
Mentre scrivo questo post è sabato mattina, fuori piove e sia io che Manchester ci stiamo svegliando. Sto già pensando alle mie uova a colazione e sto già percependo l’energia della città che oggi sarà protagonista di uno di quei match di calcio capaci di fare la storia (per la cronaca, il Manchester United gioca contro il Liverpool. E quindi forza Liverpool). Sto pensando a quanto questa settimana in Inghilterra mi abbia dato, sia in termine di cose da scrivere, sia in quanto a energia. Energia, appunto. Il viaggio è uno di quei momenti di scambio di energia totali: più ne dai più ne ricevi. Anche se a fine giornata i piedi sono un po’ doloranti e tu sogni una doccia calda e un po’ di relax.
Londra e l’energia
Non appena sono arrivata a Londra lunedì pomeriggio mi è successa una cosa bella e strana allo stesso tempo: mi trovavo nella zona di Covent Garden e dovevo raggiungere delle persone a Leicester Square. Sono uscita dal mio hotel e ho iniziato a camminare senza essermi chiesta prima dove sarei dovuta andare. Ho capito in quel momento che, dentro la mia mente, c’era esattamente l’itinerario che dovevo seguire a piedi. Mancavo da Londra da anni eppure dentro di me c’era esattamente la direzione verso la quale dovevo puntare. Ho camminato a passi decisi e spediti, guardandomi attorno come se non avessi mai visto quel posto ma con quella sicurezza tipica di chi ci è sempre stato. Londra è come andare in bicicletta: anche se non pratichi non lo dimentichi. Arrivata a Leicester Square mi sarei messa a correre in giro. Dentro di me avevo già l’elettricità di quella città, una sorta di esaltazione che non mi lasciava tranquilla e che allo stesso tempo mi faceva sentire come se fossi a casa. Stare a Londra qualche giorno mi ha rimesso in moto la testa come mai prima. Mi ha dato quelle scariche di energia che tanto mi servivano. Le partenze sono, per me, sempre un’eterna possibilità di ricarica ma questa città – Londra, per l’appunto – è uno di quei power bank potenti che ti ricaricano lo smartphone 10 volte in 3 minuti.
Manchester e la sua essenza
E’ successo di nuovo, ieri, quando sono arrivata a Manchester: subito dopo il primo appuntamento di lavoro sono scappata e mi sono presa del tempo per me. Avevo voglia di cercare l’essenza di questa città. Sono partita a piedi, sempre con passo spedito e aria contemplativa. Nella mia testa risuonava Please Please Please degli Smiths e sono arrivata, senza mappe o indicazioni, a Castlefields dove ho rallentato, ho respirato, mi sono seduta su una panchina e ho aspettato che Manchester iniziasse a parlare. E così ha fatto. Sentivo il rumore dell’acqua che cadeva dalla chiusa nr.92, sentivo lo sferragliare dei treni che passavano sul viadotto di Deansgate. Sentivo le oche starnazzare e di nuovo l’acqua cadere. Manchester è un insieme di tutto questo: rumore industriale e pace vittoriana. Manchester è una città in grado di mettere in totale dialogo tra loro molte epoche diverse. Manchester, in questo senso, insegna un qualcosa che Alfred Lord Tennyson tradusse in versi dicendo (non riferendosi a Manchester ma io abbino queste parole alla città) “I am a part of all I met“.
Quando sei felice, facci caso
In viaggio c’è quel momento magico in cui l’energia di fonde con la felicità dando vita ad una sensazione nuova che potremmo chiamare “felergia“. Giorni fa, qualcuno che legge questo blog da molto (Ciao Elena!) mi ha scritto un commento su Facebook che mi ha fatto pensare: mi ha detto “sapevo che sarebbe arrivata una foto con quegli occhi lì“. E quegli occhi lì sono rimasti ad libitum, senza sfumature. L’altro giorno mi sono scattata questa foto a Castlefield e me la sto guardando e riguardando pensando che vorrei tutti i giorni degli occhi così. Sono realista, chiederei l’impossibile (questa è un’altra citazione alla quale sono molto legata) ma sono felice di avere la possibilità di collezionare momenti felici in giro per il mondo o a pochi metri da casa. Sentire nel cuore la capacità di provare felicità… o meglio felergia, come dicevo prima, è la testimonianza pura del fatto che sono viva e amo la vita. La mia vita.
Finisco questo post ed esco a scoprire il Northern Quarter, un pezzo di città che non ho mai visto. Poi torno a casa. Sicuramente mi verrà da piangere in aeroporto ma, per fortuna, la Gran Bretagna non si sposta. Sarà qua ad aspettarmi anche la prossima volta, pronta a ricaricarmi all’ennesima potenza.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Ma stupendissimo questo post! Mille sensazioni ed emozioni riunite in poche righe.
E ora aspetto con ansia tutti i mille mila post che usciranno dalla tua testa e dalle tue dita dopo questi giorni inglesi.
Grazie Elena. I post non tarderanno ad arrivare!
Londra è come andare in bicicletta…Adoro questa espressione! E anche quando sei felice facci caso…perché spesso non lo facciamo. Grazie per questo bellissimo post
Grazie a te per essere passata di qui!
La “felergia”, che bella sensazione! Non vedo l’ora di ripartire per provarla di nuovo. Anche a me piace moltissimo esplorare le città a piedi, tornare in albergo stanchissima e addormentarmi sul colpo dopo una doccia calda…Londra l’ho vista, Manchester mi manca ma già solo vederla con i tuoi occhi mi ha fatto piacere!
Io sono tornata a casa con la consapevolezza di ripartire presto.