
Giorni fa ho ripensato a Londra. Anzi no, è un po’ che ci penso, complice anche la visione di Sherlock con Benedict Cumberbatch che, secondo me (ma non solo) è davvero un ottimo spot per recuperare la voglia di visitare uno dei tanti mondi che Londra racchiude. Londra, infatti, non è solo una città o una megalopoli, come spesso viene chiamata. Londra è un insieme di mondi e, per questo, è Inghilterra solo in parte. Io consiglio sempre di non passare di lì se si vuole vedere la Gran Bretagna o l’Inghilterra. Londra va considerata come una sorta di città-stato da vivere a parte. Perché richiede molto tempo, molti viaggi e tanta curiosità. Ci sono degli elementi o dei luoghi di Londra che iniziano a mancarmi. Questo è, probabilmente per come sono fatta, un sintomo che andrà curato in un solo modo: con un viaggio a Londra, proprio per vedere quei posti di cui inizio a sentire nostalgia.
Non ci si stanca di Londra
Non ci si può stancare di un luogo come Londra. Semplicemente, nel mio caso, si sceglie di non andarci in virtù di tutta quella curiosità e interesse che ho sempre nutrito per quella splendida isola chiamata Gran Bretagna. Londra è come un’idrovora: è così perfettamente speciale da ingoiarti e non lasciarti più. E’ come un vecchio amore del quale non riesci a liberarti e allora, per scelta, cambi strada, cambi vita, cambi percorso per andare al lavoro e bar per andare a bere il caffé. Io lo so che io e Londra, infondo, ci amiamo molto. Per il momento ci guardiamo così, da lontano, sentendo quella piccola grande stretta al cuore chiamata nostalgia.
I luoghi che mi mancano di Londra
I miei luoghi londinesi sono, generalmente, quelli in cui mi piace perdermi o quelli che, per esempio, sono in lista da anni ma non mi hanno mai vista nei paraggi. Sono quelli in cui sono stata in compagnia e quelli che sono riuscita a gustarmi da sola. Sono pub, musei, ponti, giardini e chi più ne ha più ne metta.
Il museo: la National Gallery

La National Gallery di Londra (lo sapete che il suo nome ufficiale è National Portrait Gallery, vero?) è il luogo che meglio identifica il mio concetto personale di museo ideale: immenso, pieno di cose di ogni epoca, sempre aperto durante il giorno e anche nei giorni festivi e, soprattutto, gratuito. Questo rende più facile il non farsi venire il nervoso per non riuscire a visitarlo in un giorno intero. Se vivessi a Londra, la National Gallery sarebbe come una nonna da andare a trovare con piacere ogni settimana. Potrei perdermi tra i suoi corridoi e, ogni volta, vedere qualcosa di mai osservato prima. C’è sempre stata un’unica costante nelle mie visite alla National Gallery di Londra: i quadri di Turner, ovvero la britannicità fatta immagine. (lo so, non si dice Britannicità… ma lo dico lo stesso)
Il ponte: Il Tower Bridge

Per me è Londra fatta ponte. Anche se si contende con il Millennium Bridge il trono di più bel ponte della capitale britannica. Mi piace il suo essere perfettamente gotico, nel senso moderno del termine. Mi piace perché è estremamente tecnologico e perfetto. Mi piace mettermici vicino e aspettare che si apra per far passare le barche. Mi piace perché la sua immagine mi ricorda due torri incatenate per chissà che motivo. Ho immaginato mille racconti fantasy nell’osservarlo e, forse, dovrei proprio mettermi a tradurli in parole da portervi far leggere. Pensate che vi transitano circa 40’000 persone al giorno.
La Chiesa: Temple Church

Era tra le mie preferite anche prima che Dan Brown la mettesse ne Il Codice Da Vinci. Mi piace la sua struttura solida e quell’abside perfettamente tonda che la rende, ai miei occhi, perfetta. Le chiese rotonde sono state, in un certo punto della storia artistica dell’Europa, un qualcosa di davvero in voga. Io le trovo perfette, sia per via della loro acustica, che per il concetto di uguaglianza totale che comunicano, anche nei confronti del divino. Temple Church, ormai lo sanno anche i muri, è la chiesa dei Cavalieri Templari inglesi. La sua costruzione, in piena City, risale al XII Secolo. Lì dentro ci ho sempre trovato il giusto livello di silenzio, cosa non del tutto trascurabile in una città come Londra.
Il pub: The Mad Hatter

Ci andai, per la prima volta, un sacco di tempo fa e resta sempre uno dei miei posti preferiti a Londra. Il pub Mad Hatter si trova sul lato destro del Tamigi, all’altezza del ponte di Greyfriars e resta nella mia bucket list dei posti dove dormire a Londra… quando avrò qualche soldino da parte, perché i prezzi per le stanze sono molto londinesi (diciamo che il prezzo per una notte, per una doppia, è di 150£ circa). E ci siamo detti tutto. A livello di birra, qui troverete della buona Real Ale locale e anche nazionale. Si mangia bene e si spende davvero il giusto per essere in pieno centro a Londra. Il mio metro di giudizio è il prezzo del Fish&Chips che qui si assesta, attualmente, attorno alle 12£. Per una pinta tenete conto di circa 5£. Trattandosi di un pub del brand Fuller’s, qui è d’obbligo una pinta di London Pride, intanto per iniziare. Sappiate che il Mad Hatter è, da tempo immemore, famoso per le sue Pie. La pie è quella pietanza inglese che, erroneamente, viene tradotta come “pasticcio di carne” in tutte le puntate dell’Ispettore Barnaby. La pie, però, merita un post a parte. Giuro che lo scrivo presto.
Il Chippy: Rock & Sole Plaice
Per me è un altro must londinese. Il Rock & Sole Place è il primo chippy della storia di Londra. Il Chippy, per i non afflitti di britannite acuta come me, è il friggitoria in cui si prepara il fish & chips. Ci sono tantissimi posti mitici dove mangiare il Fish & Chips sia a Londra che in Gran Bretagna e a Londra c’è l’imbarazzo della scelta. Visitando il Rock & Sole si tocca la storia. Il Fish & Chips è diventato il piatto nazionale britannico all’inizio del XX Secolo con l’arrivo, proprio a Londra, di molti immigrati sovietici. La tradizione vuole che il merluzzo di friggesse alla grande già in tutta l’isola ma furono i turni di lavoro degli immigrati (spesso manovali al porto) a rendere necessaria l’apertura delle friggitorie per servire questo piatto caldo e appena fatto. Il Rock & Sole Plaice si trova non distante da Covent Garden ed è sempre molto frequentato. Portate pazienza e mettetevi in fila. Per una porzione molto generosa di Fish & Chips qui si spendono circa 15£ per mangiare seduti al tavolo in stile ristorante. Il prezzo scende a 11£ per il take-away.
Il teatro: lo Shakespeare’s Globe

Lo so che Londra straripa di teatri di ogni genere… e non ci posso fare nulla se sono legata alla grande al Globe, ovvero il teatro ricostruito sul luogo e nell’esatto stile di quello che fu il teatro elisabettiano di William Shakespeare. Sogno di vedere una delle tragedie che più amo (Macbeth o Riccardo III) lì dentro oppure La Tempesta, l’ultima opera del Bardo che, per me, è un distillato puro di poesia e genio. L’ho visitato tante volte e ancora non ne ho avuto abbastanza. D’inverno, solitamente, non si mette in scena nulla di Shakespeare (il Globe non ha il tetto) ma vale sempre la pensa di fare un giro lì per immaginare chissà che storia.
Il parco: Primorose Hill

Sufficientemente fuori dal centro per sembrare un altro mondo, sufficientemente alta (si tratta di meno di 100 metri, eh!?) per dare una vista su Londra che non si immagina, si vive e basta. A nord di Regent’s Park, fu una delle riserve di caccia di Enrico VIII e resa parco pubblico con un atto del 1842, che promosse a parchi molte zone di Londra e dintorni appartenute alla Corona. Mi piace sedermi lì e guardare la città. Primrose Hill è, assieme a Richmond Park e al luogo che vi racconto qui di seguito, la faccia naturale di Londra che più amo.
Il canale: Regent’s Canal

Per me rappresenta la parte più romantica di Londra, soprattutto dalle parti di Camden Lock. Il Regent’s Canal è una delle opere di ingegneria civile che ha modificato, in parte, l’aspetto di Londra nel XIX Secolo e che permette il viaggio dalla foce dell’Avon a Bristol fino alla foce del Tamigi, a est del paese. A me piace perché mi ricorda passeggiate tranquille, dove cercare quella sorta di “bliss of solitude“, come direbbe Wordsworth, che fa sempre tanto bene.
Il quartiere: Brixton

I Clash cantavano “but you’ll have to answer to – oh – the guns of Brixton“, dando vita a uno dei giri di basso più belli (e campionati) di sempre. La Brixton di Joe Strummer e soci non è quella che vediamo ora ma, in parte, questo sobborgo a sud di Londra non ha mai tradito il suo essere speciale, peculiare e alternativo. Negli anni ’80 fu il luogo in cui venivano relegati gli immigrati dalla Giamaica, dando vita ad un mondo davvero più unico che raro. Brixton, soprattutto dopo le ristrutturazioni fatte per le Olimpiadi, è diventata una delle rising star di Londra e dintorni. A Brixton è stata attiva per anni la fondazione intitolata a Joe Strummer. Gestiva delle sale prove dove i gruppi potevano provare gratuitamente e organizzava eventi musicali e culturali. Sicuramente anche ora ci sarà qualcosa di attivo per mano loro. Cosa fare a Brixton? Il mio consiglio è quello di vivere il quartiere (che poi è più un paesino che un quartiere in sé) con il cuore aperto, cogliendone la bellezza ovunque. Perché, ve lo assicuro, è ovunque ed è autentica.
Il quartiere che vorrei vedere: Clerkenwell
Se tornassi a Londra domani, il primo luogo che vorrei visitare sarebbe il quartiere di Clerkenwell. Non ci sono mai andata e mi ha incuriosito dopo aver letto un libro di Peter Ackroyd. Lui è conosciuto per aver scritto le biografie di alcuni britannici super celebri come William Blake o Charles Dickens, giusto per citarne un paio. Gli piace così tanto il genere biografico che ha pensato bene di scrivere la biografia della città di Londra. La trovate online e vi consiglio di leggere questo suo libro davvero bello e intenso. Un altro suo libro si intitola The Clerkenwell Tales e racconta la vita di quella zona di Londra alla fine del XIV Secolo. E’ una sorta di giallo ambientato in uno dei periodi oscuri e tormentati della vita della città. Peter Akroyd ha vissuto (non so se viva ancora lì) a Clerkenwell e mi piacerebbe poter confrontare il quartiere attuale con quello che emerge dalle sue parole.
I libri che vedono Londra come protagonista (lo stesso Conan Doyle la rese una delle protagoniste dei racconti di Sherlock Holmes) sono davvero molti. Il link che ho indicato è messo lì come promemoria per me e ispirazione per chiunque ami questa città e la voglia vedere al di là dei soliti schemi. Ciò non significa evitare i luoghi celebri: significa leggerli in modo personale e unico. Perché Londra lo merita.
Ciao! Io sono stata a Londra due volte, ma dico sempre che la prima non conta perché ci sono stata meno di 24 ore. La seconda, purtroppo, tre giorni e so che non bastano per scoprirla come si deve. Della tua lista mi manca tutto, a parte il Tower Bridge. Molti luoghi li conoscevo, ma altri, come The Mad Hatter, no! Hai aumentato la mia già grande voglia di tornare lì 🙂
P.S. Ho adorato Sherlock ❤️
Credo che ci vogliano dei mesi per esplorarla e capirla. Anche chi ci abita da anni lo dice perché, come spesso accade con i luoghi turistici più famosi del mondo, spesso ci si concentra su ciò che è celebre e si tralascia il “local”.
Spero per te che tu possa tornarci presto.
Che dire, come sempre un bel post che ha il potere di trasportarmi nei luoghi di cui si parla. Ed ecco la mia lista allora:
– il museo: la tate modern. Adoro il lavoro che hanno fatto di recupero industriale. Lo spazio è meraviglioso.
– il ponte: per me il millennium bridge vince 🙂 la vista che si ha dal mezzo, la modernità della Tate da una parte e St Paul dall’altra, il fatto che sia pedonale..
– il pub: Ye Olde Cheshire Cheese – Fleet St. Piccolo, stretto e pienissimo di gente all’ora dell’uscita dagli uffici.
– il parco: al momento Regent’s Park. Però ne ho ancora così tanti da scoprire… A marzo girerò per Battersea e Brockwell Park e mi aspetto molto da entrambi!
– il quartiere: la mia preferenza va a Fulham (per ora) il giusto mix tra delirio londinese e tranquillità residenziale britannica.
– il quartiere che vorrei vedere: Brixton su tutti e poi l’east end (e li scoprirò a marzo)!
La Tate era la mia seconda scelta museale. Diciamo che è un pari merito con la National Gallery.
Se mai ci sarà una prossima mia volta a Londra, io vorrei anche andare a Thamesmead e Poplar.
Quest’anno girerò tra Canning Town e Poplar nel mio girovagare per l’East End! <3 sarà senza dubbio molto interessante.
Ti seguirò molto volentieri.
Ciao! Bella lista 🙂 Anch’io sono stata a Londra. Due volte a dire il vero. In effetti è l’unica città dell’Inghilterra che abbia mai visitato. Però ho solo vaghissimi ricordi perché la prima volta avevo 18 anni e la seconda era comunque 10 anni fa!!! Il tempo vola, e mi sa che è ora di tornare 🙂
Ti auguro di tornarci presto e, se riesci, gira un po’ l’Inghilterra. Ne bale la pena.
Ho appena visto su Maps che The Mad Hatter sta proprio dietro la Oxo Tower: ci passo sempre e non l’ho visto mai! Beh se dici che fanno una buona pie, lo andro’ a provare! 🙂 Lo Shakespeare’s Globe ancora mi manca, che vergogna! Eppure mi ispira un sacco! Il Regent’s Canal e’ davvero una chicca, quando la giornata e’ bella non c’e’ nulla di meglio di una lunga passeggiata lungo il canale fino a Little Venice 🙂
Le Pie del Mad Hatter sono proprio molto celebri fin dai tempi del Regno della Regina Vittoria. TI consiglio davvero di assaggiarle.