C’era una volta, a pochi chilometri da Riva del Garda, una cascata che un grande scrittore definì come un qualcosa di magico e infernale allo stesso tempo. Lo scrittore era Thomas Mann che, a soli 26 anni circa, restò così impressionato da quel luogo da custodirlo dentro la sua mente per descriverlo ne “La Montagna incantata“. Il posto di cui stiamo parlando è il Parco Grotta della Cascata di Varone, uno di quei pezzi di mondo vicino che mi pento di non aver scoperto prima. Questa Cascata è ora al top della mia lista sul cosa fare e cosa vedere nella zona del Garda Trentino.
La Cascata di Varone (o del Varone, ho trovato come corrette entrambe le denominazioni) si trova davvero a poca distanza dalla passeggiata sul lungo lago di Riva del Garda. Bastano, infatti, poco meno di 10 minuti di auto per raggiungere questo posto che, secondo me, riesce a raccontare in modo chiaro cosa sia la forza che la natura può esercitare sul nostro pianeta e quando possa essere artista di opere meravigliose.
Informazioni utili per visitare la Cascata di Varone
La cascata si trova nel paese di Varone, da cui prende il nome. Per arrivare a Varone vi basterà, dal centro di Riva del Garda seguire le indicazioni Tenno o Ponte Arche e non vi sbaglierete. Al vostro arrivo, se siete in auto, badate bene i segnali di parcheggio che troverete in prossimità della cascata. Il più vicino, appena sotto all’accesso al Parco Grotta, è piccolo e si riempie subito. Appena 50 metri più su ne troverete un altro più grande e maggiormente adatto ad auto di media-grande dimensione. La mia Yaris vecchietta ci stava benissimo in quello piccolino ma un’auto famigliare avrebbe fatto fatica a fare manovra. La cascata è visitabile tutto l’anno, con orari diversi chiaramente indicati sul sito ufficiale. L’entrata costa 5,50€ e li vale tutti. Arrivati provvisti di scarpe adatte a superfici umide (della serie: niente tacchi) e con un bel poncho anti-pioggia o un k-way perfetto per proteggervi dalla forza della cascata. Il parco è dotato di 2 aree picnic molto bene organizzate: ci sono tavoli, ombrelloni e bidoni per la raccolta differenziata. Il bagno è situato più o meno a metà percorso… molto utile dato il continuo rumore di acqua!
Parco Grotta della Cascata di Varone: il giardino
La prima cosa che salta all’occhio visitando la Cascata di Varone è il giardino che la circonda. Il parco che si attraversa durante la visita, infatti, è stato pensato e strutturato come un giardino botanico. Ci sono piante di ogni genere e provenienza a farci da accompagnatori durante la risalita delle rampe che accompagnano i visitatori lungo la scoperta della cascata. E’ stato molto piacevole per me e Gian camminare nel mezzo di un così bel giardino, tra l’altro uno dei più curati mai visti. Le orchidee Phalenopsis sembravano gradire l’ambiente umido e il clima mitigato dalle acque del lago di Garda. Così come le distese di Anthurium o gli alberi di limoni, perfettamente esposti a sud.
Mentre camminerete sulle rampe che vi porteranno dalla grotta inferiore a quella superiore, osservate l’ambiente circostante e prendetevi il vostro tempo per scoprire il mondo vegetale che vi circonda.
Parco Grotta della Cascata di Varone: la magia dell’acqua
Non so se capiti anche a voi ma io, di fronte a certi fenomeni naturali, mi sento piccola e quasi indifesa. Vengo travolta dalla loro bellezza e mi emoziono al punto da mettermi a piangere. Devo ammettere di essere arrivata molto vicina alle lacrime quel giorno, durante la visita alla Cascata di Varone. Il parco è strutturato in modo da visitare prima grotta inferiore (quella che vedete nella foto di copertina) per arrivare poi, salendo attraverso il giardino botanico, alla grotta superiore dove tutta la forza della cascata si scatenerà bagnandovi un bel po’. Come vi dicevo ad inizio post, arrivate preparati. Il percorso è totalmente sicuro e facile ma, se non volete fare una leggera doccia, meglio portare con voi qualcosa per coprirvi. Soprattutto se visitate la scascata in inverno. La Cascata di Varone ha scavato una sorta di tunnel verticale dalle pareti leggermente ritorte. Nei millenni sicuramente si è fatta strada in un modo meraviglioso, una specie di percorso artistico sui-generis che nessuna mano umana saprebbe eguagliare.
Mentre ero lì, tranquilla a prendermi sul viso l’acqua che la cascata vaporizzava con la sua forza, pensavo tra me e me a quel Thomas Mann ventiseienne, capace di conservare quel bel ricordo e l’intensità della forza della cascata per poi riscrivere tutto ne “La Montagna Incantata”. Ciò mi ha fatto pensare che dovrei rileggere quel libro per condividere mentalmente con Thomas Mann l’immagine della cascata. In secondo luogo, mi viene da dire che vorrei mettere nella mia agenda vagabonda almeno un passaggio annuale al cospetto della Cascata di Varone perché mi ha trasmesso una grande forza e, allo stesso tempo, la spettacolare sensazione dell’importanza di lasciar andare le cose. Credo faccia bene trovarsi di fronte ad un qualcosa capace di tale comunicazione non verbale. Mi ci voleva. Ve lo racconto anche in questo video che trovate anche direttamente su YouTube.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
La visita è stata organizzata in collaborazione con Garda Trentino, che ringrazio di cuore.
Purtroppo non sono mai stata né sul Garda, né in Trentino Alto Adige. Amo la natura e, a parte il mare, mi attraggono vulcani, cascate e grotte. Insomma, questo posto mi piacerebbe e ora che so che ha tanto colpito uno dei miei scrittori preferiti, Thomas Mann, mi attrae anche di più!
Occorre “rimediare” allora!
Il Garda Trentino e tutta la zona dietro Riva del Garda sono molto interessanti.
E, a suo tempo, sono piaciute molto a Thomas Mann!
Hai descritto molto bene la sensazione che si prova davanti alla Cascata del Varone. Ti aspetto presto sul Garda Trentino…chissà che non riusciamo ad incontrarci!
Grazie mille Ilenia. Il Garda Trentino è un territorio che amo molto e non così distante da dove vivo. Spero di tornare presto.