Scegli per me. Così direi ai miei dadi. Facciamo un passo indietro e partiamo dall’inizio. Giorni fa, mentre ero in Inghilterra, ho rivisto per caso quell’episodio di Big Bang Theory in cui Sheldon lascia che la sua vita venga decisa da un tiro di dadi. Mi fa sempre ridere da matti perché, spesso, mi sono immaginata nella stessa situazione. Ieri ci ho ripensato di nuovo perché è arrivata la notizia della morte di Stephen Hawking e la mia mente è tornata a quelle serie. L’idea di lasciare che la vita venga decisa da qualcosa che non sono io direttamente mi indispone da un lato e mi solleva da un altro. Ho capito solo ieri quanto questo pensiero sia parte di me in questo momento della mia esistenza. Ora cerco di spiegarvi bene tutto.
Come dicevano i Led Zeppelin
Sono una persona che spesso si attacca ai suoi punti fermi come si ci appende alle maniglie dei mezzi pubblici per non cadere. I punti fermi danno certezze, danno solidità in una vita fluida che fluttua nell’universo generando la risacca di chissà che onda gravitazionale. La mia vita fluttua come in preda a un vortice, a una strana magia che mescola carte, ne mette altre sul piatto e poi mi fa partire per ritrovarmi immensamente sola in un mondo che adoro. Uno dei miei punti fermi è un verso scritto e messo in musica da Jimmy Page e Robert Plant “… Yes, there are two paths you can go by but in the long run there’s still time to change the road you’re on…“. Questo verso, che a molti potrebbe sembrare banale (ma non lo è. La normalità non lo è mai) in realtà mi rassicura da un lato e mi incute timore dall’altro perché mi ricorda che nulla, nella nostra vita è stabile, deciso, sicuro, quasi trascendentale. Giorni, mentre ero a Manchester e ammiravo la zona di Castlefield, mi sono seduta su una panchina e mi sono commossa. Un po’ per il posto in cui ero – lo ammetto senza problemi – un po’ perché, sicuramente, stavo vivendo (e vivo) un momento di totale incertezza personale. Ho pianto. Ma non ho trovato soluzioni.
“Io cerco un centro di gravità almeno momentanea”
Vasco Brondi aveva ragione: nella vita c’è sempre bisogno di “un centro di gravità almeno momentanea“. La Terra, l’Emilia, la Luna è una delle canzoni che più di tutte – da mesi – ronzano dentro la mia mente ed io cerco inutilmente di trovare il senso della mia vita nelle parole di altri quando – lo so – sono le mie di parole che dovrei scrivere, dovrei lasciarle correre e dovrei farle nascere. Sono mesi che mi sento come un pendolo tra me e chi chissà che cosa. Sono mesi che mi sento come la regina delle illuse e delle illusioni. Sono mesi che cerco un sorriso che – forse – non c’è più, fuori di me. Dentro di me… chissà. Sono mesi che chino la testa sulla tastiera e lavoro, credo, pubblico, analizzo, consiglio. L’analista per il mio essere complicata deve ancora nascere. Chissà, forse sarà una professione in voga in un prossimo futuro. E lo so, dovrei scegliere tante cose. Vorrei scegliere tante cose.
La risposta
No, non è la mia età. Se ben ricordate ne ho fatti 40 da circa 2 mesi. 42 è la risposta a tutto secondo La Guida Galattica per Autostoppisti. Vorrei che 42 fosse anche la risposta a tutte le domande che mi pongo e che ho in testa. Vorrei lanciare in aria i dadi come fa Sheldon e lasciare che un 4 e un 2 messi vicini mi facciano sorridere perché l’universo è davvero in grado di rispondere a volte. Vorrei lanciare i dadi per capire se mettere i jeans o la gonna, per lasciare sciolti i capelli o raccoglierli, per cucinare la pasta oppure preparare un secondo di carne. Vorrei che i dati mi dessero l’indicazione di una strada da percorrere perché, in mancanza della mia personale bussola, ogni tanto avrei bisogno di un consiglio, una spinta, una pacca sulle spalle e di qualcuno che mi facesse sentire come parte del suo mondo per un istante. Avrei bisogno della forza che solo mia madre sapeva infondermi e non so trovarla dentro di me anche se – lo so – lei ha piantato in me la sua essenza più grande.
Ci avete capito qualcosa in questo post? Io sì… e questo è già un bene per la mia vita fluida e questa testa dura che mi ritrovo. E il cuore com’è? Non lo so (più) ma nel frattempo mi sa che mi comprerò un regalo. Fa bene ogni tanto. Si accettano consigli. Almeno questo è un argomento più facile.
Come dicevano gli Smiths “…So for once in my life, Let me get what I want. Lord knows, it would be the first time…“.
Tutte le foto del post sono di Pixabay.
Io ho capito che sei una persona sensibile e le tue riflessioni mi hanno emozionato. Perdersi a volte è un momento necessario, solo così riusciamo a capire noi stessi nel profondo e a trovare nuovi stimoli. Ti auguro il meglio (e sì sono d’accordo…dopo tante riflessioni profonde, molla tutto e vai a fare shopping!)
Grazie mille Raffaella!
Purtroppo ho capito eccome! Anche io mi trovo spesso in situazioni esistenziali del genere… Poi ne esco. Dovrei compiere 20 anni ogni due giorni, perché sembra che l’età adulta non arrivi mai. Chissà, forse se non fossimo così, ci perderemmo tante belle cose che invece non sfuggono alla nostra attenzione
Ne sono convinta anch’io. In tutto questo marasma, ne sono convinta anch’io.
Ti capisco in pieno e, appena compiuti 39 anni, si tirano le sonme di molte cose. Come coach posso dirti che niente accade per caso e tutto ha un senso nella nostra vita anche se spesso il senso non lo capiamo. Il punto é profondizzare e capire quali sono veramente le nostre passioni, fare cose che ci fanno sentire “piena” . Il fatto di essere connessa con te stessa fara’ si che I cammini siano visti con piu’ chiarezza e l’universo fara’ in modo di proporti quello di cui hai bisogno e desideri intensamente. Un bacione grande
Io ne ho compiuti 40 e non ti dico che somme!
Quello che ho capito dal tuo post è che c’è un’anima sensibile in cerca di una strada, o meglio, un qualcosa che però non sa bene cos’è. Da un lato questo smarrimento può fare paura, ma dall’altro è bello che l’anima si ostini a cercare la propria strada e che non decida di percorrere quella di qualcun’altro come al giorno d’oggi fanno in troppi. In bocca al lupo!
Se poi sono i viaggiatori quelli che non si smarriscono… 🙂
Una riflessione molto bella e profonda, su tematiche a cui anche io penso spesso. Perdersi per ritrovarsi, per cercare di conoscerci un po’ meglio, per non dare nulla per scontato… Può essere difficile ma è l’unica via che, al momento, conosco!
Ti ringrazio Valentina!
Lascia andare le tue lacrime e non vergognarti, anzi è solo forza in più che ti regali e regali agli altri. Cosi che noi tutti cercheremo di piangere di più e renderci migliori.
Grazie Rocio!
Ciao Bellissime parole… non è facile scrivere nero su bianco delle proprie debolezze, non è facile scrivere che si ha sempre bisogno di punti fermi e certezze, che a quella maniglia dell’autobus ci aggrappiamo forte per non cadere. Continua a condividere con noi i tuoi pensieri… e In bocca al lupo !
Ti ringrazio Martina! W il lupo…