Visitare Portland in due giorni è fattibile e mi ha aiutato ad avere un’idea di questa città così intensa. L’itinerario per il primo giorno in città si concludeva in uno dei Pod dove si trovano molti food-truck. Il percorso per il secondo giorno in città parte esattamente da dove ero partita il primo giorno: facciamo che ci si incontra davanti a Powell’s Book e ci sediamo in caffetteria? Oggi andermo alla scoperta di un piccolo pezzo di Downton, ce la prenderemo un po’ con calma e daremo spazio alla storia della città e dell’Oregon. Pronti?
Secondo giorno a Portland: dove andare?
Il secondo giorno a Portland ci metterà a stretto contatto con l’anima un po’ indipendente e ribelle della città. Ci porterà a conoscere le sue opinioni politiche e andaremo in cerca delle origini di Portland e dell’Oregon. Come già vi raccontavo in alcuni post già scritti, relativi al viaggio fatto tra California e Oregon, Porland è una di quelle città dove il pensiero indipendente si è fatto strada, a partire dagli anni ’90. Il mio viaggio si è svolto nel Marzo del 2017, quando Trump era fresco di elezione e la Costa Ovest faceva già sentire la sua voce di disappunto. Questo post non racconta le mie opinioni bensì ciò che ho potuto vedere in giro.
Colazione da Powell’s Book
Ok, vi ho detto che fare una buona colazione è una delle miei priorità in viaggio. Per questa seconda mattina a Portland, restiamo sul leggeri in quanto a uova e bacon e teniamoci un po’ di spazio per entrare di nuovo da Powell’s Books, questa volta per dedicarci alla caffetteria. A molti potrà sembrare una versione un po’ più easy e indie di Starbucks ma a me è sembrato un qualcosa di speciale. Sono entrata, ho scelto un posto dove ho lasciato la mia giacca e sono andata alla cassa a ordinare. Ho scelto un cappuccino piccolo (le misura da quelle parti sono un qualcosa che segue un altro sistema metrico) e un bel biscotto di pastafrolla, aromatizzato alla lavanda. Il sentore di lavanda era lieve e quindi non ho avuto la sensazione di buttar giù un po’ di ammorbidente assieme alla mia colazione. Sono rimasta lì tranquilla, mentre fuori tirava un gran vento. Ho letto il giornale mentre aspettavo che il cappuccino diventasse di una temperatura decente. È una bella sensazione, seppur momentanea, far parte del mondo di Powell’s e della sua caffetteria.
Il mondo artistico di Burnside Street
Lungo Burnside Street ci sono alcune gallerie d’arte indipendenti. Sembrano negozi qualsiasi, luoghi quasi improvvisati ma non è così. Osservate tutto dalle vetrine e poi entrate. Io ho deciso, probabilmente per caso, di scoprire quella dirimpettaia a Powell’s, vicino al negozio delle pizze… così, per darvi un’indicazione. Sono stata attirata dalla grande quantità di messaggi per @Potus, ovvero President of the United States. Ve l’ho detto, Trump si era insediato alla Casa Bianca da due mesi e l’Oregon, da sempre a maggioranza democratica, ha fatto sentire subito la sua voce, in molti modi. L’arte è stata una di essi, forse uno dei più utilizzati e anche efficaci, a mio avviso.
Nel Pearl District in cerca di buona birra
Portland è un posto speciale per chi ama la buona birra artigianale. Il Pearl District, praticamente alle spalle di Powell’s Book, è la zona giusta da girare per trovare i birrifici della città. Ce n’è per tutti i gusti, anche per quanto riguarda le cose da mangiare. Solitamente i birrifici sono aperti dalle 11 del mattino. In questo nostro itinerario alla scoperta di Portland, quello che vi consiglio di fare io e di assaggiare le birre nel Pearl District ma di non mangiare lì. Vi porto a pranzo da un’altra parte, a pochi passi da questa zona. Il Portland Ale Trail è un qualcosa di speciale da seguire per conoscere in pieno il gusto di questa città. Trovete tutte le informazioni sul sito ufficiale. Nel frattempo, io vi aspetto per pranzo dove la SW Washington incrocia la SW 11th Street.
Lo street food di Washington Street
Già ve lo scrissi nel post precedente: lo street food a Porland è una cosa più che seria, una di quelle per cui vale la pena di arrivare in città e starci qualche giorno, giusto per provare tutto. Porland non è la città giusta dove iniziare una dieta. Sapevatelo. Detto questo, all’incrocio tra la SW Washington e la SE 11th c’è un pod di food truck dove poter fare il giro del mondo. Se il pod di Tidbit, che vi ho raccontato l’altra volta, è molto americano-giappo-fushion, quello dell’angolo che vi ho appena citato è il regno dello street food mondiale. Ci sono truck messicani, cinesi, persiani, di cucina mediorientale e così via. Io ho scelto un truck messicano dove ho preso un burrito che pesava un kilo e che ho dovuto mangiare in due volte. Il tutto accompagnato da una strawberry lemonade, buona da far paura. Costo del mio pasto? Circa 7,50$. Non male, no? Mangiate e rifocillatevi.
Una visita all’Oregon Historical Society
Cosa sapete della storia dell’Oregon e della sua entrata negli Stati Uniti? Ci sono zona degli USA di cui si sa di più e, per me, la nascita dell’Oregon è sempre stata un piccolo capitolo da studiare per l’esame di Storia Americana che ho dato all’Università. Sapevo della spedizione di Lewis e Clark che, partendo dalla costa est nel 1803, arrivò a scoprire la foce del fiume Columbia e trovò così lo Stato dell’Oregon. Sapevo dei coloni che lo conquistarono e dell’importanza della costruzione della ferrovia ma volevo capire qualcosa di più. Visitare l’Oregon Historical Society è la cosa giusta da fare se si vuole capire di più la storia di questo stato americano. Lo sapevate che, prima di Lewis e Clark, il capitano James Cook passò davanti alla costa dell’Oregon (e si fermò) prima di lanciarsi alla ricerca del tanto avventuroso Passaggio a Nord-Ovest? L’Oregon Historical Society e le sue mostre sono molto interessanti. Il museo e le esposizioni temporanee si possono visitare tutti i giorni (di domenica, solo al pomeriggio) e il biglietto d’entrata costa 5$. Ne vale la pena, fidatevi. Se vi resta tempo, davanti all’Oregon Historical Society potete trovare il Portland Art Museum. A pochi passi da lì, invece c’è il Wells Fargo Museum.
Dal Hawthorne Bridge al Morrison Bridge

Portland è una città che racconta il proprio fascino anche attraverso i rumosi ponti in ferro e acciaio che attraversano il Willamette River. Per me sono un qualcosa dal fascino speciale. Dall’Oregon Historical Society dirigetevi verso il fiume e da lì, tenendovi il corso d’acqua sulla destra, proseguite camminando fino al Morrison Bridge. Facendo così scoprirete un altro pezzo del riverfront della città. A metà percorso incontrete il Mills End Park, ovvero il parco pubblico più piccolo al mondo. Non pensate di poterlo attraversare passeggiando perché si tratta di nulla di più di una splendida aiuola, nominata però parco pubblico. È uno degli strani simboli della città e, sicuramente, troverete qualcuno intento a scattarsi una foto lì. Quando arriverete al Morrison Bridge, andate oltre e raggiungerete il Portland Saturday Market.
Il Portland Saturday Market

Siete in città nel week-end? Allora aggiungete questa tappa al vostro itinerario per scoprire Portland. Ogni fine settimana, vicino al Burnside Bridge (lo raggiungete sempre seguendo il riverfront, fino a Naito Park) si tiene il Portland Saturday Market, un bel momento molto apprezzato dai locali che accorrono qui per fare ogni genere di spesa. Inutile dirvi quanto anche qui troverete del gran street food. Se amate i mercati dall’atmosfera accogliente, questo è il posto che fa per voi. Io vi lascio qui, tra il fiume e la città, sperando di avervi dato dei buoni consigli per visitare un luogo che a me ha detto molto.
Portland, per me
Dicevamo? Ah sì, Portland… una di quelle città che mai avrei pensato di visitare. E invece. La vita è piena di “e invece” anche in viaggio ed io sono sempre ben pronta ad accoglierli a braccia aperte. Ce la California è l’anima hippy e easy-going della West Coast, Portland e l’Oregon sono l’anima indie della West Coast. Attendo con ansia di poter andare a Seattle per avere il quadro completo. Quello che posso dirvi è che a Porland ho seminato non so quanti pezzi di cuore, nella speranza di trasformarmi in una Pollicina viaggiante per andarli a recuperare. Portland mi ha fatto sentire come a casa, quella casa che ho nel mondo: sarà stato il clima molto britannico (la vicinanza dell’Oceano Pacifico porta la pioggia in 10 minuti, per poi lasciare che il cielo si apra), sarà stata la presenza culturale immensa, sarà stata semplicemente Porland con le sue mille anime. Ecco una città che mi sento di consigliare per chi abbia voglia di un po’ di vita americana, un po’ critica e consapevole, in un luogo accogliente. Ci tornerei? Anche di corsa.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori, salvo diversamente indicato – riproduzione vietata.
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