Ci sono dei luoghi nella mia vita che non avrei mai pensato di amare intensamente. Eppure non riesco più a fare a meno di loro: sono esattamente due ed entrambi isole. Ci sono giorni nella vita che non avrei mai pensato di celebrare rendendoli protagonisti di un post. Eppure è così. Oggi per me è l‘ultimo giorno della mia estate 2017. Già, estate: quella che un po’ ti piace, un po’ ti fa soffrire, quella in cui dovresti lavorare per scrivere un post che proprio non ti esce dal cuore e ne componi un altro che sembra già tutto scritto dentro di te. Oggi io dirò addio all’estate, per questo 2017. Sia chiaro.
E’ stato un anno strano, fatto di alcune estati infilate dentro ad inverni e primavere. E’ stato un periodo strano, fatto di un autunno che sapeva di estate, di quella che piace a me, quella che non ti fa sudare ma che ti permette di andare in giro con i sandali e le gambe scoperte. Proprio ieri stavo passeggiando e, non so perché ma mi è sembrato di inciampare, ho guardato verso i miei piedi e li ho visti lì, dentro ad un paio di sandali che sono stati per me una seconda pelle. Il mio sguardo si è spostato poi verso le mie gambe ed è lì che ho capito che avrei dovuto mettere l’estate del 2017 in una bella scatola con tanto di etichetta, per poi riporla nella soffitta della mia memoria. Ora che scrivo queste parole mi sento davvero tanto sensibile e tanto fortunata ad aver avuto una così lunga bella stagione. Non è cosa da tutti i giorni sapere quando esattamente una stagione cesserà di esistere.
L’estate 2017 non si figura dentro la mia mente come una stagione segnata sul calendario, che inizia un tal giorno e finisce dopo circa 90 giorni. La mia estate è fatta di colori, sorrisi, luoghi (due direi), sapori, di cannelloni che non sembrano tali e di caffé che sono super buoni. La mia estate è fatta di un vassoio di pesce buonissimo (ordinato a caso, tra l’altro), e di un panino con la cotoletta mangiato davanti ad un ghiacciaio. La mia estate è cucita assieme grazie ai fili della voce di mio padre che mi urla al telefono che sta arrivando a prendermi in aeroporto, per farmi mettere nell’unico punto della strada dove può fermarsi. La mia estate è fatta di giorni belli ad esplorare laghi e montagne in una nazione che ho nel DNA. La mia estate è fatta di tutti nell’Oceano e di onde che hanno la meglio su di me. La mia estate è fatta del rumore di un condizionatore vecchio come me ma che se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. La mia estate è fatta di zanzare maledette e peperoncini che credono di essere alberi giganti.
La mia estate è fatta di me, dei miei “no” a certi lavori e dei miei “speriamo” per altri, la mia estate profuma di arnica per lenire il dolore al polso. La mia estate è fatta di smalti di tutte le sfumature di blu. Il mio ultimo giorno d’estate finisce qui, con tante cose in testa, con la voglia di un abbraccio nel cuore, con troppo da scrivere (anche se non è mai troppo) e un sacco di cose da mettere in fila. Con la voglia di sentirsi sempre figlia e di tornare dove il tempo scorre ma non cambia la stagione. Forse potrei farmi un regalo di fine estate: un biglietto per tornare a piè pari in questa stagione. Grazie estate, ci vediamo presto: quest’anno, molto più di altri, mi hai fatto felice.
E adesso ascolto gli Smiths e penso ad un’altra isola…
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata
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