C’è sempre quella fase del viaggio in cui si fa la valigia o lo zaino per ritornare a casa: è il momento in cui non si bada mai a come si buttano le cose in quel contenitore che ci segue o ci portiamo sulle spalle in giro per il mondo. È il momento in cui le cose fisiche stanno alla rinfusa e le emozioni si infilano nello zaino con ordine e rigore. È il momento in cui si riporta tutto a casa. Ho appena trascorso una settimana in Alta Svevia, una parte della Germania che conoscevo poco e che non vedevo da troppo, troppissimo tempo. Cosa si è infilato nel mio zaino per tornare in Italia con me?
Dove si trova l’Alta Svevia
Ieri, parlando di itinerari di viaggio in Vallonia, vi dicevo quanto ami le nazioni miste. Ancora di più amo quelle zone del mondo con così tanta identità da valicare i confini regionali e nazionali. È il caso della regione del Lago di Costanza: 4 nazioni, tanto carattere e un’identità pazzesca. È il caso dell’Alta Svevia, una regione-non-regione che fa da cuscinetto culturale e storico tra il Baden-Württenberg e la Baviera. Ma non solo: anche una piccola parte d’Austria – il Vorarlberg – è svevo per un po’. Quando penso alla Svevia, i ricordi che affiorano dalla mia mente sono tre: Federico Barbarossa, gli Hohenzollern e la Dinnede. Dopo questo viaggio ho aggiunto qualcosa in più. Molto di più.
Quello che ho amato dell’Alta Svevia
Mi è facile innamorarmi dei territori: me ne rendo conto. Sono una dalla cotta facile e dall’amore eterno. Ci sono amori viaggerecci nel mio cuore che mai tradirò (se seguite il blog da un po’ avrete sicuramente capito di cosa, o meglio di dove, sto parlando) ma in me c’è tanto spazio per amare il mondo. E per conoscerlo. L’Alta Svevia è uno di quei pezzi di Germania che si amano subito perché ti raccontano che cosa sia il paesaggio e quanto bello sia preservarlo. Le grandi città sono sufficientemente distanti per definire l’area ancora rurale e sono sufficientemente vicine per essere raggiunte quando serve. L’Alta Svevia è un luogo che si esplora on the road con calma, viaggiando su strade di campagna che impongono i giusti limiti per apprezzare il tutto anche se si guida. L’Alta Svevia è, inoltre, uno di quei luoghi che insegnano un po’ sulla gastronomia tedesca e su quanto possa essere diversa di Land in Land. L’Alta Svevia è, per concludere (intanto) uno di quei posti capaci di rivangare nella mia mente tanta della storia studiata a scuola e all’Università. Così tanta da farmi tornare la voglia di ripassare alla grande.
L’Alta Svevia e la storia
Era il 1183 quando l’Imperatore Federico Barbarossa firmò, in quel di Costanza l’omonimo trattato di pace. Costanza è stata la nostra prima tappa di viaggio, una volta arrivati sul lago. Ci siamo arrivati quasi per caso, giusto per fare un giro in barca, e in men che non si dica ci siamo ritrovati davanti alla fontana che commemorava la Pace di Costanza e la figura dell’Imperatore. Non finiva lì. Il giorno dopo, raggiungendo Weingarten e facendo un po’ di esercizi di memoria, ci siamo resi conto di trovarci proprio nel luogo di nascita dei Welfen, ovvero dei Guelfi. Ma non solo. Facendo lavorare di nuovo il cervello mi sono resa conto di quanti Svevi influenti ci sono stati nelle varie epoche storiche. Un posto così, per me, è delizia pura.
L’ Alta Svevia on the road
Perché l’immagine di una biblioteca barocca come simbolo di un viaggio on the road in Alta Svevia? Perché il Barocco è un filo conduttore pazzesco, una sorta di briciole di Pollicino sui generis, per esplorare questo pezzo di Germania. Il Barocco impera in questa parte d’Europa per via della Guerra dei Trent’anni (e qui torniamo a parlare di storia). Questo conflitto ha cambiato i confini e le sorti dell’Europa dal 1618 al 1648. Nel sud della Germania ha lasciato fame e distruzione. La rinascita Barocca ne è stata una delle grandi conseguenze. Viaggiare on the road in Alta Svevia e seguire la strada del Barocco è una grande cosa. Ve ne parlerò in modo particolareggiato al più presto.
L’Alta Svevia e il paesaggio
Anni fa, ho attraversato la Germania in treno per arrivare fino ad Amburgo. Non mi sarei potuta fare regalo più grande perché ammirare il paesaggio che cambiava davanti ai miei occhi è stato, per me, una cosa grandiosa. L’Alta Svevia si mostra agli occhi dei viaggiatori con tutta la dolcezza di cui è capace: non ci sono asperità ma solo linie tenere e ondulate dove campi di luppolo si alternano ai frutteti che, a loro volta, lasciano lo spazio ai cereali di ogni genere. Se non fosse per alcuni tratti distintivi dell’epoca contemporanea, ogni sguardo lanciato verso il paesaggio dell’Alta Svevia restituisce l’immagine di un territorio che potrebbe essere colta in ogni tempo. È un paesaggio eterno, tutto qui.
Ora devo riordinare tutto ciò che entrato nel mio zaino ritornando a casa. È davvero tanto roba.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori- riproduzione vietata.
Occhi a cuore per questo post! La Svevia…un’altra regione che rincorro da tempo. Questo post mi porta in quei luoghi senza averli visti di persona!
Bellissimo questo post, carico di emozioni e suggestioni. Amo viaggiare e tornare con lo zaino pieno di esperienze e amo in particolare la Germania: la zona del lago di Costanza e’ nella mia lista dei viaggi e spero di poterla depennare presto.
Ti auguro di vederla presto perché è molto bella. In tutte le stagioni.
Non conoscevo praticamente per nulla questa zona ma il tuo bellissimo post mi ha davvero fatta viaggiare con la mente e innamorare di questo territorio già solo a sentirne parlare!
Grazie mille Giulia!