Sono molto felice del post di oggi: in questo venerdì estivo rovente, ho intervistato Mattia Fiorentini, romagnolo, gran viaggiatore che ha percorso in lungo e in largo le strade del Sud America, ma non solo. Io e Mattia ci siamo incontrati al TTG dell’anno scorso, dopo che lui mi aveva scritto per chiedermi un paio di consigli sull’attività di travel blogger (e affini). Mattia è tornato da poco dall’Etiopia e sta per ripartire per la Colombia, paese che ama moltissimo e che sa raccontare davvero bene. Il suo blog, nel caso non lo conosceste, si chiama Scomfort Zone.
Giovy: Ciao Mattia, raccontaci chi sei e da dove vieni?
Mattia: Ciao! Mi chiamo Mattia Fiorentini ho 35 anni (ancora per un mese, ma dopo i 30 si arrotonda per difetto, giusto?) e sono nato a Forlì. Una volta dicevo anche che ci vivevo. Ora mi divido tra il piccolo e piadinoso comune romagnolo e la mia Scomfort Zone. Dovete sapere che tre anni fa ho perso il “famigerato” posto fisso (adesso suona come una vicenda biblica, ma vi assicuro che esisteva veramente!) e ho preso una decisione per me molto importante. Quella di dedicarmi un tempo speciale dove conoscere e conoscermi di più attraverso il viaggio e l’incontro con culture e tradizioni diverse dalla mia. Così ho fermato le gambe che tremavano, preso fiato e sono partito con il mio zaino sulle spalle. Venivo accolto a casa delle persone, ho incontrato tribù amazzoniche e lavorato in cambio di ospitalità. Il viaggio più lungo che ho fatto sino ad ora mi ha portato per un anno a ricorrere quasi tutto il Sud America via terra, un’esperienza unica che sento ancora viva in me.
G: Se non erro tu hai viaggiato molto in Sud America e soprattutto in Colombia. Cosa ti ha colpito maggiormente di questo paese e quali sono 3 luoghi da non perdere, secondo te?
M: Per me la Colombia è sapore, come quegli incredibili succhi tropicali che frullano nei loro mercati! La Colombia è un concentrato di ritmo, cordialità e meraviglia. Incontro sempre persone serene e ben disposte, i colombiani hanno sempre un abbraccio e un racconto a portata di mano, e poi la natura… qualcosa da rimanere a bocca aperta! La mia spiaggia preferita si chiama Palomino, è al nord, sul mar dei Caraibi. Tra surfusti che danzano con la loro tavola sulle onde e gruppi musicali improvvisati in spiaggia, trovo sempre un’atmosfera unica e surreale. Il deserto della Guajira è il punto più a nord del Sud America. Dopo un’escursione tra dune di sabbia dorata arriverete in cima ad una collinetta dove l’istinto vi porterà sicuramente a spogliarvi e tuffarvi “a bomba” dentro al mar dei Caraibi che si è aperto davanti ai vostri occhi. Il terzo posto da non perdere è la Valle del Cocora. Siamo nel cuore della Colombia, nella regione chiamata Salento, dove viene prodotto uno dei caffè più buoni al Mondo. Il trekking nella Valle del Cocora è un’avventura tra palme alte fino a 60 metri, nel mezzo della foresta tropicale tra centinaia di colibrì che si rincorrono di albero in albero. Vi chiedo solo di osservare una regola! Qualunque parte della Colombia deciderete di visitare trovate il modo di passare del tempo con i colombiani. Che sia un ballo improvvisato, bere una dozzina di birre al bar insieme a loro o una semplice escursione nel bosco. Sono sicuro che solo allora comprenderete veramente il mio consiglio e proseguirete il vostro viaggio armati di un grandissimo sorriso!
G: Ultimamente sei stato in Etiopia. Come mai la scelta di questo luogo?
M: È curioso perchè sono stato in Etiopia ma non avevo assolutamente pensato di andarci, è come se l’Etiopia mi fosse venuta a chiamare! Ho conosciuto qualche mese fa la Fondazione Butterfly che costruisce scuole e pozzi d’acqua proprio in Etiopia. Mi hanno raccontato che sarebbero tornati giù a giugno per assistere alle cerimonie di inaugurazione dei pozzi appena costruiti. Ho accettato l’invito di andare insieme a loro e poi proseguire da solo per conoscere altri progetti e documentare le esperienze che avrei vissuto. Ne è nata anche l’idea di un viaggio di gruppo dove conoscere da vicino questo fantastico Paese e contribuire alla realizzazione di un nuovo pozzo d’acqua.
G: Cosa ti aspettavi di trovare e cosa, invece, hai trovato?
M: È stata un’esperienza fantastica! Mi aspettavo di incontrare l’umile dignità delle persone, sguardi sereni e accoglienti, così è stato. Ho avuto la fortuna di visitare piccoli villaggi, condividere un pò di pane col miele insieme alla gente, capire quanto l’acqua sia di vitale importanza. L’Africa però ti può mettere in forte discussione. Vedi cose che non funzionano e usanze radicate che non accetti. Credo che un viaggiatore critico possa tornare a casa con diverse domande. E questa l’ho sempre vista come una grande occasione!
G: Ci sono dei luoghi che non hai ancora visto? Quali sono e perché vorresti visitarli?
M: Beh in genere scelgo le mie destinazioni in base alla modalità di viaggio che voglio tenere o al tipo di esperienza che voglio vivere. In Italia sogno un on the road in Calabria. Mi immagino di finire in piccoli borghi, tra antiche tradizioni e sguardi timidi. E poi c’è l’Asia, che ancora non “mi ha chiamato” ma che percepisco come l’opportunità di vivere la spiritualità del viaggio secondo regole non verbali, la sento così diversa dal “mio” Sudamerica e questo mi affascina molto.
G: Qualche riga per raccontare il tuo blog e per dire a chi ci legge come trovarti.
M: Il mio blog si chiama Scomfortzone.com. Racconto storie di scelte e cambiamento e spunti per uscire da quel “recinto” dentro al quale spesso finiamo per adagiarci. Troverete anche esperienze local di viaggio, soprattutto in Sudamerica e Africa. Mi trovate anche su Facebook e Instagram sempre lì…dentro la mia Scomfortzone!
Tutte le foto sono © Mattia Fiorentini – riproduzione vietata.
La cosa che mi arriva di più del racconto di Mattia è che è davvero intriso di questi due paesi. Si percepisce che li ha vissuti fino in fondo, dai sapori, agli odori, alla cultura…
Vero? Ne è proprio appassionato!
Mi è piaciuta questa intervista perchè esprime sia il senso vero dell’avventura e che quello della resilienza. Un giovane perde il lavoro, il posto fisso, e decide di mettersi a viaggiare e di conoscere il mondo. Mi è piaciuta l’immagine di lui che smette di far tremare le gambe e parte. Perchè tutti prima di affrontare un nuovo percorso di vita e un viaggio un po’ di paura ce l’hanno (guai se non l’avessero). Ma la paura non deve fermare e il viaggio deve cominciare.
Bello. Ispirante.
Grazie Raffi, spero che Mattia legga il tuo commento!
Per me è sempre un’emozione leggere le storie di veri viaggiatori come Mattia. E’ bello sapere che ci sono giovani che rispondono alla chiamata del viaggio e abbandonano la loro comfort zone per inseguire un sogno di scoperta. E poi mi ha fatto venire una voglia matta di tornare in Sud America!
Io ho sempre voglia di tornare in Sud America… e intervistare Mattia ha aumentato questa voglia!
Bello leggere di Mattia, che dal posto fisso abbraccia l’avventura del mondo. Mi piace anche sentire, attraverso le sue parole, come il viaggio non sia solo visitare dei luoghi diversi ma soprattutto entrare in contatto con la gente.In ogni viaggio che ho fatto anche io mi sono sempre innamorata degli occhi della gente, della loro cultura, delle loro tradizioni. Il sudamerica e l’africa sono diverse ma nello stesso tempo molto simili per quanto riguarda emozioni e colori, umiltà e sorrisi in entrambi infiniti. Infine, è bello leggere che dopo aver visitato il sud america e l’africa, abbia voglia di un otr in Calabria. Complimenti a Mattia e a te per l’intervista, andrò a curiosare un po’ sul suo blog.
Bella intervista, diversa dalle solite che vengono fatte ai travel blogger. Si percepisce proprio l’amore di Mattia per il viaggio come scoperta di altre usanze e di altre culture che non lasciano mia indifferenti e arricchiscono.
é proprio quell’amore ciò che volevo tirar fuori da questa intervista.
Grazie mille Anna.
Che bella intervista. Una scelta di vita davvero particolare. Grazie di avermi fatto conoscere il suo blog, che leggerò con piacere
Vale la pena di seguire Mattia. Non te ne pentirai.
Adoro le persone come Mattia, hanno sempre tante storie da raccontare. Ha fatto dei viaggi davvero incredibili, ho visto molte foto dell’Etiopia perché ci è stato l’anno scorso mio padre, un paese straordinario
Io non sono mai stata in quella parte d’Africa ma spero di poter rimediare.
Un’intervista non banale, che mi ha lasciato un sapore dolce, soprattutto quando si parla della serenità dei colombiani e dell’umiltà degli eroi. Qualità che noi occidentali (banale ma vero) sembriamo non coltivare da secoli. Anzi, sembra che se ne siano scappate dal DNA! Bravo Mattia, ora lo cerco sui social…
Concordo in pieno quando sottolinei le parole di Mattia su serenità e umiltà.
*etiopi, non eroi! Maledetto T9
🙂