Se credessi fermamente nella numerologia, dovrei cominciare a far vedere questo blog a qualcuno che se ne intende. Ci sono dei numeri ricorrenti e uno di questi è il numero 8, che per molti equivale ad un infinito rovesciato. Il mio viaggio in Belgio, fatto a fine Giugno, di porta dietro questo simbolo e, dopo le mie 8 ragioni per visitare Dinant, eccomi a raccontarne altrettante per visitare Liegi. Sono stata molto felice di essere tornata in questa città della Vallonia perché racchiude un qualcosa che apprezzo particolarmente nel mondo: l’essenza del luogo di confine, quel meltin pot di nazioni, destini, storia e lingua che amo cercare nei miei viaggi.
Liegi è una città che merita almeno 3 giorni del vostro viaggio in Belgio. Questo perché va un po’ meditata, vissuta con calma nei suoi momenti quotidiani. Va girata a piedi (ed è possibile farlo), concedendosi qualche minuto qua e là, dove le panchine arrivano in soccorso delle gambe dei viaggiatori. Io l’ho vista sempre con la bella stagione (una volta in primavera e una in estate) ma, lo ammetto, sarei curiosa di vederla con la luce invernale. D’estate è luminosa e ama farsi scoprire a tutte le ore del giorno e della notte. E’ giovane e riflessiva allo stesso tempo, innovatrice e tradizionale impastando la propria storia per raccontarla a chi apre occhi e cuore.
Quali sono i miei 8 motivi per visitare Liegi?
Ve li racconto piano piano, argomentandoli come farei davanti ad un birra presa con degli amici che mi chiedono consigli di viaggio. Questo post non vuol essere una guida per scoprire tutto ciò che c’è da vedere in quella città della Vallonia. Questo post potrebbe, infatti, sottotitolarsi “Liegi, secondo me“.
La Cucina
Il primo post che ho scritto tornata da quel viaggio in Belgio è stato su cosa mangiare a Liegi. La cucina liegese è davvero interessante perché mescola le varie anime che hanno dato forma, nella storia, al Belgio così come lo vediamo oggi. Nel cibo di Liegi c’è un pizzico di Francia, un tocco di Olanda e una costante presenza tedesca che sembra non voler lasciare i piatti proposti nei menù. C’è poi quel “Belgio totale” che viene rappresentato dalle patatine fritte più buone di sempre e dalle cozze che non possono mai mancare. Vi ho consigliato di fermarvi tre giorni in città proprio per darvi il giusto tempo per provare i piatti tipici, come le boulettes à la liégeoise. Super slurp!
Gli spazi da vivere
Liegi è una città piena di piazze e luoghi dove potersi riunire con altre persone o semplicemente sedersi per gustarsi un po’ di sano riposo. Ci sono piazze antiche, piazze piccole, piazze grandi, piazze moderne dove, soprattutto con la bella stagione, vengono allestiti dei veri e propri luoghi dove poter conversare, sedersi o leggere un libro. Si tratta di un progetto di valorizzazione del centro storico portato avanti dal Comune. Se vi alzate presto e iniziate a camminare per la città, non mancherete di incontrare gli adetti a questi allestimenti. Mi piacciono le città che amano sentirsi vissute, in un certo modo usate da chi le abita o da chi le visita.
La lingua e l’identità vallone
A Liegi si parla vallone, che non è un francese venuto male, nemmeno un qualcosa sporcato dal tedesco e da qualche influnenza di fiammingo. Il vallone è una vera e propria lingua romanza, parlata nel sud del Belgio, nella zona delle Ardenne in Francia e anche in Lussemburgo. Liegi è una delle sue città ufficiali e, proprio in città, la si può trovare su molti cartelli segnavia. Uno dei luoghi migliori per dove andare in cerca di scritte vallone è Li Cwaré, ovvero “Le Carré”, il quadrato di vie che costituisce una parte di centro storico di Liegi. La cosa che mi è piaciuta del Vallone che ho trovato in giro per Liegi è la forma scritta. La trovo la perfetta unione tra il mondo romanzo e quello teutonico-nordico. Come il Belgio, del resto.
La Mosa
Adoro i grandi fiumi. Li trovo come delle autostrade sui generis che attraversano l’Europa e la sua diversità, creando una sorta di linea comune che unisce e non divide. Il mio preferito resta sempre il Reno ma la Mosa occupa il secondo posto, probabilmente per colpa di Simenon e il suo Commissario Maigret. Uno dei racconti di Simenon porta Maigret ad indagare lungo il tratto francese del fiume ed io sono che dentro il mio cuore c’è già il seme di un viaggio lungo la Mosa. Dalla Francia, dove nasce, fino al Mare del Nord. Per Liegi la Mosa significa molto e lo ha sempre fatto fin dal passato. La riva diripettaia di quella del Centro Storico è detta “Oltre Mosa” e rappresentava il quartiere più popolare di Liegi. Quello in cui nacque proprio George Simenon.
George Simenon
Visse in Francia e lì ambientò le sue storie più celebri ma c’era sempre quel pizzico di Belgio e di Liegi nelle sue parole, nelle descrizioni del cielo, nel carattere di Maigret, nelle piccole vite che raccontava romanzo dopo romanzo. Simenon è Liegi e Liegi è Simenon. Ci sono tracce dello scrittore in giro per la città. Andarle a cercare è un’ ottima caccia al tesoro per scoprire la città e il quartiere che vi indicavo nel paragrafo precedente.
La Storia
Se vi chiedessi di citare dei personaggi storici legati a Liegi, chi vi verrebbe in mente? Forse non si tratta di citare un personaggio storico ma un intero periodo: l’età carolingia. Per capire bene la storia di Liegi occorre osservare la sua posizione geografica: è a pochi km da Aachen, in Germania, ovvero la città di Aquisgrana dove si insediò la corte di Carlo Magno. Pipino il Breve e Carlo Martello sono entrambi originari della zona di Liegi. Successivamente ad un Medioevo molto importante, Liegi visse delle giornate cruciali nel 1789. Nell’agosto di quell’anno, un mese e 4 giorni dopo lo scoppio della Rivoluzione Francese, anche Liegi ebbe la propria rivoluzione. Cercate in rete: si tratta di un momento storico molto interessante. Le tracce di tutta lo storia vissuta da Liegi – dal Medioevo fino ai nostri giorni – sono ben visibili.
L’Arte
O dovrei dire l’espressione artistica della città. La si trova ovunque, sotto molte forme. Mi piacciono le città dove l’arte diventa popolare, scende in strada e si mostra a tutti. Tenete gli occhi aperti quando visiterete il centro di Liegi perché non si sa mai dove potreste cogliere un bellissimo art attack.
La Montagne de Beuren
Non sei stato a Liegi se non hai visto la Montagne de Beuren e non ti è venuto un colpo al cuore nel pensare di salirla. Si tratta di una scalinata di 374 gradini che collega la parte bassa del centro storico alla Cittadella. Si tratta dell’unico accesso alla Cittadella fino al 1880. La scalinata col suo contorno di case di mattoni rossi è uno di quegli angoli di Liegi che non si può non vedere. Dicono che il momento migliore per osservarla (o per scalarla) sia la sera del primo sabato d’ottobre, momento in cui viene illuminata dalla luce di non quante candele. Magia pura.
Come magia pura è Liegi: se potessi paragonarla ad un oggetto, questo saraebbe sicuramente un libro. Uno di quelli vecchi ma non troppo, con le pagine che rivelano un po’ della sua età e quel profumo inconfondibile che te lo fa amare fin dal primo momento in cui ti ci si avvicini. Lo adorerai, poi, non appena inizi a leggere. Liegi è proprio così.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata
Ciao Giovy, grazie per i suggerimenti.
Fra le tradizioni culinarie che compongono l’anima dell’attuale “cibo di Liegi” non trovo menzionata quella italiana, che invece ha un impatto fortissimo in città (basta scorrere la lista dei nomi dei ristoranti, oppure dare un occhio alle foto dei piatti, anche di quelli che servono cucina belga).
Un caro saluto!
Devo ammettere che ho conosciuto l’anima italiana di Liegi solo quest’anno a Febbraio. Ne scriverò sicuramente.