Iniziamo questo post con un dato di fatto: la mia perditudine totale. Ero convinta che il 25 Ottobre fosse domani e non oggi. Vi capita mai di sbagliare giorno? A me spesso. Anyway, perché proprio oggi un post sulle località da visitare leggendo l’Enrico V di William Shakespeare? Per il 25 Ottobre del 1415 si svolse la Battaglia di Azincourt che ha messo fine a una delle fasi della Guerra dei Cent’anni. Perché è famosa? Tutto merito o colpa di Shakespeare e di quel famoso Discorso di San Crispino che ha fatto pronunciare al suo re Enrico V. Oggi vi porto in Gran Bretagna e Francia in cerca dei luoghi che hanno visto nascere, crescere e vivere quel sovrano così carismatico. Partiamo?
Enrico V: la realtà storica e lo zampino di William Shakespeare
Le cose stanno così: Shakespeare ha scritto moltissimo nella sua vita. Come capita anche ai giorni nostri, certe opere nascano in modo indipendente, altre invece su commissione. L’Enrico V è stato scritto tra il 1599 e il 1600, negli ultimi anni di vita della Regina Elisabetta I che, lo si sa, spesso sovvenzionava il Bardo affinché scrivesse qualcosa da rappresentare e andare a vedere. Enrico V fa parte di una tretralogia di opere politiche in cui si racconta la storia dal punto di vista dei Tudor, o meglio… dei Lancaster che supportarono i Tudor. Shakespeare racconta, in quelle opere, la caduta degli York. Tutti i personaggi York sono negativi (vedi Riccardo III nell’omonima opera), tutti i Lancaster sono degli eroi. Vedi Enrico V. Tante cose che Shakespeare ha messo nelle sue opere, non sono mai avvenute storicamente o non hanno fondamento storico. Lo stesso vale per il famoso discorso di San Crispino, di cui vi parlo un po’ più avanti. Quello di cui vi racconterò ora sono i luoghi da visitare se, come me, avete amato Enrico V, così come raccontato da Shakespeare.
I luoghi di Enrico V

Qualche parola su quest’uomo: è figlio di Enrico IV e nacque in Inghilterra nel 1387. Divenne re nel 1413 ed ebbe subito a che fare con qualche problemino, sia in patria che fuori. Come vi dicevo, fa parte dei Plantageneti ma nel ramo dei Lancaster. Ufficialmente, la Guerra delle due Rose inizierà più tardi ma già con Enrico V si ebbero dei tafferugli tra le due casate. I luoghi della sua vita sono concentrati nel Galles e nell’Ovest dell’Inghilterra per la sua giovinezza. Si passa poi ai campi di battaglia della Normandia e al Nord-Pas de Calais per concludere il tutto in quel di Londra. Un itinerario di viaggio sulle orme di Enrico V vi permetterà di riscoprire una circoscritta parte di Gran Bretagna e di Francia. Si tratta di un viaggio da poter fare, per esempio, in due settimane: potete atterrare a Bristol e dedicarvi a Galles e Inghilterra. Potete poi prendere un traghetto da Dover a Calais ed esplorare i luoghi nel nord della Francia. Volendo, potete tornare in Italia sia in treno che in aereo da Parigi. In Gran Bretagna io mi sposterei con i mezzi pubblici mentre, per la parte francese, noleggerei un’auto.
La nascita di Enrico V: Monmouth

Monmouth è un paese che si trova in Galles, molto vicino al confine con l’Inghilterra, lungo le sponde del fiume Wye. Questo paese fu molto importante nel Medievo e qui nacque il famoso Goffredo di Monmouth che scrisse Historia Regum Britanniae, ovvero la storia di Re Artù. Ora vi potrebbe sembrare un tranquillo paesino nella campagna gallese ma nel Medioevo qui si è fatta più volte la storia, sia del Galles che dell’Inghilterra. Enrico V nacque e crebbe qui, attaccandosi come non so cosa a quel titolo di Principe di Galles che viene sempre dato (anche ora) ai primogeniti maschi dei sovrani britannici. Enrico, così come lo racconta Shakespeare, era fiero di essere nato in Galles. In uno dei versi dell’opera dice, infatti, “For my Welsh blood“. I Gallesi se ne escono molto bene nell’opera di Shakespeare: il guerriero più valoroso sul campo è Fuellen (che si legge Fiechlen), gallese al 100%. Perché i Gallesi, che storicamente si contrappongono agli Inglesi, sono così valorosi in quest’opera? Perché hanno sempre appoggiato i Lancaster e i Tudor. Si dice fosse un arcere Gallese colui che uccise Riccado III nel nome di Enrico Tudor, nonno di Elisabetta I.
Gli studi di Enrico V: il Queen’s College di Oxford

Il Queen’s College che potete visitare oggi non ha la stessa immagine di quello che vide studiare Enrico Prince of Wales. Perché al tempo non era ancora re. Si tratta di uno dei college costituenti l’Università di Oxford e aprì i battenti alla fine del 1300 e venne intitolata a una sola regina: Filippa di Hainaut che sposò, giusto per proforma, Edoardo II Plantageneto. Ancora oggi è uno dei luoghi di studio più prestigiosi, non solo di Gran Bretagna, ma del mondo. Qui studiò John Wycliffe, che tradusse la Bibbia in Inglese volgare, e Tim Berners-Lee, l’inventore del web. Il Queen’s College è a 5 minuti a piedi dalla Bodleian Library, per me il paradiso in terra.
Enrico il guerriero: Il Castello di Harlech

Come vi dicevo, Enrico nacque in Galles e divenne adulto proprio in quella terra. Per quanto fosse gallese il suo sangue, Enrico restava comunque l’erede al trono di Inghilterra e, come tale, impose la sua forza proprio sui Gallesi. Tra il 1403 e il 1408, Enrico V fu impegnato a imporre nuovamente la forza Inglese in Galles, combattendo contro Owain Glyndwr, un principe gallese ricoperto quasi di un alone storico pazzesco. Owain fu colui che si proclamò, a livello simbolico e non di sangue, discendente di Uter Pendragon, ovverò il padre di Re Artù che, ve lo ricordo, è gallese al 100%. La zona da visitare per ricordare questa fase della vita di Enrico V è quella di Harlech. Harlech è la sede di uno dei castelli più belli del Galles, sia per storia che per posizione. Fa parte dell’Iron Ring ed è davvero un gran bel posto.
Enrico parte per la Francia: Southampton

Splendida città normanna sulla costa sud dell’Inghilterra, Southampton è uno di quei luoghi da riscoprire durante un viaggio in Gran Bretagna. Southampton è la città di partenza del Titanic (lasciato il cantiere di Belfast, passò di qui per caricare gli Inglesi che volevano raggiungere New York). Oltre a questo, da qui si parte per raggiungere l’Isola di Wight, luogo tanto adorato dalla Regina Vittoria. Ma non è finita: Southampton è la città perfetta da cui partire per visitare luoghi come il Devon e la Jurassic Coast. Che cosa ha a che fare questa città con Enrico V? Semplice, Enrico oramai re partì da qui per arrivare in Francia, dove avrebbe compiuto la sua impresa militare.
Enrico in Francia: Rouen

Se c’è una città simbolo della Guerra dei Cent’anni, quella è prorio Rouen. Che cosa vi viene in mente pensando a questo pezzo di Normandia? Sicuramente state pensando a Giovanna D’Arco. Rouen è la città in cui venne giudicata e messa al rogo, proprio durante il periodo di dominazione inglese “conquistato” da Enrico V. Questa città, per dirla tutta, fu la sede dei Duchi di Normandia (Rollo Lotbrok vi dice niente? Anche se nella realtà non era fratello di Ragnar… ma ne parleremo) e centro del potere in Normandia. La Guerra dei Cent’anni durò dal 1337 al 1453 e viene suddivisa in 4 fasi. Quella di cui stiamo parlando è la fase dei Lancaster ed è quella, per me, storicamente più coinvolgente. Questa Guerra si può volgarmente riassumere in una continua lotta di potere per il dominio sul nord della Francia: gli attori in scena sono, ovviamente, Inghilterra e Francia. Nell’opera di Shakespeare, sia la partenza da Southampton che l’arrivo e la conquista di Rouen sono descritte nel terzo e nel quarto atto. Rouen è, per me, un gran bel pezzo di Francia.
Enrico e il discorso di San Crispino: Azincourt
Azincourt (detta anche Agincourt) è un piccolo paese di 300 anime o poco più che si trova nella regione francese del Nord-Pas de Calais, uno di quei pezzi di Francia che vorrò fare miei prima o poi. Per capirci, è la regione di Lille, di Dunkerque (o Dunkirk, che dir si voglia) e di Bergues, il paese reso famoso da “Benvenuti al Nord”, nella sua versione originale. Azincourt sembra ora un luogo silente e tranquillo ma è stato il teatro della battaglia più famosa di quella fase della Guerra dei Cent’anni. Shakespeare, nel raccontare quel giorno, ha fatto un capolavoro, consegnando all’eternità Enrico V. Perché? Perché gli ha messo in bocca uno dei discorsi motivazionali più famosi della storia umana, detto il Discorso di San Crispino. Questo perché il 25 Ottobre è il giorno di San Crispino. Ad Azincourt ci sono le indicazioni per arrivare sul famoso luogo della battaglia. Fate voi: io andrei lì per ascoltarmi tutte le versioni del discorso scritto da Shakespeare che, nella realtà, sembra che Enrico non abbia mai pronunciato.
Il Discorso di San Crispino di Enrico V
Che cos’è un discorso motivazionale? È quello in cui un leader (e non un capo) incoraggia la sua squadra nel fare qualcosa. Sono cose che vanno molto di moda nella nostra epoca moderna ma, in realtà, nel passato erano davvero in voga. Il Discorso di San Crispino dell’Enrico V di Shakespeare è particolare perché il leader si mette al pari della squadra, elevando lo spirito della stessa. Perché questo discorso? Perché, storicamente, prima della battaglia di Azincourt gli inglesi si resero conto di essere fortemente in minoranza rispetto ai francesi. E ciò è comprovato dai documenti storici del periodo. La sostanza del discorso è “siamo pochi ma siamo forti perché siamo uniti”. Shakespeare fa dire al suo Enrico “we few, we happy few, we band of brothers“, consegnando questa frase a tutti i leader pronti a incitare la propria squadra. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Sir Laurence Olivier recitò questo pezzo dell’opera shakespeariana per le truppe britanniche al fronte. Sono molte le versioni del Discorso di San Crispino. Io sono combattuta tra due: amo da matti quella di Kenneth Branagh per l’enfasi che ci mette. Shakespeare l’avrebbe voluta così per me. Non mi piace quella di Olivier, con tutto il rispetto per quel mostro della recitazione. Sento molto mia quella di Tom Hiddleston, il Loki dei film della Marvel e attore di gran valore. Ve le lascio qui sotto tutte e tre: decidete voi quella che parla di più al vostro cuore.
- Laurence Olivier, 1944: è un pezzo da scuola di recitazione… ma non riesco a sentirla nel cuore.
- Kenneth Branagh, 1989: io qui arrivo alla pelle d’oca. Il “divino” Kenneth per me non si discute.
- Tom Hiddleston, 2013: sembra pacato, ma per me ci mette il cuore. Lo adoro.
È fantastico essere quasi nel 2019 e sentirsi emozionati per una cosa scritta nel 1599. 420 di continua gloria. Quando mi chiedo che cosa sia la fama per uno scrittore, trovo risposta in testi come questi. Sono passati 420 dalla creazione di questo discorso e siamo ancora qua a parlarne. Bravo William!
Enrico V e il suo ultimo viaggio: l’Abbazia di Westminster

Torniamo in Inghilterra per concludere questo viaggio sulle tracce di Enrico V. L’opera di Shakespeare si conclude con il matrimonio, realmente avvenuto, tra Enrico e Margherita di Valois. Enrico e Caterina sono entrambi sepolti, insieme, nell’Abbazia di Westminster, dove avvenne anche il funerale di entrambi. Caterina morì di parto, dando alla nascita Owen, l’uomo che venne ammazzato dagli York nel 1461. Questo avvenimento darà il via ufficiale alla Guerra delle due Rose. Ispirando anche il Trono di Spade, tra le altre storie.
Enrico V, per me

Come tutte le opere scritte su base storica da parte di Shakespeare, anche Enrico V necessita, per me, di un paio di lezioni di storia prima di poter essere letto e compreso. Soprattutto per scindere la figura dell’opera da quella realmente esistita. Anche a questo serve un itinerario sulle tracce di Enrico V: a comprendere realmente quel Medioevo che pensiamo sempre come un secolo buio ma che, in realtà, ci ha dato molto più di quel che pensiamo. Ho letto e riletto Enrico V non so quante volte e ho perso il conto delle volte in cui l’ho visto in tv recitato da Branagh. Amo tutto di quel personaggio, anche quando Shakespeare lo racconta come un giovane principe dalla vita dissoluta. Non c’è traccia storica che Enrico fosse stato un giovane così. Forse è questo che mi piace: forse lo è stato, forse no. Tutto è possibile, o no? Ci sarà stato un multiverso alla Schrödinger anche per Enrico V. Leggere Enrico V ti fa venire voglia di rileggere la storia d’Europa e sentirtela addosso. Almeno così è per me.
There is occasions and causes why and wherefore in all things
(Fuellen, l’amico del Re – Atto 5, Scena 1)
La regione di Nord-Pas de Calais è una regione che voglio visitare da tantissimo tempo! Mi incuriosisce parecchio! E questo itinerario è interessante, come sempre!
Grazie Elena: anch’io sono molto presa da quella regione. Sai che è l’unica di tutta la Francia a non avere produzione vinicola (ma di birra?)
ma pensa! a me ha iniziato a incuriosire molto proprio dal film “benvenuti al nord”… Prima o poi un salto da quelle parti lo farò!
Andiamoci assieme Elena!
Io che amo la storia, non potevo non leggere, perdermi e innamorarmi di questo articolo e di questo itinerario. Stupendo e molto, molto interessante. Shakespeare è l’amore per me.
Sono felice di condividere l’amore per la storia con altri viaggiatori.
A me è successo proprio oggi,convinta fosse il 29 non riuscivo a capire come mai il telefono riportasse 28! Avevo poche nozioni su Enrico V, è stato interessante scoprire di più
Mi fa piacere non essere l’unica che si perde i giorni! Felice che il post ti sia piaciuto.