Ultimamente mi sto facendo una cultura in fatto di monumenti romani e antiche città dell’Impero: più mi informo, leggo ed esploro, più mi stupisco di quanto grande sia stata la capacita delle Legioni e dei Generali di spargere la cultura nel mondo, in quel mondo antichissimo che davvero vale la pena di conoscere un po’ di più. L’Europa è un tripudio di Antica Roma sparsa di qua e di là. Oggi vi racconto 10 luoghi dove poter ammirare la Romanitas in Europa. Per l’Italia – ve lo dico col cuore in mano – andate a vedere Veleia, sui Colli Piacentini, e Libarna, nella bassa provincia di Alessandria.
Multiculturalità e vita
Tra i luoghi che vi racconterò non c’è Maryport, un paese di pescatori sulla costa ovest dell’Inghilterra. Non l’ho messo in lista perché ve lo racconto ora. Ve ne parlo perché è stato proprio al Senhouse Roman Museum di Maryport che ho capito quanta multiculturalità e quanta vita viaggiassero con le legioni romane. Sinceramente solo lì ho capito quanto il viaggio e lo spostamento ai fini della colonizzazione fosse l’essenza della Romanitas ai tempi dell’Impero. La XX Legione, di stanza in quel pezzo di Britannia, era formata da africani, iberici, galli, germani e chi più ne ha più ne metta. Ognuno di loro scriveva su tavolette di fango o pietra autoprodotte una qualche frase per lasciare traccia della loro presenza in loco. Un po’ come “Tizio è stato qui” che ci ritroviamo ora in autogrill. Viaggiare alla ricerca dell’Antica Roma nell’area mediterranea e in Europa aiuta a capire quanto la multiculturalità possa essere l’ingrediente chiave per stimolare la pace, il dialogo e la crescita culturale. L’unico peccato è che a questa fase si arrivasse dopo occupazioni e battaglie. Ma questa è un’altra storia.
Dove ammirare l’Antica Roma in Europa?

Questo è l’Impero Romano ai tempi di Adriano: siamo più o meno nell’epoca di costruzione del Vallo di Adriano, monumento che, per me, resta il non plus ultra della Romanitas Britannica. Guardano l’Impero nel suo insieme, stupisce la sua grandezza e stupisce il fatto che qualsiasi persona residente all’interno dei confini dell’Impero aveva lo stesso status civico di chi viveva di fronte al Senato in piena Roma. I Romani hanno portato molto nel mondo da loro conquistato: vi basti pensare che, ancora oggi, la distanza che si può notare tra le rotaie su cui viaggiano i treni deriva dallo stesso scarto tra le ruote dei carri romani. Gli Inglesi, inventando la ferrovia, hanno guardato al passato.Le località che vi racconto oggi sono tutti posti coloniali, distanti dalla Capitale eppure in parte importanti, esclusivi oppure tattici.
Roma in Spagna
La Spagna è sicuramente uno dei luoghi europei con la più forte presenza romana visibile anche ai giorni nostri. Anche a livello culturale. Uno dei poeti romani più importanti – Seneca – era proprio di Cordoba e, con tutta probabilità, aveva tratti somatici africani. Ci sono due luoghi che, per me, rappresentano la Romanitas Spagnola: Merida e, per l’appunto, Cordoba.
Merida, aka Augusta Merita
Questa città venne fondata come accampamento dalla V e dalla X Legione di Augusto. Siamo nel 25 a.C. circa. Nell’arco di poco tempo dalla sua fondazione, Merida divenne la città più importante di questa parte di penisola iberica perché posta sulla già frequentata Ruta de la Plata, o via della Plata, una rotta commerciale sulla quale viaggiavano i commercianti d’argento. Al di là della storia romana, vi consiglio di fare un giro da queste parti (siamo in Extremadura) per visitare un pezzo di Spagna dove il turismo (almeno italiano) non è così intenso e dove si può unire, anche in un itinerario di pochi giorni, storia, gusto e bellezza naturale. Tornando a parlare di Merida, le rovine romane sono ben visibili in centro, soprattutto nel foro dove si trova il teatro romano… uno di quei teatri romani capaci di toglierti il fiato e ancora in attività artistica. Il centro città racchiude tanti piccoli segreti romani antichi. Un solo consiglio: andate in cerca del tempio di Diana!
Cordoba aka Curduva

Cosa dire di questa città? Fondata, probabilmente, dai cartaginesi, venne ricostruita secondo l’estetica e l’urbanistica romana. Divenne la capitale e punto di riferimento di tutta la penisola sotto il controllo romano. Cordoba ora è conosciuta per la sua Mezquita, per la sua Juderia, per la sua anima andalusa… ma sempre darà il benvenuto ai viaggiatori dal suo simbolo romano per eccellenza: il ponte sul Guadalquivir. Una bellezza dalla quale – almeno per me – è difficile staccarsi. Io ho passato le ore, di giorno e di notte, ad ammirarlo senza mai staccargli gli occhi di dosso.
Roma in Germania
Anche la Germania ha la sua bella dose di Romanitas. Se ben vi ricordate il film “Il Gladiatore”, le prime scene vedono le legioni di cui fa parte l’Hispanico in quel dei boschi tedeschi, pronti ad affrontare i barbari germani. I romani – giusto per curiosità – definivano barbare altre popolazioni perché, per esempio, non avevano l’abitudine di mangiare il pane. Le tribù germaniche sicuramente rientrarono in questa opzione. I luoghi romani in Germania sono molti e tanti si concentrano lungo il Reno. Non a caso, direi.
Trier aka Treviri

Treviri è una di quelle città tedesche che vanno viste prima o poi. E non solo per quel concetto di Romanitas che possiamo vedere in alcuni dei suoi monumenti ma anche per quel periodo storico targato Carlo Magno, momento fondamentale per l’Europa, anche quella del Terzo Millennio. Treviri si trova al confine col Lussemburgo, lungo la valle della Mosella, altro fiume importante per lo sviluppo dell’Impero Romano. Il suo nome romano è Augusta Treverorum e la città romana vede la sua fondazione più o meno nello stesso periodo di Merida (Treviri è “nata” nel 30 a.C.). La sua importanza crebbe durante l‘impero di Costantino al quale si devono le Terme e la Basilica Palatina. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, Treviri non vide cadere la sua importanza. Anzi. Un consiglio spassionato: mettetela nella vostra lista di viaggio. Anche se non siete appassionati di storia romana. E’ una di quelle città di cui si parla troppo poco.
Mainz, per gli amici Magonza aka Mogontiacum

Per usare un’immagine in tema con l’argomento, Mainz è una pietra miliare della Romanitas in Germania. E’ uno di quei luoghi che prima o poi bisognerebbe vedere per rendersi conto della potenza dell’Impero di 2000 e passa anni fa. Mainz, tra l’altro, è una città perfettamente tedesca e vale la pena di visitarla per scoprire tutta la sua storia. Si trova, non a caso, sulla riva del Reno, in uno di quei punti in cui il grande fiume crea un’ansa dietro l’altra, rallentando corso e navigazione. Da qui partono, per esempio, alcune crociere fluviali e alcuni traghetti di linea per viaggiare lungo il Reno. Uno di quei viaggi che io, prima o poi, vorrei fare. Non è mai stato un segreto che Mainz avesse un passato romano importante. Una decina d’anni fa, durante i lavori di ampliamento delle linee ferroviarie venne ritrovato il teatro romano della città. Sono ancora visibili, inoltre, i resti dell’acquedotto romano.
Roma in Francia
Non ci potrebbe essere derby storico più forte di quello tra Romani e Galli. Alzi la mano chi, come me, ha letto e tradotto più volte il De Bello Gallico di Cesare! La conquista romana della Francia iniziò proprio con il padre di tutti gli imperatori romani e andò avanti a più riprese. Se, non avete mai letto quel testo, vi consiglio di farlo perché è davvero un concentrato di storia e cultura non indifferenti. Roma in Francia è visibile davvero in moltissimi luoghi. Io ho deciso di citarne due che mi hanno lasciato a bocca aperta.
Arles aka Arelate
I Romani arrivarono da quelle parti intorno al 100 a.C. Arles esisteva già, dato che si deve la sua fondazione ai greci e il suo ampliamento ai fenici. La città, ancora oggi, si trova in una posizione tattica sulla foce del Rodano. Nei primi anni di occupazione romana, fu Mario, uno dei consoli più vicini a Cesare, a costruire il primo canale artificiale della zona della foce del Rodano. La romanitas di Arles è evidente come un disegno nero su un foglio bianco. Vi basterà camminare per il centro città per rendervene conto. Non tralasciate nulla: le architravi dei vecchi templi si nascondono dove meno ve l’aspettate. Consiglio: visitatela in estate. Farà caldo ma avrete prova della luce magica di questa città, capace di stregare artisti di ogni epoca. Giusto per fare un nome, Van Gogh visse qui e dipinse qui.
Nizza aka Cimelum
Cimiez è, attualmente, un quartiere di Nizza. Si trova a breve distanza (con i mezzi pubblici) dal centro ed è spesso frequentato (involontariamente) per essere il parco che precede il Musée Matisse di Nizza. Involontariamente ci sono arrivata anch’io, proprio pensando di dedicarmi a Matisse più di qualsiasi altra cosa. Poi, invece, mi sono fermata proprio nel parco archeologico (gratuito) ad ammirare i resti di quel luogo romano. Nei pressi di quello che i francesi chiamano “les Arènes”, si trova anche un museo archeologico (a pagamento) che tornerò sicuramente a vedere.
Roma in Gran Bretagna
E qui possiamo sfondare una porta aperta. Da quando ho visto (e camminato di fianco) il Vallo di Adriano, la mia vita e la mia visione della Gran Bretagna non sono più state le stesse. E non scherzo. Quel giorno, camminando lungo i resti di quel muro così speciale, ho scoperto una cosa che non sapevo e che ora racconto sempre quando si parla di Britannia Romana: prima dei romani, in Gran Bretagna non esistevano le ortiche. Attualmente, se girate in campagna in qualsiasi parte dell’isola, ne troverete senza problemi perché, in 2000 anni, si sono diffuse senza problemi. I romani le portarono con loro per due motivi: mangiarle (nel caso di necessità) oppure tesserne le fibre per farne dei vestiti per le legioni. Lungo il Vallo di Adriano ce ne sono miliardi, figlie – probabilmente – di quei semi romani piantati due millenni fa. Romanticismo e botanica a parte, una delle prime cose da fare in Gran Bretagna per scoprirne la romanitas è percorrere le antiche strade volute dall’impero. Poi avrete l’imbarazzo della scelta dei luoghi da vedere.
Bath aka Aquae Sulis
Bath, lo sapete tutti, vuol dire bagno e il nome deriva dal fatto che questa era una città termale romana. E fin qui non vi ho detto nulla di nuovo. Forse non vi è nuovo nemmeno il fatto che la Terme Romane di Bath siano un museo. Lì non si fa il bagno ma lo si può fare nel vicino stabilimento, dove antico e moderno si mescolano alla grande. Il Museo delle Terme Romane di Bath è un qualcosa di speciale che vi prenderà almeno un paio d’ore del vostro tempo. Non pensate che si tratti solo di ammirare la vasca dall’alto e fare il giro del portico sottostante. E’ davvero molto di più. E qui la smetto con lo spoiler. Andateci. Punto.
Un forte lungo il Vallo aka Vindolanda

Vindolanda è uno di quei nomi che può far ridere. Nel momento in cui varchi i limiti di questo antico forte romano lungo il Vallo di Adriano, beh… non ridi più perché ti rendi conto di cosa fosse quel luogo e di quanta importanza avesse il confine tra Britannia e Caledonia. E non ti immagini le legioni romane qui, così distanti da Roma. Vindolanda venne costruito assieme al Vallo (122 d.C.) come forte per le truppe di stanza sul vallo. Lungo il muro c’è più di un punto in cui sono stati trovati resti di forti o caserme romane e Vindolanda è, in tutta probabilità, il più grande. Venne ricostruito più volte, anche durante il medioevo. Proprio nei pressi del forte scorre la Stanegate, dove “gate” sta per gatan, il termine vichingo per dire strada. Con tutta probabilità i vichinghi approfittarono di questa via romana voluta da Agricola del 70 d.C. Le diedero poi in nome di “strada di pietra” (stane, stein… stone, il gioco linguistico è facile e fonde lingua sassone e vichinga). Visitare Vindolanda può essere un’ottima idea per una giornata divisa tra trekking light lungo il Vallo e visita al museo.
Roma in Austria
L’Austria rappresenteva per i romani una provicina molto importante chiamara Noricum. Il suo elemento geografico più importante era il fiume Drava, utilizzata proprio come guida per valicare le alpi e raggiungere la Carinzia. Millstatt, cittadina che dà il nome al Millstättersee, si chiama così perchè, nei pressi dell’abitato, “mille statue” pagane furono trovate da un legionario cristiano chiamato Domiziano. Domiziano le gettò nel lago dove, si dice, si trovino ancora ora. Leggende a parte, in Carinzia si trovano ancora oggi dei luoghi romani di un certo livello. Me ne mancano un paio da visitare e spero di rimediare presto.
St. Peter in Holz aka Teurnia
Teurnia era l’antica capitale del Norico. Quello che resta di questa antica città romana in Carinzia è visibile ancora oggi, dalla primavera all’autunno, in un museo all’aperto davvero sorprendete per ciò che mostra e che racconta. Vederla tutta vi prenderà circa 3 ore. Uno degli aspetti più belli del visitare Teurnia è che il percorso di scoperta vi porterà a camminare in una zona davvero bella e a dir poco naturale. Siamo vicini al corso della Drava dove i boschi regalano mille sfumature di verde.
Bad Kleinkirchheim e le terme

Perdono. Non ho trovato notizie sul nome romano di questa zona ma, con molta probabilità, era un qualcosa di vicino a Aquae Sulis, proprio come Bath. Il nome Bad Kleinkirchheim deriva di più dalla storia medievale di questo paesino della Carinzia, dove i Romani approdarono proprio durante il loro passaggio sulle Alpi. I romani avevano il lanternino nel trovare i luoghi dove scorreva o sgorgava acqua termale. A Bad Kleinkirchheim si può ammirare poco di romano, ma lo si può fare visitando le moderne terme costruite sopra quelle antiche. Nello scendere negli spogliatoi, guardatevi attorno: vedrete i resti dell’antica romanitas. Molto probabilmente si trattava di terme costruite per le legioni e non per le famiglie patrizie.
Potrei andare avanti non so quanto ancora a raccontarvi i luoghi della Romanitas in Europa. Mi sento ingiusta a non aver citato Cirencester, Chester, gli stessi resti romani di Parigi oppure quando ancora visibile in Slovenia, Croazia o nell’Est dell’Europa. Quest’ultimi sono posti in cui non sono ancora stata ma che spero di scoprire presto. Se questo viaggio nella Romanitas vi ha incuriositi, fate un giro sul mio canale YouTube: troverete i video su Libarna e Teurnia.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori, salvo diversamente indicato – Riproduzione Vietata.
Ho letto con molto interesse questo tuo tour alla scoperta dell’impronta dei Romani in giro per l’Europa! E concordo in pieno quando dici che riscoprire l’Antica Roma può aiutarci a capire l’immenso valore della multiculturalità e del rapporto fondato su dialogo e interazione pacifica!
La storia insegna sempre. Grazie mille per il tuo commento!
Post davvero interessantissimo oltre ad essere un ottimo spunto per fare un itinerario europeo nei luoghi della storia romana!
Purtroppo non ho mai visto i luoghi che hai raccontato, li conosco solo di fama, ma sono stata nelle località romane in Slovenia e in Croazia, che ti assicuro, sono meravigliose!
Più tardi vado anche a curiosare sul tuo canale Youtube!
Io vorrei esplorare di più la Croazia romana e poi spingermi ancora più a Est.
Eh sì, eccole le “vere” radici dell’Europa! Ed ecco un tempo in cui, alla fine, c’era forse molta più multiculturalità di oggi, anche se sembra difficile pensarlo, come se avessimo inventato oggi la globalizzazione.
Aggiungo un paio di luoghi che a me sono rimasti impressi, parlando di antica Roma:
Segovia (con un acquedotto meraviglioso) e Bolonia, una città intera conservata splendidamente in Spagna e Lione in Francia con il suo anfiteatro davvero ben conservato.
C’era sicuramente più multiculturalità di oggi, una multiculturalità considerata normale, quotidiana, sinonimo della grandezza di Roma.
Grazie mille per le tue aggiunte. Conosco Segovia e l’anfiteatro di Lione. Non sono mai stata a Bolonia. Devo rimediare.
Questo post è semplicemente TOP! Mi hai fatto scoprire siti romani che non conoscevo, come Ternia e Maryport. In cambio ti suggerisco Pola (ho visto dai commenti precedenti che vuoi andare in Croazia) e mi unisco al commento precedente per sponsorizzare Bolonia, l’antica Baelo Claudia, praticamente sulle colonne d’Ercole, e Tarragona, l’antica Tarraco. Sono contenta di leggere che attraverso l’archeologia si scopre la multiculturalità e il meltin pot culturale che era il mondo romano. Sì, è vero, le guerre avevano portato Roma ad occupare tutta l’Europa e oltre, ma all’interno di quel mercato unico che poi si veniva a creare, c’era tantissimo rispetto e tolleranza, e mescolanza di persone, di religioni e di idee… via, smetto! Però, ecco, mi fa piacere leggere le tue parole.
Grazie mille per le tue indicazioni. Metto in lista!
Posso aggiungere Tarragona in.Spagna? Ha un anfiteatro che mi è rimasto nel cuore
Grande aggiunta! Grazie mille.