
Già, 40 anni. Sto cominciando a famigliarizzare con quel numero perché tra poco più di un mese diventerà il mio di numero e le riflessioni piovono come i cachi lasciati sugli alberi. O come la neve in alcune zone d’Europa. Lo sapete come sono fatta: ogni tanto devo dare sfogo ai pensieri che danzano furentemente dentro la mia testa. L’unico modo per capirli è farli uscire e dare loro la forma delle parole che state leggendo. Ultimamente mi trovo a riflettere molto più di altri momenti: non si tratta di un tipico mood da fine anno. Si tratta che ogni tanto ci sono dei momenti in cui pensi molto più volentieri di altri. Quello su cui mi sono ritrovata a ragionare è la bellezza dell’amicizia, quella eterna, quella inaspettata, quella che nasce e sembra già immensa. Quella che forse non sapevi nemmeno tu di avere.
Questo non è un post di fine anno
No, lo ribadisco, questo non è un post di fine anno perché – ecco che diamo forma al primo tassello ironico che compone il tempo – per me la vita è un qualcosa di fluido. Non ci sono punti fissi regolati da chissà che convenzione internazionale ma ci sono i momenti che, per me, hanno senso e diventano un qualcosa che segna il passo. Vi faccio un esempio: il mio ultimo giorno d’estate è arrivato in Ottobre, così come la mia partenza per la mini-vacanza che sono riuscita a concedermi in Carinzia ad Agosto è stata una sorta di capodanno, seguita dall’Epifania che mi ha rivelato l’importanza del considerare ogni mio singolo momento di felicità. L’anno, quindi, non sta per finire perché la mia vita procede, io vado avanti e il cambio di cifra sul calendario altro non è che una convenzione umana. Eppure non posso fare a meno di pensare che stanno per arrivare i miei 40 anni.
Gli amici sono la famiglia che ti scegli o quella che incontri?
Quanto è vera questa frase ma io aggiungerei anche che gli amici sono quei piccoli pezzi di te che incontri per strada quando meno te l’aspetti e combaciano perfettamente con un tuo bisogno, una tua attitudine, un tuo modo di esprimerti come i pezzi del miglior puzzle che che la vita di mette davanti. Ultimamente ho avuto riprova di ciò che scrivevo in apertura al post: l’amicizia è ovunque e, se avessi il potere di scrivere una canzone, riprenderei Love is all around nella vesione di Love Actually e la farei diventare Friendship is all around. Mi sono accorta di quanto, nel mondo, siamo tutti in cerca di un amore che abbia un sapore esclusivo ovvero quel sentimento che ci faccia sentire completi quando, a dirla proprio terra terra, l’unica vera certezza e fondamenta della vita è, infondo, l’amicizia. Quella vera, quella con la A grande.
L’amicizia a 40 o l’amicizia ha 40 anni

No, non sono impazzita e non ho fatto un errore di grammatica senza accorgemente. Nel delirio dei miei pensieri ho capito quanto io sia fortunata a contare, non sulle dita di una mano, ma sulle dita di tutte e due le mani gli amici che sono nella mia vita da oltre 30 anni. Sì, avete letto bene: oltre 30 anni. Ho capito che, probabilmente (almeno per me), c’è una ricetta perché un’amicizia duri per decenni: il primo ingrediente è, ovviamente, la lealtà verso se stessi e verso i propri amici. Il secondo ingrediente senza il quale tutto impazzisce è la lontananza. Già, avete letto bene. Quello che frega la bellezza di tutti i nostri rapporti – non importa quale sia il genere – è la troppa vicinanza. Non sto impazzendo e non sto diventando la più grande dei misantropi ma ho riflettuto su quanto si possa essere prossimi in lontananta o distanti in vicinanza. Ciò fa la salute di un rapporto è la capacità di ognuno di avere il proprio spazio. Anche in amicizia. A 10 anni si gioca assieme, a 15 ci si confiderebbe ogni cosa, a 20 si comincia a guardare la vita con occhi diversi, a 30 si consolida la direzione che abbiamo preso, a 40 ci si guarda in faccia e si dice “cavolo, siamo ancora qua”. Ecco perché certi rapporti diventano fondamentali: non è la loro quantità (di ore vissute assieme) ma la qualità del tempo vissuto. E di quei momenti che Wordsworth chiamerebbe “bliss of solitude“.
40 anni è il tempo delle sorprese
Quello che mi piace del momento che sto vivendo (che, detto tra noi è tutto tranne che lineare e semplice) è che, infondo, trovo tante sorprese sul mio cammino e ne sono felice. Ci sono amici e amiche che, ormai, sono parte del mio DNA e so che sempre lo saranno. Questa certezza deriva dal fatto che la vita ci ha messo già alla prova ma siamo sempre finiti o finite a guardarci in faccia chiedendoci perché non siamo parlati più per tanto tempo senza trovare una risposta. L’unica risposta possibile è che, forse, doveva andare così. Ci sono amici che non vedrò mai più fisicamente perché la vita me li ha portati via, senza però riuscire a strappare nemmeno un centimetro di quel dialogo che ancora ci unisce. Ci sono quelli che senti solo per il compleanno ma che ti sembra di aver salutato la sera prima. Ci sono quelli che non hai visto per anni e che, così di punto in bianco per chissà che motivo, tornano nella tua quotidianità. Ah, pensaci bene Giovy: non l’hanno mai lasciata. Sei tu che te la sei raccontata mille volte. Poi ci sono quegli amici che non sapevi di avere solo perché non li avevi ancora conosciuti. Ogni sopresa una sensazione, ogni sorpresa una ragione per sorridere alla vita.
Prendetevi 3 minuti e mezzo e guardatevi la scena finale del film Stand by Me. Leggete ciò che viene scritto su quel computer che, ai giorni nostri sembra un reperto archeologico. Anzi, lo è.
Spesso si ricordano gli amici d’infanzia con un sorriso dolce e tanta nostalgia. Oggi, per quel che mi riguarda personalmente, mi viene da ripetere quella frase con cui Stand by me si chiude e portarla nel mio tempo. In un mondo dove si combatte una guerra quotidiana a suo di follower, like e frecciatine di ogni tipo, quanto è importante guardarsi attorno per capire ciò che è veramente reale e tangibile dentro al nostro cuore?
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