Giorni fa, per arricchire un po’ questo Agosto fatto di lavoro e piccole pause, Gian e io siamo andati a Libarna, la città romana del Basso Alessandrino in Piemonte. Io c’ero già stata e volevo portare lì Gian perché ero sicura l’avrebbe trovata sorprendente. Le aspettative non sono state deluse e, per completare una giornata in cui ho vestito i panni di Giovy Jones (ovvero me stessa quando giro per aree archeologiche), abbiamo ben pensato di fare una piccola deviazione sulla via del ritorno per visitare la Certosa di Pavia. Un pezzo del mio DNA è pavese, della Lomellina per essere precisi. Malgrado una nonna da quelle parti, non ero mai stata a vedere la Certosa di Pavia prima di qualche giorno fa. Per fortuna ho rimediato e ho scoperto un mondo spettacolare.
Dove si trova la Certosa di Pavia e dove parcheggiare
Al contrario di quel che si possa pensare, la Certosa di Pavia non si trova nella città di Pavia. Essa si trova proprio nel paese che si chiama Certosa, fuori dalla città stessa. Per raggiungere la Certosa vi basterà tenere presente il casello di Bereguardo-Pavia Nord (sulla A7): da lì seguite la tangenziale in direzione centro per poi seguire per Piacenza (senza entrare in città). Seguirete poi la provinciale 35, ovvero la strada che segue il Naviglio Pavese, fino a incrociare la svolta per la Certosa. Non potete sbagliarvi. Piccola nota: la provinciale che segue il Naviglio Pavese mostra un gran paesaggio, una sorta di quadro lombardo che non pensavo esistesse più. Questa strada è costeggiata, dall’altro lato rispetto alle auto, dalla ciclabile che porta fino a Milano. Fateci un pensierino se siete in zona e potete raggiungere la Certosa in bici. Una volta approdati davanti all’ingresso della Certosa, cercate parcheggio. I posteggi sono a pagamento (con parchimetro, preparate le monetine) e sono tutti nei pressi dell’ingresso della Certosa. Un’ora di sosta costa 3€. L’ingresso alla Certosa, invece, è gratuito.
Le regole per visitare la Certosa di Pavia
Gli orari in cui visitare la Certosa di Pavia cambiano a seconda della stagione (ho trovato un sito che li riporta ma informatevi bene in ogni caso). Ciò che va ricordato è che la Certosa di Pavia è un luogo di culto a tutti gli effetti ed è abitata attualmente da alcuni monaci cistercensi che rispettano le regole della clausura. Data la rilevanza del luogo, occore tener presente alcune regole. Mia nonna direbbe semplicemente “basta ‘ver creansa“. Ovvero buonsenso.
- Se visitate la Certosa in estate, evitate di arrivare sbracciati e con short inguinali. Io avevo dei bermuda sotto il ginocchio (appena appena) e una normalissima t-shirt.
- Silenzio, quasi rigoroso. Parlate piano e, se arrivate lì con dei bimbi, teneteli per mano e non fateli correre nel giardino.
- Non si mangia nel giardino della Certosa.
- Tenete il cellulare in silenzioso.
All’ingresso troverete anche il divieto di fotografare. Il cartello è davvero molto vecchio e immagino che quel divieto sia superato. Io ho fotografato e sono anche stata vista, senza nessun rimprovero. Come dicevo prima, basta solo un po’ di buonsenso.
Cosa vedere nella Certosa di Pavia
Il Complesso della Certosa è visibile solo in parte, perché – come vi dicevo – lì vivono dei monaci che hanno il loro spazio di clausura. Una volta entrati sarete presi dalla meraviglia della facciata della Certosa che è un qualcosa di più unico che raro. All’interno del complesso c’è anche un museo, aperto solo dal giovedì alla domenica. La nostra visita alla Certosa di Pavia si è svolta di martedì e non abbiamo potuto vederlo. Prima di uscire, fate un salto nel piccolo negozio con i prodotti naturali fatti dai monaci. Io mi sono portata a casa un chilo di miele di Tiglio che non vedo l’ora di usare. Piccolo Warning: la Certosa manca di pannelli informativi. Per sapere qualcosa di più su ciò che stavo visitando, io mi sono seduta e ho consultato internet in silenzio.
Il Cortile
Non appena varcata la porta di ingresso, vi ritroverete nel cortile centrale della Certosa, quello – per così dire – pubblico. Su questo cortile si apre l’ingresso del convento e quello di un altro edificio che, un tempo, probabilmente veniva usato da fienile e da stalla. L’architettura dei due edifici, uno di fronte all’altro, è completamente diversa: uno è ricco e sembra proprio un palazzo. L’altro è molto semplice e a dir poco popolare. In quest’ultimo, nel caso vi servissero, si trovano i bagni, a uso gratuito.
La facciata della Certosa
La facciata della Certosa di Pavia è ciò che garantisce quello che si chiama wow effect. Io sono rimasta a bocca aperta, anche se avevo già visto questo luogo in foto. La Certosa di Pavia è il monumento giusto per ricordare l’importanza che la città ebbe nel Medioevo e primo Rinascimento Lombardo. Pavia è stata la capitale del Regno dei Longobardi e, per tanto tempo, è stata più importante di Milano stessa. La Certosa venne costruita come ex voto e la commissione arrivò direttamente dalla famiglia Visconti. Pensate che venne eretta in una quindicina d’anni e consacrata proprio per i funerali di Gian Galeazzo Visconti, quando ancora non era completata. È letteralmente il mausoleo della famiglia Visconti (quindi dei Duchi di Milano) e qui trovete le sepolture di Gian Galeazzo Visconti, Ludovico il Moro e Beatrice d’Este. Ludovico, giusto per metter giù una piccola nota storica, fu colui che commissionò L’Ultima Cena a Leonardo, giusto per dire. La Chiesa della Certosa ricalca, il proporzione, la struttura del Duomo di Milano, opera che sorgeva praticamente nello stesso periodo. Dalla sua consacrazione, la struttura venne affidata all’Ordine dei Certosini che abitò qui fino al 1782, quando l’Imperatore Giuseppe II d’Austria (figlio di Maria Teresa e fratello di Maria Antonietta) confiscò i beni ai monasteri. Subito dopo passò Napoleone e ne combinò di ogni. I certosini tornarono a vivere qui verso la metà del XIX Secolo e il tutto durò fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ora la Certosa di Pavia appartiene allo Stato Italiano ed è abitato dai monaci cistercensi. Consiglio: prendetevi del tempo per guardare la facciata e per “leggere” le storie dei bassi rilievi. Oltre a questo… provate a chiedervi cosa ci sia di già puramente rinascimentale in questa facciata.
Gli Interni della Chiesa
La Chiesa della Certosa di Pavia non è immensa e io l’ho trovata davvero spettacolare. L’ho girata con calma e mi sono messa a guardare per bene gli interni, visitabili fino a un certo punto. Le tombe dei Visconti, per esempio, sono visibili da distante. La parte della chiesa vicino al coro e uso esclusivo dei monaci e, pertanto, è vietata al pubblico. Fermatevi e sedetevi sulle sedie presenti nella navata e osservate. Io vado particolarmente pazza per le colonne. in generale… e non so perché. Quelle della Certosa sono spettacolari.
Il Chiostro Grande e le Celle
Una delle cose che più amo (e più attendo) quando vado a visitare monasteri e abbazie (soprattutto se ancora abitate) è la vista del chiostro e le sensazioni che solo un luogo così sa regalare. Il Chiostro è il cuore di un’abbazia. È l’espressione stessa del silenzio dell’Abbazia, della vita ritirata, quasi protetta. La Certosa di Pavia possiede più chiostri ma solo uno è visitabile: il Chiostro Grande. Non appena l’ho visto ho spalancato gli occhi e mi sono lasciata investire dalla meraviglia: non avevo mai visto un chiostro come quello, così grande, con quella specie di casette ai lati. Le “casette” altro non sono che le celle dei monaci, dove loro vivono in totale solitudine. L’unico momento di vita comune, oltre alla preghiera, è il pranzo festivo. Tutto il resto della vita è in totale silenzio e solitudine. Nel Chiostro Grande della Certosa di Pavia regnava un silenzio che raramente avevo ascoltato in vita mia. Un’esperienza totale.
I dettagli
Ci voleva una spettacolare Giuditta con in mano la testa di Oloferne per attirare totalmente la mia attenzione. La Certosa di Pavia, così come moltissimi luoghi di storia e arte nel mondo, è un posto fatto di cose spettacolari e tanti, tantissimi, dettagli. Sia che si tratti della facciata monumentale o che ci si giri verso un capitello del Chiostro, i dettagli da ammirare sono tanti. Prendetevi il vostro tempo e osservate. Provate a leggere tutte quelle storie che, in un modo o in un altro, giocano a nascondino.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Bello questo racconto sulla Certosa. Io l’ho vista tantissimi anni fa da bambina e non avevo la “testa” per cogliere tutti questi particolari. Hai ragione, il bello di questi posti, a parte il silenzio assoluto quasi toccante, è fermarsi a guardare i particolari e farsi prendere dalle storie nascoste nelle pietre. Vorrei tanto ritornarci ora, da grande come si dice. Mi piace pensare a come vivano questi monaci, immaginare le storie all’interno dei giardini … mah, quante storie sapranno i muri che non possono raccontare.
Pensa che io non c’ero mai andata, pur avendo una nonna che viveva da quelle parti.
E’ un posto davvero incredibile, poi c’è una pace. Io sono arrivata in pattini dal paese prima, lungo il naviglio, è un bel giro di circa 6 km, in teoria si può arrivare direttamente da Milano seguendo proprio il naviglio Pavese.
Consiglio anch’io la vista!
Che bellezza. Ho proprio ammirato il naviglio quel giorno e mi sono detta “chissà che bello arrivare qui in bici”. Chissà in pattini!
Con la formella di Giuditta e Oloferne mi hai convinto definitivamente. Anch’io amo i chiostri. Se ti dovesse capitare di venire nella provincia di Siena non perderti il Chiostro di Torri. Sono certa che ti conquisterebbe.
Terrò presente. Grazie Amina!
Non conosco la Certosa di Pavia ma quelle di Padula, di Firenze e di Calci sì. E l’effetto wow credo che sia proprio comune a questo genere di edifici monastici, Ma si possono visitare le celle dei monaci a Pavia ?
Ecco, ho appena detto di voler vedere quella di Padula. Mi manca proprio. Le celle dei monaci non si visitano perché ci vivono loro in clausura totale.
La Certosa di Pavia non l’ho mai visitata nonostante la conosca di fama. Devo dire che la tua descrizione invita davvero ad una gita. Mentre leggevo il tuo articolo non ho potuto non pensare alle sensazioni che ho provato quando ho scoperto la Certosa di Padula.
Devo organizzarmi e vedere la Certosa di Padula. Così poi racconto anche quella!