
Giorni fa stavo scrivendo un documento di lavoro, uno di quelle cose per le quali ti prendi il tuo tempo e continui a farti domande e darti risposte perché, infondo, prima di darle a chi ha commissionato cotanta opera, vuoi dare a te stessa delle risposte, per poter crescere e diventare migliore. Spesso, sempre per lavoro, scrivo e consiglio ai miei clienti di mettere le persone al centro, di non pensare più al mondo del web come una superficie abitata da utenti ma di considerarlo come un giardino abitato da persone, intente a rendere quello stesso spazio verde più bello o impegnate a distruggerlo per chissà che motivo. Mi piace pensare al mondo della rete come un qualcosa che sa di terra, di terra e erba bagnata anziché ad uno spazio virtuale dentro a un server. Penso a tutto questo mi sono resa conto che il male del mondo, in primis, è uno solo: l’invidia. E l’invidia ti ucciderà. In qualche modo.
Siamo nati come matite

Quando veniamo al mondo siamo molte cose: spugne pronte ad assorbire, anime pronte a vivere, matite pronte a colorare la terra sulla quale posiamo i piedi. A me piace pensare agli esseri umani proprio a come delle matite, di quelle che compri nuovissime, ancora senza punta. Sono oggetti neutri che, proprio perché mancano di ciò che permette loro di eseguire una data e specifica funzione, potrebbero essere utilizzati con mille altri intenti: io ci avvolgerei i capelli, ne farei un righello perché scrivere dritta mi è quasi impossibile, potrei anche mescolarci il caffé se poi non acquisisse quel sapore di legno che proprio non mi piace. E’ temperandolo che quell’oggetto legnoso e colorato diventa una matita. E’ prendendo forma che regala colore. Così siamo noi: crescendo prendiamo la sembianze della persona che vogliamo essere (o dobbiamo, a seconda dei casi) ed è lì che scegliamo, se siamo fortunati, da che parte stare.
Le strade che ci accolgono, le strade che scegliamo

Strade, dicevamo… strade che accolgono i nostri passi come se fossero lì proprio ad aspettarci. Poi ci sono le strade che scegliamo e che percorriamo con in testa una sola domanda: sarà stata quella giusta? Anche aprire un blog significa imboccare una strada, anche sceglierlo di farlo diventare il tuo lavoro o parte di esso. Anche fidarti della gente è una strada, anche sorridere, chiacchierare, dire a una persona che la stimi, che secondo te vale. Davanti a te, poi, ci sono le strade intraprese da altri… che possono avere la stessa valenza, speranza, direzione o importanza di quelle prese da te. Il più delle volte, però, non lo sai. E per questo non ti puoi permettere di giudicare il cammino altrui. Nemmeno quando incrocia il tuo e, proprio per sbaglio oppure per volontà, c’è qualche piede che si pesta. Qualcosa che si incrocia che proprio non va. Spesso, agli allegri in cuore, tutto ciò non ha una grande importanza. La cosa importante sono gli intenti e le capacità che viaggiano al pari passo della correttezza. Uno dei problemi più grandi del mondo è che, per strada, spesso c’è anche l’invidia… sentimento beffardo, capace di conquistare anche dei cuori che credevi impavidi e forti come il più bello dei castelli.
L’invidia ti rende cieco

Prima di metterti a camminare al fianco dell’invidia o di imbroccare a occhi già chiusi dalla volontà di sembrare meno di quello che sei la strada contrassegnata dal cartello “envy” o in qualsiasi lingua lo si voglia dire… pensa a una cosa: da anni si fa tanto un gran parlare (e per fortuna ci sono anche azioni concrete) di quanta energia e acqua disperdiamo nell’ambiente a causa di infrastrutture inadeguate o chissà che problema. E se fossi tu (o io, perché mi ci metto in mezzo totalmente) a disperdere la tua energia invidiando gli altri? Quanto tempo e forza perdi nel guardarti attorno guardingo (allitterazione voluta) per cercare sempre di essere un passo avanti e quante occasioni di essere una brava persona o un ottimo professionista perdi nell’escludere le persone che invidi solo perché le invidi senza intravvedere minimamente il loro intrinseco valore?
L’obiettività è ciò che ti salverà. E la grande capacità di curare il pezzo di terra su cui vivi, di piantare i tuoi fiori e farli crescere fregandotene di ciò che c’è nel giardino altrui.
Se proviamo invidia per qualcuno conviene sempre fermarci un attimo a chiederci perché. Forse è perché non ci sentiamo all’altezza o lo reputiamo più bravo di noi in qualcosa o ha ottenuto migliori risultati in meno tempo? In questo caso lasciamo perdere l’invidia e usiamo queste stesse motivazioni come spinta a migliorare noi stesse. Staremo meglio e come dici tu avremo molta più energia da spendere nei nostri progetti!
Sono proprio concorde con te Paola. A volte, dentro di me, nomino “l’invidia buona” che è quell’emozione che ci dà la spinta per essere migliori. Dovrebbe sempre essere così.
Forse non può essere controllare quello che si prova, ma di sicuro si può controllare la reazione. Penso sia normalissimo provare invidia per qualcuno che è arrivato dove vorremmo essere noi, è naturale, però deve essere un’invidia sana che come dice Paola ci stimoli a migliorarci. Affossando gli altri si va forse avanti? Dubito. Bisognerebbe imparare a curare i propri fiori e fare i complimenti al vicino se i suoi sono belli 🙂
Sono perfettamente d’accordo con te. Infatti ho ben pensato che quest’anno cercherò di raccontare di più la mia stima a chi la merita.