Ci sono città che nascono alla giusta distanza: quel tot di chilometri sufficienti per vivere ognuna la propria vita ma, allo stesso tempo, non troppo lontane per potersi raggiungere con molta facilità Anche se c’è il mare di mezzo. Le città a cui mi riferisco oggi sono Belfast e Liverpool che, per me, sono sempre state città sorelle per via del loro destino, della loro vocazione di gran lavoratrici e per il fatto che una era per l’altra quasi una speranza. Recentemente ho ripensato molto a Belfast mettendo a posto dei vecchi post scritti quando è nato questo blog e perché la bravissima Veruska Antonitano mi ha riportato con la mente nell’Ulster grazie ad un suo recente viaggio a Belfast e dintorni.
Che cosa lega Belfast e Liverpool?
Il legame tra Ulster e Merseyside ha vari motivi per esistere ed essere forte anche ora nel 2017: Liverpool è una città che ha accolto molti cattolici irlandesi, in tante epoche diverse. In pieno centro a Liverpool, proprio in Mathew Street troverete un pub irlandese (non vi spoilero il nome ma non potete sbagliarvi) che ancora oggi è punto d’incontro dei molti irlandesi o liverpudlian di origine irlandese nelle serate dopo il lavoro o nei pomeriggi in cui si va al pub per vedere lo sport. Ciò che sancisce maggiormente il legame tra Liverpool e Belfast è la storia della White Star Line, la compagnia marittina proprietaria – tra le altre navi – del famoso Titanic. E dov’è stato costruito il Titanic? A Belfast, of course.
La White Star Line venne fondata a Liverpool nel 1845 e, con le sue navi, si occupava di spostare merce da e per l’Inghilterra. Già ben prima del Titanic, la White Star faceva costruire le sue navi nei cantieri di Belfast, spostando – oltre alla merce – anche tanti destini umani da una parte all’altra del Mersey e del Mare d’Irlanda. Ad inizio del XX Secolo diede il via alla costruzione di piroscafi adatti a portare le persone di ogni classe al di là dell’Oceano Atlantico. La caratteristica principale di ogni piroscafo era di avere un nome che finiva con –ic: Titanic, Nomadic, Atlantic, Oceanic e così via. L’unico ancora visibile oggi è il Nomadic che, per l’appunto, si trova a Belfast.
Itinerario di viaggio: la White Star a Livepool
C’è ancora molto della White Star a Liverpool. Saranno sparite le navi ma lo spirito di questa compagnia (come di molte altre pronte a popolare l’Albert Dock in epoca vittoriana) è ancora vivo in tanti luoghi in città.
White Star Line Building

E’ cambiato da quando è stato inaugurato per dare spazio agli uffici della White Star Line ma è ancora visibile in tutta la sua bellezza vittoriana. Il nome con cui è conosciuto ora (nel caso dobbiate chiedere informazioni) è Albion House e troverete questa costruzione tra James Street e The Strand, quest’ultima una delle vie che dà sul porto di Liverpool. Giusto per darvi “una fetta” di Liverpool sulla quale puntare il dito sulla cartina, sappiate che siete tra il Liver Building e il Liverpool Museum. Più o meno in mezzo. Qui si dava vita ad ogni documento per le spedizioni della White Star Line
White Star Line Pub

Ci troviamo a pochi passi dal Cavern Club, in quel di Rainford Gardens. Questo pub nacque per dare un luogo di aggregazione ai lavoratori della White Star Line, dall’impiegato fino agli addetti ai carichi marittimi e alla manutenzione delle navi. Il pub è ancora in attività ma non appartiene più alla Whiter Star (che, nel frattempo, si è fusa con un’altra compagnia marittima). E’ rimasto intatto, per fortuna, e riporta ancora alcuni dei simboli della compagnia, sia all’interno che all’esterno.
Itinerario di viaggio: la White Star a Belfast
Come dicevamo prima, Liverpool era un po’ la mente dell’attività della White Star, seppur mantenendo una buona dose di fatica con i lavori portuali. Belfast era sicuramente il braccio…e che braccio. Dai cantineri di questa città dell’Ulster doveva uscire l’elemento più importnate per una compagnia di trasporto via mare: le navi.
Il dopo-lavoro di Dee Street
In Dee Street a Belfast si trova quello che era il vero e proprio dopo-lavoro aziendale dei lavoratori dei cantieri della White Star Line. L’edificio è ora un simbolo del ricordo delle vittime del Titanic… di tutte le vittime, non solo quelle che sono morte nel naufragio ma anche dei lavoratori che hanno dato tutto per la costruzione di quella che, al tempo, era la nave più grande e veloce al mondo. Un luogo toccate che, anni fa, non riuscii a fotografare per bene. Tocca tornare, no?
SS Nomadic

I dock di Belfast hanno subito una grande trasformazione da che li vidi io annissimi fa e, anche per questo, vorrei tornare presto in città. Amo i luoghi che sanno cambiare e guardare al futuro senza mai dimenticare le proprie radici e il proprio passato. Credo che Belfast entri di diritto in questa lista. Al porto, proprio vicino al museo del Titanic, si può ammirare il Nomadic, l’ultima nave della White Star sopravvissuta al tempo, alle disgrazie e alla storia.
Il Titanic Museum

Altro motivo per tornare a Belfast: ammirare chi ha fatto del passato il proprio futuro turistico. L’esposizione dedicata alla nave più sfortunata del mondo è visitabile tutto l’anno, tranne alcuni giorni festivi indicati sul sito ufficiale. L’ingresso alla Titanic Experience costa 18£. C’è la possibilità di avere un biglietto scontato del 50% se si entra un’ora prima della chiusura del museo. Le mie informazioni sul Titanic a Belfast si fermano qui ma mi auguro di dirvi di più col 2018, anno in cui vorrei tornare davvero in Irlanda.
Informazioni: come raggiungere Liverpool e Belfast
Vi dico quello che farei io: prenderei un volo di sola andata dall’Italia per Liverpool. Se non lo trovate per Liverpool, scegliete Manchester e poi prendete il treno verso Liverpool. Fermatevi almeno un paio di giorni in città e poi prendere il traghetto per Belfast. Con la Stena Line, partite alle 22 da Liverpool e arrivate a Belfast alle 6.30 del mattino successivo. Il prezzo per un adulto, senza auto, è di 30£. Poi restate un paio di giorni a Belfast e riprendete un volo per l’Italia da Dublino (tra Belfast e Dublino ci sono dei bus che fermano proprio all’aeroporto di Dublino).
Ve lo dico in tutta sincerità: uno dei miei hobby preferiti quando sono a Liverpool è sedermi su una delle panchine dell’Albert Dock, girata verso il Mersey, per guardare i traghetti che vengono caricati di auto, persone, bagagli, sogni e destini. Mi metto lì con lo sguardo perso… pensando a chissà quale storia possa avere ognuna delle persone che viaggia tra Liverpool e Belfast. Cerco di immaginare quale sia il significato di “casa” per loro. Ovviamente faccio tutto questo quando non piango per l’attrazione che sento tra me e Liverpool che, ve lo dico, è proprio amore.
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