Velleia o Veleia Romana (per me semplicemente Veleia) è ciò che resta di un’antica città romana. Si trova sui Colli Piacentini e molti archeologi la definiscono la “Pompei del Nord”. Tempo fa ero in giro per la provincia di Piacenza con Gian. Era una bella giornata di primavera e, dopo aver visitato Castell’Arquato, ci siamo recati quasi per caso a Velleia. Avevo notato dalla carta stradale che non c’era troppa distanza tra le due località ed ero estremamente incuriosita da questo sito archeologico che spesso notavo indicato sui cartelli dell’autostrada all’altezza di Piacenza.
Come raggiungere Veleia Romana
Come vi dicevo, Velleia (o Veleia… vanno bene entrambi i nomi) si trova sui colli della provincia di Piacenza. Sia che arriviate da nord che da su rispetto alla città di Piacenza, vi conviene uscire dall’autostrada A1 a Fiorenzuola, proseguendo per Carpaneto Piacentino e successivamente seguendo le indicazioni proprio per Velleia. La strada è buona e non è particolarmente tortuosa. Anzi, vi consiglio di prendervela con calma e ammirare il paesaggio che attraverserete. Da un paio d’anni a questa parte ho imparato ad amare molto la zona di Colli Piacentini e il viaggio verso Velleia è un ottimo pretesto per lasciarsi prendere dalla bellezza di quelle zone. Noi abbiamo parcheggiato di fianco alla chiesa che si trova poco prima dell’ingresso della zona archeologica.
Area archeologica di Veleia Romana
L’area archeologica di Velleia è recintata e per entrare si paga un piccolo prezzo per una cosa così speciale (sul fondo del post trovate le informazioni utili). Il complesso emerso dagli scavi ha evidenziato la presenza di una città di discreta misura e con un’importanza di certo non secondaria. Velleia era una delle città collegate commercialmente anche con Libarna, la città romana che si trova nel Basso Piemonte in provincia di Alessandria. Velleia fu un centro strappato pacificamente (siamo proprio sicuri?) alle popolazioni liguri stanziate in zona. Il nome sembra, infatti, derivare, proprio da Veleiates, ovvero il nome della popolazione ligure che viveva in queste zone. L’attuale provincia di Piacenza non era proprio un territorio a caso per l’Impero Romano. La sua posizione le garantiva un buon controllo dei passaggi tra la Via Postumia e la Via Emilia.
L’Area Archeologica si divide in varie zone. Dall’ingresso troverete rispettivamente:
- Le case e i negozi sulla vostra destra
- Le terme sulla vostra sinistra
- Il museo
- Il foro
- Un’area coperta con i resti dei mosaici e di alcuni pavimenti
Velleia è provvista di toilette pubblica e di una piccola area pic-nic dove potersi sedere e mangiare al sacco.
Le case e i negozi
Ciò che resta dell’urbe di Veleia è visibile, entrando, sulla destra del complesso archeologico. La costruzione della città risale al 89 a.C, periodo in cui questo luogo divenne colonia romana. Ciò che si pensa è che sotto le case romane ci siano i resti delle precedenti abitazioni dei Liguri. Ciò che si può notare da ciò che resta delle case è un’organizzazione perfetta degli spazi e delle distanze tra i vari edifici. Questi erano probabilmente case plebee e spazi aperti adibiti a negozi sviluppati nell’angolo retto che si forma tra Cardo e Decumano.
Le terme
Ciò che resta delle terme è particolarmente interessante: si può notare chiaramente il pavimento “in due parti”: i romani costruivano sempre le terme nelle loro città, proprio perché fedeli a quell’arte dell’otium che si contrapponeva a quella del negotium (quindi le attività commerciali e politiche). Non sempre c’erano delle sorgenti calde da sfruttare per riscaldare gli ambienti termali e le piscine. Per ovviare a questa cosa, veniva costruito un edificio con un pavimento provvisto di intercapedine, sotto la quale venivano posti dei bracieri per riscaldare acqua e ambiente. Un sistema di riscaldamento di 2000 anni fa che, pensandoci bene, sta ampliamente tornando anche nelle moderne costruizioni dove è previsto, per l’appunto, il riscaldamento a pavimento.
Il Museo

Il museo di Velleia è un qualcosa di piccolo ma interessante e ben disposto. Racconta gli scavi e la scoperta di questa città romana, così come mostra alcuni dei reperti più importanti recuperati proprio dall’attività archeologica in zona. Il ritrovamento più importante è raccontato con dovizia di particolari sui pannelli esplicativi e con una copia che merita di essere osservata. Sto parlando della Tabula Alimentaria Traiana. L’originale di questa tabula enorme (2,86 per 1,38 metri) è conservato nel Museo Archeologico di Parma. Che cos’è la Tabula Alimentaria? Si tratta di un documento scritto su varie tavole di bronzo assemblate fra loro. Risale, come dice il nome stesso, all’epoca dell’imperatore Traiano (98-117 d.C.) e altro non è che l’attestazione di un prestito per un fondo agricolo. Venne ritrovata a metà del XVIII Secolo e stava per essere smembrata e fusa per la produzione di non so che statua o altra iscrizione sul bronzo. Fortunatamente c’è stato chi si è accorto del suo valore storico ed è stata salvata. Come vi dicevo, all’interno del museo viene raccontata la storia di Veleia, la sua quotidianità così come la sua importanza.
Il Foro
Ciò che vediamo oggi nella zona del foro di Veleia è quello che rimane dell’età augustea. La zona del foro presenta, per l’appunto, la piazza principale i resti di una basilica (civile, ovviamente) nella quale si sarà sicuramente parlato di tributi, politica e di vita pubblica. Ammetto di essere rimasta particolarmente affascinata da questa parte dell’area archeologica. Lo stato di conservazione è quello che si può avere dopo quasi 2000 anni di vita, di cui almeno 1600 alla mercé di tutti e di qualsiasi destino sia toccato a quella zona d’Italia. Ciò che mi è piaciuto del foro di Velleia è stato il poter camminarci in mezzo quasi indisturbata. Il giorno della nostra visita, benché fosse un giorno di festa (era il 25 Aprile), c’era davvero pochissima gente e ciò garantiva un’atmosfera del tutto particolare. Immagino che Veleia possa sembrare poca cosa per chi è abituato alla romanitas di altre zone, come Roma stessa o certe parti della Campania, ma vi assicuro che è uno di quei luoghi lungamente sottovalutati e, ancora oggi, mai raccontati a dovere.
L’area coperta
L’area archeologica di Veleia Romana possiede anche una zona recitata da ammirare solo dall’esterno. Si tratta di una parte con una copertura installata apposta per preservare pavimenti e mosaici ritrovati durante gli scavi. Con tutta probabilità, data anche la vicinanza al Foro, quelle protette dalla copertura sono le case patrizie o dei senatori più in vista. Quello che mi ha reso felice è stato il sapere che gli scavi a Velleia non sono finiti: gli archeologi sono ancora al lavoro su tutti i terrazzamenti che compongono questa antica città romana. Quello che mi auguro è che vengano ritrovate ancora più prove e evidenze storiche capaci di raccontare ancora di più su questa Roma fuori Roma.
Informazioni per visitare Veleia Romana
Trattandosi di un’area archeologica all’aperto, il consiglio è quello di visitare Velleia in una bella giornata di sole. Gli scavi sono aperti tutti i giorni, con modalità diverse a seconda delle stagione.
- Da Dicembre a Marzo: apertura dalle 9 alle 15
- Da Marzo a Novembre: dalle 9 fino ad un’ora prima del tramonto
Per l’ingresso si pagano 2€ ma l’entrata è gratuita per tutti i ragazzi fino ai 18 anni. Sono previste riduzioni e ingressi gratis anche per categorie come accompagnatori, insegnanti e così via. Non esiste una vera e propria biglietteria per gli scavi di Veleia. Non appena varcherete il cancello, vi verrà incontro il custode che provvederà all’emissione dei biglietti. Se arrivate con le monete giuste è meglio e rendete la vita più facile al custode. Mai prezzo fu tanto basso per un luogo così pieno di cose da dire. Proprio per questo mi sono ripromessa di tornare da quelle parti almeno una volta l’anno. Velleia merita i miei 2€ e anche i vostri.
Credo che nel prossimo futuro del blog ci sarà parecchio spazio per queste incursioni dell’antica Roma… fuori Roma. Come amo definirla io. Ho cercato le tracce dell’impero un po’ ovunque fosse stato possibile: in Extremadura, in Spagna, ne sono rimasta incantata per non parlare di quella cosa spettacolare chiamata Vallo di Adriano che, per me, resta ancora un simbolo di romanitas totalmente insuperabile. La via Emilia è entra nel suo duemiladuecentesimo (sì, ha 2200 anni) anno di vita e spero di raccontarvi presto due mostre che ho visitato proprio per conoscerla meglio. Vi ho già parlato della bellezza di Teurnia, in Austria e a breve arriverà un nuovo capitolo su quell’antica provincia chiamata Norico. Insomma ce n’è da raccontare. Intanto vi consiglio caldamente di organizzare già una gita per la prossima primavera in quel di Veleia Romana. Fidatevi, vi stupirà.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata
Ciao! Complimenti per l’accuratezza dell’articolo. Non conoscevo Veleia e devo ringraziarti per avermela fatta scoprire.
Un bacione!
Grazie a te per essere passata qui sul blog. Fammi sapere se ci andrai e come ti sembrerà.
Davvero un luogo interessantissimo.
Complimenti e grazie per avermelo fatto conoscere.
Sarà una delle mie prossime mete.
Matt te la consigliamo di tutto cuore.
Domani è l’anniversario della vostra scoperta, magari lo festeggio andandoci 😉
E’ vero… era esattamente un anno fa domani. Vai e stupisciti!