Mi piace raccontare il mondo ma amo ancora di più raccontare le storie di persone pazzesche, come Paolo Zambon e la sua compagna Lindsay. Paolo ha scritto un libro sulla sua avventura Panamericana a bordo di uno scooter 125. Mi ha contattato tempo fa e ho ben pensato di intervistarlo per farvi raccontare, direttamente dalla sua voce, la sua voglia di scoprire il mondo e tutta la bellezza che ha incontrato lungo la strada. Tra continente americano (da nord fino al centro) e tanti altri pezzi di mondo: ce n’è per tutti i gusti. Mettetevi comodi e ascoltate la sua storia di grande viaggiatore.
Giovy: Ciao Paolo, raccontati in poche righe
Paolo: Sono un programmatore web di quasi 38 anni che da diversi anni si è trasferito in Canada per ragioni di cuore. La spasmodica passione per i viaggi ha contraddistinto praticamente tutta la mia vita adulta. Il fatto di essermi legato ad una persona (Lindsay → seguite il suo profilo Instagram!) che condivide la mia stessa passione, ha moltiplicato i progetti di viaggio per due.
G: Hai fatto più di un viaggio con uno scooter simile a una vespa. Come mai questa scelta?
P: Dopo diverse esperienze in diverse parti del mondo a bordo di mezzi locali sembrava giunta l’ora di aumentare il livello di indipendenza. Niente più attese o compagni di viaggio che decidono di tirare la tendine dei finestrini proprio quando stai contemplando il paesaggio che scorre davanti ai tuoi occhi. Dopo un primo tentativo fallito in sella ad una bicicletta, l’attenzione si è spostata su qualche cosa che non prevedesse uno sforzo fisico ma che al tempo stesso non fosse troppo rapido (moto di grossa cilindrata o auto). I 125cc della nostra specie sono parsi il compromesso perfetto.
G: Come hai costruito i tuoi itinerari? A cosa badavi di più?
P: Ci sono sempre dei luoghi imprescindibili ai quali si sommano località dove c’è qualche contatto (spesso organizzato prima della partenza) in grado di spiegare meglio alcune particolarità della nazione in cui ci troviamo (per esempio alcuni giornalisti, attivisti, storici, espatriati che vivono in un determinato paese da molto tempo). Questo mix, viaggiando su una due ruote, deve molto spesso tenere in considerazione il fattore climatico. Lo scooter, con la sua velocità limitata e la quasi impossibilità di affrontare lunghi tratti senza sosta, ci ha “costretto” a delle tappe intermedie prive di ogni spunto degno di nota per quanto riguarda le attrazioni turistiche. Tappe che spesso si sono rivelate affascinanti e memorabili.
G: Il tuo viaggio “Panamericano”, da Vancouver a Panama e ritorno, com’è nato?
P: È nato quando il primo lungo viaggio dall’Italia all’Australia non era ancora terminato. L’idea del mondo latino ci stuzzicava da tempo. Il fatto che facessimo base a Vancouver e che lo scooter fosse stato spedito da Malbourne a Vancouver, resero la realizzazione di questo progetto un po’ più fluida. A Settembre del 2014 siamo partiti da Vancouver e, dopo 8 mesi, 23.000km e 9 nazioni attraversate (USA, Messico, Guatemala, El Salvador, Nicaragua, Honduras, Costa Rica, Panama, Belize,), siamo tornati in Canada sazi di Centro America.
G: Questo viaggio è diventato un libro molto bello “Inseguendo le ombre dei colibrì”: dove lo si può trovare e acquistare?
P: Per gli amanti delle librerie, come il sottoscritto, è possibile ordinarlo in qualsiasi libreria sul territorio nazionale. Per chi, invece, preferisce il mondo di internet lo si può trovare su Amazon oppure su IBS.
G: Raccontaci due momenti, tra tutti quelli dei tuoi viaggi, che non dimenticherai mai.
P: L’incontro con gli ex membri di alcune gang in El Salvador è senza ombra di dubbio un’esperienza indimenticabile. L’interazione con il popolo iraniano nella sua interezza è qualche cosa che riaffiora con una certa frequenza riempiendoci di voglia di tornare in quelle terre (forse anche a causa della massiccia comunità iraniana che vive a Vancouver).
Io ringrazio Paolo per avermi scritto, un po’ di tempo fa, per raccontarmi del suo libro e della sua voglia di viaggiare. Paolo è passato anche da Dubai e l’ha raccontato su Friuli.it
Tutte le foto sono © Paolo Zambon – riproduzione vietata.
Mi piace molto leggere le storie di altri viaggiatori… In questo caso trovi bellissima l’idea del motorino, soprattutto per la lentezza con cui porta a viaggiare! ☺
Io mi immagino cosa significhi viaggiare in due (più bagagli, seppur minimi) su un mezzo così!
Che spettacolo! Queste sono di quelle cose che mi sembrano follie da fare una volta nella vita! Sarebbe un sogno… avrei già tutti gli itinerari di Bettinelli pronti da ripetere! Complimenti ai ragazzi per queste loro avventure!
Sere ti ci vedo con tutta la tua famiglia in una sorta di side-car viaggiante! Paolo è davvero una grande ispirazione!
Che spettacolo! Queste sono le storie che amo, credo che passerei ore ed ore ad ascoltare le loro avventure 🙂
A chi lo dici!
Impazzisco per questi viaggi! Anni fa ho fatto una cosa simile, con mille difficoltà e una pessima riuscita. Tanta stima!
Davvero? Che mezzo hai usato?
Non dirlo mai a mia figlia: l’autostop!
Mitica!
Anche io amo raccontare le storie di altri viaggiatori, che tra l’altro offrono spunti interessanti anche per i miei viaggi. La grandezza dell’essere umano è che siamo tanto diversi, ricchi di sfaccettature, eppure tanto simili 🙂
Verissimo: la diversità è ricchezza.
Complimenti a Paolo! Questi si sono i viaggi avventurosi, leggerò senz’altro il suo libro che sono certa mi appassionerà molto
Il libro è davvero molto bello
Che spettacolo! Io adoro questi tipi di imprese di viaggiatori avventurosi. Mi ha incuriosito molto anche il libro, è proprio il mio genere! E magari si può trovare ispirazione per un prossimo viaggio !
Sicuramente troverai ispirazione. Paolo scrive molto bene.