
Che volete farci, sono una viaggiatrice romantica a cui piace spostarsi zaino in spalla per muovermi in totale libertà. Io dico sempre che lo zaino è la mia naturale estensione. Un paio di giorni fa spulciando su internet mi sono imbattuta in un’invenzione che mi ha sedotto all’istante. Giusto il tempo di vedere il video che raccontava un elegante trolley. Non un trolley qualsiasi, ma uno di quelli supertecnologici, capace di seguirti in tutti i tuoi spostamenti. Un trolley segugio che grazie a un sistema di sensori ti viene dietro senza perdersi ad annusare odori o seguire le cagnoline. Non so voi, ma io gli darei subito un nome e penserei che fosse un mio amico da tutta la vita.
Lo ripeto, questione di pochi minuti perché poi mi sono resa conto che se vuoi viaggiare nella pampa sudamericana oppure attraversare la più sperduta delle contee del Galles o, ancora più vicino a noi, scendere i gradini che portano dai binari al marciapiede di una qualunque stazione italiana, quel trolley nel migliore dei casi si sarebbe ribaltato al primo ostacolo. E sarebbe stato un “intrigo“, come si dice da me in Veneto, per la sottoscritta che ha gambe e braccia corte. Anche se, per dirla tra noi, io gli vorrei già bene se fosse mio. Allora sono tornata subito alla mia passione per lo zaino e a quella sensazione di assoluta libertà quando a casa, poche ore prima della partenza, me lo metto sulle spalle. E tutte le volte mi congratulo con me stessa: perché fare bene lo zaino è davvero un’arte. Un’arte che con gli anni ho affinato alla grande, sia in quanto a qualità di bilanciamento dello zaino che in quanto a velocità nel comporre il tutto.
Quando zaino fa rima con libertà

La tradizione in fatto di zaini è lunga e autorevole. Chatwin, per esempio, se lo fece fare su misura da un sellaio di Circester e al pari dei mitici taccuini Moleskine e della sua Laika è diventato sinonimo stesso di uno stile di viaggio alla backpacker. Lo stesso Jack Kerouac, l’autore di Sulla Strada, è il simbolo del viaggiatore on the road, per l’appunto, che negli anni sarebbe divenuto espressione stessa di uno nuovo stile di vita costruito sul movimento, la libertà e il nomadismo. Per lui uno “zaino completo, con il necessario per dormire, ripararmi, mangiare, cucinare” equivaleva ad avere “cucina e camera da letto da portare in spalla”, da I vagabondi del Dharma.
Lo zaino ha finito col diventare sinonimo di luoghi selvaggi, di un’esplorazione lontano dalla civiltà alla scoperta di mete sconosciute. Questo perlomeno sulla carta o nel nostro immaginario, visto che se devo andare a fare un corso a Torino, o chissà dove a poca distanza da casa, io ci vado comunque con lo zaino. Il trolley invece ha fin dall’inizio finito con l’essere associato a tutto ciò che è civile ed educato. Il vostro trolley rimane dritto in piedi quando non lo tenete per mano, mentre lo zaino sbanda da una parte all’altra e il suo equilibrio è sempre un po’ precario. Il trolley cammina sulle sue ruote, simbolo più che evidente di uno spostamento moderno, veloce e rapido. Provate voi a trascinare il vostro zaino lungo il marciapiede, vi prenderebbero per dei selvaggi. Va anche detto che, a parti invertite, un trolley sulla schiena potrebbe sembrare il titolo di una canzone di Battiato. O di un romanzo di fantascienza ironica. Fate voi.
Zaino o trolley?

Sia come sia c’è un momento in cui zaino in spalla o trolley alla mano bisogna scendere a patti con quello che vorremmo comprare durante il nostro viaggio e quello che effettivamente dovremo pagare di sovrapprezzo al momento del check-in. È una specie di ultima frontiera, in cui ogni viaggiatore selvaggio, libero e spensierato si trova a fare i conti con la spietata efficienza delle compagnie aeree. Parlo di misure e pesi, non le vostre, ovviamente, ma quelle del vostro zaino. Come posso rinunciare a quel paio di chili di maglione a quei due chili e mezzo di azulejos originali che ho comprato in un paesino nel sud del Portogallo?
Non si può. Allora una soluzione per mantenere il vostro zaino in perfetta forma è adottare risposte creative ad un problema pratico. Nel caso specifico la soluzione si chiama Packlink. Non è una parola magica, si tratta piuttosto di spedire un pacco in maniera facile e veloce attraverso una piattaforma online. Il sito compara le tariffe dei corrieri espressi e grazie ai prezzi più economici potete usare Packlink per spedire un pacco e far recapitare quello che avete acquistato direttamente all’indirizzo di destinazione. Mentre voi siete ancora in viaggio i vostri regali saranno già arrivati e voi continuerete leggeri e spensierati nella vostra esplorazione zaino in spalla. Vi è mai capitato di spedire qualcosa a casa mentre eravate in viaggio? A me sì ed è successo anche a mio fratello in marcia, un paio d’anni fa, lungo il Cammino di Santiago con il suo cane Billo.
Il segreto per trovare lo zaino perfetto

Perché, in fondo, il segreto di ogni viaggio zaino in spalla è proprio questo: la leggerezza. E visto che Packlink può diventare un sinonimo di leggerezza, ho pensato di mettere nero su bianco qualche pensiero fondamentale su come viaggiare in leggerezza e trovare lo zaino perfetto. Che è un po’ come trovare l’uomo perfetto.
- Scegliete uno zaino robusto. Vale a dire non risparmiate e state attente soprattutto allo schienale.
- Provate lo zaino, perché ogni zaino si adatta all’altezza della persona.
- Le tasche interne sono utilissime per suddividere biancheria e accessori.
- Acquistate un buon telo coprizaino e il vostro zaino ve ne sarà grato
- Se potete, cercate di acquistare anche un apposito sacco per racchiudere lo zaino quando lo imbarcherete al check-in. Eviterete quel “io ora glielo etichetto e lei lo porta nel luogo dove si spediscono i bagagli ingombranti”. In alternativa, scegliete uno zaino con lo schienale “a scompara”. Come il mio, per esempio.
E infine, come nei civili trolley, non dimentichiamo di mettere le cose al sicuro: lucchetto + zaino vuol dire sicurezza. Senza tralasciare la targhetta con nome, cognome e indirizzo: per quanto nomade anche il vostro zaino ha una casa. Alla fine di tutto questo, però, vi devo fare una confessione: non riuscirei mai a fare un viaggio lungo con un qualcosa di diverso da uno dei miei tanti zaini ma possiedo, da circa un anno, un trolley rosa che per me è sinonimo delle mie partenze per Tenerife. Lo adoro, forse per ciò che simboleggia.
Post scritto in collaborazione con Packlink
Anch’io propendo sempre lo zaino, lo trovo molto più comodo del trolley e paradossalmente riesco a trovare le mie cose con più facilità. Le rare volte che uso la valigia (per esempio se torno a casa dai miei e devo portarmi via alcune cose) mi sento un po’ a disagio, ho perso l’abitudine!
Anch’io mi sento stranissima con la valigia!
è così comodo: messo in spalla si va ovunque senza problemi di scalini, buche e cacche sui marciapiedi…
io faccio anche le vacanze lunghe e non solo i fine settimana con lo zaino-bagaglio a mano. E’ una grandissima libertà e con la tecnica dei vestiti arrotolati riesco sempre a fare stare tutto (anche se la sera prima della partenza sono sempre isterica!)
Concordo sulla praticità dello zaino. A me piace avere le mani libere.
Anche io da un paio di anni ho abbandonato il trolley per rimpiazzarlo con lo zaino (anzi zaini, perché ne ho di tre misure diverse). All’inizio ero un po’ incerta perché avevo questa convinzione assurda che nel trolley ci stesse più roba, ma in realtà è solo questione di organizzazione di spazi.
Buona giornata!
Io credo di avere uno zaino per ogni occasione. E ne sono molto felice.
Io sono innamorata dello zaino da 60 litri che ho comprato lo scorso anno per l’interrail😍
Io ne ho un sacco: dai 25 agli 85 litri.