Circa un anno fa ho scritto un post dove vi raccontavo alcuni luoghi da brivido da visitare in Gran Bretagna, posti che, personalmente, davano i brividi a me. Ve ne ho nascosto uno. Non ne ho parlato al tempo perché penso meriti un post dedicato. Oggi vi porto sui luoghi legati a “Il Mastino dei Baskervilles” di Arthur Conan Doyle, se non erro la terzultima opera con protagonista Sherlock Holmes. Questo libro ci porta dritti nel Dartmoor National Park, un luogo spettacolare nel sud-ovest dell’Inghilterra, nel Devon. Gran contea, tenetela presente.
Sherlock Holmes e Arthur Conan Doyle

Il sottotitolo di questo paragrafo potrebbe essere “la verità, vi prego, su Sherlock Holmes“. Mettetevi comodi perché andrò a demolire qualche mito e potreste farvi male. Prima informazione chiave su Sherlock Holmes: non è Scozzese. L’investigatore nasce, cresce e vive a Londra. È Inglese come la Regina. Seconda informazione: in nessun libro compare l’affermazione “Elementare, Watson!“. Il fatto che si l’intercalare tipico di Sherlock è una pura invenzione di marketing. Terza informazione distruttiva: non ha mai portato il berretto né tantomeno il soprabito di tweed con la mantellina. Tutto ciò si deve a una prima interpretazionedel personaggio per un film muto del 1916. Ok, ho finito con le rivelazioni distruttive. Lo Scozzese, giusto per essere precisi, era Conan Doyle che, però, viveva proprio dove è ambientato il Mastino dei Baskerville. Che cosa avevano in comune i due? La dipendenza dalle droghe. Per anni Sherlock ci è stato raccontato come un signore distinto, elegante, di classe, dal comportamento di un Lord quando, nella realtà, era sì educato, posato e un perfetto gentleman… ma adorava di più l’eroina che il tè delle cinque. Idem per Sir Arthur Conan Doyle: medico (come Watson), di discreta famiglia, abusava di droga e farmaci e girò un bel po’ il mondo per poi vivere nel Devon. Morì nel Surrey a 71 anni.
I luoghi de Il Mastino dei Baskerville: realtà e finzione

Tutte le storie di Sherlock Holmes hanno avuto più di un adattamento, tra quelli televisivi e teatrali. Arthur Conan Doyle, ne “Il Mastino dei Baskerville“, usa della toponomastica di fantasia per indicare posti realmente esistenti. Ci sono stati mille Sherlock Holmes diversi ma quelli che, a mio parere, assomigliano di più al personaggio creato da Conan Doyle. Il primo è lo Sherlock di Elementary: l’attore è Jonny Lee Miller, il Sick Boy di Trainspotting, per intenderci. Lui è molto bravo nel mettere sullo schermo le nevrosi e le dipendenze di Sherlock. La seconda scelta è, ovviamente, Benedict Cumberbatch che recupera, come nessuno mai, la londonesità di Sherlock. Con lui si rivede finalmente il personaggio nella città e si osserva la città attraverso i suoi occhi, con quel pizzico di cattiveria che Sherlock sicuramente aveva, forse frutto del suo sentirsi superiore. Se non avete mai letto il Mastino dei Baskerville e volete seguire la storia in tv, cercate proprio la seconda puntata della seconda serie di Sherlock della BBC. Alcune delle location che sto per raccontarvi sono le stesse usate per filmare l’episodio. Con qualche piccola fuga nel sud del Galles.
I luoghi de Il Mastino dei Baskerville: Dartmoor National Park

Abbiamo detto Dartmoor National Park? Esatto, partiamo proprio dalla macrozona in cui Arthur Conan Doyle ha vissuto e dove si è immaginato tutto. Sicuri che fosse solo immaginazione? Molti attribuiscono proprio all’abuso di droga il fatto che l’autore si sia immaginato gli ululati di quell’enorme e spaventoso cane libero nella brughiera. Nulla di più facile. Al giorno d’oggi, il Dartmoor National Park è quella zona del Devon, protetta dal 1951, che occupa un’area di oltre 900 chilometri quadrati. Si tratta di una delle zone di brughiera più belle del Regno Unito. Come raggiungete il Dartmoor National Park? Atterrate a Bristol, prendete il treno fino a Exeter e poi vedete voi se spostarvi in bus (io farei così) o con un’auto a noleggio. Se amate i paesaggi dove la perditudine è padrona di tutto, restate in zona almeno una settimana. Col libro sotto braccio, ovviamente.
I luoghi de Il Mastino dei Baskerville: Buckfastleigh

Una delle cose che adoro di certi libri è che ci insegnano a considerare i piccoli villaggi di campagna (sconosciuti) come dei posti dove succede di tutto. Arthur Conan Doyle aveva del gran materiale geografico attorno a sé per creare la cornice alla campagna in cui si scatenava il mastino. Uno dei villaggi di riferimento è Buckfastleigh, una piccola market town che si trova a metà strada tra Exeter e Plymouth, viaggiando verso sud. Da tener presente, soprattutto se avete voglia di riempirvi gli occhi di semplice bellezza britannica.
I luoghi de Il Mastino dei Baskerville: Princetown

Princetown è un altro bel villaggio di campagna. Si trova, a differenza di Buckfastleigh che è ai confini del parco, proprio nel cuore del Dartmoor National Park. Questo è un ottimo posto da tenere come base per poi spostarsi, di giorno in giorno, in giro per la brughiera in cerca del più terribile degli ululati. Infondo, Arthur Conan Doyle visse proprio qui mentre iniziò a scrivere il Mastino dei Baskerville.
Il luoghi di Arthur Conan Doyle: quello che fu il Duchy Hotel

Perché un vecchio hotel convertito a ufficio pubblico dovrebbe essere un luogo da visitare a Princetown? Perché proprio lì visse Arthur Conan Doyle durante i suoi giorni nel Dartmoor National Park. Lì probabilmente abusò delle sua droga preferita, da quelle stanze si immaginò di sentire l’ululato del Mastino dei Baskerville. Lì mise nero su bianco ciò che immaginava, facendone un romanzo davvero speciale. Il Duchy Hotel è ora il Visitor Centre del Dartmoor National Park. Lì troverete tutte le informazioni di cui avete bisogno per perdervi nella brughiera o visitare la campagna circostante. Io sono convinta che quelle mura siano ancora dense di ispirazione e trasudino le parole uscite dalla mente di Arthur Conan Doyle.
Sherlock Holmes e il suo creatore, per me
Ci vuole un bel respiro per raccontarvi di me, Sherlock e Arthur Conan Doyle. Messa così sembr l’inizio di uno strano triangolo amoroso o fisico avvenuto in un’altra dimensione. Detto tra noi, credo che si siano poche figure nella letteratura di tutto il mondo, in tutti i tempi, così bistrattate come Sherlock Holmes. Figlio della mente di un uomo che cercava di sfuggire alle convenzioni nel peggiore dei modi (per fortuna poi scriveva), Holmes è vittima delle convenzioni stesse: frasi che non ha detto, abbigliamento che non ha mai portato. Ho letto e riletto i romanzi che hanno come protagonista Sherlock e mi sono innamorata del Mastino dei Baskerville perché, senza troppi giri di parole, mi ha davvero messo i brividi. Sono una che ama la natura e i boschi, anche di notte. Mi ci sento a casa lì ed è raro che abbia paura. Con quel libro ho iniziato a dubitare della benevolenza di certi luoghi e a essere più guardinga. Poi ho capito che non è la natura ciò che spaventa. Sono io ad avere delle strane creature tra cuore e testa. È questo l’insegnamento di Arthur Conan Doyle: forse i suoi libri erano una sorta di grido di aiuto. Chi lo sa. Ah, per la cronaca, il secondo libro su Sherlock Holmes di cui mi sono innamorata è The Final Problem (in Italiano “l’Ultima avventura”), con la sua ambientazione svizzera. Leggete… e poi partite!
Il mastino dei Baskervilles è un libro che lessi da ragazzina, riaffiora con il tuo racconto dalla nebbia dei tempi come la sua ambientazione. Mi asdorbì molto e provocò quella sottile inquietudine che specie da ragazzini piace tanto. Sapevo delle droghe ma non le altre cose, mi hai distrutto una delle certezze della vita, l'”elementare Watson”!
Il fatto è proprio questo: si legge questo libro quando si è dei ragazzi ma da adulti è tutta un’altra cosa.
D’accordo su Johnny Lee Miller e super Cumberbatch, ma il miglior Holmes sullo schermo, per me, resta Jeremy Brett, il più vicino descrittivamente a quello dei romanzi e racconti, così come lo è stato fisicamente tanto da ricordare le illustrazioni di Sidney Paget.
Le illustrazioni di Paget, però, sono quelle che hanno creato gli equivoci più grandi: il cappotto col mantello e il mantello. Nei libri non esistono. Mi guarderò, però, lo Sherlock di Brett. Sono curiosa.
Adoro i romanzi di Arthur Conan Doyle e ho amato alla follia la serie Sherlock, geniale come poche.
Sapevo già dei falsi miti legati a questo personaggio, quindi non ho subito uno shock XD Mi piacciono davvero molto i tuoi articoli sulle ambientazioni dei libri!
Grazie mille Valeria!
Ho riletto due raccolte di Sherlock proprio da poco (la prima volta avevo letto praticamente tutto lo scritto da ragazza in una raccolta che, purtroppo, non so più dove sia finita). Quanto amo quel personaggio! Il Mastino è senz’altro uno dei miei preferiti ma forse quello che ho preferito è l’avventura dei faggi rossi!
Concordo sulle due trasposizioni televisive, approvate in pieno!
Anche a me piace quel racconto!! (non avevo dubbi che trovassimo qualcosa che piacesse a entrambe)
Adoro Sherlock Holmes. Ho comprato un cofanetto con tutti i suoi racconti (tutti!) e sono ancora nel mezzo della lettura. Sapevo già dei falsi miti su di lui, ma ho trovato il tuo articolo brillante e accattivante!
Grazie mille Maria!
Sapevo dei falsi miti su Sherlock quindi niente shock! 😀 Il mastino è uno dei racconti preferiti, ho comprato qualche anno fa l’intera raccolta e piano piano me la sto rileggendo. Non sono mai stata in questa parte di Regno Unito, devo assolutamente rimediare, ne approfitterei per rileggere anche il libro 😍
Bellissimo articolo come al solito, ormai ti leggo sempre 💚
PS: la serie Elementary non mi aveva preso, l’ho mollata dopo qualche episodio. Mentre quella della BBC l’ho adorata.
Io adoro il Mastino dei Baskerville e soprattutto amo quella parte di Inghilterra. Rileggere il libro lì è un qualcosa di splendido. Ti ringrazio perché mi leggi sempre.