, anche i Longobardi. Marradi è uno di quei paesi dove si mangia alla grande e dove si ci sente a casa fin dal primo passo dopo aver parcheggiato l’auto. Io sono stata lì una volta sola ma ci voglio tornare perché, in quella sola volta, ho girato un po’ e poi mi sono seduta su di una panchina a leggere e a lasciare andare la mente. Perché? Perché in quel paese si incontrarono Dino Campana e Sibilla Aleramo. Lei è una delle mie personali principesse combattenti. Qualche parola su di lei e sul perché tutte le italiane di qualsiasi età dovrebbero conoscerla. Sibilla visse tra la fine del ‘800 e il 1960, anno in cui morì. Sibilla ebbe un’esistenza difficile: venne violentata da giovane, si sposò presto ma non ebbe mai amore da quel matrimonio. Il marito la rinchiuse in manicomio più di una volta. Ma lei non mollò mai. Nel 1901 fondò la prima Unione Femminile Italiana e iniziò a dare vita a varie riviste e si dedicò a pubblicazioni letterarie varie. Negli anni della Grande Guerra lei aveva 40 anni e conobbe, a Marradi, Dino Campana, di 10 anni più giovane di lei. Ora questa cosa ci fa sorridere ma, all’inizio del XX Secolo, una donna innamorata di uno più giovane non era cosa da vedersi. La loro fu una storia d’amore folle, anche nel senso letterale del termine. Dino Campana era sfuggito al fronte della Prima Guerra Mondiale per problemi mentali. Loro si amarono come mai più le accedde nella sua vita. Il libro che vi consiglio di leggere è Una donna, proprio di Sibilla Aleramo. Così sentirete la sua forza tra le righe.
L’Università di Marburgo e Hannah Arendt

L’Università di Marburgo è una delle più importanti (e anche più vecchie) della Germania. Venne fondata nel XVI Secolo e, da quel momento, non smise mai di essere un centro di formazione di altissima qualità. Lì, tra gli anni ’20 e ’30 del XX Secolo, studiò Hannah Arendt e lì divenne allieva (e amante) di Martin Heidegger. Per me le mura di quell’università sono intrise di lei e del suo pensiero. Anche se poi Hannah se ne andò dall’Europa con la crescita del Nazismo. Lei è lì che diede forma alla sua mente e lì che iniziò a scriversi con Heidegger. Le sue lettere erano così forti e profonde che aiutarono il filosofo tedesco a scrivere il suo Essere e Tempo. Hannah e Martin si amarono tutta la vita, malgrado i matrimoni di lei e il matrimonio di lui. Malgrado li dividesse un oceano. Malgrado li dividesse la volontà politica. Malgrado tutto. Visitare Marburgo è stato per me quasi un piccolo sogno. Sono entrata in un’aula vuota, mi sono seduta e ho immaginato di avere lei accanto a me. In un’altra vita io sarei stata lei. Ne sarei stata onorata. Il libro che vi consiglio di leggere prima di visitare Marburgo è Hannah Arendt e Martin Heidegger: storia di un amore di Antonia Grunenberg. Non è il resoconto cronologico del loro amore ma è il racconto commentato dell’intreccio delle loro menti.
La Ludwig Maximilian Universität di Monaco e Sophie Scholl

C’è stato un periodo della mia vita in cui andavo spesso a Monaco di Baviera. Mi piaceva vivere la città molto semplicemente, senza troppe velleità turistiche. C’erano due luoghi nei quali mi recavo sempre: l’Englischer Garten e la LMU, ovvero la Ludwig Maximilian Universität. Perché? Sull’Englischer Garten non mi dilungo ora, vi dirò dell’università: lì si tenne uno degli atti di resistenza al Nazismo più forti di sempre. Lì c’era Sophie Scholl, con suo fratello e gli altri membri della Weiße Rose. Sophie aveva 22 anni il giorno che fu giustiziata per aver distribuito dei volantini contro il regime, proprio all’interno dell’Università di Monaco. Passare di lì a renderle omaggio mi sembra il mio miglior modo – attualmente – per ricordarmi che c’è sempre un modo per lottare per ciò in cui si crede. Per scoprire Sophie Scholl vi consiglio un film del 2005 che si chiama proprio La Rosa Bianca. Ben fatto, per nulla romanzato.
Le mie principesse combattenti

“I don’t need rescuing“. Non ho bisogno di essere salvata è la battuta più famosa della Principessa Leila, assieme a quel “lo so”, in risposta al “Ti amo” che Han Solo le aveva detto poco prima. Io sono cresciuta pensando che la mia principessa-modello fosse così: consapevole del suo ruolo, piena di forza e di voglia di combattere. Altro che restare rinchiusa in una torre ad aspettare. Sono cresciuta pensando che il miglior regalo che potessi farmi fosse bastare a me stessa e lei era perfetta per incarnare questo ideale. Leia (o Leila che dir si voglia) ovviamente è un personaggio di fantasia ma, a modo suo, incarna molta della vita vera delle donne che sento viaggiare dentro di me. Che sento di voler scoprire anche quando sono in viaggio. Credo siano migliaia le pretendenti al titolo di Principessa Guerriera ma, per ora, queste sono quelle che mi hanno aiutata a diventare ciò che sono. Ciò che sono sempre in eterna evoluzione. Che dite… ne aggiungiamo qualcuna e partiamo per un nuovo viaggio?
La storia e le grandi menti sono il miglior motore per la scoperta.
Grazie per avermi fatto conoscere alcune donne che non conoscevo.
Grazie a te per apprezzare così tanto quello che scrivo. Secondo me dovresti leggere il libro su Hannah Arendt.
mi sono segnata da leggere proprio quello e “Lettere di Abelardo ed Eloisa”.
Due libri capaci di far male ma di regalare molto su cui costruire il proprio presente. Poi di troviamo di fronte a una birra e ne parliamo.
Molti spunti interessanti in queste figure. Eloisa è la figura che al momento mi ha colpito di più, mi sono segnata il volume che suggerisci e spero presto di iniziare questa nuova scoperta!
Eloisa era proprio una grande.
Articolo meraviglioso. Non ero a conoscenza di nessuna di queste storie e leggendo ho avuto i brividi. Complimenti
Grazie Annalisa.
Bellissimo questo articolo, offre tanti spunti interessanti! Mi ha colpito molto Matilde di Canossa, è una figura che non conoscevo e che mi interessa particolarmente da laureata in Relazioni Internazionali. Per quasi lo stesso motivo, adoro Hannah Arendt e quello che hai fatto in quell’aula vuota mi ha dato i brividi 🙂
Matilde è una di quelle donne che andrebbero raccontate anche alle bimbe.
Mi complimento per le scelte, niente affatto scontate. Si o tutte donne che hanno scelto che cosa volevano essere e scelto di essere coerenti e libere.
Però se un uomo rispondesse “lo so” ad una dichiarazione d’amore verrebbe considerato non forte ma solo un po’ cafone 🙂
Dipende sempre dalla scena in cui si dice Ti amo. Io adoro quella scena di Star Wars.
Post interessantissimo! Tempo fa ho visitato anche io i luoghi di Matilde di Canossa nel Mantovano, posti bellissimi e poco conosciuti in cui si respira proprio la forza della sua signora. Mi sono segnata invece le Lettere di Abelardo ed Eloisa che ho proprio voglia di leggere 🙂
Poi fammi sapere che pensi di quel libro. Io l’ho trovato potentissimo.
Bellissimo questo post Giovy! La storia e le lettere di Eloisa l’ho studiata a scuola, era molto interessante. Bellissima l’autobiografia di Sibilla Aleramo, a casa dovrei anche avere la biografia scritta da Laura Pariani. Tu l’hai letta?
Non ho letto quella biografia. Andrò a cercarla perché mi piace sempre avere un punto di vista diverso sulle vite delle donne che apprezzo.