Domenica, proprio qualche giorno fa, io e Gian siamo andati a Comacchio. Per me è stato un gradito ritorno perché avevo visitato questa piccola città del ferrarese davvero un sacco di tempo fa. Ci sono luoghi al mondo dove ci portano in gita alle elementari e che, chissà come mai, poi non visitiamo quasi più. Era da un po’ che una visita a Comacchio era nella mia lista delle cose da fare e, dati i 40 anni appena approdati sulle mie spalle, ho pensato bene che una domenica fuori porta fosse quello che ci voleva… anche per guarire un po’ di nostalgia delle Canarie che – lo ammetto senza remore – mi sto un po’ portando addosso.
Comacchio in un giorno
Visitare Comacchio in un giorno è un qualcosa di particolarmente fattibile. Il centro storico è contenuto e lo si può scoprire passeggiando tra un canale e l’altro. Nel caso vi andasse di trascorrere un week-end dalle parti dei Lidi Ferraresi (super consigliato ora, fuori stagione), ricordatevi che Comacchio si trova a breve distanza dall’Abbazia di Pomposa, altro grande gioiello della provincia di Ferrara. Ecco qualche consiglio per visitare Comacchio in una giornata.
- Cercate di arrivare presto in città: direi che l’orario limite sono le 10, giusto per passeggiare un po’ e avere anche il tempo di visitare il Museo del Delta Antico (ve lo racconto presto) e l’esposizione della Manifattura dei Marinati, oltre che per avere il tempo di concedervi un pranzo tipico e super goloso.
- Restiamo in tema pranzo, a Comacchio ci sono molti luoghi dove mangiare alla grande. Noi ne abbiamo provato, del quale parlerò in un post apposito ma, se la vostra intenzione è quella di cibarvi di specialità locali, fate una breve ricerca prima e prenotate.
- A ridosso del centro ci sono dei parcheggi, sia a pagamento che non. Noi abbiamo lasciato l’auto in quello che si trova tra via Zappata e via dei Mercanti. E’ gratuito.
- Se visitate Comacchio in inverno, munitevi di sciarpa perché il vento si infila tra le vie e non vi molla più
Comacchio in inverno
Io amo moltissimo vedere i luoghi fuori dalla loro stagione preposta e Comacchio non ha fatto eccezione, salvo restando che non credo esista una stagione perfetta per un luogo così. Io, per mio personale gusto (e esigenza fisica) non visiterei mai Comacchio in estate: sono una preda ambita per moscerini e zanzare e le Valli, si sa, sono habitat ideale per loro. Ma non per me. Non amo stare troppo al sole e adoro godere del vento che mi soffia contro. Comacchio, nei giorni scorsi, sembrava silente e dolce come pochi altri posti che io abbia visto nel mondo. Le sue case colorate sfidavano il cielo che, ad inizio giornata, sembrava velato e poi si è mostrato in tutto il suo azzurro più intenso. Quelle piccole abitazioni, ricordo delle case dei pescatori o ancora dentro questa identità, sembravano tanti piccoli segreti da svelare. Lungo i canali i riflessi confondevano la vista e stimolavano la fantasia. Dove mai potevo trovarmi? Me lo sono chiesta spesso come mi sono chiesta quanto bella fosse Comacchio e quanto sembrasse, a tratti, Venezia. La Venezia che amo io: non quella dei palazzi ma quella della quotidianità, del risveglio di prima mattina, dei bimbi che vanno a scuola e delle barche che diventano banchi del mercato.
Cosa vedere a Comacchio
Come vi dicevo, Comacchio si gira bene a piedi e in un giorno. Il mio consiglio è quello di non programmare nulla e di andare un po’ a caso. Contrariamente a quanto faccio di solito, sono arrivata lì con la voglia di lasciarmi guidare dall’istinto e ho fatto bene. Vi darò quindi un consiglio: volete vedere subito i Trepponti? Bene, fate come me: andate dalla parte opposta. Quello che segue è il mio percorso ma voi siete liberissimi di crearne uno vostro. Anzi, se lo fate… raccontatemelo!
La torre dell’orologio
La prima cosa da fare a Comacchio, dopo che avete parcheggiato, sarà incamminarvi fino al punto in cui troverete la torre dell’orologio. La foto che vedete qui sopra è presa dal lato opposto rispetto a dove arriverete. Questa torre mi ha ricordato – e non chiedetemi perché – il centro di Hoorn, una città storica e mercantile che ho visitato in Olanda. L’orologio di Comacchio che vediamo ora risale al XIX Secolo ma, in questo punto, se ne trovava uno fin dal XIV Secolo. Il primo venne, per l’appunto, costruito nel 1300 e qualcosa e crollò (non si sa il perché) nel 1816. Una volta arrivati qui, tenendovi la torre davanti, prendete la vostra sinistra e imboccate via Cavour che poi diventa via Carducci.
La zona della Chiesa del Carmine
Le vie che vi ho scritto di percorrere costeggiano un canale e vi porteranno dritti davanti alla Chiesa del Carmine. Mi sono fermata un po’ in questa zona e l’ho particolarmente apprezzata per il suo silenzio. Comacchio, da quel lato, mi è sembrata un piccolo “campo” veneziano in piena regola… senza la ressa turistica della laguna veneta. Sarà per quello che non smettevo mai di fotografarla. La Chiesa del Carmine è una delle più vecchie di Comacchio: risale al 1600 ed ha proprio la faccia di una Chiesa popolare densa di storia e storie. Una volta davanti alla chiesa, seguite la via del Rosario fino a che non vi riporterà a ridosso del centro. Da lì ritornare all’orologio e girate a sinistra, verso il ponte degli Sbirri
Il ponte degli Sbirri
Questo ponte, totalmente in mattoni di cotto, è stato voluto dal Cardinal Pallotta (vera e propria personalità di spicco della zona) nella prima metà del 1600. Viene chiamato così perché si trova in prossimità delle prigioni e veniva spesso varcato da poliziotti o da militari che scortavano i prigionieri. E’ uno dei ponti originali più antichi di tutta la zona ed è costituito da tre diversi archi. E’ una sorta di ponte a U che copre l’intersezione di due canali. Da lì ai Trepponti (si scrive proprio così, tutto attaccato) i passi da fare sono pochi.
Il Ponte Pallotta o Trepponti
Questo è il simbolo indiscusso di Comacchio, un ponte riconosciuto sicuramente in mezza Europa. E’ sempre stato voluto dal Cardinal Pallotta (da cui il nome) e costruito durante una certa rinascita urbanistica del piccolo porto di pescatori. Si trattava di una vera e propria porta della città perché il ponte si inseriva (e si inserisce anche oggi) nell’intersezione tra il canale navigabile che arriva dal mare e dalle vicine Valli e i canali più piccoli che scorrono in centro città. E’ una vera e propria piattaforma per accogliere le barche che arrivano dal mare o arrivavano cariche di pesci. Per me è bellissimo e, nell’arco dei secoli della sua esistenza, ha colpito più di una persona. Vi basti pensare che Ariosto e Tasso lo descrivono, rispettivamente, nell’Orlando Furioso e nella Gerusalemme Liberata. Una volta ammirata quest’opera, dirigetevi di nuovo verso il ponte degli sbirri e camminate lungo via Agatopisto.
Via Agatopisto
Lungo questa via, proprio appena scesi dal Ponte degli Sbirri, troverete l’ex Ospedale degli infermi, dove si trova ora il Museo del Delta Antico. Anche questo luogo merita un post a sé. Quello su cui vorrei soffermarmi ora è la bellezza semplice di questa parte di Comacchio, dove le case sono proprio una diversa dall’altra e dove chissà quanti destini si sono intrecciati e si intrecciano ancora ora. Vi consiglio di percorrerla da un lato e dall’altro guardando ogni centimetro di via affacciato al canale. Sulla via del ritorno incontrerete di nuovo il Ponte degli Sbirri e Trepponti e Comacchio sarà stata, per un momento, la vostra compagna di viaggio ideale.
Comacchio e la sua gastronomia
Anguilla marinata, zucche violine, piade farcite in vario modo, pane ferrarese e salama da sugo la fanno da padrona tra i canali e le vie di Comacchio. Prima di concludere questo post che sembra una piccola dichiarazione d’amore per questo luogo dell’Emilia-Romagna mi sento in dovere di dirvi una cosa che ho notato con grande piacere: invece dei soliti negozi di souvenir insulsi made in China, ho trovato piacevole l’offerta della gastronomia locale come ricordo di viaggio. Inutile dirvi che, da quelle parti, si mangia proprio bene. Vi racconterò tutto al più presto, con tanto di indicazioni su dove e cosa mangiare.
Comacchio, secondo me
Comacchio sarebbe quella che gli inglesi definirebbero chocolate box. In italiano diciamo “una chicca” ma mi piace poco questa espressione perché richiama un qualcosa che non ha quotidianità. La mia domenica a Comacchio ha avuto tutto il gusto della quotidianità e la bellezza che solo la quotidianità si porta dietro: c’erano le nonne che uscivano per andare a messa, le persone che prendevano aperitivo e caffè chiacchierando in dialetto, c’era chi – come me – era partito da casa all’alba per godersi una domenica diversa, ma non troppo. C’era il sole che si infilava tra i canali. C’era il vento che mi spingeva mentre camminavo.
La semplicità che vale mille volte di più della celebrità. Almeno per me.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata
A Comacchio ho fatto una passeggiata circa un anno fa e l’ho trovata davvero carina! Come hai suggerito anche tu, non mi ero programmata nulla e ho passeggiato senza una meta specifica godendomi appieno la camminata tra i canali di Comacchio.
Io mi sono ripromessa di ritornarci presto. Sempre per vagare senza meta.
Oh, io ho adorato Comacchio! è uno di quei posti in cui col mio compagno tornerei volentieri. Abbiamo mangiato l’anguilla, che molti non amano, ma che invece abbiamo apprezzato! Abbiamo anche visitato il museo della Manifattura Marinati, una vecchia fabbrica in cui si confezionavano le anguille marinate, produzione tipica del posto. Un luogo sicuramente in cui tornare!
Io, personalmente, non la amo ma comprendo in pieno, invece, chi lo fa. Noi non abbiamo fatto a tempo a visitare la Manifattura Marinati e proprio per questo torneremo. Per fortuna non abitiamo troppo distanti!
Adoro Comacchio per me è una piccola Venezia, ma più tranquilla, familiare.
Sono perfettamente d’accordo.
Comacchio, dalle tue foto, mi ha ricordato per molti aspetti la città di Cesenatico. Mi piacciono molto le città costruite sui canali!
Il Porto Canale di Cesenatico è senza dubbio un qualcosa di simile. Mi piace molto, tra l’altro.
Comacchio sembra davvero una bomboniera a cielo aperto.
Anche noi ci siamo stati in una gita delle elementari da bambini e vorremmo rivederla con gli occhi da adulto così come abbiamo fatto con Mantova.
Seguiremo sicuramente il tuo consiglio di perderci tra i vicoli senza una meta prefissata.
È il miglior modo per immergersi in una città conosciuta.
Anch’io ho rivisto Mantova con gli occhi da adulta! Goditi Comacchio. Vedrai, ti piacerà.
Mi vergogno a dirlo ma non sono mai stata a Comacchio pur abitando a Rimini. Punto a farlo quest’anno, magari a marzo o aprile e terrò presente i tuoi consigli!
A volte la bellezza è proprio dietro casa.
che bella scoperta non la conoscevo! grazie!!
Visitala prima dell’Estate!
Metto il lista! Grazie
Il tuo articolo mi ha incuriosito . Nelle foto non c’è mai nessuno . Volutamente? è un luogo abitato da pochi ? Io delle Valli di Comacchio ne ho sempre sentito parale chissà forse un giorno ci andrò per ora mi accontento del tuo racconto. Ciao