Ripensando al viaggio a Belfast, mi viene in mente sempre di più la parola “esperienza“. Già ve lo dissi parlando sia della Titanic Experience che del St. George’s Market. Belfast non è una città che si visita. Belfast è una città della quale fare esperienza. Tante esperienze. Nel mio ultimo giorno in città ho fatto una cosa che amo molto: ho acquistato un biglietto giornaliero per usare i mezzi pubblici e ho studiato il mio itinerario in base alle linee del trasporto urbano. La linea 12B mi ha portata dritta dal centro alla Crumlin Road Gaol, una delle prigioni di Belfast con più storia e storie da raccontare. Vale la pena di visitarla? Certo che sì.
Che cos’è la Crumling Road Gaol?
Dicesi HM Prison Crumlin Road oppure Prigione di Crumlin Road. Gli Irlandesi la chiamano Gaol. Si tratta di una prigione costruita in epoca vittoriana per incarcerare criminali (ma non solo) di tutti i tipi. Le carceri o gli istituti di correzione voluti dalla Regina Vittoria a metà ‘800 sono molto celebri proprio per la loro perfezione e il senso di rigore (facciamo pure timore) che raccontano alla perfezione. La prigione di Crumlin Road venne progettata, così come tutte le sue sorelle sparse in Gran Bretagna, per essere un vero simbolo di potere e ordine e per dare condizioni di “soggiorno” migliori ai detenuti. Ecco, migliori per quei tempi. La prigione di Crumlin Road ebbe un ruolo molto importante, per Belfast, nel periodo dei Troubles (1968-1998). Venne ufficialmente chiusa nel 1996 e nel 2012 divenne un luogo visitabile, pronto a raccontare una parte della storia della città e dell’Irlanda del Nord.
Dove si trova la Crumlin Road Gaol
Come dice il nome stesso, la prigione si trova su Crumlin Road, in una zona di Belfast che è stata rimessa in piedi proprio in epoca vittoriana. Vicino alla prigione si trova anche un ospedale (ancora in perfetta attività) voluto proprio nella stessa epoca. Crumlin Road è a 10 minuti di autobus dal centro, in una posizione molto tattica per tener d’occhio le attività di Falls Road e di Shankill Road. Oltre che una prigione, infatti, un tempo era anche una stazione di polizia.
Cosa c’è da sapere per visitare la Crumlin Road Gaol
La Crumlin Road Gaol di Belfast è ora un museo, un luogo di memoria e di storia. Non è un posto dove la finzione ha avuto il suo spazio: tutto ciò che è avvenuto lì dentro, nel bene o nel male, è stato reale. Si tratta di un luogo importante da visitare, o almeno lo è stato per me. Non è un qualcosa di facile: la visita, per quanto resa ottimale e piacevole dalle guide, vi porterà pur sempre dentro ad un posto dove il dolore ha tolto il fiato alla felicità e alla libertà. Molto spesso anche ingiustamente. Per me, e sottolineo che si tratta di una mia personale opinione, non è un posto dove portare bimbi piccoli, salvo aver spiegato loro molte cose. Occore visitare la Crumlin Road Gaol con il buon senso e la correttezza tra le mani. Oltre a ciò, sappiate che:
- Per questioni di sicurezza e apertura porte, non si può visitare la prigione in solitaria. Ogni mezz’ora parte una visita guidata di gruppo (in inglese). Vi verrà data l’indicazione del punto di incontro alla cassa.
- Il biglietto d’entrata costa 12£, la visita le vale tutte e sono disponibili delle riduzioni indicate sul sito ufficiale.
- Il primo tour parte alle 10 e l’ultimo alle 16.30. La visita dura circa un’oretta e mezza e lungo il percorso ci sono scale varie (ma ci sono ascensori e rampe per i disabili). Ci si può sedere solo dopo la prima metà del tour.
- Si passa dall’interno all’esterno spesso quindi tenetevi le giacche, nel caso abbiate freddo.
- All’interno della struttura ci sono un ristorante e una caffetteria. Oltre che a un’infinità di toilette.
- Il cellulare lì prende pochissimo, per non dire nulla. E non c’è il wifi. Posterete dopo, nel caso.
Una visita di un’ora e mezza comprende molti ambienti ma forse vi stupirò dicendovi che le cose da vedere alla Crumlin Road Gaol iniziano proprio da fuori, ancora prima di acquistare il biglietto.
L’ex Palazzo di Giustizia
Se arriverete alla Crumlin Road Gaol dal centro con l’autobus, vi fermerete a pochi passa dall’entrata della prigione, ma dal lato opposto della strada. Vedrete, al vostro fianco, un edificio disabitato e fuori uso dall’aspetto molto classico… A dir poco Vittoriano. Si tratta dell’ex Palazzo di Giustizia di Belfast, il luogo in cui veniva eseguiti i processi per direttissima, costruito proprio assieme alla prigione. Il palazzo è in disuso da molti anni (e si vede) ma la sua presenza quasi gotica sembra una sorta di “Stolperstein” formato gigante, pronta a ricordarci quanto la città abbia vissuto nel suo passato, non solo in quanto a lotta religiosa.
Il tunnel
Una volta acquistato il vostro biglietto e iniziata la visita, vi verrà raccontata un po’ di storia della prigione. Dopodiché verrete portati verso il tunnel. Di cosa si tratta? Stiamo parlando del tunnel che veniva percorso dai detenuti per raggiungere il Palazzo di Giustizia. Praticamente è un sottopassaggio per attraversare la strada davanti alla prigione. Il tunnel che vediamo ora è ben tenuto, pulito e illuminato ma, fino agli anni ’80 se non di più, era buio, umido e spesso usato come luogo intimidatorio pre-interrogatorio. La sua struttura è talmente solida che, pur sentento le auto che vi transitano sopra, nulla vibra al suo interno. Perché tanta solidità? Perché, durante il periodo dei Troubles, spesso venivano poste delle auto-bomba al di sopra del tunnel. L’intento era quello di farlo esplodere e liberare il prigioniero che doveva andare a giudizio nel palazzo di fronte. Ci hanno provato molte volte, non è mai crollato.
Il piano dirigenziale
Al primo piano della palazzina centrale della prigione si trovavano gli uffici del dirigente della prigione, così come quello delle guardie più importanti. Il dirigente della prigione, in perfetto stile culturale vittoriano, aveva un ruolo molto ampio verso i detenuti, quasi come fosse un padre che dovesse redimere i propri figli. Diciamo che faceva il bello e il cattivo tempo in prigione. Piccola curiosità: il direttore aveva l’autorità per sposare civilmente le persone. Succedeva, infatti, che detenute e detenuti si sposassero all’interno della Crumlin Road Gaol.
Le varie Wing
Dal corpo centrale della prigione partono 4 corridoi detti “wing“. Le chiamano “ali” quando in realtà sopprimono la libertà. Anyway… questi 4 corridoi erano fatti in modo da poter essere isolati in ogni momento e per sembrare quasi delle unità indipentendi. Venivano denominati con le prime 4 lettere dell’alfabeto e, ognuno di loro, conteneva prigionieri di natura diversa. Il braccio più famoso (ma ora non visitabile) della Crumlin Road Gaol di Belfast è la Wing A, dove venivano rinchiusi i prigionieri politici. Non pensate, però, solo alla Belfast della lotta tra Cattolici e Protestanti. Nei primi anni del ‘900, la Wing A divenne – per esempio – la casa delle suffragette, le donne che lottavano per ottenere il diritto di voto. La Crumlin Road Gaol fu anche la prigione in cui venne rinchiuso Eamon de Valera, una delle personalità politiche “genitrice” della Repubblica d’Irlanda assieme a Michael Collins (prendere nota: film da vedere ⇒ Michael Collins del 1996 con Liam Neeson). Last but not least, qui entrà e uscì volte Bobby Sands, membro dell’IRA e prigioniero politico (prendere nota: libro da leggere ⇒ Un giorno della mia vita, di Bobby Sands, con prefazione di Silvia Calamati).
L’isolamento e gli ultimi giorni
Nella Wing C ci sono due celle unite tra loro, con dei murales molto belli alle pareti. Quelle celle venivano usate come scuola o per concedere dell’espressione artistica ai detenuti. Di lì sono passati anche i 17 condannati a morte prima della loro esecuzione. Ad un certo punto del tour vi verrà chiesto se vorrete continuare o se volete attendere fuori mentre il resto delle persone visita la cella degli ultimi giorni. I condannati a morte venivano portati in una cella speciale dalla quale sarebbero usciti solo con i piedi in avanti, come si suol dire. Io ho fatto quasi la spavalda e ho detto “certo che vado a vedere”, salvo poi mettermi a piangere. Quindi pensateci bene.
Il cortile
Ci si rende conto dell’immensità della Crumlin Road Gaol e del suo aspetto terrifico e arcigno solo quando si esce nel cortile – luogo che probabilmente i detenuti vedevano molto poco – e si osserva il tutto nel suo insieme. La prigione, come vi dicevo, era anche stazione di polizia e lì dormivano anche poliziotti e personale della prigione. A guardarla sembra quasi una ricostruzione di un luogo andato perduto ma tutto ciò che si vede, invece, è proprio reale. Forse è per quello che mi ha inquietato e non poco. Rifarei la visita anche subito, però.
La Crumlin Road Gaol di Belfast, per me
Allora… un bel sospiro e poi vi dico tutto. Io sono una che ama viaggiare con la storia nel proprio zaino, se non proprio per mano. Durante i miei viaggio ho visto luoghi che mi hanno fatto piangere anche per giorni ma resto dell’opinione che vadano visti. La Crumlin Road Gaol è, per me, uno di essi. La struttura è ora presentata in un modo splendido, da guide molto competenti e brave nel loro lavoro. È uno di qeui luoghi che non si digeriscono al primo boccone soprattutto se, come me, non siete proprio digiuni di storia contemporanea locale. Ciò che ti fa star bene, dopo aver visitato la prigione, è il pensiero che il passato abbia trovato una nuova destinazione, senza perdersi, senza farsi cancellare ma lasciandosi comprendere. Per quanto lo si possa fare. Andateci, lo vedrete con i vostri occhi. Anche la Crumlin Road Gaol è l’espressione della nuova Belfast, quella nata dopo il 1999, quella che guarda in faccia i viaggiatori e dice loro “dai, siediti qui che ti racconto…“.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Mi è piaciuto molto questo post. A Bergamo, in Città Alta, c’è un ex carcere cittadino, chiuso negli anni 70 del secolo scorso, che viene utilizzato come spazio per esposizioni di arte contemporanea e fotografia sociale. Ma quando entro, provo le stesse emozioni che hai raccontato tu benissimo in questo post. Grazie di averlo condiviso con noi che ti seguiamo.
Grazie a te Raffi per essere passata di qui. La prossima volta che passo per Bergamo ti chiamo e ti chiederò di portarmi lì.
Deve essere un bel pugno allo stomaco, sopratutto pensando ai tanti che di lì son passati, alle loro storie e alla loro sofferenza.
Però come dici tu oggi, per fortuna, può essere anche un simbolo di rinascita e questo già è positivo. E poi comunque il viaggio ci deve arricchire e non sempre lo fa con le carezze, a volte anche coi pugni.
Grazie per questo splendido post.
Si tratta di un luogo molto forte e sono stata felice di averlo visitato.
Interessantissimo, devo assolutamente ritornare in Irlanda nel Nord, è un tesoro di luoghi da scoprire!
Il mio ritorno in Irlanda del Nord è stato a dir poco bello. Tornerei di nuovo.
Che visita davvero interessante!
Moltissimo!
Un bel racconto, davvero!
A Belfast ci sono stata nel lontano 2000, quando all’epoca vivevo a Dublino: la prima impressione non è stata bellissima perché era ancora calma, silenziosa (del resto, neanche un mese prima c’erano state altre bombe), mentre Dublino era allegra, gioviale.
Non sapevo per nulla di questa prigione: hai proprio ragione, certi luoghi bisogna proprio visitarli, nonostante le lacrimucce!
Anch’io ero andata a Belfast la prima volta nel 2000 e, quest’anno, ho trovato una città magicamente cambiata senza perdere la propria essenza.
Non avrei mai pensato che non fosse possibile visitarla in solitaria. Sara’ che Alcatraz da anche questa possibilita’ e la mia testolina bacata l’aveva presa come una regola assoluta. Questo dettaglio la rende inquietante ed interessante allo stesso tempo!
È solo per una questione di sicurezza. Ci sono un sacco di codici per aprire le porte e quindi occorre una guida.
Mi piace molto visitare luoghi legati alla storia per capire, per saperne di più. Posso immaginare l’impatto emotivo che comunque può creare questo tipo di visita. Grazie per questo bel racconto!
Un impatto emotivo forte ma resta comunque un gran posto.