
La mia mente, un paio di giorni fa, ha compiuto un gran volo pindarico, di quelli pieni di volute e spostamenti in ogni direzione. Il caldo mi ha fatto desiderare dei luoghi freschi dove poter respirare e, così, sono finita in cerca del Polo Nord proprio come Robert Walton all’inizio di Frankestein di Mary Shelley, con l’unica differenza di non aver incontrato nessun Victor Frankenstein pronto a raccontarmi la sua storia. Il romanzo di Mary Shelley fu scritto tra il 1816 e il 1817 e venne pubblicato nella sua versione definitiva nel 1818, quindi 200 anni fa. Il romanzo è ambientato in molti luoghi diversi, uno solo dei quali coinvolge anche la vita di Mary Shelley. Quali posti tener presente per un viaggio che voglia celebrare la meraviglia creata da Mary Shelley con Frankenstein? Vi racconto tutto oggi.
Frankestein e la sua autrice
Mary Shelley, per me, entra nell’Olimpo delle scrittrici britanniche, con Jane Austen, le Sister Brontë, Elizabeth Gaskell, la mitica Virgina Wolf e l’insuperabile Agatha Christie. La ragazza, perché si una ragazza stiamo parlando (ha scritto Frankenstein a 19 anni), scappò con Percy B. Shelley (che era sposato) a soli 16 anni generando un bel po’ di dissapori in famiglia. Il che è tutto un dire dato che nacque da una famiglia molto progressista: il padre era William Godwin, un filosofo che vantava antenati tra i rivoluzionari di appoggio a Cronwell e pensatore anarchico. La madre, Mary Wollstonecraft fu la prima donna in Gran Bretagna a scrivere e pubblicare un libro sui diritti delle donne. La madre morì poco dopo la nascita di Mary, probabilmente proprio a complicazioni dovute al parto. Questo ebbe un impatto pazzesco nella vita della futura Mary Shelley. Ma non solo questo: Mary Shelley, nella sua vita col poeta Shelley, diede alla luce un figlio morto e anche questo ebbe impatto su Frankenstein. La professoressa Nora Crook, che insegna a Cambridge, dice che “Frankestein è un romanzo moralmente difficile perché ci impone di scegliere“. Se avete già letto il libro, provate a rileggerlo ma prima fate un viaggio nella vita di Mary Shelley. Le sue parole avranno un peso e un significato diverso.
I Luoghi di Frankenstein: tra realtà e finzione
Lo sapete tutti, vero, com’è nato Frankestein? C’è un solo luogo che accomuna la vita di Mary Shelley e quelli descritti nel romanzo. Un luogo che fu protagonista di una delle notti letterarie più potenti di sempre. Ma ve ne parlerò in seguito. I posti che Mary Shelley racconta sono, in parte, stati visti dalla stessa scrittrice. Per poter fare un viaggio che abbia in Frankestein la sua ispirazione occorre recarsi nei:
- Luoghi descritti all’interno del racconto: sono tutti luoghi reali, distanti tra loro e che, a mio avviso, richiedono più di un viaggio. Parlando di questi luoghi ci ritroveremo, con la mente, a Nord della Norvegia, in Germania e a Nord della Scozia.
- Luoghi che hanno avuto a che fare con la vita reale di Mary Shelley. Anche questi richiedono più di un viaggio o una buona disponibilità di tempo. Per visitare questi posti si parte da Londra per scendere in Italia.
- L’unico luogo comune tra storia e vita reale è la Svizzera.
L’unico luogo in comune: Ginevra, Svizzera

Quella che vedete qui sopra è Villa Diodati, una splendida dimora del XVIII Secolo dove visse per un po’ di tempo Lord Byron, poeta grande amico di P.B. Shelley, marito della nostra Mary. Come vi dicevo, Mary e Percy fuggirono dall’Inghilterra quando lei era appena sedicenne. Si rifugiarono prima in Francia e poi in Svizzera, dove si trovava Byron. La Svizzera era una culla pazzesca per i liberi pensatori al tempo e i due vissero lì per un po’. Villa Diodati li ospitò per molto e, una sera, Byron lanciò una sfida letteraria: scrivere un racconto horror (molto in voga nel Romanticismo). Mary guardò dentro di sé e scrisse Frankestein. Villa Diodati è ancora a Ginevra, per la precisione a Cologny. La dimora è privata e si può visitare in rare occasioni. Ho cercato un sito ufficiale o dei riferimenti ma non li ho trovati. Per quanto riguarda il romanzo, Ginevra è il luogo in cui Victor Frankenstein cresce assieme alla sua famiglia e all’amata Elizabeth (che, però, nasce a Lucerna… giusto per essere precisi). Questo è l’unico punto in comune sulla carta geografica tra il romanzo e la vita di Mary Shelley.
I luoghi di Frankenstein: le Svalbard

La storia di Frankenstein non è una narrazione in prima persona ma il racconto epistolare di alcune vicende narrate strada facendo. Il tutto inizia verso il Polo Nord, in un luogo che potremmo identificare come il mare attorno alle Isole Svalbard. Sapete una cosa? Mio fratello più grande si trova proprio lì ora e, tempo fa, ci è stato anche il nostro amico Matt, viaggio raccontato proprio su questo blog tramite un’intervista. Le Svalbard sono nella mia lista da una vita, assieme alle Lofoten. Magari le raggiungessi nel nome di Mary Shelley.
I luoghi di Frankenstein: Ingolstadt
Avete presente la città di Ingolstadt? Fu uno dei miei primi “incontri” tedeschi durante la mitica estate del 1992, quando avevo 14 anni. Ingolstadt è una città bavarese molto bella e perfettamente raggiungibile in trano sia da Monaco che da Norimberga. Si trova proprio sulla linea ferroviaria tra le due città. Si tratta di una città molto importante per chi ama la birra. Qui, nel 1516, venne promulgata la Reinheitsgebot, la norma che regolava la produzione e la vendita della Birra in quella parte di Germania. Birra a parte, Ingolstadt entra di prepotenza nel romanzo di Mary Shelley per la sua storica università, nata alla fine del XV Secolo. Qui Victor Frankenstein studia e si laurea. Ultima nota, vedete voi come prenderla: Ingolstadt è la sede storica (comprovata da documenti, non dalla parola di Adam Kadmon) degli Illuminati, o ordine degli Illuminati. Si dice che Mary Shelley la citò e la scelse come location per la storia di Frankenstein proprio per la rinomata università e perché, forse, suo padre ebbe qualcosa a che fare con l’ordine che ho citato qualche riga fa. Ciò non è certo, però!
I luoghi di Frankenstein: le Isole Orcadi

Le Orcadi sono le isole a Nord della Scozia, le più vicine alla costa della Gran Bretagna. La loro capitale è Kirkwall e sono da sempre un luogo che vorrei vedere fuori stagione, per poterle assaporare al meglio. Le Orcadi sono il luogo in cui Victor Frankenstein si ritira per creare un mostro al femminile, proprio su richiesta della sua prima creatura. Richiesta o ricatto? Non scendo nei dettagli perché non vorrei rubarvi il piacere di rileggere il libro. Cosa succederà su queste isole? Vi dico solo che da qui si salpa per posare i piedi in Irlanda, nel caso vi andasse di allungare il viaggio. Piccola nota linguistica: leggete il libro in versione originale. Mary Shelley sa far capire che si si trova sull’Isola di Smeraldo.
I luoghi della vita di Mary Shelley: Il cimitero di St. Pancras, Londra

La Gran Bretagna è piena di luoghi da brivido e cimiteri da visitare dove leggere e rileggere romanzi horror e gotici di ogni epoca. Quello che ha a che fare direttamente con la vita di Mary Shelley è il Cimitero di St. Pancras a Londra che, detto tra noi, è sede del riposo eterno di tantissime persone conosciute, tra le quali troviamo proprio la mamma di Mary Shelley. La nostra cara scrittrice, in piena adolescenza, passava qui le sue giornate, intenta a parlare con la madre. La morte e la nascita (come causa di morte) sono due temi insiti nel romanzo e molti dei pensieri messi in bocca sia al mostro che a Frankestein sono gli stessi pensieri di Mary.
I luoghi della vita di Mary Shelley: la villa di San Terenzo

L’Italia entrò nella vita di Mary Shelley qualche anno dopo aver scritto Frankestein, un bel periodo dopo quela notte di Ginevra in cui nacque la storia che le regalò l’eternità. Almeno letteraria. La seconda edizione di Frankenstein, uscita nel 1831, riportò alcune modifiche lessicali, come se qualcuno ne avesse fatto una revisione. Stando al manoscritto del romanzo custodito alla Bodleian Library di Oxford, sembra che fu proprio P.B. Shelley a correggere alcuni aggettivi e frasi della prima stesura. Non si sa dove questo avvenne ma c’è chi dice che potrebbe essere stato anche a Villa Magni, la villa di San Terenzo, in Liguria, dove Shelley visse fino al giorno della sua tragica morte. P.B. Shelley, infatti, annegò proprio nel mare del Golfo dei Poeti, luogo che prese questo nome proprio per via dell’amore che Shelley stesso e Byron ebbero per questo pezzo d’Italia. Villa Magni è privata e si può visitare solo in occasione delle giornate del FAI. Qui Mary Shelley scrisse un romanzo autobiografico che si chiama Matilda e che getta più ombre che luci sul rapporto che Mary ebbe con suo padre. Villa Magni risplende durante i tramonti sul Golfo dei Poeti: così bianca e pura, riflette il sole e crea un riflesso che la rende riconoscibile anche a grande distanza.
Mary Shelley, per me
Frankestein si apre con una citazione dal Paradise Lost di John Milton: si tratta quasi di un omaggio di Mary Shelley e, nello stesso tempo, della scelta più azzeccata che ci sia. È come se Mary Shelley ponesse l’accento sulla responsabilità di chi crea verso chi accoglie la creatura. Ciò vale anche per la scrittura, tanto più ora, momento nel quale tutti dicono tutto, anzi troppo. Lo scrittore sa misurare. È responsabile di tale misura. Mary, a modo suo, avvertiva il suo lettore. Qualche giorno fa, in un mio post su Instagram, ho trascritto un pezzo del Canzoniere di Petrarca. Poi l’ho riportato anche su Facebook dicendo che i grandi scrittori sono quelli che restano attuali anche a secoli di distanza dall’uscita di una loro opera. Anche per Mary Shelley vale questo pensiero, così grande già così giovane, con un marito così scomodo per la sua celebrità e, per me, eternamente oscurato dalla grandezza di una donna così. Viaggiate in cerca di Frankenstein e dei suoi luoghi. Rileggete il libro per cercare tra quelle parole la vita stessa di Mary Shelley. E, per inciso, grazie Mary per quello che hai scritto!
Bello bello! Mi hai messo una gran voglia di rileggere Frankenstein! 🙂
Io lo rileggerò di nuovo a breve. Mi dice sempre qualcosa di nuovo.
Un articolo davvero interessante, mi viene voglia di leggere una biografia di Mary Shelly, ne conosci una? Avevo letto da qualche parte che mentre scriveva Frankenstein si recò più volte al cimitero di Highgate, a Londra (che in effetti, è parecchio horror).
Lei ha scritto un romanzo autobiografico. Per quanto riguarda il cimitero di Highgate, è impossibile che l’abbia fatto perché Frankestein è nato, nella sua completezza, quella notte a Ginevra. Mary Shelley poi tornò in Inghilterra molto dopo. Probabilmente ti riferisci al cimitero di St. Pancras, dove lei passava pomeriggi interi prima di fuggire con Shelley. Per la biografia, cerca tra i lavori di Nora Crooks.
molto interessante, mi hai fatto venire voglia di leggere il romanzo. ammetto che ho sempre e solo visto i film.
Andro anche a farmi un giro al cimitero, è già da un po che lo dico.
Grande Lucie, poi mi saprai dire.
Oltre ad essermi venuta voglia di leggere Frankenstein (mea culpa, non l’ho mai letto!), mi è piaciuto moltissimo questo viaggio nei luoghi del libro! Tra l’altro al cinema sta per uscire un film proprio su Mary Shelley 🙂
Leggilo, non te ne pentirai.