La costruzione della Via Emilia ebbe fine del 187 a.C: la strada romana, il cui tracciato si segue ancora oggi percorrendo la SS9, unisce Rimini a Piacenza ed è stata voluta dal console romano Marco Emilio Lepido, da cui è stato tratto il nome. Le vie consolari e le antiche strade romane sono ancora oggi un’ottima ispirazione di viaggio, nonché vie percorse tutti i giorni da milioni di persone in mezza Europa. La Via Emilia fu un vero e proprio trait d’union tra le ville e gli accampamenti del centro italia e tutte le altre vie che collegavano la penisola all’Europa al di là delle Alpi. I 2200 anni della Via Emilia sono celebrati in vario modo: io inizio col raccontarvi la mostra Mutina Splendidissima, che si trova al Foro Boario di Modena.
Tra la Via Emilia e il West

Non a caso ho citato il titolo di un album di Guccini. In centro a Modena si trova il NoviPark dove ora ha sede anche un museo archeologico gratuito chiamato NoviArk. Una delle più importanti cose da ammirare in quella parte di Modena è ciò che è la porzione di strada romana riportata alla luce. Che sia davvero quella Via Æmilia voluta da Marco Emilio Lepido? Come dicevamo, questa strada fu un’importante via di comunicazione (e lo è anche ora) che univa il pezzo di penisola Italica dove arrivava la Flaminia a quello in cui si viaggiava, per esempio, sulla Via Postumia (che portava verso Libarna), strada che univa il Mar Tirreno alla città di Aquileia, dalla quale poi si poteva partire alla volta del nord delle Alpi, verso le province di Norico e Pannonia. La Via Æmilia fu la prima vera strada (commerciale e non) della Pianura Padana. Lo sviluppo delle città dell’Emilia-Romagna è dovuto, in parte, a questa strada consolare. Al tempo dell’inizio dei lavori, le città esistenti erano già molte ma altre, come Reggio Emilia, vennero proprio rifondate in occasione del passaggio della strada. Il nome romano di Reggio Emilia è, infatti, Regium Lepidi, nome che deriva sempre da Marco Emilio Lepido.
Le mostre per celebrare la Via Emilia

Le città emiliane si sono organizzate per raccontare la Via Æmilia romana e quanto questa strada ha dato allo sviluppo delle città stesse. Attualmente sono ancora aperte le mostre di Modena e Reggio Emilia. Parma e Bologna puntano sui musei archeologici che mi auguro di poter vedere presto. Mi devo ancora informare su eventuali eventi a Piacenza ma vi aggiorno presto. In quello di Parma, per esempio, c’è l’originale della Tabula Alimentaria ritrovata a Veleia, la città romana sui colli piacentini.
Mutina Splendidissima: la via Æmilia a Modena
Omnia Gallia Mutina è il nome romano di Modena. Mutina Splenididissima è una definizione data alla città da Cicerone, testimonianza ritrovata in uno dei suoi scritti. La Mostra Mutina Splendidissima è allestita al Foro Boario di Modena e resterà aperta fino al giorno 8 Aprile 2018. L’ingresso costa 10€ (sono davvero ben spesi) trovate gli orari sul sito ufficiale della mostra. L’esposizione vi terrà impegnati per almeno 3 ore se siete interessati all’archeologia e al periodo romano dell’Emilia. Ciò che mi è piaciuto di questa mostra è stato il suo essere un vero e proprio viaggio nella storia di Modena (della quale ero un po’ digiuna, salvo alcuni periodi), anche oltre il periodo romano. Si parte dalla romanitas per arrivare all’ispirazione romana e al ricordo degli antichi fasti. Davvero una grande scelta espositiva.
La Via Æmilia a Modena: in principio era Mutna

Si legge poco, lo so, e per questo vi invito a vedere la mostra. Quello che ho fotografato è il primo documento assoluto che riporta il nome di Mutna, diventata poi Mutina e ai giorni nostri Modena. La Pianura Padana non era una terra desolata al momento dell’arrivo dei romani. Vi dimoravano popolazioni di origine Etrusca come i Boi, per esempio. Il frammento di vaso esposto al Foro Boario di Modena è davvero una testimonianza importante. Gran parte di ciò che vedrete in mostra è frutto di scavi fatti in tutta la provincia. Una delle zone forti è quella di Nonantola, dove si incrociavano altre strade importanti e dove, in epoca cristiana, venne costruita un’abbazia importante. Per legge, già ai tempi dei Romani, non si potevano seppellire i morti dentro le mura della città: ecco quindi che la Via Æmilia divenne, ai lati della strada, un luogo di sepoltura. A tal proposito, andate nel Palazzo dei Musei di Modena e ammirate tutte le steli romane collezionate dagli Estensi. Sono esposte nel portico del palazzo e si possono vedere gratuitamente. Ce ne sono alcune anche in mostra al Foro Boario.
La via Æmilia e la lana
Modena e la sua provincia sono, nella nostra epoca contemporanea, una zona in cui il tessile ha sempre avuto un forte impatto sull’economia. Questa tendenza iniziò già ai tempi della costruzione della Via Emilia. Lo si vede bene da un bassorilievo esposto s Mutina Splendidissima. Si tratta di uno di quei pezzi romani che mi ha davvero lasciato a bocca aperta per aver interpretato così bene, già a quell’epoca, la vocazione di una zona d’Italia così decisa nella direzione da prendere.
La Romanitas e la modernità
L’ultima parte della mostra Mutina Splendidissima ci porta ai tempi d’oro della Modena del passato, quella in cui il ducato estense risplendeva di luce propria. E anche nei secoli a seguire, come il periodo in cui visse Ludovico Antonio Muratori (parliamo della fine del 1600 e la prima metà del 1700). Questo personaggio (è stato talmente tante cose che non saprei come definirlo) ebbe il ruolo di bibliotecario per la casa d’Este e pensò bene di stilare una sorta di catalogo delle steli e dei capitelli romani della collezione degli Estensi. Dobbiamo proprio a lui la trascrizione di ciò che i romani lasciarono lungo la Via Emilia. Una delle edizioni dell’opera di Muratori è esposta al foro Boario. Non so voi, ma io davanti ai libri antichi divento matta.
Perché visitare Mutina Splendidissima a Modena
Visitare una mostra e appassionarsene è una di quelle azioni tremendamente personali quali scegliere una meta per il prossimo viaggio così come che pizza ordinare. Va a gusti e come tale va considerata. Io, personalmente parlando, sono particolarmente attirata da tutto ciò che è antico, denso di cultura e figlio di culti pagani. Non interpretate male la mia ultima affermazione ma io adoro riscoprire quelle civiltà particolarmente legate a terra e natura. E i Romani lo erano. Introduzione e spiegazione a parte, ecco i miei motivi per visitare Mutina Splendidissima al Foro Boario di Modena:
- Per fare un viaggio attraverso il passato della città, un passato di cui si parla poco
- Per capire che tutto, nella storia, è concatenato.
- Per imparare di nuovo qualcosa che, solitamente, si lascia dentro ai libri di scuola
- Per ammirare un gran bell’allestimento denso, interessante, mai banale. (complimenti ai curatori)
- Perché ogni tanto è bello lasciare spenta la tv e le serie tv sui Romani e andarsi a godere un po’ di verità storica.
Detto ciò, vi ricordo che la mostra chiude la settimana dopo Pasqua. Non lasciate che quelle porte si serrino senza avervi visto entrare. Datemi qualche giorno e vi racconto anche la mostra, o meglio le mostre, che potrete trovare a Reggio Emilia.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori, salvo diversamente indicato – riproduzione vietata
Le vie romane sono davvero affascinanti.
Se pensi che sono giunte fino ai giorni nostri…
Io le adoro. Per me sono sempre fonte di ispirazione per nuovi itinerari.
Che bello leggere un’articolo sulla mia città 🙂 L’unica cosa che mi dispiace è che non vivendoci più non sapevo nemmeno che avessero creato un museo archeologico al Novi Sad (pensavo ci fosse solo un parcheggio!). La prossima volta che torno dai miei devo fare un salto da quelle parti. 🙂
Io vivo nei dintorni di Modena da 10 anni eppure solo quel giorno mi sono accorta del NoviArk. Fa un po’ te. Questo la dice lunga sulla comunicazione turistica in provincia. Spero tu possa fare un giro da quelle parti prima o poi 🙂
Bellissimo e completissimo reportage! L’archeologia meno nota, come può essere quella di Mutina, ha bisogno soprattutto di post come questo!
Grazie Marina!
Vai a vedere la mostra se riesci.