Scoprire la bellezza vicina a casa è uno degli obiettivi di viaggio di questo 2018. Tra la fine dell’anno scorso e questa prima metà dell’anno in corso sono riuscita ad ammirare luoghi come Vigoleno o bellezze eterne come l’abbazia di Pomposa (ma non solo), rimanendo sempre di stucco per poi pormi la domanda delle domande: perché uno dovrebbe girare il mondo per poi non rendersi nemmeno conto di quanta bellezza ha a un’ora di strada da casa? Ovviamente non esiste una risposta corretta a questa domanda. L’unica verità è che esiste un tempo giusto per ogni cosa. Qualche giorno fa per me è stato il tempo giusto per visitare San Benedetto Po in provincia di Mantova.
Dove si trova San Benedetto Po
Come ben si può intuire dal nome, San Benedetto Po si trova a ridosso del fiume più lungo d’Italia. Un tempo si trattava di una vera e propria isola tra il Po e il fiume Lirone, scomparso poi in tempi di bonifica della Pianura Padana. Questo paese dista una trentina di chilometri da Mantova e ora è un piccolo paese di 7000 anime. La sua nascita si deve alla fondazione, nel 1007, di uno dei monasteri benedettini più importanti d’Italia. Nel Medievo, la terra su cui si trova San Benedetto Po appartenevano ai Conti di Canossa, ovvero la famiglia di Matilde di Canossa. San Benedetto Po è definito ancora oggi un paese matildico.
San Benedetto Po: un paese nato da un monastero
Una delle cose che appare subito chiara, una volta arrivati a San Benedetto Po, è che la struttura del centro del paese ricalca proprio quella di un chiostro medievale. E non c’è da stupirsi: è proprio così. San Benedetto Po si è sviluppata proprio attorno al monastero e successivamente alla dismissione dello stesso dopo il passaggio di Napoleone. Tutto ciò che un tempo fu dei monaci è rimasto al paese e ha trovato un nuovo significato e un nuovo utilizzo.
Visitare il Complesso Monastico di San Benedetto Po
Il Complesso Monastico di San Benedetto Po prende il nome anche di Museo Polironiano e si può visitare solo con guida. Esistono diversi tipi di visita. Gli orari cambiano a seconda dei mesi e sono indicati nel sito ufficiale di tutta l’immensa struttura che caratterizza questo paese nella provincia di Mantova. La visita completa dura quasi 3 ore e costa 10,50€ a persona (sul sito sono ancora segnati i prezzi vecchi). Il biglietto si acquista all’ufficio turistico che è di fronte al Monastero. La guida vi verrà a prendere direttamente lì. La visita è possibile solo in forma guidata perché, in primis, ci si perderebbe e, in secondo luogo, ci sono porte da aprire e chiudere con tanto di chiavi. L’unica cosa che è possibile da soli è la visita alla prima parte della Chiesa. Da un certo punto in poi, si può accedere solo con visite guidate. Una seconda opzione di visita esclude le cantine del monastero. Consiglio mio: non fatelo. C’è della meraviglia là sotto.
Consigli per visitare il Museo Polironiano di San Benedetto Po
Per quanto possa essere un museo con più ambiente, il Complesso Monastico che vi troverete davanti è ancora, in parte, un luogo di culto e come tale va trattato. Non importa che siate fedeli o no. Con la bella stagione alle porte, occorre essere un po’ più attenti quando ci si avvicina a luoghi così, più che altro per rispetto a chi li frequenta quotidianamente e potrebbe pensarla diversamente da noi. Indi per cui:
- Anche se fa caldo, cercate di avere le spalle coperte (o qualcosa per coprirle). Dentro il monastero, in quasi tutte le sue parti, si sta benissimo per via delle mura grosse che tengono fuori il caldo.
- Magari non entrate con granite e gelati: certi ambienti sono ben preziosi.
- Se viaggiare con bambini, teneteli vicino a voi: il monastero è un dedalo di scale e corridoi
- Cellulari in modalità silenziosa: credo non ci sia bisogno di dirlo, ma repetita iuvant.
Cosa vedere a San Benedetto Po: la Chiesa di Giulio Romano
L’Abbazia di Polirone (parola che mette assieme i nomi dei due fiumi: Po e Lirone) sorse nel 1007 come abbazia benedettina e tale restò nella sua vita monastica. Sul luogo in cui si trova la chiesa attuale, si sono susseguite epoca dopo epoca, costruzioni diverse finché non arrivo in loco Giulio Romano, famoso architetto rinascimentale. Negli ultimi anni della sua vita, Giulio Romano lavorò per i Gonzaga – signori di Mantova – e gli fu affidato l’incarico di rinnovare la chiesa abbadiale di San Benedetto Po. L’edificio che ci ha lasciato è davvero molto bello, soprattutto nei suoi interni, dove Giulio Romano ha portato molto del Rinascimento che aveva visto a Roma. Consiglio: osservate le volte.
L’Oratorio di Santa Maria
L’oratorio di Santa Maria è una piccola chiesetta contenuta, ora, in quella più grande. È la parte più antica di tutto il complesso e risale al XI Secolo, periodo in cui vennero posati i mosaici che sono visibili (in parte) ancora oggi. Questo fu il primo luogo di sepoltura di Matilde di Canossa all’interno del monastero. Per quanto riguarda la visita alla chiesa, mi fermo qui per non togliervi troppa sorpresa. Gli ambienti sono davvero molti e comprendono delle bellezze spettacolari.
Il chiostro di San Benedetto
Il chiostro di San Benedetto è il primo che salta all’occhio arrivando al centro del paese. Se ne vedono solo due lati perché gli altri due non esistono più. Questo chiostro risale alla metà del XV Secolo e il suo lato meridionale venne proprio assorbito dalla ristrutturazione voluta da Giulio Romano. Pace, tanta pace, anche se si tratta di un chiostro aperto. Sul chiostro di San Benedetto si apre la Sala Capitolare, dove sono state trovate le tombe dei primi abati.
Il chiostro di San Simeone
Il Chiostro di San Simeone, dedicato al Santo Protettore di San Benedetto Po, è di un color mattone che scalda il cuore. È più piccolo di quello di San Benedetto, più raccolto. Lungo due delle sue pareti, sono affrescate delle storie della vita di San Simeone che, dall’Armenia, peregrinò per mezzo mondo conosciuto, per poi approdare sulle rive del Po. I monaci non ci sono più da 200 anni in questa abbazia ma il chiostro è ancora in uso da parte della gente del posto. C’è una biblioteca e ci sono delle sale dove poter svolgere attività varie.
Le Cantine
Le Cantine del Monastero si trovano sotto il grande refettorio che oggi è utilizzato come sala espositiva. Giusto per darvi un’idea della grandezza, sappiate che il refettorio poteva far accomodare tranquillamente ben 1500 monaci, tanti erano nel momento più importante della vita di tutto il complesso. Le cantine sottostanti sono immense e a dir poco belle. Una parte di essere è adibita a mostra di alcuni reperti trovati durante gli scavi nel complesso monastico. Pensate che è esposto anche il “logo” del monastero creato nel primo Medioevo come simbolo distintivo per marchiare o timbrare tutto ciò che era di proprietà del monastero. Si tratta dell’immagine che vedete come foto del paragrafo “San Benedetto Po: un paese nato da un monastero“. Io lo trovo bellissimo. Una gran parte delle cantine sono occupate ora da un’esposizione molto curiosa e che vi invito proprio ad andare a vedere: si tratta di una collezione di carri e carretti vari messa assieme da un medico carpigiano. È un qualcosa di unico.
Matilde: una donna che trascende tempo e spazio
Matilde di Canossa, o Mathilda… come si firmava lei, fu probabilmente una delle donne più importanti del Medioevo Europeo. Gian è particolarmente appassionato di questa figura storica e lo sono anch’io, con immenso rispetto, per il valore storico e politico che ha avuto negli anni in cui è vissuta. È una di quelle donne che, in tempo di uomini, è stata capace di fare la differenza e risolvere una delle situazioni più intricate di tutto il Medievo. Dante parla di lei nella Divina Commedia (o almeno sembra che la Metelda del Purgatorio sia lei), giusto per fare un esempio. Matilde di Canossa aveva possedimenti (lei, non suo marito o un suo parente maschio) che andavano dalla Toscana a Mantova e proprio in Pianura Padana morì nel 1115. Venne sepolta dentro l’Oratorio di Santa Maria per poi essere portata nella chiesa rifatta da Giulio Romano nel XV Secolo. Lì resta la sua tomba che, però, è vuota perché Matilde di Canossa aveva tanta forza e significato politico anche da morta. Venne data al Papa Urbano VIII nel 1632, ufficialmente in dono, ufficiosamente per riscattare dei possedimenti del monastero. Ora è una delle sole 3 donne sepolte in Vaticano. Fa specie perché non è una santa, è una donna il cui potere secolare era, forse, più forte di ogni altra cosa. San Benedetto Po era uno dei suoi possedimenti più importanti. Se non avete mai visitato un luogo matildico… fateci un pensierino.
Tutte le immagini sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata
Da tempo mi propongo di tornarci! Per noi Mantovani è meta classica di gite alle scuole medie, quando ancora non si ha la testa per apprezzare tanta meraviglia!
Ogni zona ha la sua meta da “gita classica” dove vale la pena di tornare quando si è grandi.
Un luogo di storia e cultura. Sembra molto interessante… me lo segno!
Merita. Fidati.
Che bel monastero! Avevo già sentito nominare questa città
È un piccolo paese ma, in passato, era famoso tanto quanto Mantova.
Ma che bella scoperta!
Anch’io mi sono prefissata di visitare le bellezze vicino casa.. anche perché ce ne sono davvero tantissime..
Dei monasteri amo i chiostri.. sempre così verdi e curati! 🙂
A volte ci perdiamo questi luoghi speciali.
Mamma mia che spettacolo! Un susseguirsi di meraviglie architettoniche e religiose, ci credo che serva la guida per visitarlo. Il chiostro è un incanto, un piccolo Eden
La guida è molto utile. La nostra era in signore anziano pieno di passione per questo complesso. È stato meraviglioso ascoltarlo.